Ven 19 Apr 2024

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A Scandicci torna Il Libro della Vita, con Eraldo Affinati

Appuntamento domenica 14 gennaio alle ore 11:00, all’Auditorium di Scandicci in piazza della Resistenza, con la rassegna del Libro della Vita. Si Riparte con Eraldo Affinati, che parlerà del libro “Penny Wirton e sua madre”, scritto da Silvio D’Arzo.

Rassegna fortunata che ha visto passare durante le precedenti edizione più di 15mila persone, ormai diventati una comunità. Il Libro della vita ha incontrato il favore di tanti cittadini perchè è una rassegna dove non si vende né si promuove niente. Centrale è la dinamica del dono e dunque della gratuità. La rassegna è animata da personaggi autorevoli, grandi affabulatori, che in 50 minuti, senza interruzioni, ci raccontano il libro che ha segnato la loro esistenza.

Eraldo Affinati è uno scrittore e insegnante, nato a Roma il 21 febbraio 1956. Insieme alla moglie, Anna Luce Lenzi, nel 2008 ha fondato la scuola Penny Wirton per l’insegnamento dell’italiano agli immigrati.

Silvio D’Arzo, pseudonimo di Ezio Comparoni, è stato uno scrittore italiano. Nasce a Reggio Emilia nel 1920. A sedici anni ottiene la maturità classica presentandosi come privatista a Pavia, dopo essere stato preparato dal professor Giuseppe Zonta, e nel 1941 si laurea in Lettere presso l’Università di Bologna con una tesi di glottologia. In vita pubblica un solo romanzo, nel 1942, All’insegna del buon corsiero (Firenze, Vallecchi), ma scrive alcuni fra i più importanti e misconosciuti racconti della letteratura italiana del Novecento. L’opera sicuramente più importante di D’Arzo è il racconto lungo Casa d’altri, uscito postumo nel 1953 e che è stato definito da Eugenio Montale un racconto perfetto. Muore di leucemia a soli 32 anni, nel 1952.

Il romanzo ” Penny Wirton e sua madre” trasporta il lettore nel 1721, sollevando il sipario sulla Contea di Pictown. È Penny Wirton ad essere in scena. E’ poco meno che un ragazzo e ha sole tre cose: un vestito giallo, una madre che fa nascere i bambini e un padre al cimitero sulla collina. Questa è la sua storia, questa è la storia del suo giorno, della sua “seconda nascita”. Di come il bambino che fugge di casa per sottrarsi alla vergogna di non avere avuto un padre nobile, scopre le motivazioni, dopo sorprendenti peripezie, per tornare e ritrovare nell’amore della madre la dignità della propria condizione umana e sociale. Romanzo dalla lunga e tormentata gestazione – l’autore vi mise mano nel 1943 e terminò la terza redazione cinque anni dopo – Penny Wirton è l’altro versante di Casa d’altri. Non solo perché le due opere sono coeve ma perché si sono spartite l’autobiografia dell’autore.

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