‘Daspo locali’ per zone off limits: a Firenze arrivano le aree sotto tutela

Salvini le ha già vigorosamente ribattezzate  misure ‘anti balordi’,  Bologna li ha sperimentati per prima nel 2017 chiamandoli ‘mini Daspo’ e adesso arrivano anche a Firenze: sono i cosiddetti ‘Daspo comunali’ che tramite ordinanza, la Prefetta Laura Lega ha annunciato come pugno duro in città.  In sostanza si parla del divieto di stazionare in alcune aree di Firenze alle “persone dedite ad attivita’ illegali”, che saranno dunque allontanate. Una misura che sta già facendo discutere ma che ricalca quella introdotta dall’allora Ministro Minitti nei contesti urbani.

 

Fu Matteo Piantedosi, all’epoca prefetto di Bologna e attuale capo di gabinetto del ministero dell’Interno, a istituire con un’ordinanza il divieto di stazionamento in una specifica zona della città a chi era già stato arrestato o denunciato nell’ambito dei controlli delle forze dell’ordine nell’area. Era il cosiddetto ”mini-daspo”, lanciato alla fine del 2017, quando l’attenzione si concentrò nel parco della Montagnola, area verde ”teatro” spaccio, dove si erano verificate anche aggressioni. Nei mesi scorsi il provvedimento è stato confermato ed esteso anche alla zona universitaria e ora arriva anche a Firenze.

L’aumento di risse causate da abuso di alcolici o da regolamenti di conti tra bande di spacciatori. L’esasperazione dei cittadini, la richiesta di un segnale concreto. La campagna elettorale che tira per la giacchetta il tema della sicurezza. E la prefetta che propone un’ordinanza ‘non perché Firenze sia in emergenza’ – sottolinea –  ma per confermare l’imprinting della sua gestione della legalità sul territorio avviato nei mesi scorsi alla Fortezza e alle Cascine.

Questo il contesto nel quale si inserisce l’ordinanza  decisa in Palazzo Medici Riccardi che da un lato mappa la città in 17 zone ‘rosse’ e dall’altra individua un target di riferimento: quei soggetti che hanno già a loro carico denunce per spaccio, risse o vendita abusiva. Chi di loro verrà trovato nelle aree off limits potrà essere allontanato da forze dell’ordine e vigili fino a metà luglio.

E già si parla di un daspo urbano 2.0 che trova nei nostri ascoltatori pareri contrastanti: c’è chi commenta con “si risolve solo il problema del ‘decoro’, non altri come ad esempio il disagio sociale”  e chi pensa che questo strumento “dovrebbe servire proprio ad allontanare gli spacciatori e i violenti dalle zone dove commettono i loro reati, zone che non cambiano facilmente, quindi tenerli lontani vuol dire in parte farli smettere”.

In pratica chi non rispetta l’ordinanza, dopo l’allontanamento rischia una denuncia penale che prevede sanzioni pecuniarie o arresto fino a 3 anni.  Il provvedimento viene elogiato dal Ministro Salvini che punta ad estenderlo a tutta la Penisola. Intanto nel capoluogo toscano avrà durata sperimentale di 3 mesi per poi valutarne gli effetti e l’eventuale applicazione anche in altre zone della città.

Dal punto di vista delle responsabilità, il sindaco Nardella che più volte ha chiesto che sul tema sicurezza fosse il Viminale ha tirare le fila come suo dovere istituzionale e che ancora attende 250 agenti per la città, condivide la linea intrapresa dalla prefetta mentre la Lega parla di misura compensativa per i 5 anni di cose non fatte dall’amministrazione e la sinistra  la definisce una deriva securitaria, da campagna populista che certifica il fallimento di Nardella.

Tecnicamente il provvedimento non fa altro che basarsi sul testo unico di pubblica sicurezza e sul decreto dell’allora ministro Minniti. Tra le zone interessate, oltre a Fortezza, Cascine e Stazione, anche quelle vie e piazze come Ciompi e via dei Servi dove si segnalano gli ultimi fatti di cronaca e che il Tar ha definito interessate da “grave insicurezza e pericolosità”.

 

Chiara Brilli

17 zone rosse contro la criminalità a Firenze

Il provvedimento adottato dal prefetto di Firenze Laura Lega potenzia in determinate zone della città l’attività di contrasto già in atto contro lo spaccio di stupefacenti ed i reati contro le persone, vietando lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali e disponendone l’allontanamento.

L’ordinanza, dalla validità di tre mesi, si prefigge di garantire la massima sicurezza e la piena fruibilità del centro storico fiorentino alla cittadinanza. “Firenze è una città sicura – sottolinea il prefetto Lega – e vogliamo rafforzare e consolidare l’azione già messa in atto dalle forze di polizia e dalla municipale”, che negli ultimi mesi hanno incrementato i servizi di prevenzione e controllo, “per rendere più difficile il radicamento di fenomeni di illegalità e di degrado”. In sostanza sarà vietato stazionare in determinate aree “a soggetti che ne impediscano l’accessibilità e la fruizione con comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione” delle stesse.

