Open: Gdf, 130.000 euro per sbloccare finanziamenti per tv scientifica

Open: l’ex presidente della fondazione Open Alberto Bianchi, sfruttando le sue relazioni con Luca Lotti si sarebbe fatto dare dall’imprenditore Pietro Di Lorenzo 130.000 euro. La mediazione, si legge negli atti dell’inchiesta sulla fondazione renziana, avrebbe riguardato l’erogazione da parte del Miur e del Mise di finanziamenti pubblici per la realizzazione di una tv scientifica su piattaforma digitale.

Per l’episodio l’avvocato Alberto Bianchi, presidente di Open, è indagato per traffico di influenze illecite in concorso con Di Lorenzo.
La natura economica dell’accordo tra Bianchi e Di Lorenzo si desume secondo gli investigatori della Gdf da un appunto sequestrato allo stesso Bianchi, da cui emergerebbe che per l’interessamento ai finanziamenti pubblici a cui era interessato Di Lorenzo, “O” – ossia Open secondo le Gdf – avrebbe ricevuto da lui “100 entro 30.6” di cui “30 subito” e “altri 100 almeno il 31.12”.

L’appunto si riferisce a un incontro tra Bianchi e Di Lorenzo avvenuto a Roma il 12 aprile 2017. Dalla documentazione sequestrata dalle fiamme gialle, risulta che tra marzo e giugno del 2017 persone e società riconducibili alla sfera dell’imprenditore versarono nelle casse di Open 100.000 euro.
Sempre dagli appunti sequestrati a Bianchi, emerge come il presidente di Open si sia interessato all’iter dei finanziamenti da parte del Miur per la realizzazione della tv scientifica: “Di Lorenzo – si legge in un foglio datato 8 maggio 2017 -: se non si sblocca roba al Miur è un problema”. Sempre nello stesso appunto Bianchi ipotizza di parlare della cosa con uno stretto collaboratore di Luca Lotti. Sentito dalla finanza, il collaboratore di Lotti tra l’altro ha detto che “Bianchi era un punto di accesso al Governo”, in quanto persona “della sfera di fiducia di Renzi e Lotti”. (fonte ANSA).

Fondazione Open: chiuse indagini, 15 indagati 4 sono società

Sono 11 le persone indagate destinatarie dell’avviso di conclusione indagini, tra cui lo stesso attuale leader di Italia Viva Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai.

Le accuse riguardano presunte irregolarità nei finanziamenti a Open, la fondazione nata per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi. Sono 11 le persone indagate destinatarie dell’avviso di conclusione indagini, tra cui lo stesso attuale leader di Italia Viva Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. Coinvolte nell’inchiesta anche quattro società. Tra i reati contestati a vario titolo nell’inchiesta compaiono il finanziamento illecito ai partiti, corruzione, riciclaggio, traffico di influenze

Secondo la procura Open operava come un vero e proprio partito.  A far partire gli accertamenti la plusvalenza da quasi un milione di euro che l’imprenditore Patrizio Donnini avrebbe ricavato con la cessione a Renexia (del gruppo Toto) di cinque società inattive ma autorizzate alla produzione di energia eolica.

In particolare, secondo le accuse, tra il 2012 e il 2018 la Fondazione avrebbe ricevuto ” in violazione della normativa” 7,2 milioni di euro, spesi almeno in parte per sostenere direttamente l’attività politica della corrente renziana.n Luca Lotti si sarebbe adoperato affinché in Parlamento venissero approvate disposizioni normative favorevoli al concessionario autostradale Toto Costruzioni spa e per questo la procura di Firenze lo accusa di corruzione in concorso nell’inchiesta sulla fondazione Open.

Lo si precisa nell’avviso di conclusione delle indagini. Secondo il procuratore aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, titolari delle indagini, Lotti, all’epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e segretario del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), avrebbe ottenuto in cambio di queste ‘attenzioni’ finanziamenti per la fondazione. In particolare, come ricompensa per l’operato di Lotti, il gruppo Toto avrebbe versato all’allora presidente di Open, avvocato Alberto Bianchi, 800.000 euro a fronte di una prestazione professionale fittizia.

