🎧 Il Piotta ci racconta il nuovo album ‘Na notte infame

“’Na notte infame” è il titolo del nuovo album del cantautore e rapper Tommaso Zanello in arte Piotta. Decimo lavoro in studio, prende ispirazione dalla recente e prematura scomparsa del fratello maggiore Fabio. Insieme al disco anche il primo romanzo di Tommaso “Corso Trieste”. Venerdì 15 marzo dal Viper Theatre di Firenze la prima data del tour. L’intervista a cura di Giustina Terenzi.

 

“’Na notte infame” è il titolo del nuovo album del cantautore e rapper Tommaso Zanello in arte Piotta, in uscita venerdì 1 marzo in tutte le piattaforme digitali, CD e vinile. Il disco prende tutta l’ispirazione dalla recente e prematura scomparsa del fratello maggiore Fabio. Con lui, apprezzato scrittore e saggista, ha firmato molti dei testi, e proprio la voce e i versi del fratello aprono la prima traccia del lavoro intitolata “Lode a Dio”.

Ascolta l’intervista 🎧

piotta OK SITO

 

“’Na notte infame” è un percorso emotivo in quel labirinto di sentimenti che è il rapporto tra fratelli. Undici canzoni che mettono insieme un mosaico di ricordi, sensazioni ed esperienze attraversate dal pianoforte di Francesco Santalucia, che insieme a Piotta ha tenuto il timone della produzione e della composizione di questo disco. Attraverso le vicissitudini personali e generazionali di Tommaso e di Fabio, la voce di Piotta racconta gli anni che hanno segnato le loro generazioni. Dagli anni di piombo all’Italia campione del Mondo, dal crollo del Muro di Berlino agli anni ’90, dalle controculture dei ’70 fino alla nascita dell’Hip-Hop italiano. Il rap di Piotta si fa più introspettivo e consapevole che mai, nel disco come dal vivo. L’uscita dell’album è accompagnata dal primo romanzo di Tommaso dal titolo “Corso Trieste”. Il libro disponibile da martedì 19 marzo è scritto a quattro mani con il fratello Fabio, proprio come il disco, che ne è in qualche modo la colonna sonora.

LE DATE DEL TOUR:

venerdì 15 marzo Viper Theatre Firenze

sabato 16 marzo Largo Venue Roma

giovedì 21 marzo Hiroshima Mon Amour Torino

venerdì 22 marzo Mercato Sonato Bologna

domenica 7 aprile Eremo Club Molfetta (BA)

sabato 13 aprile Mattorosso Montebelluna (TV)

giovedì 18 aprile Circolo Magnolia Milano

venerdì 19 aprile The Cage Livorno

🎧 La vera storia dei Public Enemy! Il primo libro italiano sulla band.

Nell’anno in cui si festeggia il cinquantennale dell’hip hop, il nuovo libro della collana Gli Uragani mette in luce uno dei gruppi più particolari e determinanti della scena newyorkese. Nel segno delle Pantere Nere e del rap politico: il primo libro italiano sui Public Enemy! L’intervista all’autore Andrea Di Quarto a cura di Giustina Terenzi

Da mesi sono  iniziati i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’hip hop con mostre fotografiche e retrospettive musicali e artistiche che mettono al centro di tutto, com’è giusto che sia, l’arte di rappare. Tra i gruppi più influenti di questo genere ci sono i Public Enemy, e il nuovo lavoro dello storico dell’hip hop Andrea di Quarto approfondisce per la prima volta in Italia questa crew davvero fuori dal comune. Il libro intitolato “Revolution!
La vera storia dei Public Enemy” in libreria dallo scorso giugno per Edizioni Tsunami Collana Gli Uragani. L’intervista a cura di Giustina Terenzi

public enemy intervista SITO OK

 

Il nuovo lavoro dello storico dell’hip hop Andrea di Quarto approfondisce per la prima volta in Italia questa crew davvero fuori dal comune. Il loro album It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back rientra nella lista commissionata dalla rivista Rolling Stone dei migliori 500 album di tutti i tempi, il più alto disco rap in quella classifica. La Bomb Squad, cuore creativo della parte musicale (non cantata), utilizzò fino all’estremo centinaia di campioni dichiarando che li usava come farebbe un artista con i colori, era la prima volta che se ne faceva un utilizzo simile e in seguito le Major avrebbero reso impossibile quella pratica

Di Quarto approfondisce le influenze (per esempio sul gangsta rap della West Coast), le collaborazioni e la ricezione italiana del fenomeno Public Enemy già dal primo tour. Certo la band non fu immune da scivoloni mediatici (per usare un eufemismo), note le polemiche scatenate dalle dichiarazioni omofobe, misogine e tranchant del “Ministro della comunicazione” del gruppo, ovvero Professor Griff che intorno al 1989 venne però rimosso dal suo ruolo. E tra litigi, abbandoni, album solisti, ritorni e tour globali si arriva fino ai giorni nostri: le collaborazioni con Tom Morello (Rage Against The Machine) e Bernie Sanders fanno capire che le loro idee non sono mai cambiate.
Certo senza di loro l’hip hop non sarebbe stato quello che è stato. Anche visto a 50 anni di distanza.

