Ceccardi: FN? Spetta a giustizia dire se sciogliere o meno, non a partiti

Così l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi a proposito del dibattito sullo scioglimento di Forza Nuova dopo gli scontri di Sabato a Roma

“Se i giudici ritengono che Forza Nuova sia un partito fascista, si deve sciogliere. Non possono invece essere i partiti, in Parlamento, a stabilire lo scioglimento di altri partiti o forze politiche, ma un giudice super partes, altrimenti si aprirebbero scenari molto pericolosi per la democrazia” . Così l’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi.

“Quanto accaduto sabato a Roma deve essere condannato con la massima fermezza ed esprimo la mia totale solidarietà alla Cgil. L’inchiesta faccia il suo corso per individuare i responsabili dell’aggressione vigliacca alla sede del sindacato e a decine di agenti di polizia. Allo stesso tempo, se Forza Nuova debba essere sciolta o meno è una decisione che spetta alla giustizia” dice Ceccardi.

Che sottolinea. “la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione stabilisce che sia vietata la ricostituzione del partito fascista.   Non possono essere i partiti, in Parlamento, a stabilire lo scioglimento di altri partiti o forze politiche, ma un giudice super partes”.

Ieri a chiedere lo scioglimento di Forza Nuova era stato anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, di cui Ceccardi era stato avversario  proprio durante l’ultima campagna elettorale”.

Solidarietà piena alla Cgil per l’attacco subito ieri a Roma, definito “fascista e squadrista”.
“Verso Forza Nuova, verso tutti i movimenti politici che praticano il fascismo, dobbiamo essere duri e far rispettare la Costituzione che ne prevede lo scioglimento”.Aveva dichiarati Giani. Per Giani quanto accaduto è un “attacco squadrista che ci riporta indietro esattamente di cento anni”, “un metodo politico che non può avere cittadinanza in una democrazia ed è bene che le istituzioni tutte, e i cittadini stessi, si attivino al più presto per fermarlo definitivamente. Oggi siamo tutti vicini alla Cgil per l’offesa senza precedenti che l’ha colpita”

Nura Mousse Ali ‘Pericolo fondamentalismo nelle moschee’

Nura Musse Ali, è l’ avvocatessa originaria della Somalia che vive a Pisa, in quota Pd nella commissione Pari opportunità del Consiglio regionale, già finita nel mirino delle polemiche per le sue frasi sui Talebani al potere.  Il video pubblicato stamani sul sito de La Nazione

“Il fondamentalismo opera anche qua perché nelle moschee fanno pressione affinché si insedino imam provenienti dalla loro scuola giuridica”, dalle scuole coraniche dei fondamentalisti” paolra di Nura Musse Ali,  l’ avvocatessa originaria della Somalia che vive a Pisa, in quota Pd nella commissione Pari opportunità del Consiglio regionale, già finita nel mirino delle polemiche per le sue frasi sui Talebani al potere.

“Mi sono resa conto – aggiunge Nura Musse Ali parlandone in commissione – che il silenzio dello Stato rispetto a queste tematiche sembra visto quasi come se si facesse un torto all’Islam, in realtà si fa un torto alla sicurezza. La comunità islamica da sola su questi aspetti non riesce a opporsi”.

Dall’esterno, dice Nura Moussse Ali  “fanno pressione su quale finanziamento, per quanto riguarda la costruzione delle moschee, e quale tipo di orientamento giuridico religioso ha l’imam” che viene nominato dalle autorità religiose islamiche.

Le frasi sono state criticate dall’on. Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, secondo cui le dichiarazioni di Nura Musse Ali “sulla pericolosità del fondamentalismo islamico in Italia sono importanti ma sembra quasi che ne sappia di più. Se conosce realtà specifiche nel nostro Paese, dove i terroristi trovano terreno fertile, ne parli con le autorità competenti”.

“Adesso il Pd cosa dirà? – polemizza Ceccardi -. Continuerà a difenderla anche se ha candidamente ammesso che le moschee che il Pd vorrebbe costruire ovunque sono finanziate e controllate dagli estremisti?”. Appena ad agosto la commissaria delle Pari opportunità Nura Musse Ali era stata al centro di un’altra polemica per un’intervista al Tirreno in cui sosteneva che la conquista del potere da parte dei talebani in Afghanistan fosse un passaggio inevitabile e obbligato per lo sviluppo di quel Paese. Dopo le sue parole, molti esponenti politici, anche del Pd, ne hanno chiesto le dimissioni anche se poi Nura Musse Ali dichiarò che queste affermazioni erano state travisate. “Prendiamo atto che come emerge dal dibattito – continua ancora Ceccardi – Nura Musse Ali è ancora al suo posto, nonostante la richiesta di dimissioni arrivate anche da vari esponenti del Pd, compreso il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, ma, e questo è grave, non dalle altre donne componenti Dem della Commissione”.

