Inchiesta Open: nuove perquisizioni della Guardia di Finanza

Proseguono le perquisizioni disposte dalla procura di Firenze nei confronti dei finanziatori di Open, la fondazione nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi che per i pm sarebbe stata utilizzata come “un’articolazione di partito” senza rispettare la normativa sul finanziamento ai partiti.

Secondo quanto appreso, i finanzieri sarebbero ancora impegnati in alcune perquisizioni, delle oltre 30 previste, che non sarebbe stato possibile eseguire o comunque portare a termine ieri.
L’obiettivo delle perquisizioni sarebbe quello di acquisire documenti per chiarire i rapporti tra Open e i suoi finanziatori, nessuno dei quali al momento sarebbe indagato. Le indagini sin qui svolte, si legge nel decreto di perquisizione, avrebbero fatto emergere “significativi intrecci” tra prestazioni professionali rese dell’ex presidente della fondazione, avvocato Alberto Bianchi, e dai suoi collaboratori, e i finanziamenti alla fondazione.

All’avvocato Bianchi vengono contestati i reati di traffico di influenze illecite e finanziamento illecito ai partiti, in relazione a denaro che avrebbe ricevuto dal gruppo di costruzioni Toto e che poi, secondo l’accusa, avrebbe versato a suo nome nella casse della fondazione di cui era presidente, mascherando in questo modo la reale provenienza. Scopo delle perquisizioni scattate ieri, inoltre, sarebbe quello di stabilire se questo presunto meccanismo sia stato replicato, magari in altre forme, con altri finanziatori.

Non sono mai esistite carte di credito o bancomat della Fondazione Open intestati a parlamentari. Comunque, ovviamente, è tutto rendicontato e messo nero su bianco. Ora chiarito questo punto però, visto che si tratta di un’indagine in corso, lascerei fare agli inquirenti il loro mestiere e nel frattempo eviterei un ennesimo processo mediatico”. Così il deputato Pd Luca Lotti ha risposto ai giornali all’uscita dalla Camera sull’inchiesta che riguarda la Fondazione Open, in cui lo stesso Lotti era membro del Cda.

Consip: Lotti e Vannoni rinviati a giudizio

A processo anche l’ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Rinviato a giudizio poi il generale Emanuele Saltalamacchia, comandante generale dei Carabinieri all’epoca dei fatti, per favoreggiamento, e l’imprenditore Carlo Russo. Lotti su FB: Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”

Nuova svolta per il caso Consip: 5 sono i rinvii a giudizio. Il gup di Roma Clementina Forleo ha rinviato a giudizio l’ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. L’accusa è quella di favoreggiamento nell’inchiesta. A processo anche l’ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Rinviato a giudizio poi il generale Emanuele Saltalamacchia, comandante generale dei Carabinieri all’epoca dei fatti, per favoreggiamento, così come l’ex presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni e l’imprenditore Carlo Russo.
Prosciolti dalle accuse l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto e l’ex colonnello dell’Arma Alessandro Sessa. Scafarto era accusato di rivelazione di segreto, falso e depistaggio.
Luca Lotti, ha pubblicato su Facebook, la notizia dell’avvenimento. Questo è il post pubblicato dall’ex ministro dello Sport:
La mattina del 23 dicembre 2016 ho letto la prima pagina del Fatto Quotidiano: il titolo d’apertura era “Indagato Lotti”. È così che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia, perché chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti. Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1014 per l’esattezza. In questo lungo periodo il mio nome legato all’inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani (cui vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie di stampa e un numero incalcolabile di servizi televisivi). Sempre nello stesso periodo io ho rilasciato solo tre dichiarazioni, per confermare la mia innocenza e la mia fiducia nella giustizia: da un punto di vista della comunicazione è come tentare di fermare uno tsunami con l’ombrello. Ma da parte mia, sia chiaro, non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere “il mostro in prima pagina” senza assumersi nessuna responsabilità.
Oggi, 3 ottobre 2019, il Giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un “non indagato”. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”.

Pd, Lotti riunisce corrente a Montecatini (PT)

Luca Lotti riunisce la corrente Base Riformista a Montecatini dal 5 al 7 luglio con l’obiettivo di presentare il suo “manifesto dell’Italia riformista” per “non rinuncia al profilo più innovativo e riformista del Pd”.

Nella prima convention dell’area che fa riferimento alla minoranza dem, composta da renziani che sono ancora la maggioranza nei gruppi parlamentari, sono previste quattro tavole rotonde: la prima, venerdì 5 luglio alle 19, dal titolo “È ancora possibile cambiare l’Italia” vede la partecipazione di Stefano Allievi, Marco Bentivogli e Veronica De Romanis per una discussione su lavoro, immigrazione e conti pubblici.