Andrea Di Quarto, giornalista professionista, si occupa da sempre di musica e spettacolo. Ex dj radiofonico, accanito collezionista di dischi e di sneakers, è un appassionato studioso di storia e cultura afroamericana e un esploratore di subculture urbane. Da trent’anni vive e lavora a Milano.

In libreria dal 30 Giugno 2023
24 euro, 336 pagine illustrate
Edizioni Tsunami Collana Gli Uragani (56)

Il Rap ha vinto? Intervista a Militant A e A.N.D.

Nel 2023 il Rap e la Trap sono i generi musicali più apprezzati dai giovani, ma oltre al successo e la grande diffusione è possibile continuare e diffondere l’impegno e i valori della cultura Hip Hop nel 50esimo della sua nascita? Davide Agazzi ne ha parlato ai nostri microfoni con Militant A (Assalti Frontali) e Andrea Antonini (aka A.N.D. delle Menti Criminali)

Nel 2023 il Rap e la Trap sono i generi musicali più apprezzati dai giovani, ma oltre al successo e la grande diffusione è possibile continuare e diffondere l’impegno e i valori della cultura Hip Hop nel 50esimo della sua nascita ?
In occasione del 50° anniversario della cultura Hip Hop, Sala Gialla dedicherà un incontro al mese per onorare questa forma d’arte innovativa e influente. Questa occasione rappresenta anche un’opportunità per riflettere sulle sue radici e sulle sue sfide attuali, e per pensare a come l’ Hip Hop possa continuare a evolversi e a ispirare le generazioni future.
Il 2023 segna il 50° anniversario della cultura Hip Hop, che è nata nel 1973 nel Bronx, New York City. In quegli anni, i giovani della zona si esibivano in gare di ballo e DJ battle nelle feste di quartiere. Presto, la cultura si è diffusa in tutto il mondo, influenzando la musica, la moda e l’arte. Tuttavia, non è stata solo un fenomeno artistico, ma anche un modo per dare voce alle comunità marginalizzate e lottare contro l’ingiustizia sociale. Molti artisti hanno utilizzato la loro musica per affrontare temi come la violenza armata, il razzismo e la disuguaglianza.
L’INTERVISTA:
Assalti Frontali è stato uno dei primi gruppi ad emergere negli anni ’90, contribuendo a definire e sviluppare la scena rap italiana, ha influenzato molti altri artisti sia per il loro stile musicale che per i loro contenuti politici e sociali. Hanno dimostrato che la musica può essere un mezzo potente per trasmettere messaggi di cambiamento e di protesta, e ha aperto la strada per molti altri artisti che hanno continuato a portare avanti questo messaggio.
Paolo Fazzini è autore televisivo e ha scritto programmi per le principali emittenti italiane (Rai, La7,Mediaset). Come regista ha diretto numerosi documentari tra i quali Hanging Shadow – Italian horror #cinema (2006), Che il mio grido giunga a te (2014), All’Assalto – Le radici del rap italiano (2017).Dal 1990 fa parte del gruppo rap Menti Criminali.

Oddisee, “To What End”. Disco della settimana.

Tra le voci più importanti del nuovo hip-hop “conscious“, torna con un nuovo album Oddisee, il rapper e produttore di Washington DC.

Il rapper/produttore Oddisee torna con “To What End” per Outernote Label, il suo primo album completo da The Iceberg del 2017. L’album è stato registrato nell’ultimo anno in una maratona di sessioni notturne nel suo studio di Bed Stuy. Al disco, ricco anche di parti orchestrali, hanno partecipato Bilal, Phonte, C.S. Armstrong, Noochie, Haile Supreme e Freeway. Le 16 tracce di To What End sono un tuffo nella psicologia umana, con particolare attenzione ad incentivi e motivazioni. “People Watching” analizza fino a che punto le persone sono disposte a spingersi per essere accettate, spesso vivendo al di sopra delle proprie possibilità. “Ghetto to Meadow” esplora ciò che le persone delle comunità svantaggiate sono disposte a fare per sfuggire alla povertà.

Oddisee (Amir Mohamed el Khalifa), rapper e produttore di Washington DC con origini sudanesi, attivo da più di dieci anni, trasporta l’ascoltatore con un sound controverso, dal sapore vagamente “old”, ma allo stesso tempo incredibilmente contemporaneo. Soul, hip hop, jazz, gospel ed R&B, il suo è un suono definito e personale, uno dei più interessanti e facilmente riconoscibili del panorama mondiale sulla scia di quell’hip-hop che fu di Rakim, De la Soul, A Tribe Called Quest o Prince.

