Firenze: corteo contro razzismo e solidarietà famiglia Magherini

“Corteo,  oggi  a  Firenze  per manifestare contro il  razzismo e repressione sempre più forte a Firenze, come in tutta Italia; e per solidarietà alla famiglia Magherini in seguito alla sentenza di Cassazione che ieri ha assolto i 3 carabinieri precedentemente condannati.”

Il percorso del corteo inzierà da Piazza Ognissanti, alle 15.30, per poi sostare davanti alla caserma dei carabinieri autori dello stupro alle due studentesse Usa. In seguito, si dirigerà per via Palazzuolo, strada di convivenza etnica dove verrà incontrata l’associazione Palazzuolo Strada Aperta, nel segno dell’antirazzismo. Il corteo vedrà come ulteriore tappa la Prefettura, passando da San Lorenzo, per denunciare le disposizioni prefettizie di controllo sui Cas e più in generale le politiche del governo 5Stelle-Lega con l’approvazione del Decreto Salvini. Passando da Piazza Duomo e Piazza Repubblica, il corteo arriverà in Piazza Signoria sotto le finestre del Sindaco Nardella, il quale viene definito dagli organizzatori: “Sceriffetto di questa città, che ha fatto della sicurezza e della ‘lotta al degrado’ uno dei suoi principali cavalli di battaglia, nel solco del precedente ministro dell’interno Minniti e del suo ex sponsor Renzi.” Il corteo si concluderà quindi in Piazza San Firenze.

“Questa manifestazione – fanno sapere gli organizzatori – vuole  anche esprimere la forte solidarietà verso la famiglia e gli amici di Riccardo Magherini, morto nel marzo del 2014, ed i cui esecutori sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo.”

“Già le sentenze di primo grado e l’appello – continuano – avevano molto sminuito le responsabilità dei due carabinieri che fermarono Riccardo, la Cassazione ha annullato anche le lievi condanne, legittimando di fatto l’uso della violenza nei fermi di polizia. Ennesimo precedente che, viste anche le nuove diposizioni sull’ordine pubblico che prevedono uso dei taser e danno ancor maggior potere alle forze di polizia, non farà altro che aumentare la lunga scia di morti che lasciano le nostre forze dell’ordine. Per un caso Cucchi dove forse si sta ottenendo giustizia, ve ne sono altri 20 che restano impuniti, da Giuseppe Uva, a Federico Aldrovandi a Riccardo Magherini.”

“Se ce ne fosse bisogno – sottolineano – questa sentenza ci conferma che la giustizia è molto difficile vederla trionfare nei tribunali e che sta a noi mantenere una memoria collettiva di quanto succede. Il corteo sarà l’occasione per esprimere la solidarietà forte verso i compagni/e condannati per i fatti delle Piagge e per tutti/e gli antifascisti in carcere, sotto processo e d’indagine.”

Alla manifestazione aderiranno: Firenze Antifascista; Centro Popolare Autogestito Firenze-Sud; Collettivo Politico Scienze Politiche; Rete Dei Collettivi Fiorentini; Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio ; Non Una Di Meno Firenze; Potere al Popolo – Firenze; Rete Antirazzista Firenze; Comitato Comunista Toscano; PerUnaltracittà Firenze; ACAD-Firenze;Studenti Di Sinistra; COBAS; Ass. Firenze città aperta; Libere Tutte; Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra; Assopace Firenze, Co.R.P.I. Compagnia Resistente Popolare Internazionale, CUB Firenze; Firenze riparte a Sinistra, L’Altra Europa con Tsipras.

Questo è l’appello degli organizzatori del corteo di domani:

“Fermiamo il Decreto Salvini”

A Firenze il 24 ottobre 8 antifascisti sono stati condannati ad 1 anno di carcere per aver impedito nel dicembre 2014 un presidio di Forza Nuova nel quartiere delle Piagge. Dopo aver protetto allora i neofascisti, oggi lo stato condanna chi continua a sostenere con fermezza i valori di libertà e uguaglianza, contro ogni rigurgito fascista. Tanti altri sono i processi che compagni e compagne in tutta Italia sono costretti ad affrontare per il proprio impegno politico e sociale, in un sistema che sempre di più reprime ogni forma di dissenso. Centinaia di persone sotto inchiesta, processo, in carcere. Insieme a questi non a caso ci sono anche simboli delle istituzioni, come il sindaco di Riace Mimmo Lucano e persino della Chiesa come il Parroco di Vicofaro Don Biancalani, anch’essi veri e propri perseguitati, contro cui vengono utilizzate le armi dei tribunali come dell’isolamento politico, per la colpa di manifestare con forza il proprio dissenso fino al punto di rivendicare la violazione della legalità a fronte di leggi ingiuste. E questo lo Stato, sempre più autoritario, non lo può consentire.

