A casa, spendere bene il tempo.

Dobbiamo tutti stare a casa ancora un pò, almeno chi la casa ce l’ha. L’isolamento sociale sta cominciando a funzionare nella riduzione del contagio, e anche noi stiamo cominciando a capire che questa situazione inedita può avere risvolti positivi.

L’importante è interiorizzare l’assoluta necessità di cambiare come stiamo al mondo, per non dimenticarsene quando torneremo a poter uscire e vivere insieme. Intanto, per tutti quelli che sono strastufi di guardare la televisione passivamente, e per tutti i bambini, nonchè per tutti i genitori, nonchè per tutti i nonni!, ecco ancora altre idee per far fruttare attivamente il tempo a casa.

Palazzo Medici Riccardi lancia l’iniziativa Il Palazzo enigmistico: giochini intelligenti sulla storia dei Medici e del palazzo appaiono sulla pagina Facebook del Museo tre giorni alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì). Sono cruciverba e indovinelli che, divertendo, insegnano anche qualcosa sul’ arte e sulla storia della città.

E le soluzioni? Sul sito del palazzo. E poi naturalmente bisognerà andare a visitarlo appena tornerà possibile, per apprezzare tutta la bellezza conservata tra quelle mura.

Un’altra idea è quella di ascoltare insieme a casa podcats e trasmissioni intelligenti, pe poi parlarne insieme.  Michela Murgia arriva sulla WebTv del Centro Pecci. Su centropecci.it/webtv ogni giorno va online contenuto nuovo e il 31 marzo appunto sarà la volta di Michela Murgia che nel suo modo inimitabile, capace di tenere avvinti anche i ragazzini, si interroga e ci fa riflettere sulle opportunità che le donne hanno oggi.

E stare tanto a casa ci dà anche il tempo di ascoltare podcast. Strepitosi quelli di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, che nella serie Morgana raccontano storie di persone fuori dagli schemi. Si tratta di podcast favolosi, che raccomando caldamente.

Sempre in tema, è molto bello adesso che dobbiamo stare tanto a casa ascoltare o fare ascoltare libri letti ad alta voce. Sul sito della RAI ce n’è una scelta amplissima. Per ore di piacere e di concentrazione!

Poi c’è la bella iniziativa di Tailer Dardan Studios. Ogni giorno un hashtag diverso sui canali social di #IoRestoCreativo, con l’invito a tutti di proporre la propria interpretazione del tema. Pubblicando una foto, un video, un disegno o un’animazione. Rispondere stando a casa è una bella sfida.

E per finire: segnalo che sulla pagina Facebook di Sara Salvadori, autrice di un bellissimo libro sulla grande mistica Hildegarda von Bingen, uscito per i tipi di Skira, ogni giorno appaiono “pillole” di immagini meravigliose accompagnate da spiegazioni che incanteranno ed ispireranno a disegnare i ragazzini… di ogni età.

Con un abbraccio virtuale a tutti,

 

Margherita Abbozzo (5, continua) #iorestoacasa!

 

A casa, progetti con l’arte per i bambini di ogni età

Tutti a casa per le misure sempre più strette contro il dilagare del Coronavirus. “Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia…” Ricordate come finiva?

Finiva così:”…Tu mi sembri una badia”.  Magari non abitiamo in posti grandi come abbazie, ma visto che dobbiamo chiuderci in casa usiamo bene tutto il tempo che adesso abbiamo. Fondamentale è non perdersi d’animo, nonostante tutto. E il ocalizzarsi sulle cose positive aiuta. Se è vero che ognuno di noi deve capire quali queste siano nella propria vita, per tutti c’è l’arte. Che consola e nutre. Allora ecco delle segnalazioni di progetti che instillano amore per l’arte e tengono occupati i bambini – di ogni età – costretti a casa.

Il primo è The Colouring Book.  Un album virtuale di disegni da colorare realizzati da 131 artisti italiani di diverse generazioni.  Come segnala Finestre sull’Arte, l’idea è di Rossella Farinotti e Gianmaria Biancuzzi, ed è promossa in collaborazione conLara Facco P&C.

Di cosa si tratta? Di un album di disegni in bianco e nero veramente molto bellino. Da sfogliare su smartphone, tablet, o dal computer di casa per poi stampare il disegno scelto su fogli A4. E poi colorare come si vuole.

