Firenzuola, sacerdote indagato per violenza sessuale

Don Emanuele Dondoli, 58 anni, che nel paese in provincia di Firenze guida le parrocchie di San Lorenzo a Pietramala e San Michele a Montalbano, è stato accusato di violenza sessuale aggravata dopo i presunti abusi nei confronti di una ragazza, che si era rivolta a lui in un momento di fragiltà.

La violenza avrebbe avuto inizio nel marzo 2018 quando la giovane si era rivolta alla parrocchia per un conforto “a seguito di una fase di grande fragilità, disorientamento, e confusione personale”, scrive la pm Benedetta Foti, e, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane sarebbe stata convinta di essere posseduta dal demonio.

Il parroco le avrebbe consigliato delle “benedizioni risolutive per il malessere”: con questo pretesto l’avrebbe fatta spogliare e invitata a sdraiarsi su un lettino situato in sagrestia; a seguito le avrebbe praticato dei massaggi con un unguento obbligandola a subire e compiere atti sessuali. Tutto questo sarebbe andato avanti fino a giugno del 2018, quando la ragazza si è confidata con i familiari e ha sporto denuncia alla polizia.

La donna sarebbe affetta da “disturbo dipendente di personalità”, aggravato da “una sintomatologia ansiosa e depressiva”; condizione che, per l’accusa, la renderebbe incapace di intendere e volere e anche di potersi sottrarre dagli abusi subiti.

Durante una perquisizione, eseguita dalla squadra mobile della questura di Firenze, avvenuta nella parrocchia gli agenti avrebbero trovato nel cellulare di don Dondoli delle foto scattate, da quest’ultimo, durante i ripetuti rapporti avvenuti con la giovane, che testimonierebbero le violenze.

Non tarda a giungere la dichiarazione dell’arcidiocesi di Firenze, che in una nota commenta la vicenda che vedrebbe indagato Don Emanuele. “La notizia – spiega la Diocesi – in merito ai fatti gravissimi che vedono coinvolto un sacerdote della Diocesi di Firenze, ha generato sorpresa, incredulità e amarezza nell’Arcivescovo cardinale Giuseppe Betori, rimasto fino a oggi completamente all’oscuro non essendogli mai pervenuta alcuna informazione o segnalazione né dai soggetti coinvolti, né da altre fonti”.

“Mentre fin da ora esprime piena fiducia nella magistratura – continua la nota – che dovrà giudicare sulla veridicità dei fatti, così come contestati dalla Procura della Repubblica, la diocesi di Firenze fa presente che verrà subito attivata la procedura canonica alla luce di quanto contestato al sacerdote”. “Tale procedura – si spiega ancora – prevede un’indagine previa per verificare il fondamento dell’accusa, se questa sarà confermata il caso sarà deferito alla Congregazione per la dottrina della fede competente in materia. Nel frattempo l’Arcivescovo, se la gravità dei fatti riportati dalla stampa sarà confermata, verosimilmente sospenderà in via cautelare il sacerdote dal ministero”.

L’Arcivescovo, conclude il testo, “insieme al suo presbiterio esprime vicinanza alla giovane coinvolta e alla sua famiglia. Addolorati per la sofferenza provocata, rivolgono anche un pensiero alla comunità parrocchiale colpita da questa vicenda”.

Nuovo Questore Firenze: “prevenzione nostro core business”

Cambio al vertice della Questura di Firenze: il nuovo questore è Armando Nanei, che succede ad Alberto Intini, promosso prefetto a Imperia. oggi l’incontro stampa con i giornalisti che Nanei ha definito ‘gli occhi della città’ sottolineando l’importanza reciproca di un rapporto basato su correttezza, trasparenza e sincerità.

Il nuovo questore incontrerà la prefetta Lega e poi successivamente gli organi istituzionali, laici e religiosi della città. “Non ho chiesto molto voglio farmi una miaidea dei bisogni di Firenze una città in cui sono onorrato di arrivare. La prevenzione è il core business della Polizia, è fondamentale, mi metto dalla parte dei cittadini. A noi piacerebbe arrivare a zero, ma la prevenzione oggi è al centro della strategia della Questura. La gente ci vuole vedere e ci vuole bene quando facciamo bene il nostro lavoro” sono state le prime parole di Nanei che ha risposto anche in merito ai 250 agenti che Il capoluogo toscano attende da novembre.

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Droga: 25 arresti alla Fortezza da Basso di Firenze per spaccio

La Polizia di Stato ha smantellato la centrale dello spaccio ai giardini della Fortezza da Basso di Firenze: poliziotti ‘undercover’ e telecamere nascoste hanno portato alla luce almeno 200 episodi di spaccio in poco più di due mesi.

