Magherini e quella ‘morte non prevedibile’ che non fermerà la richiesta di giustizia

Fanno discutere  le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza che aveva condannato i tre carabinieri che nella notte del 3 marzo 2014 avevano arrestato Riccardo Magherini. Secondo quanto spiegato dalla Corte quella morte  non era “prevedibile, perché le forze dell’ordine non avevano le competenze specifiche in materia” di arresto di persone in simili condizioni psicofisiche.  Un ”ribaltone”, che ha suscitato anche la reazione di Amnesty International e che non fermerà la battaglia legale per chiedere giustizia da parte dei familiari di Riccardo.

Sessantasei pagine di motivazioni depositate a distanza di sole due settimane dall’annullamento senza rinvio delle condanne precedenti con la conseguente assoluzione dei tre carabinieri imputati per la morte di  Riccardo Magherini.

Quel 15 dicembre che ha gelato i cuori dei familiari e ha lasciato sgomenti non solo i parenti e gli amici ma anche chi Riccardo non lo conosceva, ma quel video di 4 anni fa l’ha visto e sentito. E non lo ha dimenticato. Quel video in cui chiedeva aiuto, in cui gridava di star per morire. Ma per la Suprema Corte  sono appelli da collegarsi al “delirio in atto a causa della massiccia assunzione di cocaina. E solo nel limitatissimo momento dei due calci possono essere correlate a quelli”. Quei calci, che per la Cassazione sono l’unico “atto violento non giustificato” di quella sera.

Due calci sferratigli dall’appuntato Vincenzo Corni quando era già a terra e “contenuto” dai quattro carabinieri. Magherini fu immobilizzato prono per tredici minuti dall’1,31 all’1,44 nella notte del tre marzo 2014, quando smise di respirare tenuto fermo contro l’asfalto.  Solo il 13 marzo 2014 divenne operativa la nuova circolare dell’Arma – varata il 30 gennaio 2014 e poi tenuta in incubazione per le limature – che metteva al bando le “immobilizzazioni protratte”.

I familiari di Magherini faranno ricorso alla Corte di Strasburgo, sostenuti anche da una raccolta fondi partita in questi giorni sulla piattaforma www.gofundme.com. In tre giorni già raccolti circa 5 mila euro per una battaglia che è di tutti, come si legge nel testo di invito a donare un contributo.

“I diritti umani sono di tutti e non si toccano. Grazie a chi si sente di portare avanti questa battaglia al nostro fianco”, sono le parole del fratello Andrea Magherini.

Chiara Brilli

Processo Magherini: motivazioni Cassazione, morte non prevedibile da carabinieri

La morte di Riccardo Magherini – l’ex calciatore morto in strada a Firenze il 3 marzo 2014 per arresto cardiocircolatorio dopo essere stato ammanettato e messo prono dai carabinieri mentre era “in delirio eccitatorio” per “intossicazione da cocaina”- non era “prevedibile, perchè le forze dell’ordine non avevano le competenze specifiche in materia” di arresto di persone in tale stato. Così la Cassazione spiega perché, meno di due settimane fa ha assolto i tre carabinieri imputati per il decesso di Magherini.

Ad avviso degli ‘ermellini’, i carabinieri – per evitare la morte della vittima mettendolo seduto perché respirasse meglio – “avrebbero dovuto prospettarsi e prevedere in concreto un quadro di conseguenze dannose per l’organismo umano che solo il sapere scientifico entrato nel processo attraverso approfondite perizie mediche ha poi reso note”. Ma questo tipo di ‘previsione’, scrive ancora la Cassazione, “non era esigibile” dai carabinieri che intervennero
“in quel ristretto arco temporale rispetto al quale si è fondato l’addebito omissivo e in cui si trovarono ad operare”.

Magherini fu immobilizzato prono per tredici minuti dall’1,31 all’1,44 nella notte del tre marzo 2014 quando smise di respirare. In base alle numerose testimonianze delle persone presenti che filmarono la scena del drammatico ammanettamento, l’ex calciatore disse anche “sto morendo” ma nessuno gli diede retta pensando che fosse una delle sue “affermazioni deliranti”. Solo il 13 marzo divenne operativa la nuova circolare dell’Arma che metteva al bando le “immobilizzazioni protratte”.

Nell’agire dei rappresentanti delle forze dell’ordine intervenuti a fermare Riccardo Magherini, “si registra” un “solo atto violento non giustificato”, i due calci sferratigli quando era già a terra – e “contenuto” dai quattro carabinieri – dal militare Vincenzo Corni. Lo sottolinea la
Cassazione.

