Gest: “Fiducia in magistratura italiana”

“Sono molto fiducioso nella magistratura italiana, che avrà tutte le capacità di chiarire tutti questi fatti”. Lo ha affermato Jean Luc Laugaa, amministratore delegato di Gest Spa, tra gli indagati dell’inchiesta della procura di Firenze, che coinvolge la società di gestione della tramvia, per il reato di peculato. “

Voglio veramente confermare la correttezza della gestione della tramvia”, ha aggiunto, a margine di una conferenza stampa per presentare il nuovo servizio di Tpl di Autolinee Toscane. “Questa vicenda – ha proseguito Laugaa – riporta dei temi che non capisco. La Gest ha un unico introito. La Gest deve fare la manutenzione e la gestione di tutte le attività della tramvia per più di 30 anni. Come ingegnere posso conoscere i treni, i binari, i segnalamenti, e non riesco a capire come una società come la Gest potrebbe fare un surplus quando deve gestire il tutto per più di 30 anni”.

“Noi siamo stati completamente disponibili a spiegare i contratti e tutta la gestione della manutenzione e dell’esercizio della tramvia”, ha anche detto Jean Luc Laugaa, l’ad di Gest Spa, indagato nell’inchiesta per peculato della procura di Firenze.

“Confido molto nel lavoro della magistratura, perché sono convinto che loro avranno la capacità per chiarire questi problemi – ha aggiunto -. In questa società ci ho messo il cuore, la mia salute, da 12 anni”. “Questa vicenda mi rende molto triste – ha pure sottolineato – perché questa società è una società prestigiosa, per i nostri clienti che usano il tram tutti i giorni, e soprattutto per i nostri dipendenti perché alla Gest troverete solo dei dipendenti perbene. Questa vicenda mi rende molto triste soprattutto per la sua immagine”.

Controradio Infonews: le principali notizie dalla Toscana, 8 ottobre 2021

Controradio Infonews: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina di Controradio. Per iniziare la giornata ‘preparati’.

CONTRORADIO INFONEWS – Confermate dalla Cassazione le due condanne a 3 anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due aretini condannati per tentata violenza sessuale di gruppo in relazione alla morte di Martina Rossi, la studentessa ventenne genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del sesto piano dell’hotel ‘Santa Ana’ a Palma di Maiorca mentre, secondo l’accusa, cercava di fuggire da un tentativo di stupro. E la decisione dei giudici della Quarta sezione penale della Corte di Cassazione che hanno dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati. La sentenza è arrivata dopo quasi due ore di camera di consiglio.
E’ risultata positiva all’alcotest la donna che era alla guida dell’auto, che giovedì sera aveva investito e causato la morte di un uomo di 31 anni mentre stava attraversando a piedi la via Aurelia a Viareggio (Lucca). Adesso la donna si trova agli arresti domiciliari.

CONTRORADIO INFONEWS – Sulla vertenza Gkn “oggi è stato compiuto un primo grande passo e a breve convocherò un nuovo incontro”. Ad annunciarlo al termine del tavolo al Mise è stata la viceministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde sottolineando che “il lavoro al fianco di Regione e insieme ai sindacati premia. La procedura di licenziamento non è dunque all’ordine del giorno, stiamo avviando un percorso”. Conclude la viceministra.

CONTRORADIO INFONEWS – La Guardia di Finanza si è recata negli uffici di Gest per acquisire atti relativi alla gestione della tramvia di Firenze. É stata fornita tutta la documentazione richiesta e data la massima collaborazione all’indagine, fa sapere la società che gestisce l’impianto. Per quanto riguarda le accuse ipotizzate, “Gest, in quanto società di gestione della tramvia, non vende biglietti e non incassa direttamente i loro introiti” commenta l’amministratore delegato Jean Luc Laugaa
CONTRORADIO INFONEWS – Nell’ambito di Internet Festival, ‘Cybersecurity Day’ (ore 9.15, Camera commercio). Al Real Collegio di Lucca ore 10:00 Si chiude LuBeC, Lucca Beni Culturali. Tra gli appuntamenti,
convegno sul tema ‘Visione e competenze per il Piano Nazionale per la Digitalizzazione del patrimonio culturale’.
Al Teatro Verdi di Firenze ore 21:00 Inaugurazione della stagione dell’ORT, con una prima assoluta “Voci dal Purgatorio”, di Richard Danielpour, dirige John
Axelrod.