Sarà ritenuto responsabile di tali condotte “chiunque sia stato denunciato per aver compiuto attività illegali in materia di stupefacenti, per reati contro la persona o per danneggiamento di beni” o anche per il commercio abusivo. L’ordinanza si applicherà nell’area della Fortezza da Basso, nel parco delle Cascine, in via dei Servi, piazza dei Ciompi, via dell’Ariento, via Sant’Antonino, borgo San Lorenzo, piazza del Mercato centrale, via Nazionale, largo Fratelli Alinari, piazza della Stazione, via Panicale, via Guelfa, via de’ Benci, largo Pietro Annigoni, via dei Pandolfini e piazza San Jacopino.

Firenze: 3 bandi da prefettura per prima accoglienza migranti

La prefettura di Firenze ha indetto tre bandi di gara europei per l’affidamento nei prossimi due anni dei servizi di prima accoglienza e assistenza dei cittadini richiedenti protezione internazionale nel territorio della Città metropolitana fiorentina, per un fabbisogno complessivo di 1800 posti.

Il 30 aprile scadono infatti le convezioni per il funzionamento dei centri di prima accoglienza, stipulate nel 2017. Il nuovo schema di capitolato, spiega una nota, individua prestazioni e basi d’asta diverse a seconda della dimensione e della tipologia delle strutture destinate all’ospitalità, che vengono distinte in due gruppi: singole unità abitative e centri collettivi.

Il periodo di affidamento è due anni dalla stipula dell’accordo quadro e il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre l’8 maggio.

Accesso a registri giudici di pace per Prefettura Firenze

Un nuovo tassello si aggiunge alla performance digitale e telematica delle amministrazioni pubbliche. Da oggi la Prefettura di Firenze potrà accedere via internet ai registri del giudice di pace, visionare i documenti ed estrarre copia degli atti presenti, mentre finora non era abilitata.

E’ il frutto dell’accordo operativo siglato stamani a Palazzo Medici Riccardi tra Prefettura, Ordine degli avvocati e Comune di Firenze. Una positiva partnership che consentirà di migliorare la gestione del servizio, di risparmiare tempo di lavoro e risorse impiegate.

L’Ordine degli Avvocati metterà a disposizione una struttura per la digitalizzazione degli atti e dei documenti cartacei relativi ai procedimenti civili iscritti davanti al Giudice di Pace.

Inoltre, le parti hanno concordato “di collaborare per ampliare la fruizione digitale dei servizi della giustizia di prossimità, si legge nell’accordo, sostenendo le attività e le azioni legate alla sperimentazione e all’introduzione di nuove prassi, favorendo la partecipazione attiva del personale e agevolando, ciascuno per il proprio ambito di competenza, l’uso degli strumenti informatici e delle tecnologie appropriati”.

L’accordo è stato sottoscritto dal prefetto di Firenze Laura Lega, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze Sergio Paparo e il comandante della polizia municipale Alessandro Casale.

Per seguire la realizzazione di questi percorsi, è stato costituito un apposito tavolo di lavoro, composto dai rappresentanti dei soggetti firmatari, che si riunirà periodicamente.

Firenze, prefettura: circolare su uso responsabile prodotti pirotecnici

La prefettura di Firenze ha emesso una circolare per prevenire incidenti e disturbi in vista del capodanno.

“Festeggiare assicurando l’incolumità di tutti, in particolar modo dei bambini e dei soggetti più deboli. Con questo obiettivo – afferma la prefettura di Firenze -, e fermo restando il divieto di utilizzare prodotti non muniti delle necessarie certificazioni e venduti da soggetti non autorizzati, i cittadini sono invitati a utilizzare il meno possibile i botti più pericolosi, soprattutto nei luoghi più sensibili come le piazze affollate, le aree a rischio di incendi ovvero vicine a ospedali, luoghi di culto e monumenti; privilegiare i “giochi di luce” che sono meno invasivi e rumorosi e creano minori disagi alla quiete pubblica ed agli animali domestici.”

Questo il contenuto di una circolare che la Prefettura di Firenze, aderendo ad un’iniziativa di livello nazionale avviata dal Ministero dell’Interno, ha rivolto a tutti i sindaci della Città Metropolitana, chiedendo di collaborare a sensibilizzare tutti i cittadini sull’uso responsabile dei prodotti pirotecnici durante le festività natalizie e di fine anno.

L’adozione di tutte le precauzioni indicate da produttori e commercianti è fondamentale per garantire che l’utilizzo di questi strumenti possa avvenire in condizioni di assoluta sicurezza per tutti.