In primo grado i tre cc erano stati condannati – dal Tribunale di Firenze, il 13 luglio 2016 – a sette mesi di reclusione ciascuno il maresciallo Stefano Castellano e l’appuntato Agostino Della Porta, a otto mesi l’appuntato Vincenzo Corni. Erano invece stati assolti un quarto carabiniere, Davide Ascenzi, e gli operatori del 118 – Claudia Matta, Janeta Mitea e Maurizio Perini – arrivati per prestare soccorso a Magherini che giaceva rantolante e allertati dai carabinieri che avevano chiesto un’ambulanza con un medico per sedare l’ex calciatore che ritenevano pericoloso. In seguito, la Corte di Appello fiorentina, il 19 ottobre 2017, confermò le condanne e accogliendo in parte il reclamo delle parti civili, elevò il risarcimento per i familiari della vittima, tra i quali il figlio.

L’unica “similitudine” tra la morte del giovane Federico Aldrovandi, deceduto a Ferrara il 25
settembre 2005 dopo essere stato arrestato e immobilizzato per strada da agenti della polizia, e la morte di Magherini è che “anche in quell’occasione, dei rappresentanti delle forze dell’ordine furono richiesti di intervenire su strada, come purtroppo sempre più spesso accade nelle nostre città, perché c’era un giovane che dava in escandescenze sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni dell’assoluzione dei tre carabinieri accusati della morte di Magherini.

Per La Cassazione però a Ferrara l’azione dei poliziotti “si sviluppò con modalità violente: Aldrovandi venne aggredito fisicamente dai quattro poliziotti, i quali lo percossero ripetutamente con l’uso di manganelli e calci. Schiacciato a terra il ragazzo, i quattro agenti continuarono a infierire sull’Aldrovandi che si dibatteva: uno lo colpiva con il manganello, altri due lo tenevano schiacciato, mentre un quarto lo continuava a percuotere”.

Ceccardi (Lega): doveroso accogliere chi scappa da guerre

 Così Susanna Ceccardi, commissaria della Lega in Toscana e sindaco di Cascina (Pisa), ha risposto ai giornalisti che le chiedevano un commento sulle parole pronunciate da Papa Francesco stamani sui poveri e i migranti.

“Chi scappa dalla guerra è assolutamente un fratello tant’é che Matteo Salvini nei giorni
scorsi ha accolto 51 profughi veri arrivati a Roma tramite un corridoio umanitario”. Così Susanna Ceccardi, commissaria della Lega in Toscana e sindaco di Cascina (Pisa), ha risposto ai giornalisti che le chiedevano un commento sulle parole pronunciate da Papa Francesco stamani sui poveri e i migranti.
Parlando a margine di un’iniziativa della Lega a Firenze, Ceccardi ha sottolineato come sia assolutamente “doveroso accogliere chi scappa veramente dalle guerre, soprattutto donne
e bambini. Ma un paese serio – ha aggiunto – che si rispetti, deve difendere i propri confini da chi vorrebbe venire in maniera incontrollata nel nostro Paese e non sappiamo se viene
per delinquere o se scappa dalla guerra”.

Ceccardi si è poi intrattenuta sui temi di attualità politica, a partire dal rapporto lega-M5S. “Un’alternativa all’attuale governo con i 5 Stelle non c’è e se ci fosse non ci piacerebbe di certo perché sarebbe un governo tecnico voluto dai burocrati magari con una maggioranza 5 Stelle-Pd o qualche 5 Stelle con i democratici” ha dichiarato.

Un’altra alternativa, ha ricordato Ceccardi, potrebbe essere un altro patto del Nazareno, a cui noi ci siamo sempre opposti – ha aggiunto Ceccardi -. Il governo Lega-5 Stelle è l’unico che
riscuote un grandissimo consenso tra i cittadini, secondo i sondaggi oltre il 60%. Si basa su un contratto di governo che si fonda su punti programmatici, e noi vogliamo realizzarli e
portarlo fino in fondo”.

Infine sul caso Magherini, dopo che la Corte di Cassazione ha mandato assolti i tre caragbinieri ocndannati in primo grado e appello per la morte del quarantenne in Borgo San Frediano durante un arresto: “La solidarietà alle famiglie delle vittime è sempre doverosa, ci mancherebbe altro. Però i carabinieri sono stati assolti e bisogna rispettare le sentenze.
Spero sia stata fatta giustizia”.

