Strage Viareggio: si costituisce a Roma, Vincenzo Soprano ex ad di Trenitalia

Il manager ha varcato l’ingresso nel penitenziario questa mattina. “Non è da sistema giudiziario equo – ha commentato il suo difensore, l’avvocato Alberto Mittone – che una persone vada in carcere dopo 15 anni per una fattispecie colposa”. La strage di Viareggio che nel 2009 provocò la morte di 32 persone e decine di feriti

La sua condanna è l’unica passata in giudicato dopo la pronuncia della Cassazione nel procedimento per la strage di Viareggio che nel 2009 provocò la morte di 32 persone e decine di feriti. Si è costituito nel carcere di Rebibbia, a Roma, Vincenzo Soprano l’ex ad di Trenitalia dopo la sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 4 anni e due mesi nell’ambito della vicenda della strage di Viareggio.

Soprano dovrà  scontare una pena a 4 anni e due mesi di reclusione. La decisione dei supremi giudici, arrivata nella serata di lunedì dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha riconosciuto le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro di Viareggio  e fatto scattare l’esecuzione della pena per il manager.

“Non è da sistema giudiziario equo che una persona vada in carcere dopo 15 anni per una fattispecie colposa”, si limita a commentare il suo difensore, l’avvocato Alberto Mittone. Per altri 12 imputati, la Cassazione ha disposto un terzo processo di appello davanti ai magistrati di Firenze, limitatamente alle attuanti generiche. Tra loro anche l’ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti condannato nell’appello bis a cinque anni. La decisione dei supremi giudici porterà ad un abbassamento della pena.

Il ricalcolo eviterà, come ha spiegato il suo difensore Ambra Giovene, il rischio degli arresti. “Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all’esito conclusivo di questa vicenda – afferma la penalista – perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti perché sono profondamente convinta che è questo che emerge dagli atti del processo”.

Sempre in merito alla strage di Viareggio, la Corte ha parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. I giudici hanno quindi annullato con rinvio la sentenza d’appello-bis “limitatamente – ha spiegato la Cassazione in una nota – all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.

La decisione degli ermellini è stata accolta con amarezza dai molti familiari che erano presenti al Palazzaccio e che speravano in una parola definitiva ad un calvario che dura da 15 anni. A Viareggio resta a mezz’asta la bandiera alla Casina dei ricordi, la struttura realizzata per commemorare le vittime della strage. Giuliano Bandoni, presidente dell’associazione motociclisti delle ‘Tartarughe Lente’ (di cui facevano parte due vittime del disastro), che si occupa della gestione della Casina dei ricordi spiega che continua a tenere la bandiera a mezz’asta – prima era quella italiana, ora c’è quella della città – fino a quando non si sarà definitivamente concluso il processo per la strage. Dal canto suo Medicina democratica, costituita parte civile nel procedimento ma esclusa dalla Cassazione, definisce “al ribasso” la decisione dei giudici di legittimità

Strage di Viareggio: Cassazione conferma responsabilità ma rimanda calcolo pene

Strage di Viareggio – Riconosciute le responsabilità civili e penali per la strage che nel 2009 causò la morte di 32 persone. È quanto cristallizzato dalla Cassazione al termine di una camera di consiglio durato oltre cinque ore. I giudici hanno, inoltre, disposto un terzo processo di appello davanti ai magistrati di Firenze, limitatamente alle attuanti generiche, per alcuni imputati tra i quali l’ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti condannato nell’appello bis a cinque anni.  La palla, quindi, torna ai giudici di secondo grado di Firenze che dovranno effettuare un nuovo procedimento sul punto.

“Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti – spiega l’avvocato difensore, Ambra Giovene -. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni”.

Quanto stabilito dei giudici del Palazzaccio lascia amarezza nei familiari delle vittime che dovranno ancora attendere per la parola fine ad un calvario che dura oramai da 15 anni, da quando quella notte a causa di un guasto deragliò un carro merci incendiando, in una alta palla di fuoco, un carico di gpl: nel rogo morirono 32 persone, e decine rimasero ferite e ustionate. “L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità – commenta Marco Piagentini, presidente di “Il mondo che vorrei”, l’associazione dei familiari delle vittime e che porta sul corpo si segni di quella tragedia-. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”.

La Corte ha, infatti, parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. I giudici hanno quindi annullato con rinvio la sentenza d’appelo-bis “limitatamente – spiega la Cassazione in una nota – all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.