Ogni giorno arrivano disegni nuovi, sempre in bianco e nero, da colorare. Poi, e questo rende il progetto ancora più divertente e contemporanea, l’idea è quella di condividere le opere dei bambini sui social network. Ricordatevi di taggare il nome dell’artista e @milanoartguide.

Il tutto è semplicissimo:
– scarica i disegni dal sito www.milanoartguide.com
– condividi su Instagram i disegni coloratii e tagga gli artisti e @milanoartguide
– ricordati gli hashtag #MilanoArtGuide #TheColouringBook #iorestoacasa #laculturanonsiferma

 

Rimaniamo a casa ma la mente vola libera. Allora un altro progetto è quello di visitare tante piazze d’Italia in real time. E come??  esclameranno i miei piccoli lettori. Facile: con le web cam.

Qui trovate web cam puntate su decine e decine di luoghi in Italia. E nel mondo.

Si può volare alle Maldive, per esempio. Ma forse è più divertente esplorare l’Italia, in preparazione di gite da fare quando questo flagello sarà passato.

E allora: Piazza di Spagna a Roma, Tropea in Calabria,  il cratere dell’Etna!, Ischia, Venezia, Camogli, piste da sci sulle Dolomiti e sulle Alpi…tu chiamale se vuoi emozioni.

Oppure si può fare un giretto anche “solo” in Piazza Signoria.Insomma, come passare ore divertenti volando da casa in mille luoghi. Il mio consiglio: esplorare una piazza e farla poi disegnare dai bambini – sempre di ogni età, naturalmente.

Ancora: visitate il sito di Manifattura Tabacchi Home Edition se volete vedere cosa succede dentro un alveare. O per fare un pò di yoga nel salotto di casa.

L’arte di stare a casa con arte continua con altre idee.

Margherita Abbozzo (4, continua)

L’immagine di copertina è di Marzia Migliora per The Colouring Book

Cosa faccio dato che #iorestoacasa

#ioresto a casa. E si moltiplicano le iniziative di tante associazioni ed enti culturali per rimanere in contatto, creare rete e raggiungere quante più persone possibili in questo periodo.

Dato che #iorestoacasa, per rimanere positivi e approfittare di questo momento inedito continuo a segnalare inizitive interessanti. Rimaniamo positivi, non abbattiamoci e non abbrutiamoci, ma rendiamo feconda la nostra attuale forzata immobilità.

L’Italia chiamò è stata una maratona organizzata dal Mibact, il Ministero per i beni e le attività culturali, sul suo canale Youtube venerdì scorso, il 13 marzo. Ha raccolto le voci di 100 personaggi del mondo della cultura e della politica in live streaming durante il tempo dell’#iorestoacasa per una grande raccolta di fondi destinati alla Protezione Civile.

Per chi se la sia persa, L’Italia Chiamò è rivedibile su Youtube.  Dà un’idea di cosa mai sia “questa straordinaria comunità che si chiama Italia”. E magari servirà a farvi cantare a squarciagola Fratelli d’Italia insieme a 1020 musicisti (a 3h e 19′).
Va bene che #iorestoacasa, però non sto suggerendo che vi guardiate 11 ore di maratona tutte insieme. Guardatela a pezzettini. E’ piena di spunti, spesso divertenti.  Che servono anche a risvegliare “l’italianesimo o italianismo” come lo chiama Fiorello (arriva poco dopo l’inno). E il nuovo patriottismo è certamente un inedito effetto collaterale di questi giorni.

Comunque oltre a creare un grande racconto diffuso e collettivo dell’ #iorestoacasa, L’Italia chiamò  ha promosso una raccolta fondi per sostenere il grande sforzo di tutti gli addetti del sistema sanitario nazionale. E per la creazione di nuove postazioni presso i reparti di terapia intensiva su tutto il territorio nazionale.

Quindi serve a tutti noi. Anche se la maratona è finita è ancora possibile donare con un versamento. I dati li vedete nell’immagine qui sopra. Il ricavato va ai reparti di terapia intensiva messi a così dura prova dall’emergenza in corso. Una causa santa.

A proposito di terapia intensiva, rendiamo omaggio al grande architetto Vittorio Gregotti, morto ieri, anzianissimo, per complicazioni da Coronavirus. Gregotti, nato nel 1927, ha costruito molto in tutto il mondo.

Dal Teatro degli Arcimboldi di Milano agli stadi di Barcellona e di Genova, al quartiere Zen di Palermo.

