Strage di Viareggio: lunedì al via processo di appello bis

Inizierà lunedì 7 marzo a Firenze il processo di appello bis per la strage di Viareggio, il disastro ferroviario del 29 giugno 2009 in cui persero la vita 32 persone in seguito al gas gpl fuoriuscito da un vagone cisterna deragliato, che innescò un enorme incendio.

Il nuovo appello, sulla strage di Viareggio del 29 giugno 2009, è stato disposto dalla Cassazione, che ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado per 16 imputati, tra i quali i vertici delle Ferrovie come Mauro Moretti, Michele Mario Elia, Vincenzo Soprano, Mario Castaldo, oltre a dirigenti di aziende ferroviarie tedesche. Per questi imputati la Cassazione ha escluso l’aggravante dell’incidente sul lavoro dall’accusa di omicidio colposo plurimo, facendo scattare di conseguenza la prescrizione per questo reato.

Così la Corte di appello nel processo bis dovrà rideterminare le condanne considerando che l’unico reato che resta contestato è quello di disastro ferroviario. Nel corso del primo appello, Mauro Moretti aveva rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, tuttavia, in occasione del rinvio Moretti dovrà confermare o meno l’intenzione di rinunciare alla prescrizione. Lunedì in aula a Firenze saranno presenti anche i familiari delle vittime, che come già in passato ribadiscono le loro critiche alla sentenza della Suprema Corte.

“La Cassazione – si legge in un comunicato dell’associazione ‘Il mondo che vorrei’ – con la sua pronuncia vergognosa ha mandato in prescrizione l’omicidio colposo, non ha voluto guardare Viareggio per ciò che è stato: un incidente sul lavoro. Questa sentenza – prosegue l’associazione – è l’espressione massima dell’incapacità della giustizia di essere al servizio dei cittadini” e “influirà negativamente sulla ricerca della verità per i processi in corso (Rigopiano, Pioltello) e per quelli che si apriranno prossimamente (ponte Morandi, funivia Stresa Mottarone)”.

Strage Viareggio motivazioni della Cassazione: “Prescrizione perché norma è successiva”

Firenze, la riduzione della velocità a 60 km/h al passaggio del treno cisterna in stazione non era una regola prevedibile quando si verificò la strage di Viareggio ed è stata introdotta successivamente come norma.

Così in sintesi la Cassazione nella motivazione della sentenza sul disastro che provocò la strage, inoltre i giudici hanno dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo per il venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La violazione della regola cautelare della riduzione della velocità a 60 km/h “è stata individuata ex post, con una erronea identificazione della condotta che avrebbe evitato l’evento”.

“La circostanza – scrivono i giudici della Cassazione – che successivamente all’incidente, per treni trainanti carri cisterna, sia stata disposta la riduzione delle velocità di attraversamento delle stazioni a 60 km/h non dimostra la preesistenza di un’analoga regola, non essendo stato accertato che ciò rispondesse a un orientamento preesistente e anzi apparendo evidente la natura meramente precauzionale delle misura”. “La condotta che avrebbe potuto evitare l’evento” e che fu accertata dopo l’incidente, spiegano ancora i giudici, è stata confusa dalla corte di appello di Firenze “con quella che il sapere disponibile avrebbe dovuto suggerire agli operatori del settore prima del verificarsi del sinistro”.

I rischi connessi a una non adeguata manutenzione degli assili dei carri merci erano ben noti agli addetti ai lavori quando si verificò la strage di Viareggio. Lo sostengono i giudici della Corte di Cassazione, secondo i quali “nel 2005 era certamente noto gli operatori del settore il rischio di rottura degli assili per l’esistenza di corrosioni o danneggiamento non eliminati nell’attività di manutenzione”. Lo scrivono i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza per il disastro alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009: la carrozza cisterna con un carico di gpl deragliò a seguito della rottura dell’assile. Nella ricostruzione dell’accusa poi un picchetto a fianco della rotaia tranciò la cisterna, con fuoriuscita del gas che incendiandosi causò 32 vittime.

“Sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio – sostiene ancora la Cassazione – tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d’arte era stata all’origine di alcuni incidenti ferroviari”. “Anche le prassi instaurate per i carri merci nazionali – si legge ancora nella sentenza – attestano la conoscenza del rischio derivante da una inadeguata manutenzione degli assili”. “Non è stato mai anche solo rappresentato – sottolineano ancora i giudici – che il carro sviato a Viareggio avesse caratteristiche costruttive tali da renderlo significativamente diverso da quelli ‘nazionali'”.