Ceccardi: Giani mette profughi Afghani solo in comuni governati da CentroDestra

Lo ha detto l’eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi, a proposito dell’arrivo dei profughi afghani a Montecatini Terme (Pistoia) e rispetto all’ipotesi di sistemarne altri a Chianciano Terme (Siena).

“Quando sarà finita la quarantena – ha aggiunto -, questi profughi dovranno essere accolti in maniera organizzata e gestibile altrove. Ci opponiamo all’accoglienza indistinta, anche alla luce, com’era prevedibile, della prime scoperte di jihadisti in Francia”. Lo ha detto l’eurodeputato della Lega, Susanna Ceccardi, a proposito dell’arrivo dei profughi afghani a Montecatini Terme (Pistoia) e rispetto all’ipotesi di sistemarne altri a Chianciano Terme (Siena).

“L’atteggiamento di Giani e del Pd è prepotente, perché hanno ignorato il territorio, non lo hanno minimamente coinvolto, imponendo una scelta che, come a Chianciano, guarda caso mette alle strette due Comuni amministrati dal centrodestra” ha aggiunto Ceccardi.

“Prendiamo atto della decisione di inviare i profughi afghani a Montecatini proprio in piena stagione turistica e senza aver coinvolto il Comune e i rappresentanti del territorio nella decisione. A questo punto chiediamo che il prosieguo dell’accoglienza oltre il periodo della quarantena sia fatto in strutture idonee che non possono essere i nostri hotel sanitari, che sono appunto adatti alla quarantena e non sono centri di accoglienza profughi”. Questo ha affermato invece l sindaco di Montecatini Terme Luca Baroncini (Lega) sull’arrivo stamani in città dei profughi afghani.

“Al momento – ha aggiunto – sono arrivati esclusivamente collaboratori, donne e bambini, per i giorni previsti dalla quarantena. Ricordo che in questo momento si tratta di far trascorrere loro una quarantena negli hotel sanitari. Chiedo che sia davvero una quarantena e non per periodi lunghi. Comprendiamo, come amministrazione e come comunità, il dramma che queste persone stanno vivendo ma non siamo attrezzati per essere un centro di accoglienza e siamo una città turistica in piena stagione”, “forse si sarebbe potuto optare in questo momento per altre destinazioni e, per quanto riguarda Montecatini, in altri periodi dell’anno, ma non di alta stagione. Abbiamo già dimostrato la nostra disponibilità per gli alberghi sanitari durante il lockdown”.

Anche per Baroncini “il presidente Giani avrebbe dovuto coinvolgere il territorio, non soltanto per una questione istituzionale, o di condivisione della scelta, ma anche meramente organizzativa”.

“Il Comune di Pisa farà la sua parte nell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Afghanistan”. Lo assicura,  invece, in una nota il sindaco, Michele Conti, precisando che l’ente “si è già messo in contatto con la prefettura di Pisa e con Anci regionale e nazionale per offrire la disponibilità all’accoglienza del personale civile afghano che ha collaborato in questi anni con l’Italia”. “In questa fase interlocutoria – aggiunge Conti – stiamo valutando tutte le modalità operative possibili, anche alla luce del quadro delle convenzioni in atto in termini generali e, nello specifico, delle modalità operative e concrete di come potrà avvenire l’accoglienza, anche all’esito delle circolari del ministero che ci saranno trasmesse dalla prefettura.

Il Comune di Pisa in questi anni ha attivato collaborazioni importanti con organizzazioni umanitarie e rilevanti progetti di cooperazione internazionale, come ad Aleppo in Siria, rivolto all’infanzia, in Kurdistan, per la realizzazione di un pozzo di acqua potabile, e in Namibia e Nigeria in favore di donne e bambini vittime delle violenze. Non possiamo non ritenere doveroso dare la nostra disponibilità all’accoglienza di persone che indubbiamente fuggono da una situazione di guerra e pericolo. Valuteremo, dunque, anche in questo caso come provvedere se direttamente come Comune o in collaborazione con altri soggetti”

Pistoia: lettera minatoria contro sindaco, solidarietà, Giani, Anci e FdI

Il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, ha ricevuto in mattinata una busta contenente una lettera minatoria e una lama. Lo riferisce lo stesso primo cittadino in un post su Facebook: “Ho ricevuto questo buongiorno. Una busta con dentro una lettera e una lama. Nella nostra bellissima citta’ non cediamo a queste vigliaccate e a queste minacce. Avanti”.

Messaggio di vicinanza, sempre via social, da parte del governatore della Toscana, Eugenio Giani: “Piena solidarieta’ al sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi vittima di minacce. Tutte le istituzioni- afferma il presidente della Regione- devono essere unite nel respingere ogni forma di violenza”.

