Mar 19 Mar 2024

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Art City a Bologna: arte ovunque

 

Art City porta arte ovunque a Bologna.

Come abbiamo già visto, Art City riempie Bologna di arte. Con una miriade di mostre, eventi e iniziative speciali. Che per fortuna non si esauriscono in pochi giorni ma continuano fino a primavera inoltrata.

Il programma è coordinato dall’Area Arte Moderna e Contemporanea , Istituzione Bologna Musei, guidata da Lorenzo Balbi, che è il direttore artistico del MAMbo.

Il MAMbo (acronimo per Museo d’Arte Moderna di Bologna) è il bel museo che vale sempre e comunque la visita. E proprio al MAMbo si può vedere uno dei 22 “main projects”  del programma.

AGAINandAGAINandAGAINand raccoglie opere di sette artisti. Sono Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Gheorgiu, Ragnar Kjartansson, Susan Phillipsz, Cally Spooner, e Apichatpong Weerasethakul. Tutti lavorano sul tema del “loop”, cioè della ripetizione ad infinitum. Così tipica dei nostri tempi condizionati dai meme.

Tra i lavori più interessanti in mostra svettano la proiezione di Ed Atlinks, e Bonjour,  l’istallazione/performance di Ragnar Kjartansson. (Che tra l’altro fa anche impazzire di gioia i bambini).

Il tema della ripetitività, del “loop”, e della rappresentazione del tempo è al centro della ricerca teorica contemporanea. Non solo dell’arte ma anche di matematici, fisici e filosofi. AGAINandAGAINandAGAINand immerge i visitatori nel cuore della questione. Anzi, in sette cuori diversi, perchè ogni artista inquadra la questione in maniera originale.

La mostra, a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì, rimane aperta al pubblico fino al 3 maggio 2020.  Tutte le info pratiche per la visita qui.

Un altro pezzo forte da non perdere di Art City è 3 Body Configurations Clude Cahun VALIE EXPORT Ottonella Mocellin

Questa mostra a cura di Fabiola Naldi e Maura Pozzati raccoglie in maniera davvero intelligente ed elegante i lavori di tre artiste che hanno lavorato in tre periodi storici differenti, e che pure sembrano vicine nella loro ricerca.

La prima è la grande Claude Cahun, nome d’arte di Lucy Schwob, che scelse di chiamarsi così perchè Claude è uno dei pochi nomi francesi non gender-specific, cioè in uso sia per femmine che per maschi.

Da poco riscoperta, Claude Cahun è stata di 100 avanti a tutt*. Artista, fotografa, costumista, scrittrice, attrice, lesbica, ebrea, partigiana, condannata a morte, salvata per il rotto della cuffia…come per il rotto della cuffia si sono salvati i suoi lavori, finiti in scatole da un rigattiere. E poi fortunosamente recuperati.

Sulla liquidità di genere, o sull’idea di una identità in continua trasformazione, Claude Cahun ha lavorato dai primi del Novecento. Questa mostra è la prima in Italia a raccogliere tante sue fotografie.

VALIE EXPORT è una delle più interessanti artiste degli anni Sessanta e Settanta. Vista anche di recente a Firenze e Prato, in mostra ha alcune delle sue fotografie più famose. Fanno parte della serie Korperkonfigurationem, realizzate tra il 1972 e il 1982, nelle quali usa il proprio corpo per interagire con l’architettura cittadina.

Ottonella Mocellin invece è artista contemporanea. Qui ha una serie di fotografie tratte dalla serie Corpi Orizzontali nel paesaggio. Sono grandi immagini a colori di corpi femminili caduti o comunque distesi a terra. Il corpo è sempre quello dell’artista, che lo usa per raccontare le dinamiche delle relazioni umane. In modo coinvolgente e insieme poetico, ideale continuazione della ricerca delle due artiste che l’hanno preceduta.

Margherita Abbozzo (2,continua). Tutte le fotografie sono state fatte da me visitando Art City durante la Art Week.

3 Body Configurations Clude Cahun VALIE EXPORT Ottonella Mocellin continua fino al 18 aprile 2020 presso la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Info pratiche per la visita qui.

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