Sabato 6 luglio doppio appuntamento: la mattina alle ore 10 “Il populismo è una tigre di carta” con Bernard Dika, Alex Orlowski, Massimiliano Panarari e Mario Rodriguez che introdurranno la discussione sulla narrazione alternativa al “grillo-leghismo” e nel pomeriggio alle ore 15 un focus sulle città con i sindaci del Pd dal titolo “La buona amministrazione delle comunità, la cura della nazione”.

Domenica 7 luglio alle ore 10 Francesco Clementi e Claudia Mancina apriranno la discussione sul rinnovamento del Pd e sul partito che servirebbe alla sinistra e all’Italia (“Quale partito serve all’Italia?”), mentre alle ore 12.30 le conclusioni politiche della convention con la presentazione del Manifesto dell’Italia riformista.

Alla tre giorni, che sarà aperta al pubblico, parteciperanno parlamentari, sindaci, amministratori locali e militanti del Pd.

CSM, Lotti: mai messo bocca in nomine

“Non mettevo bocca sulle nomine nelle procure”. E’ quanto ha affermato dall’ex sottosegretario Luca Lotti, lasciando il tribunale di Roma, dove è stato ascoltato nell’ambito dell’udienza preliminare del caso Consip che lo vede imputato di favoreggiamento, parlando dello scandalo nomine al Csm.

“Ho letto sui giornali – ha aggiunto Lotti – che c’erano relazioni con la Procura di Roma, ma queste non ci sono mai state, tanto è vero che la richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti è stata fatta ed abbiamo iniziato l’udienza preliminare”.
“Ho già smentito nei giorni scorsi le ricostruzioni lette su questa vicenda: l’ho detto e scritto nei post in maniera chiara”, ha concluso Lotti.

“Escludo categoricamente” di aver parlato dell’inchiesta con l’allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, “nel nostro incontro del 3 agosto 2016”, anche perché “non potevo riferire a Marroni ciò che non sapevo” ha aggiunto Lotti, ascoltato dal gup di Roma Clementina Forleo, nel corso dell’udienza preliminare. Nella scorsa udienza, il 28 maggio, Lotti aveva chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee e di essere interrogato. Nel dicembre 2018, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex ministro per il reato di favoreggiamento (in favore di Marroni) e l’archiviazione per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio.

Bufera Csm, Fabiani (PD): “Ferri e Lotti chiariscano posizione e valutino conseguenze”

“La vicenda degli incontri tra politici e magistrati è molto preoccupante e quel tipo di relazioni è profondamente inopportuno. Sono d’accordo con Carlo Calenda quando dice che sulla vicenda che riguarda Lotti e Ferri serve molta più nettezza da parte del Pd”. A dirlo è Valerio Fabiani, membro della direzione nazionale del Pd e componente della direzione Toscana.

Questo “perché, al netto dei risvolti giuridici, esiste una valutazione politica che il presidente del Pd Gentiloni ha espresso con chiarezza cristallina – continua Fabiani -, per questo i soggetti coinvolti devono chiarire al più presto la loro posizione, e valutare conseguenze volte a preservare l’onorabilità del nostro partito e degli equilibri istituzionali”.

“Vale per i magistrati e vale per i due parlamentari del mio partito – aggiunge ancora Fabiani in una nota -. Oltreché per loro stessi devono farlo anche per il partito a cui appartengono, poiché il Pd, questo nuovo Pd, è oggi l’architrave più solida dell’alternativa possibile alla destra nazionalista e xenofoba ed è assolutamente prioritario difenderne la credibilità, senza balbettare”.

Per Fabiani, “si tratta di due parlamentari di rango eletti entrambi in Toscana ed è dunque impensabile che la dirigenza regionale del nostro partito non esprima su questa vicenda una posizione netta e capace di salvaguardare la nostra comunità, a maggior ragione dopo le posizioni pubblicamente espresse dal segretario Zingaretti e dal presidente Gentiloni”.

Omicidio Ciatti: Ferri, da governo risposte vaghe

“La risposta del Governo alla interrogazione che ho presentato insieme ai colleghi Luca Lotti e Rosa Maria Di Giorgi sul caso di Niccolò Ciatti è stata purtroppo insoddisfacente. Chiediamo al Governo più convinzione e determinazione visto che si tratta della tragica morte di un giovane di 22 anni, Niccolò, ucciso a calci e pugni in una discoteca di Lloret de Mar”.

Lo afferma in una nota il deputato del Pd Cosimo Ferri. “Il Governo italiano non si può accontentare di inviare lettere alle autorità spagnole, è necessario pretendere risposte chiare, al momento non arrivate”, aggiunge Lotti. “Non bastano le rassicurazioni del Ministero degli Affari Esteri e quelle passate del ministro della giustizia – prosegue Ferri -. Al momento solo uno dei tre presunti colpevoli è sottoposto a misura di custodia cautelare. Ora occorrono i fatti e sollecitare la magistratura spagnola a concludere le indagini rapidamente, assicurando alla giustizia i colpevoli. I nostri giovani devono poter viaggiare e divertirsi nella completa sicurezza”.
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