La palla, quindi, torna ai giudici di secondo grado di Firenze che dovranno effettuare un nuovo procedimento sul punto. Rigettato, invece, il ricorso di Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia) per il quale la condanna a 4 anni e 2 mesi è diventata definitiva. Nelle motivazioni della sentenza del 2022 i magistrati stabilirono che Moretti ebbe colpe nella strage per la mancata tracciabilità e per i controlli inadeguati sui carri merci noleggiati da società tedesche, ma non perché Rfi e Fs non avessero imposto un limite di velocità ai convogli in transito in stazione.

🎧 Strage di Viareggio: 32 ore davanti tribunale di Firenze, lunedì presidio a Roma

Strage di Viareggio: un presidio non stop davanti al tribunale di Firenze per “rivendicare e pretendere giustizia per le 32 vittime, della strage di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 e per far sì che i responsabili della strage condannati in 4 gradi di processo non la facciano franca”. E’ l’iniziativa organizzata dalle 9 di oggi alle 17 del 30 novembre nel capoluogo toscano. Per il 4 dicembre annunciato un presidio davanti alla Cassazione.

AUDIO Marco Piagentini  sopravvissuto e presidente dell’associazione Il mondo che vorrei QUI

Un presidio di 32 ore davanti al tribunale di Firenze per “rivendicare e pretendere giustizia per le 32 vittime, della strage di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 e per far sì che i responsabili della strage condannati in 4 gradi di processo non la facciano franca”. E’ l’iniziativa organizzata dalle 9 di oggi 29 novembre alle 17 del 30 novembre nel capoluogo toscano. “Ci aspettiamo, la solidarietà e il sostegno sono armi fondamentali e potenti – scrivono in una nota gli organizzatori -. Esercitiamoli, pratichiamoli a fianco di chi è in lotta da oltre 14 anni per ‘Sicurezza-Verità-Giustizia’”. Annunciato anche un presidio il 4 dicembre, dalle 10 alle 17, davanti alla Cassazione a Roma per l’inizio del processo bis.

“In attesa del quinto grado della Cassazione bis (4 e 18 dicembre 2023 e 15 gennaio 2024) – sottolinea l’associazione in una nota -, i responsabili della strage di Viareggio si appellano alla incostituzionalità della lunghezza dei tempi di prescrizione (per il disastro ferroviario interverrebbe dopo 20 anni dal fatto). La prescrizione, di fronte a stragi come Viareggio, è un mostro giuridico e disumano nei confronti delle vittime, dei loro familiari e dei cittadini onesti di questo paese. Il dolore mai andrà in prescrizione”.

Per i familiari delle vittime “la mossa di Moretti & company: ricorso alla Corte costituzionale che, se accolto, manderebbe in fumo la sentenza che ha condannato a cinque anni di carcere l’ex ad di Fs”. “Tutto prescritto – aggiungono -, come già accaduto per incendio colposo, lesioni gravi e gravissime, omicidio colposo, nonostante le conferme delle condanne e delle responsabilità. Questo è lo stratagemma o, meglio, il sotterfugio escogitato dai legali del manager, in attesa del pronunciamento della Cassazione bis. Il fatto che le udienze siano state fissate dopo il 29 ottobre, giorno in cui il ‘Cavaliere del lavoro'” Moretti ha compiuto 70 anni, “ha il sapore di un regalo di compleanno. Pertanto, anche se confermata la pur mite condanna, si fregierà del regalino di Stato: non sconterà neppure un minuto di carcere”.

🎧 Controradio News ore 7.25 – 1 luglio 2022

Controradio News: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina. Per iniziare la giornata ‘preparati’

