Di Giorgi (PD): “Fase delicata, serve chiarezza per evitare decomposizione”

“Apprezzo che Nardella abbia preso le distanze da qualsiasi ipotesi di scissione” Lo afferma la deputata del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi.

“In questo momento delicatissimo per la democrazia – aggiunge la deputata Di Giorgi -, l’unica cosa che come Partito Democratico non possiamo permetterci è la mancanza di chiarezza. Nei confronti del Paese innanzitutto, ed anche di quella vasta platea di militanti che, con dedizione, si stanno impegnando affinché il partito svolga finalmente quel congresso atteso da mesi. I fatti degli ultimi giorni, a partire dalle dimissioni di Marco Minniti, e soprattutto per le modalità con cui sono arrivate, ci preoccupano non poco”.

“Non si può stare in una comunità disinteressandosi di quello che accade – sottolinea Di Giorgi -, come ho sentito rivendicare in queste ore. Il congresso è un momento centrale nella vita di un partito. Già è grave averlo spostato di mese in mese per un anno, forse puntando a non farlo svolgere. Altrettanto preoccupante è dire che non interessa, e che dobbiamo occuparci di fare opposizione: sono piani diversi e le carte non vanno confuse”

La deputata aggiunge: “C’è davvero un progetto per scardinare il Pd da dentro? Se fosse così sarebbe gravissimo: ci aspettiamo su questo massima chiarezza, per rispetto di chi lavora per rafforzare il Partito Democratico e riportarlo al centro della scena politica”.

“Io mi sono schierata con Nicola Zingaretti proprio perché credo nel Pd, oggi più di ieri, e sento forte la necessità che l’opposizione al governo gialloverde trovi proprio nel nostro partito un punto di riferimento chiaro e coeso. Chi non ha più voglia di condividere questo cammino collettivo, fatto di idee e non di personalismi, deve trovare il coraggio di riconoscerlo a sé e agli altri. Trascinare oltre una situazione di incertezza, non è utile a nessuno. E, soprattutto, non è utile al Paese”, conclude Di Giorgi.

Nardella: “Ritiro candidatura Minniti è occasione persa”

Il ritiro della candidatura di Marco Minniti alla segreteria del Pd “più che una sconfitta è un’opportunità persa”. Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, tra i firmatari del primo appello per la candidatura dell’ex ministro dell’interno Marco Minniti.

“Ne prendo atto con rammarico, come centinaia di altri miei colleghi sindaci che hanno firmato questa candidatura che aveva un obiettivo molto chiaro, dare più forza e unita al Pd”, ha aggiunto, a margine della presentazione del progetto della nuova fermata ferroviaria Firenze Guidoni.

“Io penso che tutte le scissioni siano sempre negative – ha proseguito Nardella – del resto la storia ci insegna che producono risultati negativi. Detto questo, non ho intenzione di occuparmi della politica nazionale: sono concentrato su Firenze, faccio il sindaco di Firenze, e mi preparo per proporre ai fiorentini un progetto per i prossimi cinque anni. Il mio partito si chiama Firenze: sono impegnato nel Pd a livello locale perché sia unito, forte, possa crescere; non rinnego le mie amicizie come qualche volta qualcuno fa, e non mi accodo ai vincitori. Questo è il mio modo di ragionare e di lavorare. Ora sono al 100% pancia a terra impegnato per Firenze”

“Finalmente il ministro Salvini segue qualche proposta che arriva dai sindaci italiani”. Ha affermato il sindaco di Firenze, a proposito della volontà della Lega di introdurre nelle scuole l’insegnamento dell’educazione civica, obiettivo di una proposta di legge promossa e sostenuta dallo stesso Nardella.

“E’ una proposta dettata dal buon senso – ha aggiunto – e da chi ha a cuore il ruolo della scuola dove i giovani possono diventare cittadini. Se un partito politico raccoglie questa proposta, come già hanno fatto altri partiti, noi non possiamo che essere felici.”

“Speriamo che la Lega sia coerente e che quindi porti in fondo insieme agli altri partiti la proposta che è nata dai sindaci italiani, senza alcuna distinzione di appartenenza di partito e senza alcuna distinzione di bandiera”, ha concluso Nardella.

Pd, Rossi: “Se Renzi uscisse, la sinistra potrebbe ricomporsi”

“Se Renzi lasciasse il Pd si potrebbero ricomporre due aree: una di centro liberaldemocratica, che io però non condivido, e una di sinistra che intende sicuramente allargarsi e ricomporsi”.

Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (Mdp – Articolo Uno), a margine della plenaria del Comitato europeo delle Regioni.
“Se Renzi lasciasse il Pd, il partito, almeno come l’abbiamo conosciuto negli ultimi tre-quattro anni, non esisterebbe più – ha dichiarato Rossi – se ora ci fosse una separazione consensuale sarebbe un primo importante chiarimento, e dopo questo si potrebbe cominciare a entrare nel merito. Ma finché continuerà questo dibattito sul posizionamento dei gruppi dirigenti, credo che non recupereremo nemmeno un elettore”.

“Ho detto fin da subito che il tentativo di LeU era generoso ma fallito – ha continuato il governatore – io sono abituato a fare battaglia politica insieme a milioni di persone, ma la posso fare solo dentro a una forza politica che mi convinca e faccia le battaglie nelle quali io credo.”

