Sab 20 Apr 2024

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Toscana, Giani invita a restituire indennità per trasferta percepire da consiglieri durante lockdown

“Ritengo che sia un fatto di trasparenza e correttezza per chiudere oggi la questione ed evitare qualsiasi ulteriore equivoco che non ha motivo di essere”. Così il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani si è rivolto ai consiglieri dell’Assemblea toscana aprendo la seduta odierna con la polemica circa i rimborsi per le spese di viaggio percepiti dai consiglieri anche durante il lockdown.

“Mi sento di invitare tutti i consiglieri, per far venir meno equivoci e per motivi di opportunità, a restituire quella parte variabile di indennità sia come corrispondenza diretta al Consiglio oppure come trattenuta a fine mese chiedendolo con una lettera. Mi sentirei di dare 15 giorni perché questo possa avvenire e per poi rendere pubblico chi l’ha fatto, chi non l’ha fatto o chi l’ha fatto in modo parziale. Ritengo che sia un fatto di trasparenza e correttezza per chiudere oggi la questione ed evitare qualsiasi ulteriore equivoco che non ha motivo di essere”. Così il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani si è rivolto ai consiglieri dell’Assemblea toscana aprendo la seduta odierna con la polemica circa i rimborsi per le spese di viaggio percepiti dai consiglieri anche durante il lockdown. Giani ha poi spiegato che “è un’indennità che comprende non solo le spese di viaggio, ma anche tutte quelle componenti che prima erano i rimborsi, dall’acquisto del computer al ‘gettone di presenza’. Sono state eliminate tutte queste voci ed è stata costituita un indennità forfettaria. E’ vero che durante il lockdown abbiamo fatto riunioni in remoto, ma è anche vero che a giugno e a luglio ci siamo riuniti tutte le settimane e non una volta ogni 15 giorni come l’anno scorso”. Quindi per Giani c’è stato “pieno rispetto della legge nel corrispondere l’indennità”. Riguardo poi all’Ufficio di presidenza Giani ha spiegato che “non avrebbe potuto modificare la legge regionale che prevede l’indennità di rimborso. L’ufficio di presidenza ha fatto una delibera che ha consentito il Consiglio regionale da remoto, ma non poteva fare altro, il resto è disciplinato dalla legge regionale e se si voleva modificare si doveva proporre di modificare la legge”.

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