Morte Martina Rossi: Cassazione conferma condanne, fu tentato stupro

Morte Martina Rossi: cnfermate dalla Cassazione le due condanne a 3 anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due giovani aretini condannati per tentata violenza sessuale di gruppo in relazione alla morte di Martina Rossi, la studentessa ventenne genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del sesto piano dell’hotel ‘Santa Ana’ a Palma di Maiorca.

La decisione dei giudici della Quarta sezione penale della Corte di Cassazione che hanno dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati. La sentenza è arrivata dopo quasi due ore di camera di consiglio.

I supremi giudici hanno confermato la sentenza del processo di appello bis di Firenze dello scorso 28 aprile come chiesto dal sostituto procuratore generale Elisabetta Ceniccola nel corso della sua requisitoria oggi in udienza. In primo grado davanti al Tribunale di Arezzo il 14 dicembre 2018 Vanneschi e l’amico Albertoni vennero condannati a 6 anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato. Il 9 giugno 2020 la Corte d’appello di Firenze li aveva poi assolti “perché il fatto non sussiste”.

La Cassazione però il 21 gennaio scorso ha annullato la sentenza di assoluzione disponendo un nuovo processo per i due imputati. L’appello bis a Firenze lo scorso 28 aprile si è concluso con la condanna a 3 anni di Vanneschi e Albertoni per tentata violenza sessuale di gruppo, essendosi prescritto l’altro reato. Per i giudici della Corte d’appello di Firenze, come si legge nelle motivazioni del processo bis, appare “provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Martina Rossi, la mattina del 3 agosto 2011, precipitò dal terrazzo della camera 609 dell’albergo dove alloggiava, nel tentativo di sottrarsi a una aggressione sessuale perpetrata a suo danno dagli imputati”.

“Non ci deve essere più nessuno che possa permettere di far del male a una donna e passarla liscia. Ora posso dire a Martina che il suo papà è triste perché lei non c’è più, ma anche soddisfatto perché il nostro paese è riuscito a fare a giustizia”. Lo ha detto Bruno Rossi, papà di Martina Rossi, dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato le due condanne a 3 anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, per tentata violenza sessuale di gruppo, in relazione alla morte della studentessa ventenne genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del del sesto piano dell’hotel ‘Santa Ana’ a Palma di Maiorca.

“Finalmente la verità, anche se quello che ha sofferto Martina non lo cancella nessuno. Non hanno avuto neanche pietà”. Così Franca Murialdo, mamma di Martina Rossi, dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato le due condanne a 3 anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. “Quando ho letto la sentenza di appello bis ho pensato che faceva onore alla verità. Ecco – ha aggiunto- è vero, lo conferma la Cassazione”.

“Non esiste un’altra verità se non quella per cui Martina Rossi è morta per sfuggire a un tentativo di stupro ed era talmente disperata al punto da scavalcare un balcone al sesto piano”. Lo afferma Luca Fanfani, avvocato dei genitori di Martina Rossi dopo che la Cassazione ha reso definitive le condanne a tre anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. “Ora la Spagna chieda scusa per come ha archiviato l’indagine e per il fatto che quella stanza d’albergo venne affittata solo qualche ora dopo” ha aggiunto.

I difensori di Vanneschi hanno annunciato che ricorreranno alla Corte Europea per chiedere la revisione del processo.

Discoteche aperte al 50% capienza, cinema al 100%

Roma, dalla prossima settimana si potrà tornare nelle discoteche, che al chiuso potranno ospitare al massimo la metà delle persone previste dalla capienza del locale.

Il nuovo decreto sulle percentuali massime di presenza all’interno delle strutture, da quelle sportive a quelle di carattere culturale, va oltre il parere già fornito nei giorni scorsi dal Cts e sulle discoteche prevale la linea politica della Lega (nelle ultime ore la stessa anche dei Cinque Stelle), che aveva spinto per alzare le soglia prevista dagli scienziati e permettere una boccata d’ossigeno per i gestori dei locali.