Un’attesa durate otto mesi. È quanto si sottolinea fra i familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 in merito al deposito della motivazione della sentenza di Cassazione. Il verdetto risale all’8 gennaio. “È già qualcosa che siano uscite”, osserva Marco Piagentini, presidente dell’associazione che riunisce i parenti ‘Il Mondo che vorrei’, spiegando però di “non sapere ancora nulla. Visto che ci saranno dei passaggi tecnici, dobbiamo leggerli con i nostri avvocati per capire bene il contenuto, soprattutto il passaggio che riguarda l’incidente sul lavoro. Poi faremo un comunicato e una conferenza stampa per commentare il tutto”. Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato per avere fatto da consulente alle vittime della strage è sintetico nel suo commento. “Meglio tardi che mai – dice – ci hanno messo quasi come per un parto, per il tempo impiegato per far uscire le motivazioni. Certo che la Cassazione in tre udienze ha ribaltato le 180 udienze che ci sono state sia di primo grado che in appello. Adesso siamo curiosi di leggere materialmente le motivazioni della Cassazione, spero che ci vengano spedite al più presto”.

L’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti potrà decidere se rinunciare alla prescrizione per l’accusa di omicidio colposo nel processo di appello bis disposto a suo carico. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione, precisando come la rinuncia alla prescrizione effettuata da Moretti nel corso del processo di appello svoltosi a Firenze non possa essere ritenuta valida. La dichiarazione di Moretti, precisano i giudici, “volta a rinunciare alla prescrizione per tutti i reati che fossero stati estinti”, “non può ritenersi efficace” perché fatta prima del verificarsi dell’estinzione del reato. “Il rimedio – sostiene sempre la Cassazione – può essere rivenuto nel riservare al giudizio di rinvio la verifica della volontà dell’imputato di rinunciare alla prescrizione dei reati di omicidio colposo”. Sempre gli ermellini ricordano nella loro sentenza quanto sostenuto dai giudici della Corte di Apello di Firenze, nella sentenza di secondo grado, ossia come Moretti, dopo la cessazione della carica in Rfi spa, avesse mantenuto “forti poteri di controllo e di indirizzo sulle società collegate, tra cui la stessa Rfi spa”.

Strage Viareggio: commenti e reazioni a sentenza Cassazione

Sono proseguiti anche oggi i commenti e le reazioni alla sentenza della Corte di Cassazione sulla strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009.

“La mia personale vicinanza e anche quella della mia amministrazione ai familiari delle vittime delle Strage di Viareggio” viene espressa dal sindaco di Massarosa (Lucca)
Alberto Coluccini. “Un’intera comunità, un intero territorio e potremmo dire un intero Paese si aspettavano finalmente verità e giustizia, così ieri non è stato – afferma – Ribadisco piena
solidarietà e sostegno perchè i familiari ne hanno oggi più che mai bisogno per non sentirsi soli nella loro battaglia processuale e morale”.

“Quando in un Paese Democratico si dimostra di non essere più in grado di garantire ai cittadini giustizia e certezza della pena e per i colpevoli di reati si apre le porte all’impunità e si minano le basi della convivenza civile, significa che si è giunti al capolinea”, scrive il coordinamento di Sinistra civica ecologista della Versilia esprimendo “vicinanza e solidarietà
alle famiglie delle vittime della strage e un profondo sconcerto per la sentenza”.

“E’ stata scritta un’altra pagina buia della storia del nostro Paese sotto le ali della famigerata prescrizione dei reati” e “viene da chiedersi come sia possibile
che il giudizio della agistratura in primo e secondo grado vengano annullati, che Mauro Moretti sia stato insignito dopo quello che definì ‘uno spiacevole incidente’ del titolo di
Cavaliere della Repubblica e promosso a capo di Finmeccanica prima e della Fondazione delle Ferrovie Italiane poi. Viene da chiedersi che giustizia e’ quella che non arriva in tempo”. Italia dei Valori, col coordinatore provinciale di Lucca, Domenico Capezzoli, scrive che “l’ombra della prescrizione è diventata realtà. Vergogna. Siamo molto indignati. Constatiamo con rammarico che giustizia non è stata fatta e si allungano le
sorti del processo.

Questa sentenza è indegna e non rispetta le vittime ma soprattutto i familiari che giustamente vogliono giustizia. Questa è una ferita aperta che sarà difficile
chiudere, perchè ce la ricorderemo per sempre”.

Il Pci, con la segreteria regionale Toscana afferma: “Viareggio. L’ennesima strage impunita? Noi non ci stiamo! Nel verdetto dalla Corte di Cassazione viene confermata l’esistenza
del reato di omicidio colposo plurimo, ma questo viene prescritto in quanto è stata esclusa la circostanza aggravante della violazione delle norme di prevenzione sui luoghi di
lavoro. È stato rinviato a giudizio anche l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti, del quale verrà così rivalutata la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo. Il mancato
riconoscimento dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, pur essendo state appurate, rappresenta un precedente pericoloso ed un’offesa alle vittime,
ai loro parenti, ai lavoratori e alle lavoratrici.

