Elezioni: Salvini “C’è già slogan: prima i fiorentini”

Prima gli italiani e nel capoluogo Toscano, “prima i fiorentini. Faremo un programma che mette al primo posto i fiorentini”. Il candidato sindaco ancora non c’e’- “lo decideranno i fiorentini e io saro’ al suo fianco da segretario e da ministro”- ma lo slogan sembra gia’ pronto. Almeno secondo Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno e ospite d’onore alla cena di Natale della Lega a Firenze dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura.

Circa mille i commensali dentro l’hotel Mediterraneo, tra chi ha l’accredito gold, dedicato agli imprenditori a 150 euro a coperto, e gli aficionados, militanti e simpatizzanti, a 30 euro a testa. “Queste mille persone- dice nel corso della conferenza stampa organizzata prima della cena a cui partecipa anche il ministro del Turismo e delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio- mi riempiono di orgoglio e di responsabilita’”. Ora “dobbiamo sbagliare il meno possibile. Non dico che non sbagliare, perche’ l’infallibile c’e’ gia’ stato, Renzi, e abbiamo visto che fine ha fatto”. Prima stoccata all’ex premier e qui ex sindaco Matteo Renzi. Pochi secondi e arriva la seconda: “Faccio il ministro, mi occupo di ordine pubblico e lotta alla droga, criminalita’ e immigrazione clandestina. Abbiamo fatto piu’ noi in sei mesi di qualche toscano che ha governato per diversi anni. C’e’ chi si da’ ai documentari e chi fa i fatti”.

Gli fa subito eco Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina e commissaria della Lega in regione: “Abbiamo aspettative altissime. Secondo un sondaggio che ha pubblicato anche Matteo su Facebook, la Lega a Livorno si attesta come primo partito. E’ una dato che non ci sorprende, anche se e’ partito. E’ una dato che non ci sorprende, anche se e’ significativo, perche’ noi abbiamo sostituito in Toscana quella sinistra a cui si rivolgevano i piu’ deboli”. Riprende la parola Salvini, che critica il progetto “del metrotram” e le domande dei giornalisti si affollano sulla fisionomia del candidato sindaco di Firenze. “Se aumentano i furti e le rapine, Firenze puo’ essere la piu’ bella del mondo ma allontana: il sindaco quindi dovra’ amare la citta’”. E con l’attuale sindaco come e’ andata? “Con Nardella e’ andata d’amore e d’accordo, aveva questa cravatta rossa”, chiude sorridendo con una battuta.

Sui principali temi toccati da Salvini a conclusione del Conitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura (sicurezza, sgomberi, migranti, aeroporto di Peretola) ascoltate le dichiarazioni del Ministro raccolte da Gimmy Tranquillo.

 

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Auditel non premia “Firenze secondo me”

La prima puntata di Firenze secondo me su Canale Nove si ferma all’1,8 per cento di share. Il documentario di Matteo Renzi ha raccolto  367mila spettatori.

L’ex segretario Pd ringrazia comunque il pubblico e sui social scrive:  “grazie per i vostri messaggi! Sono in Cina per qualche ora, rientro domani per la legge di bilancio: non sono riuscito a rispondervi in tempo reale. Su #FirenzeSecondoMe grazie a tutti per i commenti, grazie davvero. Firenze emoziona sempre e sono felice se sono riuscito ad accompagnarvi davanti al mistero di questa città. Sabato prossimo: i piccoli bambini degli Innocenti, la congiura dei Pazzi, la grande forza di Brunelleschi che rischia contro tutto e contro tutti, le porte del Paradiso”. Infine: “La proposta più bella e quella di chi suggerisce di fare anche una MilanoSecondoMe, una RomaSecondoMe, una NapoliSecondoMe. Sarebbe bellissimo, ovviamente condotti da personaggi che hanno una relazione speciale con queste città”.