25 le persone finite in manette tra spacciatori e fornitori della droga, quattro dei quali fermati durante un blitz della polizia in un parcheggio sulla A1. L’operazione  è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa  presso la Sala Dionisi della Questura di Firenze in via Zara, alla presenza del procuratore Capo Giuseppe Creazzo e degli investigatori della Squadra Mobile fiorentina e del Servizio Centrale Operativo.

Sono stati arrestati grazie a poliziotti sotto copertura che si sono infiltrati come finti clienti, i pusher finiti in manette nell’ambito dell’operazione della squadra mobile che ha portato allo smantellamento di una centrale dello spaccio nei giardini della Fortezza da Basso a Firenze. I poliziotti hanno acquistato lo stupefacente dagli spacciatori, nei cui confronti hanno redatto poi i verbali che hanno permesso di sottoporli ad arresto ritardato, previsto dalla normativa antidroga.
Gli arrestati, 25 e non 26 come reso noto in un primo momento, compariranno davanti al gip entro 48 ore per la convalida del provvedimento. A tutti la procura di Firenze contesta l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio.
Si tratta per lo più di uomini di nazionalità nigeriana. 10 sono domiciliati in centri di accoglienza (Cas) di Firenze e provincia. 17 erano in Italia come richiedenti asilo. In manette anche il presunto capo dell’organizzazione, arrestato sabato scorso nel parcheggio scambiatore di Villa Costanza, sull’A1, dopo che aveva venduto oltre mezzo chilo di eroina a un agente sotto copertura. L’organizzazione, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Antonino Nastasi, monopolizzava lo spaccio alla Fortezza. Ognuno svolgeva un ruolo preciso, sebbene intercambiabile. C’era chi avvicinava i clienti, chi nascondeva la droga, chi faceva da vedetta. Complessivamente, le telecamere nascoste alla Fortezza hanno permesso di documentare in 70 giorni di indagine oltre 200 cessioni di droga.

“Per lo spaccio al dettaglio la legge prevede pene che nella maggior parte dei casi non
consentono di mantenere gli arrestati in situazione di detenzione, per cui i pusher sono convinti di una sostanziale impunità, ma con quest’indagine si è cambiato completamente metodo, facendo ricorso agli agenti sotto copertura come si fa per il contrasto ai grandi traffici di droga”. Lo ha detto il procura capo di Firenze Giuseppe Creazzo, commentando
l’operazione della polizia di Stato che ha permesso di smantellare una centrale dello spaccio ai giardini della Fortezza da Basso, a Firenze.
Grazie alle operazioni ”under cover”, spiega sempre Creazzo, “è stato possibile elevare a carico dei soggetti arrestati anche l”imputazione di associazione per delinquere”. A carico
dell’organizzazione, ha aggiunto Creazzo, è possibile ipotizzare “un giro di affari di centinaia di migliaia di euro, se non di milioni”.
Alla Fortezza, ha spiegato poi il questore Alberto Intini, “era evidente una situazione quasi di controllo del territorio”. “Nonostante servizi quasi tutti giorni – ha aggiunto – la norma
non consente di affrontare in modo efficace lo spaccio di lieve entità, per questo abbiamo valutato un’azione di contrasto investigativo più adeguata”.

“Ringrazio la polizia di Stato, la polizia municipale e la magistratura per l’ottimo risultato di contrasto allo spaccio che ha portato a ben 26 arresti per droga al giardino della Fortezza”, a Firenze. Lo ha scritto il sindaco Dario Nardella su twitter, “la lotta allo spaccio – ha continuato Nardella – è una nostra priorità per la vivibilità di Firenze e la legalità”.

Matteo Salvini ha commentato “ringrazio le Forze dell’Ordine per gli spacciatori arrestati a Firenze. È evidente il cambio di passo sollecitato dal governo. Conto che la magistratura aiuti in questo percorso di legalità”.

Ringraziamenti alle forze dell’ordine anche da parte del deputato fiorentino Gabriele Toccafondi e del candidato a sindaco per FdI Paolo Marcheschi che però parla  di “complicita’ morali e politiche di Rossi e Nardella  che continuano a predicare un’accoglienza indiscriminata”.

 

Legionella in impianto idrico della questura di Firenze

Nell’impianto idrico dell’acqua calda de ‘Il Magnifico’, la struttura che a Firenze accoglie alcuni uffici della questura e le camerate per gli agenti, è comparso il batterio della legionella.

Lo dice la segreteria provinciale del Siulp di Firenze in una nota dopo l’avviso affisso e firmato del questore, con il quale si informa che è già stata incaricata una ditta che nei primi giorni della prossima settimana “procederà alla bonifica dell’impianto
mediante immissione di cloro ovvero di acqua ad altissima temperatura (secondo procedure stabilite dalla stessa e ritenute idonee)”.