Occorre introdurre leggi precise e stringenti come il reato di omicidio sul lavoro. È l’unico modo per poter rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari. Gli imprenditori, ad, dirigenti responsabili devono essere messi di fronte alla giustizia penale
e pagare per le loro colpe. Siamo di fronte, per l’ennesima volta, ad una sentenza che difende nei fatti gli interessi dei detentori del potere economico e politico, rovesciando e
vanificando il positivo lavoro d’indagine e le due sentenze precedenti. È indegno di un Paese civile che non si vogliano accertare e poi attribuire in via definitiva le piene
responsabilità di un disastro che ha segnato profondamente Viareggio e la Versilia”.

Strage Viareggio: Toninelli, toglieremo titolo “‘ cavaliere” a Moretti

Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, a margine della messa oggi a Viareggio (Lucca) per il decennale del disastro ferroviario del 29 giugno 2009.

“Credo che il cavalierato debba essere immediatamente tolto a Mauro Moretti, al Senato è stata già presentata una mozione, e come presidente della Fondazione Fs sarà tolto come annunciato dal nuovo A.d del gruppo, perché chi ha sulle spalle responsabilità di questo tipo non può rappresentare le istituzioni italiane” ha detto il ministro Toninelli.

Che ha aggiunto.  ‘ai familiari delle vittime della strage di Viareggio ho detto che siamo umanamente e profondamente vicini come governo. Quello che e’ accaduto dieci
anni fa e’ inaccettabile e non deve mai piu’ succedere. Quello che stiamo facendo e’ un approccio pratico: regole certe, responsabilita’ chiare. Quando abbiamo scritto il decreto Genova abbiamo pensato anche a questa tragedia’. ‘Voglio incontrare tutte le famiglie delle vittime – ha sottolineato Toninelli -, li ricevero’ il 18 luglio al Mit e poi
andranno al Senato. Perche’ quello che queste persone  hanno subito e lo loro istanze diventeranno un contributo molto importante per il ministero e il sottoscritto per scrivere regole migliori’.

“Ho notato, ed è inaccettabile, che come agenzia per la sicurezza ferroviaria si facessero dei controlli ma non si facessero i sopralluoghi. Io ho imparato che finché non visito i tanti cantieri di cui sono responsabile questi non corrono, non si muovono, e che non basta controllare le carte. Non appena l’Agenzia per la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie stradali e autostradali (Anfisa) che stiamo costruendo, con 500 unità, partirà con le nuove regole ci saranno tecnici che controllano le carte, le mettono in una valigetta e vanno sul posto a fare i sopralluoghi. Non solo per i binari ma anche per le strade e le autostrade” ha poi concluso il ministro  Toninelli.

Strage Viareggio, parenti: “Nostra lotta contro prescrizione è a benificio di tutti”

“Per le assoluzioni dobbiamo leggere le motivazioni ma è importante che sia stato condannato l’amministratore di Ferrovie per responsabilità e per quello che non è stato fatto. Della nostra lotta per la prescrizione speriamo possano beneficiarne altri, il comitato nazionale dei famigliari delle vittime delle grandi stragi italiane lotta per questo”.

Così i parenti delle vittime della strage di Viareggio si sono espressi dopo la sentenza d’appello di ieri che ha portato alla condanna di Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, a 7 anni di reclusione e di Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni.

“Di queste due sentenze che hanno analizzato nel dettaglio un sistema ferroviario totalmente fallace, dovrebbero prenderne atto i nuovi vertici di Ferrovie e il Mit. Chiediamo pertanto alle società coinvolte, come segnale concreto di scostamento dagli errori gravissimi commessi dai suoi ex amministratori”, “di ammettere le proprie responsabilità non ricorrendo in Cassazione ma operando per riqualificare tale sistema” aggiungono i familiari delle vittime.

“Ci siamo battuti 10 anni per far capire che è il sistema che deve cambiare – ha sottolineato Daniela Rombi del comitato delle vittime -. Le Ferrovie di oggi ne devono prendere atto e il Mit doveva leggere la sentenza di primo grado, e ora anche la seconda, per riformare questo sistema”.

Rombi ha anche detto che “ci sono stati dei familiari delle vittime, insieme a alcuni ferrovieri, che sono rimasti con la schiena dritta. Che ce ne facciamo dei soldi? Ci sono solo serviti solo per pagare le spese di questo processo che non è ancora finito. Non abbiamo ceduto ai ricatti delle assicurazioni, a noi la bocca non la tappa più nessuno”. “Era Moretti che decideva”, ha inoltre detto Rombi, e “licenziò i ferrovieri Riccardo Antonini e De Angelis, che poi è stato riassunto, per incutere paura fra i ferrovieri che chiedevano sicurezza”.