“Purtroppo il Pd egemonizzato da Renzi non era questo e di fatto – conclude Enrico Rossi -, per come era organizzato, ha impedito un confronto di merito di cui ci sarebbe stato bisogno.”

PD, Congresso: ipotesi ticket Minniti-Bellanova

Cresce di consistenza in queste ore l’ipotesi di un ticket Marco Minniti-Teresa Bellanova per la corsa alla segreteria del Pd, secondo quanto si apprende da diverse fonti, che la ritengono possibile.

L’ex ministro dell’Interno e ora deputato e l’ex vice ministro allo Sviluppo economico, adesso senatrice PD, potrebbero presentarsi appoggiati dalla corrente di Matteo Renzi (della quale Bellanova fa parte).

Oggi pomeriggio l’ex premier presenterà a Firenze con Minniti – che da settimane mantiene la riserva sulla sua discesa in campo – il libro di quest’ultimo sulla politica di sicurezza.
L’annuncio del ticket potrebbe arrivare anche dopo l’assemblea nazionale del Partito Democratico di domani a Roma, che darà il via all’iter del congresso.

Firenze, PD: domani ore 11 sit-in per dire SI a opere pubbliche

Si svolgerà davanti al cantiere della stazione Foster, in via Circondaria, con la partecipazione del sindaco Dario Nardella, il sit-in organizzato dal gruppo consiliare Partito Democratico del Comune di Firenze, per dire “sì alle opere pubbliche, per l’occupazione e lo sviluppo della città”.

“Sì alla ripresa immediata dei lavori per la stazione Foster – fa sapere il gruppo consiliare di Firenze – per mettere fine quanto prima alla deprecabile situazione del cantiere, al disagio e incertezze dei lavoratori.”

“Sì alla ripresa dei lavori per il sottoattraversamento, sì alla nuova pista per l’aeroporto di Peretola e al Piano periferie”. Tra le richieste anche “il completamento della rete tramviaria e il collegamento con Bagno a Ripoli” e il “Piano casa”, visto che “servono 400 milioni per le famiglie fiorentine che risiedono nella nostra città”.

 

Università: Rettore Pisa, impossibile promuovere le donne

Vincenzo Barone, rettore dell’Università di Pisa, ha denunciato la situazione di scarsa opportunità lavorativa per le donne in ambito accademico. Sulle sue parole sono intervenuti anche Catizone del Pd e Pedrazzini di Forza Italia

“Ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo”. Lo denuncia in una intervista il rettore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone.

“Si parla di tutto – spiega Barone – meno che di preparazione, merito e competenze, che dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico”. Si tratta spesso, fa sapere, “di calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte”. Riguardo ai contenuti riferisce: “Offensivi, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori. Anche se missive anonime sono state utilizzate per colpire pure candidati uomini” ma “se per gli uomini in genere il copione è quello di additare il maestro che vuole proteggere l’allievo prediletto – aggiunge – per le donne c’è l’aggiunta di risvolti volgari e riferimenti alla vita privata, del tutto inaccettabili e per di più falsi. Non mi stupirei, visto il clima, di vedere prima o poi anche attacchi magari sulle tendenze omosessuali di qualcuno”.

“Le parole del rettore della Normale di Pisa Vincenzo Barone, sulla difficoltà a promuovere le docenti donne, sono sconfortanti ma totalmente veritiere. E purtroppo non sono circoscritte solo all’ambito accademico.
Servono più atti di coraggio come questo. Il fatto poi che la denuncia venga fatta da un uomo testimonia la gravità della situazione. Nessun piagnisteo al femminile, quindi, ma la constatazione di uno stato di continuo sopruso. La presenza delle donne nei posti di lavoro peraltro è un tema che deve interessare tutti. I numeri e non le opinioni personali dimostrano chiaramente gli effetti positivi che ai determinano in termini di qualità e produttività. La violenza contro le donne nel nostro Paese non è solo fisica ma anche psicologica.
L’accesso a posizioni apicali è certo molto più complessa per le donne. È un grave problema di carattere culturale e strutturale. Di sicuro questo governo peggiora la situazione.
Nelle Università sono ancora poche le donne Rettori, Presidi e, come in altri ambiti professionali, se sei una donna sei obbligata ad un sforzo superiore rispetto ai tuoi parigrado maschile. Su questo fronte siamo ancora un Paese arretrato, terribilmente arretrato”. Lo afferma Andrea Catizone, responsabile pari opportunità del Pd

 

“La denuncia del rettore della Normale di Pisa è indice di un gap di civiltà prima ancora che di genere. L’ostracismo alla carriera accademica delle donne, portato avanti con pregiudizi e pettegolezzi, è un fattore frenante alla premialità del merito”. Lo dichiara il deputato di Forza Italia Claudio Pedrazzini. “Una valutazione della classe docente che non sia basata sulle capacità dei candidati non è solo il sintomo di una insensata discriminazione ma rischia anche di compromettere la qualità dell’offerta formativa agli studenti. L’università è il luogo in cui si forma la classe dirigente del futuro e per questo dovrebbe essere un esempio di meritocrazia: sessismo e logiche baronali non devono trovare spazio nei nostri Atenei”, conclude.

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