E anche l’Acquario Cestoni di Livorno, il teatro lirico di Aix-en-Provence e l’ampliamento del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea dell’Accademia Carrara di Bergamo…

 

Il che mi porta a parlare di arte al tempo dell’ #iorestoacasa. Per mantenersi al corrente delle tante iniziative online in questo campo, Exibart sta facendo un lavoro importante e bello. Cliccate su questa pagina dedicata per orientarvi e trovare spunti interessanti.
Dopo i telegiornali, dato che #iorestoacasa, ci vuole un bel film, magari sull’arte? Finestre sull’Arte ha una lista non banale sull’argomento.
Dato, ancora, che #iorestoacasa, da oggi, lunedì 16 marzo, diventa possibile teletrasportarsi alla Manifattura Tabacchi. Grazie ai canali social di Manifattura Tabacchi [Home Edition] – FacebookInstagramYouTube e Spotify – che raccontano tutto il lavoro stimolante delle residenze d’artista.
In attesa, come dicono loro stessi, “che si torni al più presto a vivere i luoghi per fruire cultura”.
Calma e gesso! #andràtuttobene.
Margherita Abbozzo (3, continua )

Da fare online ai tempi di #iorestoacasa

Ecco altre idee per riempirsi gli occhi di arte e per girovagare liberi in questi giorni di #iorestoacasa.

#Iorestoacasa: e allora, in ambito fiorentino, Palazzo Strozzi si è inventato il progetto IN CONTATTOCon il quale il blog del sito palazzostrozzi.org si trasforma in una piattaforma di testi, immagini, video, storie e approfondimenti a disposizione di tutti.

Il blog, collegato ai canali Instagram e Facebook di Palazzo Strozzi, parte dalla mostra Tomás Saraceno. Aria  con una riflessione del curatore Arturo Galansino, dal titolo Come in una ragnatela.


Anche il museo del Novecento non ci lascia soli. Il suo direttore artistico, Sergio Risaliti, ci racconta qui su Controradio ogni giorno un’opera della collezione.

Il Museo promette anche di intensificare la sua programmazione digitale con approfondimenti, contenuti video, rubriche e attività che giornalmente saranno pubblicati sul web, i canali social e il sito internet fino al 3 aprile.

 

E gli artisti che fanno?

Art Tribune ci fa conoscere una bellissima idea, nata sull’onda dell’ #iorestoacasa:  46 artisti uniscono le loro forze per un progetto sui social intitolato “Da casa. Abitare il tempo sospeso” Si tratta di un progetto espositivo virtuale ideato da AlbumArte, spazio indipendente e no profit di Roma. Che dà così il via alla sua prima esposizione virtuale. Con 46 artisti che posteranno ciascuno un’opera sui profili Instagram Facebook di AlbumArte, fino al 3 aprile.

La mostra serve a mettere in risalto anche la nuova esigenza di inventarsi una comunità collegata: cioè tutti online dalla propria casa e dal proprio studio, insomma appunto da casa, ma insieme. In questo periodo così strano, difficile, ma anche pieno di nuove possibilità.

Non ci si può girare intorno. Oggi dobbiamo tutti adeguarci a questo nuovo spazio sospeso che è l’isolamento forzato. E bisogna anche cambiare, almeno momentaneamente, le modalità di partecipazione e di diffusione del lavoro.

Per sviluppare, nonostante tutto, una comunità creativa e un’energia culturale; e per testimoniare, come dice Cristina Cobianchi, Presidente e Project Manager di AlbumArte:”una partecipazione umana oltre che artistica, una presenza attiva e propositiva che affronta le difficoltà e ne rilancia i contenuti; come l’obbligo di stare in casa, arresti domiciliari coatti per tutti, pur essendo tutti noi innocenti, ma non per questo meno responsabili.

E poi c’è Artists in Quarantine. Un progetto del quale parleremo più diffusamente  e che per il momento vi invitiamo a seguire.

Sempre Art Tribune propone riflessioni molto interessanti sulle ripercussioni future di quanto stiamo vivendo. Consiglio questo articolo di Raffaele Gavarro. Dibatte l’idea che stia a noi combattere il Covid 19 “cambiando il nostro modo di vivere e in parte, probabilmente, anche quello di essere.”

Infine, se #iorestoacasa…ma avete voglia di andare lontano lontano, e se avete mai sognato di visitare l’Hermitage di San Pietroburgo, cioè uno dei musei più grandi e più meravigliosi al mondo, questa è imbattibile: a questo link potete farci un tour. Lungo 5 ore e 20 minuti.