Marco Piagentini, presidente dell’associazione il Mondo che vorrei, che riunisce le vittime della strage di Viareggio, ha commentato: “A noi non interessa la figura di Moretti ma il sistema di scatole cinesi per non arrivare alle responsabilità. Con la sentenza della strage di Viareggio si è affermato un principio inverso, ovvero che chi amministra è anche responsabile, è datore di fatto, e pertanto deve prendersi le sue responsabilità. E’ un risultato che non serve solo a noi ma anche a Rigopiano, al Ponte di Genova o a Pioltello”. Piagentini ha aggiunto, parlando dell”incidente ferroviario di Pioltello, dove un treno deragliò causando tre morti e 46 feriti, non sarebbe successo “se ci fosse stato il detettore di svio che noi chiediamo da anni. Per questo chiediamo a Ferrovie un’assunzione di responsabilità”.

Inoltre, ha dichiarato, “sappiamo che i vigili del fuoco non sanno che cosa passa sui nostri binari. La notte della strage di Viareggio l’intervento fu fatto in maniera casuale. I vigili del fuoco intervennero perché sapevano che era esploso qualcosa ma se non fosse stato per un vigile del fuoco, che a rischio della propria vita passando sulla passerella pericolante vide che su quei treni c’era il gpl e mandò delle squadre a raffreddare le altre cisterne, la città non sarebbe rimasta in piedi. Lo ha detto un perito in aula”.

Strage di Viareggio: Moretti condannato a sette anni

La Corte d’Appello di Firenze ha condannato Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, a 7 anni di reclusione per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Moretti è stato condannato non solo come ex ad di Rfi, ma anche come ex ad di Fs.  Il tribunale di Lucca, invece, in primo grado aveva considerato la condanna solo rispetto alla sua funzione di
amministratore delegato di Rfi.

La Corte d’Appello di Firenze ha condannato Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni di reclusione per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Assolto Giulio Margarita (ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente di Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) che in primo grado era stato condannato 6 anni e sei mesi. Il Pg aveva chiesto 12 anni e sei mesi. Per i giudici “il fatto non sussiste”.

Nel processo di primo grado a Lucca, che si è concluso il 31 gennaio del 2017 con 23 condanne e 10 assoluzioni, Moretti è stato condannato a sette anni di carcere in quanto ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana, ma assolto come ex ad di Ferrovie dello Stato, mentre Michele Mario Elia, in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana, ha subito una condanna a sette anni e 6 mesi, come Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia.

Nel processo  i giudici della corte di appello di Firenze in camera di consiglio hanno dovuto tener conto della prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio e lesioni plurime colpose contestati a numerosi imputati. La prescrizione in questo processo ‘vale’ 6 mesi di sconto di pena.
La stessa procura generale, nella requisitoria, aveva evidenziato l’obbligo legale di applicare la prescrizione in modo lineare a tutte le posizioni in caso di riforma della sentenza di primo grado.

La strage di Viareggio avvenne il 29 giugno 2009 quando, alle 23.48, il gpl, fuoriuscito da un carro cisterna deragliato entrando nella stazione della città della Versilia, invase il quartiere di via Ponchielli, causando forti esplosioni e un imponente incendio che distrusse molte case. Il bilancio dei morti salì di ora in ora, poi di giorno in giorno, fino ad arrivare a 32: tra le vittime anche bambini.

“Rileviamo che la sentenza di secondo grado ha confermato quella di primo grado, riformandola per alcuni imputati in termini di condanne nonché riconoscendo alcune prescrizioni, i responsabili principali (tra cui Moretti) hanno avuto una conferma delle responsabilità e delle condanne. La prima sentenza riconosceva le responsabilità del crimine di Viareggio lungo tutta la “filiera” che ha determinato il guasto al carrello, la manutenzione, l’assenza di sistemi per una fermata in sicurezza del convoglio, la inidoneità dei sistemi di sicurezza lungo la linea ferroviaria. Un evento incidentale sul lavoro che ha coinvolto dei cittadini: sicurezza e salute sul lavoro e sicurezza e salute delle popolazioni, sono due facce dello stesso diritto. Rimane inoltre la assurdità di trasportare di merci estremamente pericolose (GPL) lungo l’intera Italia (da Novara alla Sicilia) che poteva essere fabbricato dal destinatario. La prevenzione rimane la strada maestra per evitare eventi come quello di Viareggio, una azione che non deve e non può sottostare a presunte  esigenze economiche”. Dichiara Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, parte civile nel processo.

notizia in aggiornamento

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