“Basta applausi, se no mi monto la testa e finisco a fare documentari su Milano che fanno l’1,8% di share, che le repliche della signora in giallo fanno di più”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini alla scuola di formazione politica della Lega a Milano, prendendo in giro Renzi.

“La trasmissione ‘Firenze Secondo Me’ è il risultato di anni di sogni e di mesi di lavoro. Sono
felicissimo del prodotto, del risultato, dell’accoglienza, del dibattito suscitato. Grazie a Arcobaleno Tre e Discovery per averci creduto. Le polemiche sull’audience lasciano il tempo che trovano: chi è intellettualmente onesto sa che il risultato è stato superiore alla media della rete, alla media del sabato, a altre iniziative culturali analoghe del canale. Per noi dunque: ottimo. Non possiamo che essere felici e grati a tutti gli italiani che hanno seguito un’ora e mezzo di TV diversa dal solito”, è la replica dello stesso Renzi.

“Autorenziale, egoriferito”. Così Federico Palmaroli, in arte ‘Osho’, ha definito all’Adnkronos il
documentario ‘Firenze secondo Me’ di Matteo Renzi trasmesso ieri sera su ‘Nove’. “In realtà bastava un’audio guida – ha aggiunto – anzi l’uomo che praticamente voleva cambiare la Costituzione è diventato un’audioguida. E’ stato tutto molto costruito per riabilitarsi agli
occhi degli italiani e mi sembra che neanche i suoi lo abbiano seguito: non ho visto tweet della Alessia Morani e la dice lunga”.

Renzi, presenta ‘Firenze’: “Oggi parlo di bellezza, non di chiacchiericcio politico”

“Tentare di raccontare Firenze in modo innovativo e diverso non è semplice, è un azzardo, ma è un azzardo che per me era un sogno”. Lo ha detto Matteo Renzi, presentando in anteprima alla stampa il documentario ‘Firenze secondo me’ che andrà in onda sabato in prima serata, alle 21,15 sul canale “Nove”.

Renzi promette una Firenze “non da cartolina”, ma una Firenze secondo “la mia visione della città, e come tale parziale, anche perché nessuno può aver uno sguardo universale su Firenze”.

L’ex premier ha sottolineato che “trovare qualcuno che accettasse questa sfida non era la cosa più semplice, e in particolar modo nel mondo televisivo. E’ naturale che il giorno dopo in cui hai perso il potere è più difficile trovare delle persone che ti prestano ascolto, che ti dedicano attenzione.”

“E mi ha molto colpito che vi fosse qualcuno che – ha sottloineato l’ex primo ministro -, negli anni di Palazzo Chigi, pur conoscendoci, non mi aveva mai telefonato, ci siamo scambiati qualche sms ogni tanto, e che dopo nel momento in cui invece io ho lasciato il potere mi ha detto ‘Guarda, questo progetto è talmente pazzo che piace anche a me, e lo facciamo insieme’. Per questo vorrei ringraziare Lucio Presta dal profondo del cuore per avere accettato questa questa pazzia.”

Oggi “non mi occupo del congresso del Pd e del chiacchiericcio politico quotidiano”, ma “parliamo di bellezza”. Ha aggiunto Matteo Renzi. Ai giornalisti che gli ponevano domande di politica nazionale, ha risposto continuando a parlare della città e del documentario, con qualche riferimento alla sua esperienza di premier. “Quando facevo il capo del governo mi prendevano in giro su Firenze, era tutto un ‘ci vediamo a Firenze’, e in più di una circostanza è stata sede di incontri internazionali, qual è secondo me sua vocazione e suo destino. La discussione di oggi sul Pd, sul centrosinistra e su tutto il resto non ha ragione d’essere”.

“Qui parliamo di bellezza – ha affermato ancora Renzi – quando entri in un museo, questo ti interpella, ti interroga. E’ il significato profondo della bellezza. Non è un caso che il documentario parta da Palazzo Pitti e si concluda a Palazzo Pitti, dove Dostoevskij scrisse la frase ‘la bellezza salverà il mondo’. Messaggio di natura culturale e di politica con la P maiuscola.”