Filmato da Axinya Gog con un telefonino. Per visitare 45 sale e 588 capolavori, e vedere varie performances di danza.

Tutto filmato in 4K. Niente male. E non dite che… non avete tempo!

 

Margherita Abbozzo. (2, continua)

 

L’Arte di #IoRestoACasa.

L’arte e la cultura ai tempi di #IoRestoACasa.

Si, #IoRestoACasa e allora l’arte e la cultura vengono da me, da noi.

Pensare con calma e riappropiarsi di una dimensione della vita più lenta e quasi dimenticata. Leggere, ascoltare musica, riempirsi di bellezza: l’antidoto più efficace a quanto ci sta succedendo.

E come si fa a riempirsi di bellezza se non si può uscire di casa e tutto è chiuso?

Ecco qualche idea e qualche informazione. Le aggiorneremo via via che saranno prese altre iniziative del genere. Siete tutti invitati a contribuire con notizie di attività, per costruire insieme un angolo virtuale per il bene e il piacere di tutti! 

Cominciamo… campanilisticamente, dalla Galleria degli Uffizi e da Uffizi Decameron.

Di cosa si tratta? Di una campagna nata per, come dice il direttore Eike Schmidt, “evitare ogni contagio, tranne quello della bellezza”.

E cosa prevede? Un’atttività intensificata della Galleria sia sul sito web che su Twitter, Youtube e Instagram e nuova pagina Facebook. Con ogni giorno nuove foto, video e storie sulle opere conservate alla Galleria delle Statue e delle Pitture, a Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli.

E in più anche “minitour virtuali”, che raccontano e illustrano alcuni dei più suggestivi angoli delle Gallerie.

Perchè si chiama Decameron? Perchè la famosa raccolta di novelle di Boccaccio è ambientata al tempo della peste del 1348, quando una spaventosa pandemia planetaria causò terrore, morti e isolamento non troppo dissimili da quelli nostri odierni.

Nel Decameron una banda di giovani, tre ragazzi e sette ragazze, lasciano la città per andare a chiudersi in una villa del contado dove aspettano insieme che il contagio passi. E si raccontano storie che celebrano la vita e l’amore, mentre fuori la vita normale è sospesa.

Anche la Triennale di Milano ha avuto un’idea simile; e con Triennale Decameron chiama artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti a usare i suoi spazi vuoti.  Trovate tutto ogni giorno alle 17.00 in diretta sul canale Instragram di Triennale.

Il MamBO di Bologna lancia invece “2 minuti di MAMbo, una iniziativa che propone video girati con lo smartphone dentro il museo o da remoto. Parola d’ordine: “Seguire il MAMbo perchè la cultura fa la forza, sempre!”

E allora, fino al 5 aprile, ogni giorno alle 3 del pomeriggio arriva un nuovo contributo sul canale Youtube del MAMbo. E poi anche su tutte le altre piattaforme social del museo (Facebook, Instagram e Twitter).

La Fondazione Musei Civici di Venezia offre una proposta veramente articolata e davvero interessante, perfetta per tenere occupati sia bambini che adulti. Cominciate a esplorare da qui. 

Infine anche Lo Schermo dell’Arte offre una proposta attiva di condivisione pubblica che porta l’arte e la cultura nella vita quotidiana. Con lo streaming gratuito di alcuni film d’artista del suo archivio, e grazie alla partnership con MYmovies e alla generosa concessione delle opere da parte degli autori. Dal 12 marzo al 3 aprile 2020, in streaming gratuito sulla piattaforma MYmovies.

Perchè l’arte, come sostengono loro stessi, “è sempre frutto di urgenza.
Se tanti musei, fondazioni, mostre e teatri chiudono, se molte iniziative vengono rimandate, è necessario dare un segnale forte e portare l’arte nella vita quotidiana delle persone affinché la cultura continui a nutrire l’anima e lo sguardo.”

Margherita Abbozzo. (1, continua, se arriveranno ulteriori vostre segnalazioni.)

#iorestoacasa. Tutti insieme ce la faremo.

 

Crediti per le immagini in ordine di apparizione: le prime tre, Gallerie degli Uffizi; Decameron di J.W. Waterhouse, 1916. Goldschmied & Chiari, Untitled View, courtesy of Galleria Poggiali, Milano, © 2019 Fondazione La Triennale di Milano. Screenshot del canale di Youtube del MAMbo; New Palermo Felicissima, Jordi Colomer, SdA2018.

