Firenze, furto di patenti da un’autoscuola

Un tentativo di furto abbastanza singolare. E’ quello andato in scena a Firenze, nella zona di via Toselli, dove il bersaglio dei malviventi si è rivelata un’autoscuola ed in particolare le patenti che conteneva al suo interno.

Sfondano a calci la vetrina di un’autoscuola e portano via 30 euro e patenti. Ad agire, la notte scorsa, in via Toselli a Firenze, sarebbero stati un 18enne e un 16, entrambi magrebini, il primo poi stato arrestato dalla polizia, il secondo denunciato. Riuscito a scappare un terzo presunto complice. Furto aggravato l’ipotesi contestata, il maggiorenne e’ stato denunciato anche per ricettazione. A dare l’allarme al 112 poco dopo mezzanotte alcuni passanti, tra cui un poliziotto libero dal servizio: dopo aver sentito il rumore dei vetri infranti hanno visto tre ragazzi in fuga dopo il furto.

Sul posto e’ arrivata la polizia e ha bloccato il diciottenne e il minorenne, tra via San Donato e viale Redi. Nel corso della perquisizione, gli agenti hanno trovato addosso ai due alcuni spiccioli e nel borsello del maggiorenne anche una carta prepagata e una tessera sanitaria intestate a terzi. Poco distante, sotto un’automobile parcheggiata, i poliziotti hanno recuperato anche una decina di buste contenenti le patenti di guida trafugate durante il colpo. Secondo una prima ricostruzione, due ragazzi dopo aver infranto la vetrina della scuola guida avrebbero portato via il denaro da un portamonete e numerose patenti rinnovate, mentre un terzo avrebbe fatto da palo per coprire il furto.

E’ un altro furto che si verifica in città dopo che nei giorni scorsi una persona era stata fermata perché aveva fatto razzia all’interno di alcune auto.

Anziana truffata a Firenze da falso carabiniere

Un tentativo di truffa andato a buon fine. E’ quello che ha visto coinvolta un’anziana nella zona di Rifredi, raggirata da un falso carabiniere che ha fatto leva sulla preoccupazione della donna per il figlio.

Spacciandosi per maresciallo dei carabinieri ha truffato un’anziana portandole via, grazie a un complice, gioielli e 600 euro. E’ accaduto ieri nel quartiere di Rifredi a Firenze. Il truffatore, secondo quanto emerso, ha chiamato al telefono la donna, 90 anni, chiedendole del denaro per trarre fuori dai guai il figlio che aveva provocato un fantomatico incidente stradale.

Poco dopo, un giovane, complice del malvivente, avrebbe bussato alla donna facendosi consegnare monili in oro e il denaro prima di fuggire. Sulla vicenda indaga la polizia.

Bici rubata a Firenze. Ma la ritrovano a Padova

Una bici rubata è uno dei tanti problemi che riguardano, tra le altre, la città di Firenze. A volte sono perse per sempre, altre vengono in qualche modo ritrovate. Il caso in questione, però, è davvero singolare, perché il ritrovamento è avvenuto a centinaia di chilometri di distanza dalla Toscana.

La bici era stata infatti rubata a Firenze, ma lui l’aveva registrata a Padova, con marchio sul telaio, e così la Polizia locale la recupera e gliela restituisce. E’ una vicenda singolare quella che vede protagonista la due ruote, il suo proprietario e la Polizia locale di Firenze. Nei giorni scorsi la Polizia Locale del capoluogo toscano ha recuperato una bici rubata – e fin qui nulla di strano – scoprendo però che era marchiata dal Comune di Padova. Lì per lì si è pensato che il furto fosse avvenuto nel capoluogo euganeo, e che il ladro si fosse portato il mezzo in Toscana.

Gli agenti si sono messi in contatto con l’ufficio preposto del Comune padovano, che ha loro trasmesso i dati del proprietario. Si è così scoperto che la bici rubata appartiene a uno studente residente a Firenze il quale, terminati gli studi a Padova dove aveva registrato il velocipede, è rientrato a casa portando con sé la due ruote. E proprio a Firenze gli era stata sottratta. Concluse le pratiche di rito, la bici è così stata restituita al legittimo proprietario.

Non è la prima volta che si verificano casi di questo genere. Un anno fu protagonista un rider, che vedendosi rubare una bici da diverse migliaia di euro fu in grado di vedere e descrivere il ladro ai colleghi. In questo modo, grazie poi all’utilizzo di una chat, il ladro fu individuato e il mezzo alla fine venne restituito al legittimo proprietario. Non a tutti, però, è andata così bene.

 

Furti nelle auto, arrestato per la terza volta con la stessa accusa

Sorpresi a fare razzia sulle auto posteggiate a Firenze dopo aver infranto i finestrini, uno finisce in manette e l’altro fugge. Ma la cosa particolare è che la persona fermata era già stata arrestata per furti nelle auto altre tre volte.

È accaduto ieri mattina in viale Petrarca, a Firenze. Un 30enne tunisino, già noto alle forze dell’ordine e che negli ultimi mesi era già stato arrestato tre volte con la stessa accusa per furti nelle auto per poi essere sottoposto a misure cautelari, tra cui l’obbligo di presentazione giornaliera agli uffici di polizia, è nuovamente finito in manette con l’accusa di furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Con sè aveva un kit da scasso finito sotto sequestro: martello frangi vetro, cacciavite e chiave inglese.

