Sab 27 Apr 2024

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Confartigianato Toscana, per Natale spesi 970 mln in alimentari

Firenze, secondo i dati diffusi dall’ufficio studi di Confartigianato nel recente Focus sull’artigianato alimentare, per le Feste di Natale sarebbero stati spesi in Toscana oltre 970 milioni di euro in prodotti alimentari e bevande.

Quello degli alimentari e bevande è un settore a forte vocazione artigiana, spiega una nota di Confartigianato Toscana, che si caratterizza per la qualità delle materie prime impiegate e dei prodotti realizzati e in cui è centrale il lavoro di personale qualificato.

In Toscana sono 28.047 le imprese artigiane che producono beni e servizi tipici del Natale e delle festività, e occupano 104.274 addetti che rappresentano il 44,3% del totale degli addetti dell’artigianato.

Un comparto rilevante dell’economia toscana e di assoluta eccellenza grazie all’alta qualità e alla varietà del patrimonio agroalimentare regionale, che conta numerose specialità riconosciute e tutelate dall’Unione europea con i marchi di qualità; in particolare 16 prodotti certificati Dop, 15 Igp.

Per quanto riguarda i vini sono 58 in Toscana le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 Dop (11 Docg e 41 Doc) e 6 Igt. Da segnalare a livello nazionale il boom dell’export dei dolci natalizi della tradizione artigiana come panettoni, pandoro e cioccolato, che ha raggiunto i 901 milioni, con un aumento, nei primi otto mesi del 2022, del 10,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I principali Paesi acquirenti sono Francia, Germania e Regno Unito.

Per Fabrizio Piervenanzi, presidente delle imprese alimentari di Confartigianato Imprese Toscana, “sono dati confortanti, superiori alle aspettative, che confermano la tendenza dei consumatori ad ascoltare le raccomandazioni ad acquistare prodotti italiani artigianali, nei laboratori e punti di vendita vicini. I prodotti realizzati dagli artigiani del gusto sono autentici e sono espressione della cultura dei territori. Acquistarli significa non solo sostenere le imprese e le comunità locali ma contribuire alla trasmissione dei saperi. Sono un patrimonio da valorizzare e difendere”. (ANSA).

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