 

“Aria”, di Tomàs Saraceno. A Palazzo Strozzi

“Aria”, di Tomàs Saraceno, è la nuova mostra a Palazzo Strozzi.

 

Con “Aria” Tomàs Saraceno, artista argentino nato nel 1973, propone una mostra e soprattutto un nuovo modo di pensare. Una rivoluzione culturale profonda.

I temi di Saraceno sono quelli più urgenti della nostra epoca: l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità. Adesso è di moda, ma lui lo fa da anni. Con lavori che sono al tempo stesso eleganti e drammaticamente seri, segnali di una vera e propria urgenza.

Per “Aria”, Saraceno ha creato una grande istallazione site specific, cioè pensata proprio per le sale di Palazzo Strozzi. A cominciare dall’istallazione nel cortile.

Al di là della bellezza evidente e immediata di alcuni lavori, o della mostra tutta, è importante capire che “Aria” propone soprattutto un rovesciamento del modello culturale dominante. Una rivoluzione culturale.

Infatti, come ha scritto il curatore Arturo Galansino, “Aria” propone il passaggio “dall’uomo al centro dell’universo, concetto fondante dell’Umanesimo rinascimentale, all’uomo come parte di un tutto in cui ricercare una nuova armonia attraverso la distruzione di ogni gerarchia e visione piramidale”.

“Aria” dunque vuole farci riflettere sul fatto che pensare a un futuro diverso da quello voluto dalla cultura neoliberista sia non solo possibile ma urgente e necessario.

Viviamo in un’era nella quale, dice Saraceno, “l’estensione degli ecosistemi si sta riducendo sempre di più, proporzionalmente agli investimenti intercontinentali delle multinazionali agricole. La spazzatura aumenta e rimbalza da costa a costa mentre i portafogli di pochi diventano sempre più gonfi e i fumi tossici degli inceneritori si spingono oltre confine”.

E ancora: “Ciò che sta tra noi e il sole è controllato da pochi ed è sempre più compromesso: le emissioni di carbonio riempiono l’aria, le polveri sottili galleggiano nei nostri polmoni mentre le radiazioni elettromagnetiche avvolgono la terra. Dettando il ritmo del capitalismo digitale nell’era del surriscaldamento globale”.

Ecco, le multinazionali e il capitalismo digitale. E contro le loro prospettive (e magari anche contro i virus e le pandemie che in queste situazioni si scatenano) “Aria” propone l’idea che sia possibile – e necessario – vivere in maniera diversa.

Da subito, prendendo coscienza del fatto che viviamo in un’ era geologica dominata dai danni provocati dall’uomo, e cioè nell’Antropocene.

Questo termine indica l’era nella quale tutto l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, è condizionato dagli effetti dell’azione umana. Cioè, in poche parole, dall’inquinamento.

Però ormai è chiara a tutti l’entità dei danni che abbiamo inflitto al nostro ecosistema in nome della cieca corsa al profitto. E quindi è sempre più necessario e urgente dar vita a una nuova sensibilità, creata in nome di una nuova ecologia del comportamento e sviluppata in nome di ideali collettivi.

Quindi deve cambiare tutto e bisogna ripartire da prospettive nuove. “Aria” suggerisce che l’arte può e deve aprire il cammino a nuove sensibilità. Lavorando insieme alla scienza in nome dell’interesse comune.

E allora diventa centrale, come dice ancora Tomàs Saraceno,  “focalizzarsi meno sull’individualità e più sulla reciprocità”. Solo così sarà possibile ipotizzare “uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano”.

Sono parole purtroppo ancora rivoluzionarie. Don Milani diceva cose simili cinquanta e passa anni fa! E’ su queste basi che Saraceno ha pensato “Aria”.

“Aria” è costruita intorno a 33 speciali carte “dei tarocchi” reinventate dall’artista. E si sviluppa in 9 ambienti.

Al centro di tutto, la figura del ragno e le sue ragnatele. A simbolo e metafora dei legami di tutto ciò che esiste in natura. Per indicare che siamo tutti legati insieme. E che, invischiati in un’unica enorme ragnatela, siamo tutti un’unico Uno.

Tutti: noi umani, gli animali, il regno vegetale e quello minerale, l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, sotto la luce del sole che illumina la nostra galassia e la nostra Madre Terra. E ognuno di noi.

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono state fatte da me.

 

 

“Aria” è a Palazzo Strozzi fino al 19 luglio 2020. Accompagna la mostra un ricchissimo programma di attività ed eventi in vari luoghi di Firenze che potete consultare qui.

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