Magherini: “sentenza segna fine Stato di diritto”

Lo ha detto Andrea Magherini, fratello di Riccardo, in merito alla sentenza di assoluzione in Cassazione per i tre carabinieri accusati dell’omicidio colposo del quarantenne, ex calciatore, a Firenze. “Ministro Bonafede ha promesso suo interessamento”. “Ricorreremo a Strasburgo”

“Oltre ad aver ucciso un’altra volta Riccardo, questa sentenza proclama il funerale dello Stato
di diritto nel nostro Paese. Aspettiamo le motivazione, dovrebbero essere 60 giorni ma noi speriamo arrivino prima visto come hanno agito in Cassazione. In due ore sono stati cancellati due gradi di giudizio e siamo curiosi di vedere le motivazioni perché questa sentenza può creare un precedente, e può ledere i diritti umani delle persone”. Lo ha detto Andrea Magherini, fratello di Riccardo, in merito alla sentenza di assoluzione in
Cassazione per i tre carabinieri accusati dell’omicidio colposo del quarantenne, ex calciatore, a Firenze.
Per Magherini, “scrivere nella sentenza che ‘non costituisce reato’ vuol dire che” da parte delle forze dell’ordine “si può fermare e picchiare le persone. E’ grave, siamo in un paese civile”. Per Magherini, tutto ciò “è veramente incomprensibile, è come un braccio di ferro tra lo Stato e il cittadino nel quale è stato mandato un segnale ‘politico’ importante.
Inoltre la cosa drammatica di questa sentenza è che dice che è inutile portare in aula i testimoni perché tanto i carabinieri non si condannano. Ci sono infatti 19 testimoni che parlano di calci e di compressione di Riccardo, e c’è un video in cui mio fratello muore in diretta chiedendo aiuto e un’ambulanza”. Magherini è intervenuto oggi a Firenze a margine della consegna da parte dell’associazione ‘Riccardo Magherini onlus’ di un assegno di
1500 euro all’associazione ‘Po.Ha.Fi‘, frutto del ricavato di un mercatino di beneficienza natalizio del 2017. Il 15 dicembre, è stato annunciato, presso il Conventino in via Giano della Bella a Firenze, si terrà la nuova edizione del mercatino
benefico.
“Bonafede ha seguito sempre ilcaso di Riccardo, anche prima di diventare ministro ha
partecipato a alcuni eventi ed è venuto in tribunale. Ci ha chiamato per vicinanza, è stata una chiamata da amico non da ministro, e ci ha promesso un suo interessamento”  ha poi detto
Andrea Magherini,  in merito alla telefonata ricevuta dal ministro della Giustizia Alfonso
Bonafede, di cui riferisce oggi il Corriere Fiorentino.
   Andrea Magherini è intervenuto oggi a Firenze a margine di una iniziativa benefica dell’associazione ‘Riccardo Magherini onlus’.
Dopo la sentenza della Cassazione, “da parte della nostra famiglia siamo disposti ad andare alla corte di Strasburgo, aspettiamo la sentenza per vedere quel che dice. Speriamo facciano alla svelta così come hanno fatto veloce a cancellare due gradi di giudizio. Le attendiamo e insieme a noi le attende tutta l’Italia” ha poi aggiunto  Andrea Magherini, a margine della manifestazione oggi a Firenze ‘Contro razzismo e repressione Firenze non ha paura. No
al decreto Salvini’, in cui é stata ricordata anche la morte dell’ex calciatore 40enne a Firenze.
Un applauso e cori per Riccardo e contro i carabinieri hanno salutato l’arrivo del corteo in piazza San Firenze dove Andrea Magherini ha tenuto un breve discorso.

Calì: Sentenza Cassazione su morte Magherini lascia sbigottiti

Intervista con il giornalista Matteo Calì, autore del libro “Raccontate la mia storia”, dopo la sentenza della Cassazione che ha assolto i tre carabinieri condannati 8in primo e secondo grado) per la morte di Riccardo Magherini

Magherini, avvocato carabinieri: “Militari agirono nella legalità”

“Da parte dei carabinieri imputati c’è stata grande soddisfazione, poiché loro hanno sempre ritenuto di aver agito nella piena legittimità, e di aver tenuto fermo Magherini perché lo ritenevano pericoloso per loro e per gli altri, anche per i volontari che lo assistevano”.

Così l’avvocato Francesco Maresca, legale di due dei tre carabinieri assolti dalla Cassazione dall’accusa di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini.

“Non me l’aspettavo” ha aggiunto Maresca, ammettendo come la sentenza di assoluzione della Suprema Corte, dopo le condanne in primo e secondo grado, sia stata inattesa. “Di fronte alla necessità di fermare Magherini – ha precisato Maresca – non era richiesto ai carabinieri di individuare una patologia in corso su di lui a causa dell’assunzione di cocaina”.

“Una cosa – ha detto ancora l’avvocato difensore – sono i segni vitali, come la pressione e il battito cardiaco, e un’altra i segni importanti, quelli visibili a tutti, come rantolo e viso cianotico, ma quella notte Magherini non ha mai rantolato e non è mai stato cianotico, dire che i carabinieri avrebbero dovuto capire che quel silenzio mascherava un arresto cardiaco in atto è una pretesa di garanzia eccessiva”.

Magherini fu tenuto a terra per circa 14 muniti: “Dopo i primi due minuti – ha sottolineato sempre Maresca – i volontari della Croce Rossa sono intervenuti e hanno parametrato il soggetto.”

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