Di questa somma, Bianchi avrebbe poi versato 200.000 euro alla Open e altri 200.000 al comitato per il Sì al referendum sulla riforma costituzionale. Per quest’episodio oltre a Lotti sono accusati di corruzione Bianchi, l’imprenditore Patrizio Donnini e Alfonso Toto, quale referente della Toto Costruzioni. Sempre in relazione allo stesso episodio, a Toto viene contestato anche il reato di finanziamento illecito ai partiti. Sia Alfonso Toto che Patrizio Donnini inoltre devono rispondere dell’accusa di traffico di influenze in concorso illecite: per l’accusa, Donnini, si sarebbe fatto pagare da Toto circa 1 milione di euro per una sua mediazione illecita con Luca Lotti. Il denaro, è la tesi dei pm, fu corrisposto attraverso Renexia spa (gruppo Toto) alla Immobil Green srl amministrata da Donnini. Quest’ultimo, accusato anche di autoriciclaggio, per mascherare la provenienza dei soldi, avrebbe impiegato parte delle somma ricevuta in due società attive nel settore del turismo e in acquisti immobiliari.

Lotti è accusato di corruzione anche in relazione a donazioni arrivate alla fondazione Open dalla British American Tobacco Italia spa. Secondo l’accusa formulata nell’avviso di conclusione indagini, tra il 2014 e il 2017 si sarebbe adoperato in relazione a disposizioni normative in materia di accise sui tabacchi lavorati, di interesse per la spa, ricevendo in cambio tra l’altro finanziamenti a Open per oltre 250.000 euro e la nomina di un manager gradito nel collegio sindacale della British American Tobacco spa. Sempre riguardo ai finanziamenti ricevuti da Open, l’ex presidente Alberto Bianchi è indagato anche per emissione di fatture per operazioni inesistenti e per traffico di influenze. L’ultimo reato viene contestato a Bianchi solo in relazione a una serie di finanziamenti, per una somma complessiva di oltre 100.000 euro, ricevuti da Open dalla Irbm Scienza Park spa

Lotti, Toto e Bianchi indagati per corruzione

Firenze, un avviso di proroga di indagini in cui si ipotizza il reato di corruzione, nell’inchiesta della procura fiorentina sulla fondazione Open, sarebbe stato notificato al parlamentare Pd Luca Lotti, ad Alberto Bianchi, ex presidente di Open, ad Alfonso Toto, legale rappresentante della Toto Costruzioni spa, e a Patrizio Donnini, imprenditore fiorentino vicino alla famiglia Renzi e fondatore dell’agenzia di comunicazione Dotmedia.

L’inchiesta che vede indagati Lotti, Toto e Bianchi, è stata aperta per finanziamento illecito ai partiti ed altro: nei mesi scorsi si è poi appreso che c’era anche un’ipotesi di corruzione, ma non si sapeva a chi fosse stato contestato il reato.

L’accusa, in concorso, è di corruzione per l’esercizio della funzione. Nell’avviso di proroga delle indagini non sarebbe tuttavia specificato l’episodio a cui si riferisce il reato contestato. Ipotesi fondante dell’inchiesta della procura fiorentina su Open, quella che la fondazione renziana sia stata usata come un’articolazione di una corrente di partito (il Pd), violando le norme sul finanziamento.

Per la Guardia di finanza nella fondazione Open sarebbero confluiti dal 2012 al 2018 oltre 7 milioni di euro in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Nell’inchiesta sono indagati fin dalle prime fasi delle indagini l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai, accusati di finanziamento illecito ai partiti. Stesso reato che poi i pm hanno attribuito a Matteo Renzi e ai componenti del consiglio direttivo della fondazione Maria Elena Boschi e Luca Lotti.

Oggetto delle indagini anche un pagamento di circa 2 milioni di euro fatto dalla Toto Costruzioni spa in favore dello studio dell’avvocato Alberto Bianchi, come compenso per un incarico professionale avuto dal legale in merito a un contenzioso tra il gruppo di costruzioni e Autostrade per l’Italia. Un passaggio di denaro considerato sospetto dalla procura di Firenze.

“I legali dell’on.Lotti, Franco Coppi ed Ester Molinaro, dichiarano di aver ricevuto una proroga di indagine in cui si ipotizza il reato di corruzione e precisano di non poter offrire, al momento, alcuna ulteriore informazione poiché l’atto non descrive i fatti sui quali vertono le indagini”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dagli avvocati di Luca Lotti, in relazione alla proroga delle indagini per concorso in corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open.

Renzi, Boschi e Lotti indagati inchiesta ‘Open’

Firenze, il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Firenze nell’inchiesta sulla fondazione Open.

Lo riporta il quotidiano ‘La Verità’ stamani. Secondo quanto confermano anche fonti inquirenti, l’ex segretario del Pd, Matteo Renzi, ora leader di Italia Viva, sarebbe accusato di finanziamento illecito ai partiti in relazione ai fondi gestiti dalla fondazione Open che organizzava la Leopolda.