La situazione di oggi viene da anni di politiche basate su paura ed emergenza, in cui la sicurezza e la lotta al degrado si sono trasformate nel principale campo di scontro politico. Anni di governi di centro sinistra in cui personaggi come Renzi e Minniti, hanno spianato la strada alle politiche della Lega.
Firenze e Nardella ne rappresentano un buon esempio.
Il nostro sindaco sceriffo sta cercando la propria rielezione a forza di slogan securitari, di invocazione di legge ed ordine mentre la desolazione sociale ed i veri problemi popolari non vengono affrontati lasciando spazio ad ulteriore rabbia e risentimento. Una città il cui prefetto, Laura Lega appunto, firma ordinanze razziste che prevedono controlli mirati nel centri per rifugiati, fino al controllo della corrispondenza e dello scontrino in caso del possesso di una bicicletta, quando si dice essere prevenuti…Lo stesso prefetto e lo stesso Sindaco che firmano l’osceno patto per il Controllo di vicinato, che introduce la delazione in un sistema in cui viene del resto ampliata la legittima difesa e l’uso delle armi.

Non può sorprendere che in questo contesto, un razzista come Salvini, affiancato dai 5 Stelle, abbia sfornato l’ennesimo decreto sicurezza. Un decreto che rafforza le misure razziste contro immigrati e rifugiati, un decreto che introduce, inoltre, tutta una serie di reati legati alle lotte sociali e politiche.

Chi si illude oggi che solo gli immigrati saranno colpiti, e chi se ne frega, avrà cattive sorprese in seguito, che sia in una scuola, sul posto di lavoro o in uno stadio. Salvini e Di Maio, sotto un apparente populismo, stanno definitivamente trasformando il conflitto sociale in ordine pubblico, un sistema in cui repressione e controllo sono le chiavi con cui viene conformata l’intera società. Un governo apertamente razzista e sessista, che introduce col decreto Pillon un ulteriore tassello nell’attacco ideologico alle politiche laiche e alle conquiste sociali frutto di anni di lotte.

Il 17 novembre è l’anniversario della feroce repressione del regime dei colonnelli in Grecia, con l’attacco all’Università di Atene, e data internazionale di mobilitazione degli studenti.

Crediamo che anche a Firenze, studenti, reti antirazziste ed antifasciste, collettivi e centri sociali, sindacati di base, tutti coloro che lottano contro le disuguaglianze e le sopraffazioni di un sistema sempre più violento, debbano essere in piazza per manifestare la solidarietà nei confronti dei compagni processati e condannati, siano essi il sindaco Lucano o un semplice militante, perché deve essere chiaro che di fronte alla persecuzione e all’isolamento la risposta deve essere la solidarietà.

Scendiamo in Piazza contro il decreto Salvini e contro il governo Lega-Cinque Stelle, che dietro ad un fumo pieno di propaganda fanno ben vedere autoritarismo e repressione.

Magherini: Associazione Cucchi, diffondete video arresto. Avv. famiglia, “Ricorreremo Corte Europea”

“Chiediamo a tutti coloro che stanno organizzando proiezioni del film ‘Sulla mia pelle’ di trasmettere, prima o dopo il film, il video su Riccardo Magherini , e a tutti i singoli di diffonderlo con ogni mezzo”. E’ l’appello lanciato sui social dall’Associazione Stefano Cucchi Onlus all’indomani del pronunciamento dei giudici della Cassazione che hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato” i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, quarantenne ex giocatore delle giovanili della Fiorentina, avvenuta durante un arresto la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano, nel centro storico di Firenze. Il video in questione è quello diffuso dalla Polizia di Stato con immagini relative alle fasi concitate dell’arresto di Magherini.

Video postato da Luigi Manconi nell’aprile 2014 su you tube

La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, avvenuta in Borgo San Frediano, Firenze. Il collegio, presieduto da Patrizia Piccialli, ha disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza d’appello perché “il fatto non costituisce reato”.  Nei due processi di merito la causa della morte del 40enne, ex calciatore, era stata individuata nell’intossicazione da stupefacenti associata all”asfissia. Le motivazioni della sentenza della Cassazione faranno luce sul percorso che ha portato i giudici a ritenere che il fatto imputato ai tre militari non è reato. Nella requisitoria il sostituto pg Felicetta Marinelli, aveva sostenuto l’opposto: “Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”: l’ha ripetuto per due volte, ricordando che Magherini “era stato a terra col torace sulla strada, per un quarto d’ora”.

“Riccardo – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta le parti civile nel processo, lo stesso legale che ha seguito i familiari di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. – non è morto per la cocaina, la cocaina uccide ma lascia tracce, invece il cuore di Riccardo era perfetto. Non è morto per infarto, ma perché gli è stato impedito di respirare”. Secondo la difesa dei tre militari, che su questo ha puntato parte della strategia difensiva, non poteva essere imputata loro un’omissione perché non avevano le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria.