Rossi su migranti: “Invito la Prefettura di Firenze a rivedere le circolari”

Sulla vicenda anche il primo cittadino di Firenze Dario Nardella: “Il ministro dell’Interno ha messo le mani sul sistema dell’immigrazione nel nostro Paese senza risolvere nulla, ma aumentando il rischio di pasticci perché smantella lo Sprar, ovvero il sistema di accoglienza diffusa che fino ad ora ha dato i migliori risultati in assoluto grazie al coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei sindaci”.

“Rivolgo un invito a rivedere le circolari emesse in questi giorni – sostiene Enrico Rossi – dalla prefettura di Firenze. Contenuti e forma mi paiono inopportuni sul piano costituzionale. È un terreno molto delicato che riguarda” libertà fondamentali: quella “personale, quella di circolazione, quella della segretezza della corrispondenza che possono essere oggetto di limitazioni solo attraverso provvedimenti da parte dei magistrati”

“Dalle circolari – aggiunge Rossi – emerge una tendenza ad affrontare la questione dei flussi migratori come problema di decoro e ordine pubblico, trascurando una concreta gestione dell’immigrazione: insegnamento della lingua italiana, conoscenza dei principi della Costituzione, politiche di integrazione, opportunità di lavoro”.

“Ancor più strana – dichiara Rossi  – appare la misura che dispone l’apertura della corrispondenza destinata ai richiedenti asilo alla presenza degli operatori dei centri. Una disposizione che non trova alcun fondamento normativo. Non mi risulta che nel nostro ordinamento siano presenti ‘leggi santuarie’, quelle che regolavano i consumi e i costumi in epoca romana per impedire che venissero abbattute le barriere fra i diversi gruppi sociali e quindi la contaminazione tra i vari ceti”.

“Siamo – afferma il presidente – in un tempo triste in cui, in più province italiane, enti locali e organi di governo conducono esperimenti di biopolitica, che alludono più alla nostra cattiva coscienza che al rapporto con le leggi. Non potendo operare apertamente una discriminazione degli stranieri e delle nuove minoranze, escogitiamo provvedimenti al limite della costituzionalità e dei diritti universali, iniziative che in modo subliminale esprimono la ricerca del ‘capro espiatorio'”.

“Come presidente della Regione Toscana – conclude Rossi – resto convinto che una maggiore integrazione e un maggior controllo sociale possa avvenire esclusivamente attraverso piccoli centri di accoglienza, il potenziamento dei programmi di insegnamento della lingua italiana, l’impiego degli ospiti dei centri in forme di lavoro socialmente utile alla comunità e il superamento del sistema di accoglienza straordinaria a favore di un maggior coinvolgimento dei Comuni e degli enti locali”.

Il vero problema secondo Nardella: “Sta lì, in un decreto sicurezza che non dà alcuno strumento efficace per governare il problema della immigrazione, e che finirà per aumentare le difficoltà connesse all’immigrazione irregolare che vedremo nelle nostre strade. Questa è la vera preoccupazione – conclude Nardella – sulla quale è calato un velo di silenzio, e che invece bisogna denunciare con grande forza”.

“Le disposizioni  che fissano l’obbligo per i richiedenti asilo di rimanere all’interno dei centri di accoglienza di cui sono ospiti  dalle 8 alle 20  mi lasciano molto  perplessa: si rischia di aggiungere un ulteriore elemento di tensione con la cittadinanza, alimentando il sospetto che queste persone siano pericolose e debbano dunque essere tenute sotto controllo. In un momento, per altro,  in cui servirebbe piuttosto una maggiore integrazione” dichiara la deputata PD Rosa Maria di Giorgi.
 
“Chi delinque è giusto che paghi, ma non possiamo  limitare le libertà personali di tutti perché qualcuno sbaglia. E’ un principio di civiltà a cui non possiamo derogare: la sfida dell’integrazione si vince alimentando le occasioni di incontro, non limitandole. E nemmeno trasformando la permanenza nei  CAS in una specie di arresti domiciliari”  conclude la deputata.

“La decisione della Prefettura di Firenze -interviene anche la consigliera regionale Alessandra Nardini – è senza se e senza ma una limitazione alla libertà delle persone e in quanto tale inaccettabile.  Mi aggiungo alle parole del presidente Rossi, di Federico Gelli e di Serena Spinelli che già hanno criticato questa scelta chiedendo al Prefetto di fare un passo indietro. Gli ospiti dei centri di accoglienza sono prima di persone, esseri umani, più deboli e fragili di molti altri e per questo devono semmai essere sostenuti con più forza e non puniti o marginalizzati o peggio ancora trattati come detenuti.”

“Rilancio anche io l’appello – conclude Nardini – a tornare sulla decisione del coprifuoco per le uscite dalle strutture e il controllo dei pacchi, si possono e si devono trovare soluzioni civili per garantire rispetto delle leggi e serena convivenza. Lo dico ancora una volta, restiamo umani”.

 

 

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