Controradio news – Ignoti hanno cercato di dare fuoco alla sede della Lega a Firenze: lo riferisce su Facebook il segretario comunale del partito Federico Bussolin. E’ accaduto nella tarda serata di ieri, mentre, spiega, “alcuni di noi erano dentro per una riunione”: “Abbiamo spento subito la fiamma” che, dalla foto postata su Fb, ha interessata la campanelliera. “Vile attentato alla sede della Lega di Firenze , speriamo che i colpevoli vengano presto consegnati alla giustizia”, commenta in una nota il commissario regionale della Lega Mario Lolini esprimendo “massima vicinanza e solidarieta’”.
Controradio news – L’ex ad di FS e Rfi Mauro Moretti è stato condannato a 5 anni nel processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009. Nel primo appello Moretti era stato condannato a 7 anni, in questo nuovo processo disposto dalla Cassazione la procura generale aveva chiesto 6 anni e 9 mesi.
Controradio news –  E’ Davide Longhi, 35 anni, commerciante della provincia di Bergamo, il pilota morto ieri a seguito dell’incidente tra due motociclisti avvenuto all’autodromo del Mugello a Scarperia (Firenze), durante le prove libere del Trofeo amatori in vista delle gare di Coppa Italia in programma questo fine settimana. L’altro ferito, ricoverato in prognosi riservata a causa di un politrauma all’ospedale fiorentino di Careggi, è un 39enne della provincia di Varese.
Controradio news –  Rimpasto di giunta comunale a Firenze. Due le new entry a Palazzo Vecchio. Entreranno come assessori Maria Federica Giuliani, vicepresidente del consiglio comunale e Andrea Giorgio, coordinatore della segreteria metropolitana del Pd. Nardella ha anche deciso di lasciare la delega alla cultura: ora andrà alla vicesindaca Alessia Bettini. Con questo rimpasto per la prima volta la giunta fiorentina avrà una maggioranza di donne (sei) rispetto agli uomini (quattro). A Giorgio il sindaco Nardella ha affidato la delega ad ambiente e transizione ecologica, Giuliani si occuperà di personale. L’assessore Cecilia Del Re manterrà la delega a urbanistica, Pnrr, Unesco, innovazione tecnologica informativi e smart city. Alessandro Martini che lascia avrà comunque un incarico all’interno della Città metropolitana (sul progetto della Grande Firenze).
Controradio news – “La situazione è critica e la stiamo monitorando costantemente, insieme a tutti i soggetti coinvolti. E’ la siccità più grave degli ultimi anni, ma possiamo rivendicare che, grazie agli investimenti fatti negli anni passati, come la realizzazione di importanti invasi e di nuove reti idriche, potremo gestire al meglio la situazione, anche se non escludiamo sia necessario attuare azioni che andranno a limitare la fornitura di risorsa idrica”. Così l’assessora regionale alla Protezione civile, Monia Monni , commenta i dati dell’osservatorio Anbi che parla di un 90% del territorio toscano è in una condizione di siccità estrema.
Controradio news – Prosegue l’ondata di caldo a Firenze dove è previsto codice rosso fino al 2 luglio. Nel dettaglio il bollettino del ministero della Salute prevede una temperatura massima percepita di 36 gradi.
Circolazione dei treni sospesa tra Pistoia e Pescia dalle 23.30 di sabato 16 luglio alle 5 di lunedì 29 agosto per consentire l’operatività dei cantieri per il raddoppio della linea tra Pistoia e Montecatini Terme, sulla Firenze-Pistoia-Viareggio. Lo rende noto Rfi.

Strage Viareggio, Moretti condannato a 5 anni

Arriva la condanna a 5 anni nel processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 per Mauro Moretti, l’ex ad di FS e Rfi. Condannati anche i manager del gruppo Fs, Michele Mario Elia (ex ad Rfi) e Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia) a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni, Mario Castaldo (direttore Divisione Cargo Trenitalia) a 4 anni. Sono condanne più basse di quanto richiesto dalla procura generale. Assolti, invece, altri manager delle Ferrovie, Emilio Maestrini (Trenitalia) e Francesco Favo (Rfi).

Moretti, che nel primo appello era stato condannato a 7 anni, in questo nuovo processo disposto dalla Cassazione la procura generale aveva chiesto 6 anni e 9 mesi. In questo processo non ha rinunciato ad avvalersi della prescrizione diversamente dai precedenti gradi di giudizio.

Dopo la lettura della sentenza arrivano anche le reazioni dei legali: per l’avvocato Francesco Bevacqua, parte civile per la Regione Toscana, “La sentenza restaura la verità negata anche oggi in udienza, lenisce i patimenti di tanti offesi e sanziona in modo proporzionato alla gravità dei fatti i responsabili”, mentre il difensore di Mauro Moretti, avvocato Ambra Giovene ha definito la sentenza “deludente”. “Una condanna a 5 anni per un processo senza prove é veramente un teorema e questo non può che dispiacerci. Tradisce un’interpretazione di questa storia che non é quella reale. Leggeremo le motivazioni” previste tra 90 giorni.

