Ven 26 Apr 2024

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Violenza contro le donne: nasce a Firenze il comitato civico “Impariamo a dire noi”

Violenza contro le donne: presentato nei giorni scorsi  il Comitato civico “Impariamo a dire noi” e del suo manifesto contro il fenomeno del femminicidio.

Intervista al sociologo dell’Università di Firenze Giuseppe Russo tra i promotori 

Adesione anche da parte di Maria Cassi e Fabio Picchi oltre che da parte della presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi.

Il manifesto del Comitato civico “Impariamo a dire noi” rappresenta la sintesi dell’elaborazione, fin qui compiuta, in oltre un anno di lavoro da un gruppo di donne e uomini che sentirono la necessità di confrontarsi sul fenomeno del femminicidio e della violenza domestica, spinti da un forte preoccupazione e indignazione per quanto era avvenuto nella fase del lockdown (si ricorda che durante il lockdown furono 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019). Furono organizzati incontri sull’attuazione della normativa vigente, sugli effetti drammatici dei ritardi e degli errori nell’applicazione della stessa, nonché momenti di riflessione al maschile sulle dinamiche culturali insite alla base del fenomeno.

Questo percorso, sin dai primi passi, si è avvalso dell’apporto decisivo da parte dell’associazione Artemisia e del CAM (Centro di ascolto per uomini maltrattanti), e tra i promotori ha avuto il garante dei detenuti, singoli cittadine e cittadine e, anche parte dell’amministrazione comunale con la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi.

Erano presenti  rappresentanti della Giunta e Maria Cassi e Fabio Picchi che hanno sostenuto i contenuti del manifesto e condiviso l’importanza di una forte iniziativa di sensibilizzazione culturale, anche attraverso il coinvolgimento di persone del mondo del teatro e della cultura. Per il Comitato hanno partecipato il garante dei detenuti Eros Cruccolini, Giuseppe Russo ed Edoardo Campos Villa.

Un percorso che continua a raccogliere adesioni da parte di associazioni e singoli soggetti della società.

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