Il Siulp specifica che, comunque, lo stesso questore avrebbe assicurato che la situazione “è sotto controllo”. La presenza della legionella sarebbe stata scoperta dopo che, circa due mesi fa, una addetta alle pulizie è stata ricoverata per ‘polmonite’. Gli accertamenti avrebbero portato, in seguito, alla scoperta della contaminazione nell’impianto di acqua calda dei piani più alti de Il Magnifico.
Nella nota il sindacato ricorda che “tale batterio si contrae mediante inalazione di vapore acqueo e non per ingestione o contatto”. Per questo, tra le misure preventive già adottate per evitare la contaminazione, l’invito a fare la doccia “in locali areati (per evitare la formazione di vapore acqueo) e dopo aver fatto scorrere a lungo (almeno 15′) l’acqua calda”.

Minori: Toscana, al lavoro per semplificare procedure affido e permessi di soggiorno

Semplificare e snellire le procedure in materia di affidi, specie per quanto riguarda il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno dei bambini stranieri affidati a famiglie italiane: questo il tema al centro di una riunione nella sede della questura di Firenze.

La riunione ha coivolto, tra gli altri, il questore Alberto Intini, l’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, e il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi: in merito, ciascuno si è esposto, tutti concordi però sulla necessità di semplificazione delle procedure.

L’assessore Saccardi, spiega una nota, ha sottolineato che “con questa iniziativa, la Regione Toscana intende rinnovare il proprio impegno per la promozione dell’affido familiare, che costituisce il principale strumento di aiuto nei riguardi di bambini e ragazzi in condizione di difficoltà.

Siamo sicuri che la collaborazione con la questura di Firenze non potrà che contribuire positivamente a fronteggiare le criticità procedurali, e a migliorare la qualità degli interventi, a servizio delle famiglie e dei ragazzi coinvolti nell’esperienza affidataria”.

Per Toccafondi, “le famiglie affidatarie in Toscana svolgono un grande servizio a tutta la comunità, noi vogliamo aiutarle e sostenerle in questo. È lo Stato che chiede un aiuto alle famiglie per accompagnare minori, anche stranieri, in un percorso di crescita e spesso in situazioni non semplici”.

“Per il rinnovo del permesso di soggiorno – ha aggiunto -, è giusto che ci sia un iter da seguire e controlli da effettuare ma aiutare queste famiglie è doveroso. Per questo parte un veloce percorso che troverà soluzioni che aiutino le famiglie”.

Rapinatori seriali di anziani, arrestata banda a Firenze

La squadra mobile di Firenze ha eseguito questa mattina misure cautelari nei confronti di cinque persone, accusate di aver derubato alcuni anziani dopo averli convinti a farli entrare nella loro case, raggirandoli col pretesto di proporre loro dei risparmi sul consumo di energia.

Sgominata dalla Polizia di Stato una banda di ”predatori seriali” di anziani. Alle prime luci dell’alba la Squadra Mobile della Questura di Firenze ha eseguito 5 misure di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Firenze, Mario Profeta, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze (il pm Paolo Barlucchi è il titolare dell’inchiesta) nei confronti di altrettanti soggetti che, proponendo risparmi sui consumi di energia, entravano nelle abitazioni di persone anziane per mettere a segno i loro colpi.

In carcere sono finiti un 22enne e un 30enne, entrambi di origine romena, e un 25enne originario dell’Albania. Agli arresti domiciliari uomo di 20 anni do origini romena, mentre per un 39enne italiano il giudice ha disposto la misura dell’obbligo di firma. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, i quattro, dipendenti di una società che propone contratti di forniture elettriche per conto di Eni, approfittavano del loro ruolo per entrare nelle abitazioni degli anziani e derubarli.

In altri casi si sarebbero presentati come incaricati diretti di Eni, sostenendo di dover sostituire le lampadine delle abitazioni con altri a basso consumo energetico. Mentre uno distraeva la vittima, gli altri frugavano nei mobili alla ricerca di gioielli. Dal 6 febbraio al 6 marzo scorsi il gruppo avrebbe messo a segno almeno sei colpi tra Firenze e provincia, tra cui un furto a una 83enne disabile e una rapina a un anziano, buttato a terra in casa sua e derubato del crocifisso che aveva al collo e di un bracciale in oro. La refurtiva veniva rivenduta ai compro oro subito dopo i colpi.

Le indagini, scattate dopo la rapina del 6 febbraio, hanno permesso agli agenti della squadra mobile di individuarli grazie alle immagini girate dalle telecamere di sorveglianza, che hanno consentito di individuare l’auto che usavano e ricostruire i loro movimenti. Altre persone risultano indagate nell’inchiesta, coordinata dal pm Paolo Barlucchi. In casa di una di queste, perquisita questa mattina dalla polizia, è stata trovata della droga. I malviventi si muovevano sempre in gruppi di tre o quattro persone. Tre di loro erano stati arrestati in flagranza il 28 febbraio scorso dopo un furto a casa di una 92enne, al quale secondo la polizia avrebbe partecipato anche un 17enne.

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