“Guido e Andrea Magherini. Una famiglia distrutta. Quel video terribile che documenta la morte di Riccardo. Due condanne pronunciate dai Giudici di primo e secondo grado improvvisamente annullate dalla Cassazione. È un momento difficilissimo ma se vogliamo essere vicini ed aiutarli non abbandoniamo la strada della civile indignazione. Quel che posso dire è che la vicenda giudiziaria non è da considerarsi chiusa. Afferma l’avvocato Fabio Anselmo,  ai mic di popolare

“Non immaginavamo un esito del genere e siamo vicini alla famiglia Magherini, che per quattro anni e mezzo ha atteso invano giustizia e la cui sofferenza non può, da oggi, che prolungarsi”. Così Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, commenta la sentenza con cui la Corte di cassazione ha annullato le già lievi condanne ad alcuni mesi di carcere che erano state comminate dalla Corte d’appello a tre carabinieri per cooperazione nell’omicidio colposo di Riccardo Magherini, morto a Firenze nel marzo 2014, stabilendo che il loro comportamento non ha costituito reato. “Pur astenendoci da ogni valutazione sulla sentenza della Corte di cassazione – prosegue – non conoscendone le motivazioni, continuiamo a ritenere che nei confronti di Riccardo Magherini siano state utilizzate procedure d”arresto che non abbiano avuto come priorità la salvaguardia della vita umana”.

“Ho qualche bene, e venderò tutto per dare giustizia a Riccardo”. Così, parlando a Lady Radio, Guido Magherini, padre di Riccardo, all’indomani della sentenza di assoluzione in Cassazione per i tre carabinieri, accusati dell’omicidio colposo del figlio quarantenne.
“Oggi è una giornataccia – ha detto Guido Magherini – ci dobbiamo ancora riprendere, perché a tutto potevamo pensare fuorché ad una assoluzione così piena dei carabinieri. Vogliamo conoscere al più presto le motivazioni. Avrò bisogno di un paio di giorni per ricaricarmi e poi andremo avanti”.
“Noi famiglia Magherini, che abbiamo qualche bene, finiremo tutto per dimostrare che Riccardo è stato ucciso. Oltre non posso dire, perché altrimenti mi arresterebbero”, ha detto ancora il padre di Riccardo che ha poi parlato della solidarietà ricevuta in queste ore: “Una delle cose più belle è che tutta la città è con noi, la gente è con noi e questo ci dà una grande forza per andare avanti”.

Processo Magherini: Cassazione assolve i tre carabinieri

La quarta sezione penale della Cassazione ha assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morta di Riccardo Magherini, avvenuta il 3 marzo 2014 a Firenze. Il collegio ha disposto l’annullamento della sentenza d’appello perché “il fatto non costituisce reato”.

Riccardo Magherini, quarantenne ex calciatore della giovanili della Fiorentina, morì durante un arresto da parte dei carabinieri la notte tra il 2 e il 3 marzo del 2014, in Borgo San Frediano.
MAGHERINII tre carabinieri bloccarono Magherini mentre, sotto l’effetto di cocaina e in preda ad allucinazioni, convinto di essere inseguito da qualcuno che voleva ucciderlo, invocava aiuto in Borgo San Frediano, nel cuore del suo quartiere.

“Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta, avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non avrebbero permesso i soccorsi e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”, ha ripetuto per due volte durante la requisitoria il sostituto procuratore generale.
I giudici della Cassazione hanno anche respinto il ricorso dei familiari di Magherini, rappresentati dall’avvocato Fabio Anselmo, che chiedeva l’annullamento della sentenza e un nuovo processo a carico dei tre militari con l’imputazione di omicidio preterintenzionale, che
contemplasse l’evento morte “come conseguenza del reato di percosse”.

Magherini quella sera era uscito a cena in un ristorante, poi aveva iniziato a vagare per le strade del quartiere gridando che gli avevano rubato portafoglio e cellulare. Era quindi
entrato in una pizzeria dove aveva continuato a dare in escandescenze. Tornato in strada, era stato bloccato dai carabinieri e ammanettato a terra, a pancia in giù e a torso nudo, per almeno un quarto d’ora. All’arrivo di un’ambulanza senza medico a bordo, l’ex calciatore fu
trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova, dove alle 2.45 ne venne constatato il decesso. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Felicetta
Marinelli, aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in appello ai tre militari: Vincenzo Corni, 8 mesi, e Stefano Castellano e Agostino della Porta, 7 mesi ciascuno.