A dare l’allarme, ieri mattina intorno alle 7, alcuni passanti dopo aver visto due uomini intenti a infrangere i vetri di diverse vetture in sosta. Quando le volanti sono arrivate sul posto, secondo quanto emerso, i malviventi, che avevano uno zaino da donna, una valigia e buste di diversa grandezza, hanno cercato di allontanarsi a passo svelto, tra le auto posteggiate, verso piazza Tasso. Fermati dagli agenti, secondo quanto ricostruito, uno di essi, dopo aver lasciato cadere la valigia avrebbe cercato di sottrarsi ai controlli sferrando calci e spintoni.

L’altro invece approfittando della confusione è scappato facendo perdere le tracce. Con la stessa tecnica, secondo gli investigatori, i due avrebbero effettuato numerosi furti in almeno sei auto tra viale Petrarca e viale Ariosto, prendendo occhiali da sole, scarpe, abiti, per un valore di alcune migliaia di euro. Buona parte della refurtiva è stata restituita ai proprietari. Secondo gli investigatori, non è escluso che sempre ieri mattina, intorno alle 5, i due abbiano danneggiato i finestrini di quattro auto, tra via Sogliani e in lungarno Santa Rosa.

Arezzo, sequestro-lampo: imprenditore assalito in casa e portato in ditta per rapinare diamanti

Arezzo, nel pomeriggio di domenica 20 novembre nella città toscana ha avuto luogo un sequestro-lampo a scopo di rapina nei confronti di un imprenditore orafo specializzato in lavorazione di diamanti.

Secondo quanto si apprende, l’uomo si trovava nella propria abitazione a Ruscello, una frazione nei pressi di Arezzo, quando un gruppo di uomini, tutti a volto coperto, sono entrati in azione irrompendo in casa, lo ha sequestrato e lo ha costretto ad andare in azienda, in via Marco Perennio. Qui è stato obbligato a consegnare i diamanti e una volta rapinato e stato poi rilasciato nella campagna vicino alla propria abitazione.

La banda, sempre secondo una prima ricostruzione, avrebbe infatti fatto risalire l’uomo in macchina e lo avrebbe abbandonato durante la serata in campagna minacciandolo di non rivelare niente. In realtà l’orafo era riuscito a dare l’allarme ed è stato soccorso, anche dal 118. Sul posto è arrivata la polizia, che ha iniziato subito le indagini. Ricerche e posti di controllo sono stati attivati in tutto aretino.

L’azienda finita nel mirino della banda è una delle poche di Arezzo specializzata nella lavorazione di diamanti. Durante l’assalto nella casa sarebbero stati presenti dei familiari, ma è uno dei punti da chiarire. Infatti, le indagini della squadra mobile di Arezzo sono in pieno corso. Fortunatamente l’imprenditore risulta ferito in modo lieve, ma il valore dei diamanti consegnati è ancora da quantificare.

Livorno, la municipale multa gli agenti della Polizia

Livorno, durante la notte scorsa un inseguimento contromano della polizia e finito con una multa per l’auto di pattuglia.

Infatti, per schivare un pedone, l’auto della polizia è finita contro un veicolo parcheggiato. I poliziotti, dopo aver chiamato i vigili per segnalare il sinistro, sono stati multati: 29 euro all’agente che era al volante.

Ai poliziotti non è stato contestato l’imbocco della strada in controsenso, dato che la volante era impegnata in un inseguimento, ovvero una causa di forza maggiore legata al servizio che rappresenta un interesse superiore, bensì la perdita di controllo del mezzo.

Secondo la ricostruzione dei fatti, un motorino non si era fermato all’alt della volante e ha cercato di far perdere le sue tracce fuggendo a tutta velocità nelle strade del centro di Livorno. Da lì è partito l’inseguimento, una gimkana del fuggitivo fino a via Meyer: strada stretta, a senso unico, con le auto dei residenti e anche dei frequentatori del lungomare parcheggiate su entrambi i lati perché è una zona residenziale.

Nell’inseguire il fuggiasco, una volta imboccata via Meyer in controsenso, l’auto della polizia è finita contro un’automobile parcheggiata per scansare una persona che stava attraversando. Diversi i danni riportati al veicolo e anche alla vettura della polizia. L’inseguimento si è quindi concluso con l’urto, e gli agenti hanno chiamato la polizia municipale per i rilievi del sinistro. Così è scattata la multa.

Il motivo della sanzione, come spiega la questura, è dovuto al fatto che quando si causa danno a un altro veicolo spunta l’interesse di un terzo e dunque emerge un problema assicurativo. I poliziotti, per un fatto di correttezza nel loro agire, hanno chiesto essi stessi l’intervento della municipale. Dalla questura emergerebbe però un evidente fastidio sull’accaduto, rispetto a una norma che penalizza un operatore di polizia e mette la municipale nelle condizioni di multare chi sta facendo il proprio dovere.

Exit mobile version