“Se fossi in una sede politica parlerei del ministro competente” sul progetto di potenziamento dell’aeroporto di Firenze, “ma non siamo in una sede politica, e il ministro non è competente. Oggi ci sono i finanziamenti – ha spiegato Renzi – e finalmente siamo alla conferenza dei servizi. E’ molto complicato far partire un’opera pubblica, ma ci siamo. Mi ha colpito che alla conferenza dei servizi del 7 dicembre scorso sia stato eccepito solo un problema legato a un orto a 11 km dalla pista, quindi tutto il resto mi pare di capire che è stato risolto. Immagino che nella prossima conferenza dei servizi a gennaio si dia il via libera ufficiale a un’opera che non solo serve alla città ma è fondamentale per il sistema toscano.”

“Abbiamo mostrato la ‘Piagnona’, la campana che i fiorentini decisero di prendere a frustate quando fu ucciso Savonarola: da qui abbiamo parlato di che fine fanno coloro che investono sul populismo ante litteram, di questo si parlerà”. Ha concluso Renzi.

La Piagnona è custodita oggi nel Convento di San Marco nel capoluogo toscano.

Strage di piazza Dalmazia. Domani una giornata di eventi a Firenze

Flash mob, proiezioni, dibattiti e un corteo a Firenze per non dimenticare gli omicidi e i ferimenti a sfondo razzista e xenofobo commessi il 13 dicembre 2011 dall’estremista di destra e simpatizzante di CasaPound Gianluca Casseri.

Alle 12.30 del 13 dicembre 2011, piazza Dalmazia divenne teatro di una vera e propria strage di matrice razzista e xenofoba: Gianluca Casseri, un 50enne esponente dell’estrema destra italiana, uccise con una 357 Magnum due ambulanti senegalesi, Samb Modu e Diop Mor, ferendo alla schiena e alla gola Mustapha Dieng rimasto poi paralizzato e su una sedia a rotelle. Casseri scappò poi a bordo della sua Polo blu dirigendosi verso il centro, dove proseguì nella sua follia omicida sparando a Sougou Mor e Mbenghe Cheike, feriti gravemente, e a un terzo ragazzo che si salvò per miracolo. Immediata la caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine, che riuscirono a individuarlo e a immobilizzarlo nel parcheggio sotterraneo del Mercato Centrale di San Lorenzo intorno alle 15 quando si suicidò. Subito dopo l’accaduto si formarono manifestazioni spontanee di protesta da parte della comunità senegalese, che diventarono un corteo che, da piazza Dalmazia, giunse alla Fortezza da Basso e  si riversò nel centro di Firenze. Una delegazione si diresse invece verso la Prefettura, dove si tenne un incontro tra il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l’allora sindaco Matteo Renzi.

Il 13 gennaio 2012, sul luogo della strage è stata eretta una lapide, ai tre cittadini senegalesi feriti è stata conferita la cittadinanza onoraria.Nel febbraio 2013 Firenze e la Toscana inviarono una delegazione nei villaggi di provenienza di Mdu e Mor, Mont Rolland e Darou, consegnando ai familiari 30 mila euro raccolti da Arci, fondazione Il Cuore si scioglie e Cgil, con i quali si scelse di costruire un consultorio e una scuola.

L’anno scorso in prefettura è stata consegnata la cittadinanza italiana per ‘meriti speciali’ a Ndeye Rokhaya Mbengue, vedova di Samb Modou. Nuovamente colpita da lutto con la perdita di Idy Diene, il 54enne ambulante senegalese ucciso il 5 marzo scorso sul ponte Vespucci dall’ex tipografo in pensione Roberto Pirrone a cui è contestato l’omicidio volontario aggravato da futili motivi. La vedova dei due senegalesi ha ricevuto un contributo straordinario di solidarietà da parte della regione Toscana per il mantenimento della figlia rimasta nel paese d’origine. Quest’anno verrà ricordato anche Idy Diene, e tutte le altre vittime di odio e intolleranza.

