“La finestra coi colombi” di Gino Severini

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    “La finestra coi colombi” di Gino Severini
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    L’arte alla radio, con il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti. La finestra coi colombi” di Gino Severini (Tempera su carta, 1931 ca.)

    Aprire le finestre in una giornata tiepida, magari prima del tramonto, avvertire il profumo dell’aria pulita. Quello che stiamo guardando è un dipinto arioso, pieno di sentori e di vita. Suoni mediterranei e rumori di città moderna. La musica del mandolino e il tubare del piccione.  Il dipinto in questione ha due affacci. Uno sulla natura morta in primo piano. Il secondo sullo scorcio di paesaggio urbano. Siamo a Parigi. Si vedono cime di alberi e tetti coi comignoli, un terrazzino, l’ultimo piano di una palazzina in cui immaginiamo possa vivere un artista bohémien. L’opera, una tempera su carta, è stata realizzata da Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi, 1966) nel 1931 circa. Sul piano inclinato del tavolo i diversi elementi sono disposti con attenzione verso i rapporti cromatici, le proporzioni, la profondità. Grappoli d’uva, lo strumento musicale panciuto, una fruttiera colma di frutti, un volume con le pagine aperte, magari un diario – si riconoscono delle frasi vergate a mano – i piccioni. Uno di questi si è appollaiato sulla ringhiera in ferro battuto della porta finestra aperta. Sprigiona un senso di serena felicità. Ogni segno è scelto con cura, la presenza è giustificata da ragioni diverse: risponde alle esigenze della pittura, a quelle simboliche, rinvia a momenti della storia dell’arte recente o passata, a motivi e temi della tradizione italica. Tra questi il mandolino, che ricorda la passione dell’artista per la Commedia dell’arte e per il sud con le sue maschere comiche come Pulcinella.

    Copyright Sergio Risaliti
    Immagine: Museo Novecento, Raccolta Alberto Della Ragione. Fototeca dei Musei Civici Fiorentini.