Processo Magherini: pg Cassazione,confermare condanna tre carabinieri

Confermare la condanna per omicidio colposo e rigettare anche il ricorso dei familiari. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli

Confermare la condanna per omicidio colposo dei tre carabinieri per la morte di Riccardo Magherini. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Felicetta Marinelli, nella sua requisitoria davanti alla quarta sezione penale, chiamata a giudicare sulla sentenza della corte d’appello di Firenze del 19 ottobre dello scorso anno per la morte del quarantenne ex calciatore, in strada a Firenze, durante un controllo la notte del 3 marzo 2014. Magherini sarebbero deceduto, secondo quanto accertato dalle sentenze di merito, in seguito allo stress respiratorio dovuto all’assunzione di cocaina e alla posizione prona i cui era stato tenuto.

Per la procura generale vanno rigettati i ricorsi della difesa dei carabinieri Vincenzo Corni condannato a 8 mesi, e Stefano Castellano e Agostino della Porta, condannati a 7 mesi ciascuno. E va rigettato anche il ricorso dei familiari di Magherini, rappresentati dall’avvocato Fabio Anselmo, che chiede l’omicidio preterintenzionale. In aula sono presenti parenti e amici di Magherini e Ilaria Cucchi.

“Se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta” e non tenuto prono “avrebbero permesso i soccorsi, e con elevata probabilità la morte non si sarebbe verificata”: esiste quindi il nesso di causa “tra condotta omissiva ed evento morte”. È quanto ha sottolineato il sostituto pg della Cassazione, Felicetta Marinelli, nell’udienza davanti alla quarta sezione penale nel processo a tre carabinieri per la morte di Riccardo Magherini, 40enne ex calciatore, per strada a Firenze durante un controllo nel 2014.

“Il decesso di Magherini – ha premesso il pg – è stato determinato dall’elevato tasso di cocaina, da asfissia e dallo stress”, stress, ha ripetuto, “dovuto all’assunzione di cocaina e al tentativo di liberarsi dalla posizione prona in cui lo tenevano i carabinieri”. “È pacifico – ha aggiunto – che i carabinieri erano ben consapevoli dell’alterazione psico-fisica e se l’avessero liberato dalla posizione prona quando aveva dato i primi segnali di calma e manifestato affanno”, l’uomo “avrebbe potuto essere soccorso e con elevata probabilità di salvarsi”. I carabinieri, ha anche evidenziato il pg, “avevano una posizione di garanzia perché lo stavano arrestando e avevano l’obbligo di tutelarlo”.

Secondo la procura generale, che ha chiesto di rigettare anche il ricorso in tal senso presentato dai familiari di Magherini, si è trattato di un “reato chiaramente colposo” e non di “omicidio preterintenzionale”: i colpi e i calci contestati dall’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta le parti civili, in ogni caso “non hanno avuto rilevanza nella morte.

“Riteniamo che i carabinieri non avessero elementi per capire quello che stava accadendo a Magherini a causa dello stupefacente. Magherini è morto per una serie di concause, tra cui anche la sofferenza per la posizione prona, ma era necessario bloccarlo, e i carabinieri non potevano capire se era il momento di metterlo a sedere”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Maresca, difensore di due dei tre carabinieri condannati a Firenze per omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, al termine dell’udienza in Cassazione.

Uno dei punti su cui il legale ha fondato il suo ricorso è che ai militari non possa essere imputata un’omissione perché non hanno le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria. Uno dei suoi assistiti, Agostino della Porta era presente in aula. “Spera nell’annullamento” della condanna, ha affermato l’avvocato. I tre carabinieri, ha riferito il legale, sono in servizio ma trasferiti in altra sede per motivi di opportunità. L’udienza si è conclusa intorno alle 15, la presidente della quarta sezione, Patrizia Piccialli, ha congedato la corte annunciando “una lunga camera di consiglio”.

Spero sia l’ultima udienza e che sia fatta giustizia per Riccardo e per suo figlio. Vogliamo che il suo nome sia rivalutato. Hanno fatto di tutto per farlo apparire come un delinquente”. Queste le parole di Guido Magherini, padre di Riccardo, al termine dell’udienza in Cassazione per la morte del figlio, a Firenze durante un controllo da parte dei Carabinieri, per la quale tre militari sono sotto processo.


Guido Magherini, ex calciatore, era presente in aula assieme all’altro suo figlio, Andrea, e a diversi parenti e amici. In aula anche Ilaria Cucchi. Appuntato con una spilla sul bavero della giacca o stampato sulla maglietta, hanno indossato lo stemma creato per Riccardo, ‘I love Riky’. “Ci rassicurano le conclusioni del pg”, che ha chiesto la conferma delle condanne, ha commentato l’avvocato della famiglia, Fabio Anselmo. “Riccardo – ha precisato – non è morto per la cocaina, la cocaina uccide ma lascia tracce, invece il cuore di Riccardo era perfetto. Non è morto per infarto, ma perché gli è stato impedito di respirare”

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