Moretti oggi in aula in una dichiarazione spontanea ha dichiarato che: “Da amministratore delegato di Rfi, non potevo essere autore della politica di investimenti sul trasporto ferroviario merci né passeggeri. Non me lo consentiva la legge. Ogni politica in merito era compito di Trenitalia e delle altre imprese ferroviarie”. In aula l’ex ad di FS e Rfi ha respinto anche l’accusa di essere l’autore di una politica aziendale per investire nell’Alta velocità anziché nel trasporto passeggeri e merci e nella sicurezza.

Le tensioni non sono mancate: i familiari delle vittime presenti in aula hanno protestato quando Moretti si è rivolto a loro per dire di non riconoscersi in alcune dichiarazioni e frasi che negli anni gli sono state attribuite e di comprendere il loro dolore. Alcuni di loro dai banchi del pubblico lo hanno invitato al silenzio, mentre altri gli hanno voltato le spalle. Moretti aveva esordito dicendo: “Durante questi anni sono stato più volte sollecitato a rilasciare dichiarazioni a mia difesa o invitato a reagire alle critiche, censure, spesse volte ingiurie di cui sono stato oggetto. Non l’ho fatto per rispetto alla Giustizia ed ai suoi rappresentanti. Non l’ho fatto, anche per rispetto alle famiglie delle vittime. Credo siano questa la sede ed il momento giusti”. Avendo percepito il risentimento dei familiari Moretti si è interrotto e si è voltato a guardare il pubblico e l’udienza è ripresa solo dopo l’intervento del presidente del collegio della corte di appello, che ha richiamato al silenzio.

Nella sua dichiarazione spontanea Moretti inoltre ha dichiarato che: “Il premier Prodi nel 2006 mi disse: ‘Ingegnere, la Tirrenia è fallita, l’Alitalia è fallita, non possiamo permetterci che falliscano anche le Ferrovie dello Stato'”.    “Gli autori di quella precisa politica invece – ha affermato Moretti – furono il Governo e il Parlamento italiano, che finanzieranno fino all’ultimo centesimo l’opera senza procurare nessun rischio di impresa a chi realizzerà questi progetti”. “Il Governo nel 2002 mi chiese di accelerare i lavori Tav Napoli-Torino che stavano ristagnando, e io agii in tal senso – ha anche ricordato -. Costruii un rigido piano operativo, bloccando ogni variante in corso d’opera, attuando un sistema di gestione delle commesse digitalizzato per controllare lo stato avanzamento dei lavori”. Moretti ha rivendicato però di aver promosso un grande piano di risanamento dei conti delle Fs e di ammodernamento delle ferrovie italiane, non solo per quanto riguarda l’Av, ma per tutto l’intero trasporto ferroviario e nella sua rete globale di infrastrutture.

Nelle sue dichiarazioni Moretti ha ricordato che il collegio del primo processo di appello sembrò dare per scontato che “Moretti, quale amministratore delegato di Rfi fino al 25 settembre 2006, potesse essere l’autore di una precisa politica aziendale diretta a decidere sugli investimenti o sul noleggio delle flotte passeggeri e merci di Trenitalia”, “ma questa assunzione basilare per la fondatezza del teorema, è completamente errata, perché, io nella qualità di ad di Rfi fino al 25 settembre 2006, non potevo essere autore di alcuna politica relativa ad investimenti nel materiale rotabile, né passeggeri né merci: perché mi era vietato dalla legge, europea e nazionale, nonché dallo Statuto di Rfi, essendo ogni politica ed ogni decisione di investimento nel materiale rotabile uno dei compiti propri ed esclusivi dell’attività delle imprese ferroviarie e, tra esse, di Trenitalia”.

“Che il contratto di noleggio dei carri Gatx” (società ferroviaria tedesca, ndr) “risalga al gennaio 2005, è processualmente accertato – ha ribadito -. Quindi la politica e la decisione di noleggiare e di ‘non investire nella realizzazione di una flotta di carri merci di proprietà’, risale, ragionevolmente, quanto meno al 2004, quando ad pro tempore di Trenitalia era l’ingegner Testore. In quel periodo, dal 2004 e fino al 25 settembre 2006, oltre a non potermi occupare di investimento o noleggio di flotte, non esisteva nemmeno alcuna mia conoscenza della politica e delle decisioni di Trenitalia di noleggiare i carri in questione: ed infatti non esiste agli atti del processo alcuna prova in merito. Quindi si può concludere che la assunzione basilare del teorema è falsa e basterebbe solo questa considerazione per rendere del tutto assurda ed inconsistente la sua tesi, quantomeno per la posizione di ad di Rfi”.