A sette anni dalla strage sono previsti anche quest’anno diversi eventi di commemorazione. In mattinata la cerimonia di commemorazione da parte dell’amministrazione comunale. Nel pomeriggio previste poi almeno due iniziative. Una organizzata da Rete degli Studenti Medi, Arci, Cgil e Anpi con ritrovo alle 16:30 in piazza Dalmazia. (16:30, flash mob e coro multietnico CONFUSION in piazza Dalmazia per ricordare Samb Modou e Diop Mor, uccisi dall’estremista di destra Gianluca Casseri il 13 dicembre 2011/ 17:30, presso SMS di Rifredi, via Vittorio Emanuele II 303, proiezione del documentario “PRIGIONERI SULL’ISOLA” di Valerio Cataldi. Ingresso libero. A seguire interverranno rappresentanti della comunità senegalese e di ospiti di centri Sprar e Cas. Saranno presentiper la Comunità Senegalese: Mor Sougou (uno dei feriti al mercato centrale) Rokhaya Kene Mbengue (vedova di Samb Modou e Idy Diene) Khaly Mbengue (componente associazione)

Alle 18 partirà invece, sempre dalla piazza un corteo indetto da Firenze Antifascista assieme ad altre 9 sigle.

Occhetto: “Renzi sta avvelenando i pozzi. Lavorare per unità di tutta la sinistra”

“Renzi sta avvelenando i pozzi. E questo non gli fa un onore. Occorre lavorare per l’unità non solo del Pd ma di tutta la sinistra. Pensare ad una rifondazione del partito dentro un’area più ampia, un’alleanza democratica europeista contro le posizioni xenofobe, razziste e populiste che stanno invadendo l’Europa”. Sono le parole di Achille Occhetto oggi a Firenze per la presentazione del suo libro “La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra” Edizioni Sellerio.

Per l’ultimo segretario del Pci e primo dopo la svolta della Bolognina, il libro nato come un’analisi delle origini della crisi è anche  un urlo di dolore che riconosce nella sinistra le caratteristiche di  un’araba fenice. Può rinascere solo se prende atto delle proprie ceneri.

Achille Occhetto intervistato Chiara Brilli

Presentazione oggi 6 dicembre 2018 alle 17.30 in Sala Giordano di Palazzo Medici Riccardi, preceduto dalla firma delle copie alle 16.30 alla Ibs Libraccio di Firenze.

Pd, Rossi: “Se Renzi uscisse, la sinistra potrebbe ricomporsi”

“Se Renzi lasciasse il Pd si potrebbero ricomporre due aree: una di centro liberaldemocratica, che io però non condivido, e una di sinistra che intende sicuramente allargarsi e ricomporsi”.

Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (Mdp – Articolo Uno), a margine della plenaria del Comitato europeo delle Regioni.
“Se Renzi lasciasse il Pd, il partito, almeno come l’abbiamo conosciuto negli ultimi tre-quattro anni, non esisterebbe più – ha dichiarato Rossi – se ora ci fosse una separazione consensuale sarebbe un primo importante chiarimento, e dopo questo si potrebbe cominciare a entrare nel merito. Ma finché continuerà questo dibattito sul posizionamento dei gruppi dirigenti, credo che non recupereremo nemmeno un elettore”.

“Ho detto fin da subito che il tentativo di LeU era generoso ma fallito – ha continuato il governatore – io sono abituato a fare battaglia politica insieme a milioni di persone, ma la posso fare solo dentro a una forza politica che mi convinca e faccia le battaglie nelle quali io credo.”

“Purtroppo il Pd egemonizzato da Renzi non era questo e di fatto – conclude Enrico Rossi -, per come era organizzato, ha impedito un confronto di merito di cui ci sarebbe stato bisogno.”

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