Ma esulta anche il ministro per i beni Culturali, Dario Franceschini, che incassa il sì alla sua richiesta sul 100% di presenze possibili in musei, cinema e teatri. Le nuove disposizioni, secondo quanto prevede la bozza del documento approvato all’unanimità in Cdm, entreranno in vigore da lunedì 11 ottobre, data in cui scatterà in zona bianca la piena capienza per i luoghi di cultura, come cinema e teatri, mentre per le discoteche l’asticella è fissata al 50% al chiuso e al 75% all’aperto, per lo sport 60% al chiuso e 75% all’aperto (si allarga dunque anche la percentuale per gli stadi, che finora invece era al 50%).

E nei musei è “soppressa” la norma che prevede l’obbligo del “rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro” per i visitatori. Ovunque è obbligatorio il Green pass, oltre all’utilizzo della mascherina. In zona gialla, invece, per teatri e cinema il limite è fissato al 50%, per gli impianti sportivi al chiuso al 35% e all’aperto al 50%.

Anche le multe, per chi non rispetta le regole, saranno più dure. Nel caso in cui non vengano rispettati dai gestori i nuovi limiti, a partire dalla seconda violazione – se commessa in giornata diversa – la nuova norma prevede che si applichi “la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da uno a dieci giorni”.

Tra gli obblighi, è anche previsto che nei locali al chiuso sia garantita la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo dell’aria e – in discoteca – la mascherina potrà essere tolta solo in pista quando si balla. A parlare di un “barlume di speranza” sono i gestori delle discoteche: “per noi, fermi da due anni, è un inizio”, commentano i proprietari dei locali auspicando di poter “alzare l’asticella con un andamento positivo della pandemia così come è stato già fatto per tante altre attività”. Il decreto in effetti non esclude variazioni, in qualsiasi senso: “in relazione all’andamento della situazione epidemiologica e alle caratteristiche dei siti e degli eventi” – si legge – potrà infatti essere stabilita “una diversa percentuale massima di capienza consentita”.

A battersi affinché restassero i limiti fissati nell’ultimo parere del Cts (35% per le sale da ballo al chiuso) era stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che fino a qualche ora prima del Cdm – a chi gli chiedeva un commento sulle sale da ballo – aveva replicato: “in questi mesi abbiamo sempre messo avanti il diritto alla salute”.

Soddisfatto invece il ministro delle Autonomie, Mariastella Gelmini: “è un successo per li centrodestra e una boccata d’ossigeno per l’intero Paese e per tante attività economiche”, dice. Entusiasmo anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e dalla Lega, che con i suoi ministri ha anche ottenuto di escludere i dipendenti delle discoteche dal calcolo delle percentuali. Da Salvini a Giorgetti, per il Carroccio i nuovi provvedimenti sono stati definiti come “un primo passo”, in attesa dell’evoluzione dei dati sanitari.

Non solo capienze in funzione anti-Covid. Il decreto introduce anche nuove disposizioni sulla privacy e su questo aspetto prevede meno paletti per l’uso dei dati tra amministrazioni pubbliche, che è “sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti”.

Novità anche sul tema del revenge porn: a rivolgersi al Garante, per segnalare immagini o video a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano e diffusi senza il proprio consenso, potranno essere anche i ragazzi dai quattordici anni in su.

🎧 ‘Salvatore-Il Calzolaio dei Sogni’, la storia di Ferragamo

Firenze, presentato oggi ‘Salvatore-Il Calzolaio dei Sogni’, docufilm di Luca Guadagnino sulla storia umana, artistica e imprenditoriale del celebre ‘calzolaio’ delle dive, nome simbolo della moda italiana e mondiale, in uscita al cinema dall’11 ottobre, distribuito da Lucky Red.

Narrato da Michael Stuhlbarg, ‘Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni’, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa svoltasi oggi a Palazzo Vecchio col registra, Leonardo Ferragamo, figlio di Salvatore e presidente della omonima maison e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, propone testimonianze con protagonisti, tra gli altri, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis e alcuni membri della famiglia Ferragamo.