“A nome mio e di tutta Fratelli d’Italia desidero esprimere solidarieta’ e vicinanza al sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi per il vigliacco messaggio intimidatorio che ha ricevuto oggi. Mi auguro che gli inquirenti facciano tempestivamente luce sul caso e che i responsabili di questo atto ignobile siano individuati quanto prima. Chi minaccia le Istituzioni e alimenta un clima di violenza e’ un criminale e deve essere punito severamente. Alessandro e la sua amministrazione stanno facendo un ottimo lavoro e sono convinta che nessuna minaccia fermera’ il suo impegno al servizio della citta’ e dei pistoiesi”. Lo dichiara in una nota la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“‘Sei nel mirino. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, ha ricevuto questo messaggio in busta chiusa in comune. Solidarietà Alessandro! Le minacce anonime non fermeranno il
tuo coraggio e la tua passione”. Così l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi su Facebook.

Tirrenica esclusa da DL Semplificazioni

E’ polemica in Toscana per l’esclusione dell’autostrada Tirrenica dall’elenco del Mit delle opere da sbloccare attraverso le figure commissariali previste dal Dl Semplificazioni.

“La tirrenica va finanziata e completata – sottolinea il deputato Pd Luca Sani -. Occorre prima di tutto intervenire a livello normativo per rimuovere gli ostacoli burocratici”, “al
tempo stesso vanno individuate le risorse, dopo anni di annunci oggi i fondi europei rappresentano una occasione irripetibile”.

Per Raffaella Paita (Iv), presidente della commissione trasporti della Camera, è “un fatto molto grave perché è un’opera vitale per migliorare la viabilità di Toscana e Lazio, che per questo aspettano da anni l’avvio dei cantieri”. Le fanno eco i consiglieri regionali Iv Stefano Scaramelli (vicepresidente del Consiglio della Toscana) e Maurizio Sguanci, che annunciano una mozione: “la Tirrenica deve essere tra le opere commissariate – sottolineano.

La Regione Toscana intervenga sul Governo”. Critici anche la parlamentare Fi Elisabetta Ripani e il coordinatore provinciale azzurro di Grosseto Sandro Marrini: “E’ stata la ‘priorità nazionale’ più gettonata e menzionata della campagna elettorale in Toscana per stendere il tappeto rosso ai candidati del centrosinistra e gonfiare il consenso – sottolineano -, per poi scomparire dai radar una volta vinte le elezioni regionali.

Il governatore Giani si è perso per strada una battaglia di vitale importanza per la Maremma”. L’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi parla di “ennesima beffa del Pd e del Governo Conte. Ancora una volta la Toscana e la costa mancano l’appuntamento con una importante opera per lo sviluppo del territorio e del tessuto produttivo e turistico di tutta la regione”.

Il portavoce dell’opposizione nell’Assemblea toscana Marco Landi (Lega), annuncia una mozione e sottolinea che “il timore, manifestato sin da subito dal segretario della Lega Matteo Salvini, che il decreto Semplificazioni fosse un libro con un bel titolo ma senza pagine si è dimostrato fondato”.

Cascina: Pd ‘smonta’ politica Lega su alloggi a stranieri

Susanna Ceccardi, europarlamentare del Carroccio ed ex sindaco,
protesta: “E’ una vergogna”.

“Eliminare le disposizioni discriminatorie verso gli stranieri previste dal precedente
bando per le case popolari”. Poche parole, neppure troppo in burocratese, contenute in un comunicato diffuso dall’assessore, di centrosinistra, al welfare del Comune di Cascina (Pisa)
segnalano la volontà del Pd, che tre mesi fa ha strappato il municipio al Carroccio, di “cancellare” le politiche della Lega.

Susanna Ceccardi, europarlamentare del Carroccio ed ex sindaco, protesta: “E’ una vergogna”. Nel nuovo bando della giunta guidata dal sindaco Pd, Michelangelo Betti, spiega l’assessore dem Giulia Guainai, saranno riviste “le norme che richiedevano l’esibizione della
certificazione di non possidenza di immobili ad uso abitativo ubicati all’estero: questo requisito, così come disciplinato dalla legge regionale, non può né deve essere escludente in fase di presentazione della domanda. Spetterà invece al Comune effettuare le idonee e necessarie verifiche in fase di assegnazione”.

In discussione anche il requisito di residenza anagrafica o lavorativa per almeno 5 anni non continuativi: “Il radicamento territoriale – osserva Betti – non può comportare l’esclusione dalla possibilità di presentare domanda da parte di chi si trova in una situazione di emergenza abitativa e di effettivo bisogno”.

Ma la leghista Ceccardi non ci sta e su Fb rivela le intenzioni della nuova giunta: “Vergogna Pd. La sua giunta a Cascina getta la maschera. Cancellando i nostri regolamenti sulle assegnazioni delle case popolari che avevano fatto scuola in tutta Italia e sono poi stati adottati da molti comuni di centrodestra vedremo tornare nelle graduatorie delle case
popolari il 70% di stranieri contro un 30% di italiani. E’ pazzesco dire che il Comune farà successivamente controlli sulla veridicità delle domande perché è impossibile. L’unico modo per fare controlli seri è chiedere allo straniero la certificazione patrimoniale in originale dello stato di provenienza in fase preventiva all’assegnazione. Se hai la casa all’estero non hai diritto ad avere una casa qua. E’ un criterio sacrosanto di giustizia ed equità”.

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