Ven 19 Apr 2024

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“Tutankhamon: viaggio verso l’eternità”: la mostra che farà innamorare della storia i bambini.

“Tutankhamon: viaggio verso l’eternità” è il titolo della mostra aperta nella Galleria delle Carrozze, a Palazzo Medici Riccardi, fino al 2 giugno 2020.

“Tutankhamon: viaggio verso l’eternità”, a cura di Maria Cristina Guidotti, già curatrice del Museo Egizio di Firenze, e di Pasquale Barile, presidente della Ancient World Society,  è una mostra itinerante che sta facendo il giro del mondo. Si fermerà in Italia per due anni. Ed è appena atterrata a Firenze.

Il suo obiettivo? Avvicinare al fascino della cultura egizia.

Un grande esercizio di public relations del governo egiziano? Forse. E’ innegabile però che la cultura degli antichi egizi affascini tutti, da secoli.

Oppure si tratta di un’operazione puramente commerciale? Andiamo a vederla, questa “Tutankhamon: viaggio verso l’eternità”.

Appena entrati, subito si capisce che gli oggetti in mostra sono copie. Gli originali infatti sono la maggior attrazione del Museo Egizio del Cairo. Però.

Però non sono troppo “patacche”. Inoltre la mostra è strutturata con supporti multimediali. E così l’avatar di Howard Carter, l’inglese che scoprì la tomba inviolata di Tutankhamon, ci accompagna raccontandoci i fatti salienti della sua avventura. Con frasi brevi ed efficaci. Che rendono tutto facilmente comprensibile.  In più, l’allestimento è pensato anche per i bambini.

Ovunque sfavilla l’oro. Gli oggetti, tra i quali la celeberrima maschera funeraria, e il trono, sono impressionanti. E anche se sono riproduzioni, sono riproduzioni realizzate da artigiani egiziani abili. E si vede. L’oro- mi dicono – è vero, e le decorazioni sono tutte realizzate a mano, con tecniche antiche.

Addentrandosi nella visita si scopre poi che in mostra ci sono anche oggetti autentici, in prestito dal Museo Archeologico di Firenze (il secondo più importante di Italia, dove si è da poco conclusa una mostra sulle mummie veramente interessante).

Gli oggetti del museo servono a mostrare i corredi delle persone normali. E di contro, ad esaltare il fasto stratosferico di quello di Tutankhamon.

Ci sono state 32 dinastie nella storia millenaria dell’Egitto. Tutankhamon appartiene alle 18esima. Cioè sale al trono nel 1333 avanti Cristo. Quando ha 9 o 10 anni. Non si sa di chi fosse figlio. Forse della famosamente bella Nefertiti. Ma gli alberi genealogici dei faraoni sono intricatissimi e i matrimoni tra consanguinei, normali. Sarà forse per questo che Tutankhamon soffriva di malattie orribilmente deformanti, come mostra una ricostruzione impressionante nella parte finale della mostra?

Comunque se siete curiosi di approfondire un pò, i saggi in catalogo vi aiuteranno a farvi strada tra le varie generazioni dei suoi antenati.

Regna poco, Tutankhamon. Solo 9 anni. Muore quindi giovanissimo, e non si sa di cosa. Fu ucciso dal suo successore, che forse era suo nonno?! O cadde da cavallo?

Certo è che gli danno una sepoltura incredibilmente fastosa e ricca. O forse rientrava nella norma per un faraone? Non è dato saperlo.

Perchè la tomba di Tutankhamon è l’unico esempio di sepoltura reale con corredo ritrovata intatta. E’ proprio con la 18esima dinastia infatti che non si costruiscono più piramidi (troppo visibili per i ladri) e si comincia a nascondere le sepolture scavando sottoterra nella roccia.

Il fatto che nessuno prima di Carter avesse trovato la tomba di Tutankhamon vuol dire che ne emersero non solo oro a chili, e gioielli straordinari, ma anche, in 50 tra bauli e cofanetti, abiti (compresi perizomi, cioè mutande!), scarpe (per esempio un paio di sandali d’oro niente male), strumenti musicali, giochi (il senet, che è il più antico gioco al mondo), cibi (miele, frutti, mandorle, datteri, lenticchie, vino), archi e frecce, mobili, e tanti oggetti “magici” a protezione contro i predatori.

E guarda caso, è proprio un oggetto sacro del sepolcro di Tutankhamon, cioè l’Arca del dio Hanubis, che ha ispirato George Lucas e Stephen Spielberg per il loro famosissimo film “I predatori dell’arca perduta”.

Insomma, a visitare “Tutankhamon: viaggio verso l’eternità”,nonostante si tratti di repliche, ci si diverte e si impara. E i bambini e i ragazzi si innamoreranno della storia.

Dulcis in fundo, al termine della mostra, una sala con vari manichina spiega efficacemente come venivano create le mummie. E poi si può fare un’eperienza di Realtà Virtuale veramente immersiva nel viaggio verso l’eternità di Tutankhamon.

 

Margherita Abbozzo

Tutankhamon: viaggio verso l’eternità, a Palazzo Medici Riccardi – Galleria delle Carrozze, dal 15 febbraio – 2 giugno 2020. Il biglietto è caro. Ma ci sono 3 giornate ad ingresso gratuito per i residenti della Città metropolitana di Firenze: il 2 marzo, 6 aprile e 4 maggio.

 

2 Commenti

  1. Ho avuto la fortuna di essere uno dei primi visitatori della mostra e sono rimasto positivamente impressionato.
    In particolar modo dalla realtà virtuale che offre un esperienza veramente fantastica, da provare!

  2. Oggi ho visitato la mostra e la realtà virtuale, sono deluso sia degli aspetti espositivi (poco materiale originale, tutto già visto nel Museo egizio di Firenze) sia di quelli didattico-didascalici (avevo visto la mostra sulla mummificazione al Museo archeologico -seria, fatta con tanto materiale originale, poche didascalie e un audiovisivo ben articolato) sia della realtà virtuale, troppo videogioco fantasy per ragazzi. Non ho pregiudizi contro la realtà aumentata, ho visto un museo letterario a Trieste così impostato, dall’ineccepibile fondamento storico-documentale. Azzeccato dunque il sottotitolo della recensione: la mostra che farà innamorare della storia i bambini. La bimba che ha assistito vicino a me alla presentazione delle istruzioni d’uso aveva paura della mummia vera che avrebbe visto nella mostra, io ho avuto paura della promiscuità a contatto di gomito e delle maschere che coprono il naso, passate da un visitatore all’altro come se niente fosse.
    Anche se non direttamente interessato, voglio commentare il prezzo del biglietto: esoso. La mostra vale € 4 e l’interazione in realtà virtuale dovrebbe costare come 15′ di equivalente videogioco.
    Offro dunque a Margherita Abbozzo l’occasione per darmi di snob-radical-chic; già nel suo articolo Tracce, Arte e Moda mi accusava, insieme agli altri detrattori di una mostra, d’avere un retaggio cattolico e maschilista per considerare “la moda una perdita di tempo disdicevole, una stupidaggine superficiale e cosa da donne frivole”. Invece è il mio ipercritico retaggio pagano e cinico, privo di sensi di colpa, a portarmi a quella stessa conclusione, nella quale tuttavia includo anche numerosi uomini frivoli ed escludo le tante donne noncuranti del look personale.

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