In podcast le dichiarazioni di Leonardo Ferragamo

La pellicola, della durata di 120 minuti, racconta la storia di Salvatore Ferragamo dall’infanzia a Bonito (dove ha realizzato le prime scarpe) al viaggio in America in cerca di fortuna, fino al successo a Hollywood e al ritorno in Italia. Guadagnino ha spiegato di essere “da sempre un ammiratore di Ferragamo.

La complessità della figura di Ferragamo rispetto al proprio genio e alla storia italiana necessitava di un lavoro ‘scientifico’ ma aprivano anche molti varchi ad un racconto emotivo e affettuoso sulla figura di quest’uomo così caparbio e determinato che però non metteva mai in secondo piano i valori etici delle sue scelte di vita”.

“Questo docufilm mi piace tantissimo – ha detto Leonardo Ferragamo – perché racconta una storia con autenticità, come è successa, una storia che abbiamo tutti molto a cuore. Oltre al grande esempio imprenditoriale che è straordinario emergono valori importantissimi e spero possano essere di ispirazione per le nuove generazioni, così come lo sono stati per la mia famiglia. Nel docufilm emerge la capacità di individuare sempre nuove mete e nuovi sogni, man mano che venivano raggiunti”.

“Firenze – ha detto Sacchi – è stata in grado di accogliere grandi geni del presente, del passato, a prescindere dalla città di nascita ed è il caso della famiglia Ferragamo, che poi si è legata alla città di Firenze. Questa è una storia italiana unica”.

Martina Rossi: “non fu suicidio ma tentata violenza”

La pg di Cassazione Elisabetta Ceniccola ha chiesto la conferma della condanna dei due trentenni aretini Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, colpevoli della morte  della studentessa Martina Rossi, 10 anni fa in Spagna

“Non fu un suicidio” ma “il tentativo di fuggire a una violenza di gruppo”, come stabilito dalla Corte d’appello di Firenze: ne è convinta la pg di Cassazione Elisabetta Ceniccola, che al processo per la morte  di Martina Rossi, 10 anni fa in Spagna, ha chiesto la conferma della condanna dei due trentenni aretini Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni.

La requisitoria si è soffermata in particolare sulla qualificazione del reato, 609 octies, violenza sessuale di gruppo e non in concorso, dalla quale dipendono anche i termini di prescrizione (quello di morte per conseguenza di altro reato è già prescritto ed è uscita dal processo). Per la pg è giusta la ricostruzione che vede “la compresenza” dei due imputati nella stanza d’albergo di Palma di Maiorca, che “ha influito negativamente” sulla reazione di Martina, “che si è sentita maggior ragione in uno stato di soggezione e impossibilitata a difendersi”.

Motivo per cui la ragazza avrebbe scelto una via di fuga “più difficile”, che la metteva in pericolo e non di uscire dalla porta: scavalca la balaustra “ma non si getta con intento suicidiario”. Inoltre Ceniccola ha ricordato che “Martina non aveva i pantaloncini, che indossava, e non sono più stati ritrovati. Per la Corte d’appello – ha sottolineato – era illogico che la ragazza girasse in albergo senza pantaloncini e senza ciabatte”. Altri elementi evidenziati dalla pg sono alcune lesioni sul corpo di Martina oltre a quelle riconducibili alla caduta dal terrazzo e i graffi di Albertoni, uno dei due imputati.

Per questo la Pd ha chiesto di rigettare i ricorsi di entrambi gli imputati e confermare le condanne. I due sono stati condannati nell’appello bis a Firenze, il 28 aprile scorso, a 3 anni per tentata violenza sessuale di gruppo. Martina è morta a vent’anni il 3 agosto 2011 Palma di Maiorca, dove era in vacanza con le amiche. La vicenda processuale è stata lunga, tanto che se dovesse arrivare la parola fine sarebbe nell’imminenza della prescrizione. L’udienza, dopo una breve pausa, riprenderà con le arringhe degli avvocati e la sentenza è attesa in serata.

Exit mobile version