Ascolta l’album:

YouTube video player

“Come musicista proveniente dagli Stati Uniti ti dico che tutta la musica è “musica black”, se parliamo di jazz, blues, rock, disco, funk, soul, hip-hop: quale genere di musica popolare in America non è stato inventato dagli afroamericani? La musica black americana È la musica americana. È una cosa che mi affascina che in Europa e in Italia ogni volta che sono venuto ho sempre sentito usare questo termine: “black music”, come se esistesse qualcos’altro. Dall’Europa proviene la musica classica, ma se parliamo di musica pop, nel senso di popolare, anche generi recenti percepiti come “europei” come la Techno, o la Dubstep, provengono dall’America nera, addirittura dai Caraibi. Non c’è ragione di chiamarla black music, è solo musica, dal momento che la musica popolare l’abbiamo praticamente inventata tutta noi, essendoci stato concesso all’epoca di contribuire solo in questo modo. […] Qualcosa che mi affascina della società in generale, il modo in cui Amy Winehouse, Adele, o Iggy Azalea non vengano considerate artiste di black music. La cosa bella sarebbe se un giorno il mondo realizzasse che tutta la musica popolare è black music.

Artista consapevole e polticamente schierato, ma in maniera non stereotipata (“che ci sia Obama o Trump o chiunque ci sarà dopo… Non cambia niente nella “black America”. C’è un forte livello di indifferenza proveniente dall’America nera, perché chiunque sia stato presidente non è mai cambiato niente”), la musica di Oddisee nasce dall’esigenza di testimoniare disuguaglianze e conflitti sociali sperimentati fin dall’infanzia a Washington Dc.
To What End di Oddisee è il nostro Disco della settimana.

Track listing:

• 1 The Start of Something
• 2 How Far
• 3 Many Hats
• 4 Already Knew
• 5 Choices – feat. Phonte, BeMyFiasco, Kay Young
• 6 Try Again
• 7 Ghetto to Meadow  – feat. Freeway
• 8 More to Go  – feat. C.S. Armstrong
• 9 All I Need  – feat. Olivier St. Louis
• 10 Bartenders  – feat. Toine Jameson
• 11 Work to Do  – feat. Bilal
• 12 People Watching
• 13 Hard to Tell
• 14 Bogarde  – feat. Noochie
• 15 The Way  – feat. Haile Supreme & Saint Ezekiel
• 16 Race

Workshop gratuito di musica rap!

Se hai fra i 13 e i 16 anni e ami ascoltare musica rap partecipa al workshop di formazione per la creazione di brani originali. Scrivi, provi e registri il tuo brano. I migliori suoneranno dal vivo al Rap Contest!

Si inizia scoprendo la storia del rap, dalle sue origini negli Stati Uniti fino ad arrivare alla trap, musica che per alcuni suoi contenuti ha suscitato molto dibattito in Italia. Si prosegue insieme ad un rapper e ad un conduttore radiofonico/Dj per imparare a scrivere un brano, scegliendo insieme un tema che senti vicino, per poi rapparlo su una base musicale. Durante il corso sono previsti collegamenti video con noti rapper italiani con cui sarà possibile anche dialogare a distanza. A conclusione del percorso ti aspetta uno studio di registrazione per produrre il brano che hai scritto e che farà parte di un mix tape su CD.

La tua registrazione sarà diffusa in rete e programmata sulle frequenze di Controradio, dove potrai presentarla durante una trasmissione radiofonica dal vivo. E non è finita! I migliori rapper del workshop potranno partecipare al Rap Contest che si svolgerà a Firenze nel prossimo dicembre.

Il workshop parte da fine settembre, è gratuito e si svolge un pomeriggio alla settimana al Centro Metropolis, in via Liguria a Firenze (zona Piagge).

Il lavoro di scrittura sarà seguito individualmente e i posti disponibili per il workshop sono 16. Quindi se sei interessato non perder tempo, pre-iscriviti subito compilando il modulo che trovi in questa pagina e cliccando su “Invia”.

Le iscrizioni sono aperte da oggi,  fino al 15 settembre o fino ad esaurimento posti, sedici i partecipanti consentiti: ci si iscrive sul sito (www.controradio.it/rap), dove i ragazzi potranno inserire dati anagrafici e liberatorie dei genitori, oltre che le proprie motivazioni che li spingono a partecipare, essenziali al fine della selezione.

Il percorso formativo sarà tenuto da Charlie Dakilo (all’anagrafe Angelo Tomasi) rapper e già educatore della cooperativa Cat, attivo da anni in progetti di laboratori rap nei carceri fiorentini, e da Davide ‘Deiv’ Agazzi, giornalista (Rumore/Rolling Stone) nonché DJ e conduttore musicale a Controradio: i sedici ragazzi saranno suddivisi in gruppi e scriveranno individualmente i testi di brani rap su un tema attuale o del loro vissuto quotidiano. Il rap, infatti, continua a rappresentare un linguaggio ideale per poter raccontare sé stessi, senza far necessario riferimento alle consuetudini tipiche degli atteggiamenti da gangster di matrice statunitense, sicuramente fuori contesto nella quotidianità dei ragazzi di oggi.

Il workshop di musica rap è un’iniziativa Controradio Club e Controradio, realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze e la collaborazione del Consorzio Martin Luther King.

Info: club@controradio.it

 

Exit mobile version