“Non fui “autore” nemmeno di investimenti in treni Av. Semplicemente perché in quel periodo non ce lo potevamo permettere perché l’eredità ricevuta alla fine del 2006 fu un bilancio con 2 miliardi e 150 milioni di euro di perdita su un fatturato di 6 miliardi e mezzo, oltre ad una montagna di debiti. Non avevamo soldi nemmeno per pagare gli stipendi!”. Sul progetto Tav in generale, Moretti ha detto: “Iniziai ad occuparmi di quella attività solo dal 2001, dopo la trasformazione di Fs in un gruppo di imprese (Fs holding, Rfi, Trenitalia), Tav spa confluì sotto il controllo di Rfi di cui ero ad. Prima di quella data era stato deciso già tutto: tracciati, tratte, general contractors e tutti i relativi contratti vincolanti per l’intera vita di costruzione, nonché i relativi impegni di spesa che trovavano copertura nelle leggi di bilancio e finanziarie approvate dal Parlamento”. “Non fui certamente io – ha aggiunto – l’autore di “quella precisa politica” perché fu determinata 15 anni prima e decisa in ogni passo successivo al livello di Governo e Parlamento Italiano. E lo Stato pagò completamente il sistema Av – Ac. Quindi esso non fu costruito a rischio di impresa e, per ciò, non sottrasse alle merci ed alla loro sicurezza nemmeno un centesimo”.

“Nel 2001 il Governo mi chiese di fare, tramite il Ministro dei trasporti vigilante, fondamentalmente due cose – ha anche detto Moretti -: accelerare i lavori di realizzazione dell’asse principale Napoli – Milano – Torino che rischiavano di non finire mai come la maggior parte delle opere pubbliche in Italia. E, soprattutto, di frenare l’enorme incremento di spesa registrato in precedenza e ridurre quello che si prospettava per il futuro. Io agii in tal senso, costruendo un rigido programma operativo che escludeva ogni ulteriore slittamento dei tempi ed incremento di costi bloccando ogni variante in corso d’opera già richiesta o prospettata dai general contractors e introducendo un sistema di gestione delle commesse (project management) digitalizzato per il controllo dello stato di avanzamento dei lavori attraverso la rintracciabilità documentale dei soggetti coinvolti”.

 

“Dovevamo pensare a non fallire, come mi disse il presidente Prodi quando mi comunicò la decisione del Governo di nominarmi ad del Gruppo Fs. Ricordo a memoria: ‘Caro ingegnere, Tirrenia è fallita, Alitalia è fallita; non possiamo permetterci la stessa fine per le Ferrovie. Faccia anche l’impossibile per evitarlo’. Ci siamo riusciti sempre salvaguardando gli investimenti per la sicurezza, per i quali è sempre stata garantita la priorità assoluta rispetto ad ogni altro investimento e spesa”. Moretti ha anche affermato di esser stato “autore di tanti Piani di innovazione per migliorare la qualità e la Sicurezza”. Tra quelli da lui ricordati, il “primo fu per la de-coibentazione di circa 50.000 rotabili che contenevano amianto e definimmo un piano di interventi di circa 600 milioni degli attuali euro che fu attuato completamente in tre anni”, poi, alla Divisione Infrastrutture della vecchia Fs spA, “fui autore del Piano straordinario di manutenzione straordinaria del 1999: 3 mld di euro spesi in cinque anni per intervenire sull’armamento, ponti, viadotti gallerie, ecc. che versavano allora in condizioni precarie”, successivamente, agli inizi degli anni 2000 “fui l’autore del programma di digitalizzazione dei sistemi Ferroviari cioè dei sistemi di processo industriale per il controllo della circolazione dei treni, dei sistemi gestionali. Nel primo caso si svilupparono tutte le applicazioni specifiche di sicurezza ferroviaria”.

“I tempi ed i costi di quel nuovo programma operativo furono così rispettati, senza ulteriori slittamenti ed incrementi – ha rivendicato – Di questo io sono stato “l’autore”. Ma sono stato anche l’autore delle decisioni di adottare il nuovo sistema di trazione elettrica a 25.000 Volts a corrente alternata e, di sviluppare, primi in Europa, la nuova tecnologia digitale per la sicurezza ferroviaria Ertms – Etcs. Vi chiedo: realizzare tutto questo fu una colpa?”. Per Moretti fu, invece, “un duro e complesso lavoro di una squadra di persone che operavano con completa dedizione per lo Stato italiano, non per rincorrere profitti e tantomeno per curare i propri interessi personali, ma con il solo scopo di contribuire ad ammodernare il loro Paese che nella sfida globale rischiava l’emarginazione e tuttora rischia di essere stritolato? Ma se oggi non vi fosse quel sistema, come sarebbe oggi l’Italia?”.

