Gio 25 Apr 2024

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Disco della Settimana: Tre Allegri Ragazzi Morti

S’intitola “Sindacato dei sogni” il nuovo lavoro discografico dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Pubblicato in tutti i supporti (cd, vinile e digitale), il disco arriva a tre anni dal precedente “Inumani” ed è pubblicato da La Tempesta, l’etichetta indipendente fondata proprio dalla band.

Il titolo è un chiaro omaggio al rock psichedelico (“Sindacato dei sogni” è la traduzione di The Dream Syndicate, il gruppo californiano formato nel 1981 da Steve Wynn, massimo esponente del movimento musicale Paisley Underground) ed il nuovo album dei Tre allegri, che sembra a primo ascolto un ritorno al sound originale del gruppo, contiene molte dolcissime novità.

Il disco è stato anticipato dai singoli e video “Caramella”, “Bengala” e “Calamita”.

Se il disco precedente era intitolato “Inumani”, “Sindacato dei sogni” mostra un approccio produttivo più naturale, si potrebbe dire “umano”. Suonato con strumenti preziosi, a cominciare dalla batteria, una Ludwig del 1973, il disco rimette al centro del sound l’incontro musicale di Davide Toffolo, Luca Masseroni ed Enrico Molteni.

Per questo motivo, ad un primo ascolto, il lavoro riporta a sonorità tipiche dei TARM; batterie essenziali, chitarre elettriche sognanti e liriche poetiche ed ironiche portano questo lavoro in un territorio classico (tanto che il titolo di lavorazione del disco è stato per molto tempo proprio “Classic”).

Il ritorno al rock è evidente e la vena psichedelica, filo conduttore del lavoro, ha trovato nel musicista e produttore Matt Bordin, già Mojomatics e Squadra Omega, l’interlocutore perfetto per la ricerca del nuovo sound. E con Matt il gruppo condivide anche la produzione del lavoro.

Nello studio di Bordin, una grande casa di pietra su bordo del magico bosco collinare del Montello (TV), il gruppo, affiancato da Andrea Maglia, ha registrato durante quattro sessioni estive il materiale che ha dato corpo al lavoro.

La copertina, infine, ha qualcosa di magico e rétro. Si tratta di una ceramica raffigurante tre giovani gatti, rielaborata con la maschera simbolo del gruppo, grazie all’idea e all’intervento grafico di Davide Toffolo. La ceramica, di produzione italiana anni ‘70, è stata acquistata in California e questa è la vera chiave per leggere il nono disco dei Tre allegri ragazzi morti: una ceramica italiana persa in California.

“Le giornate passate a registrare ed ascoltare musica nell’accogliente cucina dell’Outside Inside Studio hanno in breve rafforzato la linea musicale del lavoro. Television, Dream Syndicate, Grateful Dead, presenti costantemente nelle discussioni attorno ai brani, e ancora Neu!, Can, Kraftwerk. No musica italiana. Poca musica dell’ultima ora. Session lunghe, sfide fra i chitarristi Enrico, Matt e Andrea. Passeggiate nel bosco e dormite nella grande sala di ripresa, fra gli strumenti. Questa la quotidianità delle registrazioni.
Quattro dei dieci brani sono stati scritti nei giorni delle registrazioni e questo certifica l’atmosfera di ispirazione che il luogo ha regalato” nelle parole ella band.

GUIDA AL DISCO BRANO PER BRANO

01 – Caramella

Primo singolo del disco, uscito il giorno di Halloween 2018. Brano esplicitamente psichedelico. Venti parole in tutto in un testo ispirato al poeta livornese Caproni e alle dichiarazioni di Iggy Pop, che incitano appunto a fare brani con non più di venti parole. Sostenuto da una chitarra fuzz e arricchito dal Fender Rhodes di Bologna Violenta.

02 – Calamita

Singolo di presentazione del nuovo disco. Con Bengala e Caramella, Calamita completa i nomi dei tre gattini in copertina. Ritorno al sound originale dei tre allegri. Beat anni ‘60, testo visionario e ironico per descrivere una città della provincia italiana. Ancora Pordenone al centro dei racconti del gruppo mascherato, un ritratto visivo e un canto di amore per chi torna ai luoghi delle proprie origini.

03 – C’era un ragazzo che come me non assomigliava a nessuno

Schizzo autobiografico sulla realtà di un ragazzo degli anni ‘80. Ricostruito sul sound della tradizione della wave del Great Complotto pordenonese, arricchito dalla chitarra sognante di Matt, dal sax incontenibile di Francesco Bearzatti, e del Fender Rhodes di Nicola Manzan. Tutta la titanica decisione di diventare se stessi in quattro minuti di canzone.

04 – AAA Cercasi

Ritratto ironico e accorato di una figura femminile libera e autodeterminata. Filastrocca indimenticabile di ambiente rock east cost, con tanto di riff di armonica a bocca suonata da Matt Bordin.

05 – Accovacciata gigante

Viaggio psichedelico senza precedenti nella discografia del gruppo sostenuto da due testi scritti rispettivamente da Mattia Cominotto (Od Fulmine) e Davide. La prima parte racconta lo stupore della vita negli occhi di un uomo che osserva la sua compagna in una giornata al mare e, sullo sfondo, una catastrofe che ridimensiona la vita. Nella seconda parte una digressione psichedelica scritta da Davide dove le visioni si sovrappongono e si inseguono in qualcosa che ammicca ai Pink Floyd della prima ora.

06 – Bengala

Struggente paesaggio postbellico arricchito da una fantastica session di archi guidata dal fuoriclasse Davide Rossi. In perfetto stile Tre allegri, il brano è accompagnato da un video incredibile.

07 – Mi capirai (solo da morto)

Brano bandiera, ripetitivo e danzereccio. Ironica denuncia ad un ipotetico ascoltatore incapace a capire completamente la forza innovativa, ormai ventennale del gruppo di Pordenone.

08 – Difendere i mostri dalle persone

Lo stupore della perdita, la sicurezza di una presenza comunque costante in questo emozionante brano, dritto come il rock blues degli AC/DC e poetico come le più riuscite canzoni dei Tre allegri. Le ispiratissime parole sono di Mattia Cominotto (Od Fulmine)

09 – Non ci provare

Ballata psichedelica sulla libertà e contro la paura che oggi condiziona le relazioni umane. Davide dice che siccome molte delle sue canzoni si rivelano essere premonizioni, questa potrebbe portarlo in prigione.

10 – Una ceramica italiana persa in California

Chiude il disco una incredibile song lunga dodici minuti, un intreccio ritmico di 3 su 4, una digressione prog con tanto di synth e arpeggiatori che contiene una canzone. Una canzone importante, con un testo sull’amore come solo i Tre allegri sanno scrivere. Per Davide la canzone preferita del disco intero.

11 – Bonus track – Con i bengala in cielo

Versione archi, armonica e voce di Bengala. Voluta da Davide per l’incontro con Davide Rossi. È diventata un classico il giorno della pubblicazione

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