Stesse accuse, per fatti del periodo 2012-2018, sono contestate dai Pm Luca Turco e Antonino Nastasi a Luca Lotti e Maria Elena Boschi, in quanto componenti del direttivo della fondazione.

Ed arriva anche la conferma della procura di Firenze che ha notificato un invito a comparire nei suoi uffici per il 24 novembre prossimo – nell’ambito dell’inchiesta Open dove risultano indagati – al senatore Matteo Renzi e agli altri indagati, Marco Carrai, Alberto Bianchi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Dovranno presentarsi in procura per essere interrogati dai pm Luca Turco a Antonio Nastasi.

Secondo quanto si legge nell’invito a comparire “Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, componenti del consiglio direttivo della fondazione Open, riferibile a Matteo Renzi (e da lui diretta), articolazione politico organizzativa del Partito Democratico (corrente renziana)”, avrebbero ricevuto contributi per 7,2 milioni di euro “in violazione della normativa” sul finanziamento ai partiti, “somme dirette a sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana”.

Inoltre Renzi Lotti e Boschi, si legge ancora nel documento, avrebbero ricevuto “dalla fondazione Open contributi in forma diretta e indiretta, in violazione della normativa” relativa al finanziamento ai partiti.

Lotti positivo a Coronavirus

Il deputato PD:”Nei giorni scorsi mi sono attenuto a tutte le norme, restando a casa ed evitando il più possibile contatti con le altre persone e gli spostamenti”

“Ciao a tutti. Anche io sono risultato positivo al coronavirus. Vi dico subito che sto bene, sono a casa e qui resterò fino a quando tutto questo sarà passato. Vorrei ringraziare i medici e tutto il personale sanitario che sta svolgendo un lavoro davvero straordinario”. Lo scrive su Facebook il deputato Pd Luca Lotti. “Nei giorni scorsi mi sono attenuto a tutte le norme, restando a casa ed evitando il più possibile contatti con le altre persone e gli spostamenti (a parte ovviamente il giorno in cui mi sono recato in Parlamento per approvare un provvedimento necessario per dare un aiuto concreto a famiglie e imprese). Questo per dirvi quanto sia micidiale questo virus e quanto sia importante, anzi doveroso che ognuno faccia la propria parte per tutelare gli altri; innanzitutto le persone più deboli, i nostri figli e i nostri nonni. Mai come in questi giorni dobbiamo essere tutti orgogliosi di essere italiani e ricordarci che le scelte di oggi di ciascuno di noi possono cambiare il futuro del nostro Paese. E allora, con ancora più forza vi dico, seguite tutte le indicazioni, restate a casa e sono sicuro che #andràtuttobene”.

Consip: gip Roma ordina nuove indagini su Tiziano Renzi e Lotti

Il gip di Roma ha ordinato ai pm di svolgere ulteriori indagini per Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, nell’ambito di uno dei filoni della maxinchiesta Consip.

Il giudice, accogliendo parzialmente la richiesta di archiviazione della Procura, chiede di verificare se ci sia stata o meno una attività di mediazione da parte di Renzi senior per commesse ed appalti, in concorso con l’imprenditore Alfredo Romeo e l’ex parlamentare Italo Bocchino. I tre sono accusati di traffico di influenze illecite.

Il giudice ha disposto ulteriori indagini anche per l’ex ministro dello Sport Luca Lotti e del generale dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio.

Il giudice affida ai pm 90 giorni per svolgere la nuova tranche di indagine che riguarda la mediazione esercitata dai tre nei confronti dell’ex ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi, dell’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni e l’ex direttore generale del patrimonio Inps, Daniela Becchini, episodio per il quale Renzi senior è stato invece archiviato.

Inoltre, sempre secondo il gip, anche Verdini dovrebbe essere indagato assieme all’ex parlamentare Ignazio Abrignani e all’imprenditore Ezio Bigotti in relazione alla gara di appalto Consip FM4. Ai tre è contestato il reato di concussione ai danni dell’ex ad della centrale acquisti della Pa, Luigi Marroni, “in relazione alla vicenda Cofely “.

Nel provvedimento il giudice chiede, inoltre, ai pm di iscrivere nel registro degli indagati l’imprenditore Carlo Russo, già a processo nel filone principale e indagato in questa tranche per turbativa d’asta, anche per il reato di traffico di influenze illecite in concorso con l’imprenditore Alfredo Romeo, l’ex parlamentare Italo Bocchino e Tiziano Renzi. Per il giudice, Russo deve essere indagato anche per due episodi di tentata estorsione ai danni di Marroni avvenuti il 10 novembre del 2015 e il 18 maggio del 2016.

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