 

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Vittorio Fantozzi, insieme al consigliere comunale Marco Dondolini ed il capogruppo Fdi a Viareggio Carlabert Tofanelli di chiara di essere: “Sempre al fianco dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, il ricordo non va in archivio. Resta la gravità del gesto con cui il Comune ha accettato la liquidazione del danno morale causato dal disastro ferroviario. Accettando quei soldi ha dato la possibilità ai difensori degli imputati di presentare nel processo d’appello una nota di merito come attenuante. Il Comune di Viareggio almeno destini tale liquidazione alla commissione denominata Tavolo della memoria”.  “Un fatto drammatico che doverosamente va ricordato anche come monito per avere diritto di viaggiare in sicurezza – sottolineano in una nota -. Proprio per questo, come Fratelli d’Italia, siamo impegnati su una proposta di legge per istituire la giornata toscana del trasporto in sicurezza. Bisogna fare in modo che la eco di quella tragedia non vada affievolendosi col passare del tempo”.

L’assessore regionale alle infrastrutture Stefano Baccelli su Facebook scrive: “Processo strage di Viareggio. Moretti ha voluto avere l’ultima parola con le sue ‘dichiarazioni spontanee’. L’ultima parola quando in precedenza lo si era sentito parlare durante questo lunghissimo iter giudiziario in solo due occasioni, due”. “Nel primo processo di appello – sottolinea Baccelli – quando dichiarò: ‘Rinunzio alla prescrizione perché sono innocente’. In questo appello bis, alla prima udienza, quando affermò: ‘Non  rinunzio alla prescrizione’. Immagino che i suoi coimputati ed i loro avvocati non siano rimasti molto contenti della sua saccente, egocentrica, auto assolutoria, scaricabarilistica ed infinita prolusione. A noi, parti civili da sempre e per sempre nel processo a fianco dei familiari delle vittime non resta che attendere la sentenza”.

Strage Viareggio, al via processo d’appello bis: chieste condanne fino a 8 anni

Firenze – Fuori dall’aula del Tribunale c’erano anche i parenti delle vittime che hanno esposto cartelloni con le foto dei propri cari scomparsi nella strage di Viareggio.

Oggi è il giorno dell’accusa per il processo d’appello bis per la strage di Viareggio che il 29 giugno 2009 causò la morte di 32 persone. Il procedimento ha preso il via nella mattinata di giovedì 28 aprile, dopo lo slittamento di alcune udienze per il contagio da Covid-19 di uno dei giudici. In aula è presente anche Mauro Moretti, che nelle scorse udienze ha precisato di non rinunciare alla prescrizione, Michele Elia, Mario Castaldo e Vincenzo Soprano.

Sono arrivate le prime richieste di condanna. Il pg Sergio Affronte ha chiesto condanne da 3 anni e 6 mesi fino a 8 anni e 2 mesi per 10 tra manager italiani e dirigenti delle società tedesche e austriache del trasporto ferroviario coinvolti nel processo. La loro pena è stata ricalcolata dalla procura generale scorporando la parte relativa all’accusa di omicidio colposo plurimo, dichiarata prescritta con sentenza della Cassazione per il venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

Queste nel dettaglio le richieste: 6 anni e 6 mesi per Uwe Kriebel, Andreas Schroter e Helmut Brodel (condannati a 6 anni e 10 mesi nel primo appello); 8 anni e 2 mesi per Peter Linowsky e Rainer Kogelheide (8 anni e 8 mesi nel primo appello); 7 anni e 4 mesi per Roman Mayer e Johannes Mansbart; 3 anni e 6 mesi per Paolo Pizzadini e Daniele Gobbi Frattini; 5 anni e 6 mesi per l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano (condannato a 6 anni nel primo processo di appello), accusato di aver noleggiato e usato i carri merci tedeschi omettendo tra l’altro di far verificare l’avvenuta esecuzione dei controlli. Le altre posizioni saranno trattate da pm di Lucca Salvatore Giannino il cui intervento è in corso e ha seguito quello di Affronte.

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