Albero cade nel giardino della scuola elementare Montagnola a Firenze, secondo caso in un mese.

Firenze, mentre la scuola elementare Montagnola era chiusa durante lo scorso fine settimana, un albero è caduto nel giardino dell’edificio.

Durante il fine settimana, in una scuola elementare nel quartiere fiorentino Isolotto, la Montagnola, una quercia ad alto fusto è caduta nel giardino dell’edificio scolastico. Proprio perché la scuola era chiusa non c’è stato nessuno ferito. In una nota del comune di Firenze si spiega che la quercia è “caduta per il cedimento dell’apparato radicale” ed è probabile sia “stata sradicata a causa del forte temporale che ha interessato Firenze nella notte tra venerdì e sabato”. ed è probabile sia “stata sradicata a causa del forte temporale che ha interessato Firenze nella notte tra venerdì e sabato”.

La quercia, si fa ancora presente da Palazzo Vecchio, “era stata controllata il 6 aprile con Visual tree assessment (Vta) senza evidenza di difetti gravi e senza interventi di potatura prescritti. La prossima Vta era in programma quindi dopo due anni (aprile 2024). Sono in corso i lavori di rimozione del tronco e dei rami. Per verificare la possibile presenza di funghi patogeni un campione di tessuto radicale è stato consegnato al Cnr per farlo analizzare”.

Già oggi la scuola elementare Montagnola era regolarmente aperta. Tuttavia, per svolgere le operazioni di rimozione dell’albero, gli alunni sono rimasti all’interno delle loro classi. Per il capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio Federico Bussolin si tratta “dell’ennesima episodio gravissimo che dimostra come le nostre preoccupazione fossero fondate”. Questo mese è infatti la seconda volta che un albero cade nel giardino di un edificio scolastico, è accaduto infatti anche il 7 marzo alla scuola primaria Vittorio Veneto Pestalozzi. Anche nello scorso caso nessuno era rimasto coinvolto dalla caduta.

🎧 Stadio Franchi, professor Cappello: “La Commissione Europea non si è espressa prima, perché in origine le risorse erano completamente italiane”

Firenze, una delle interviste più interessanti dello special di Controradio sullo stadio Franchi è stata quella al professor Mauro Cappello, docente universitario esperto di fondi europei, che ai nostri microfoni ha detto: “I soldi per lo Stadio Artemio Franchi, all’inizio, dovevano essere statali. Poi, quando si è visto che le risorse non bastavano, si è puntato sul Pnrr”.

“Guardi è successo questo, – ha spiegato il professor Cappello – è stata redatta un primo computo metrico dei lavori da fare sullo stadio, e questa somma è stata a suo tempo, e mi sto riferendo all’aprile del 2021, inserita nel piano Nazionale complementare al Pnrr, rammento per i nostri ascoltatori che il piano Nazionale complementare sono soldi completamente statali e quindi in quella occasione, la Commissione Europea non disse nulla. A dicembre 2021 nel comune di Firenze si sono resi conto che servivano ulteriori e risorse finanziarie, per reperire queste ulteriori di sottaceti anziani hanno candidato lo stadio Franchi sui bandi Pnrr, nella missione 5 inclusione sociale, che dal mio punto di vista dovrebbe essere dedicata a tutt’altro rispetto che non a uno stadio”.

In podcast l’intervista al professor Mauro Cappello, docente universitario esperto di fondi europei.

“La Commissione Europea non si è espressa prima – risponde Cappello alla domanda se la Commissione Europea avesse potuto esprimere le sue perplessità tempo prima – perché le risorse erano completamente italiane, come ripeto ad aprile 2021, si parlava di Piano Nazionale complementare al Pnrr, quindi si parlava di risorse completamente statali, la scelta era comunque opinabile, però i soldi non erano della commissione europea e presumo che la Commissione Europea in particolare non sia intervenuta per questo motivo. Adesso i soldi invece sono stati previsti sul piano nazionale di ripresa e resilienza, che sono i soldi europei, vorrei ricordare tra l’altro, che una parte di questi soldi è a prestito, soldi che noi dovremmo ripagare entro il 2050, e vorrei far rendere conto ai nostri ascoltatori del fatto che noi stiamo intebitando noi e i nostri figli per fare un’opera pubblica che verrà poi sfruttata esclusivamente da un privato”.

Piantedosi a Firenze, si rivolga ai giovani: “La politica che non poteva esistere senza la cultura”.

Il ministro degli interni Matteo Piantedosi è intervenuto durante l’undicesima edizione del Premio Narrativa Giovane che si è tenuta oggi a Firenze.

“Troppo spesso nella contemporaneità il termine politica viene degradato a qualche cosa che è legato alle dinamiche partitiche o di altro genere, insomma non fa emergere quella nobiltà originaria che Giovanni Spadolini evidenziava: la politica come cultura, la politica che non poteva esistere senza la cultura”. Lo ha detto il ministro degli Interni che oggi si trovava a Firenze e rivolgendosi ai giovani partecipanti dell’undicesima edizione del Premio Narrativa Giovane, evento promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia.

“Spadolini disse che la cultura era qualcosa di inscindibile dalla sua iniziativa politica, quindi studiare, fare cultura, significa fare politica”, ha affermato il ministro. “Fare cultura, dedicarsi alla cultura, studiare, nel caso dei giovani – ha poi aggiunto – significa alimentare la propria libertà. C’è un tratto comune che va dalla libertà alla cultura, alla politica”. Spadolini, ha ricordato il ministro, “è stato un grandissimo intellettuale e un grandissimo politico, interprete della storia nazionale: ma è stato soprattutto un grande anticonformista, in un senso non distruttivo, non nel senso solo di rompere, ma nel senso di avere una visione critica delle cose della vita e della cultura, che non fossero improntate alla banalità. Spadolini fondava questa sua visione della vita, della cultura, della politica sul pensiero di Gobetti, di cui è stato un grande studioso”.

“Dovete studiare – ha continuato Piantedosi – approfondire, non assecondare a tutti i costi il pensiero dominante, avere la capacità e la volontà anche di provare a cambiare il quadro delle idee, e se è il caso anche cambiare le stesse vostre idee, perché anche cambiare idea qualche volta può avere un tratto di nobiltà”. “Spadolini vi avrebbe incoraggiato a continuare a studiare – ha proseguito – per coltivare il pensiero critico, apprendere dagli esempi ma anche discostarvi dagli esempi, l’importante è che voi vi dedichiate sempre al cambiamento, e studiate per immaginare e per cambiare il mondo”. Da qui, ha aggiunto il ministro, “l’esortazione anche rispetto a giornate come quella di oggi è a non rinunciare a costruire la vostra personalità attraverso lo studio e la cultura”.

Durante la cerimonia di premiazione era presente anche il sindaco di Firenze Dario Nardella.

🎧 Stadio Artemio Franchi di Firenze, lo speciale di Controradio

Firenze, uno speciale di un’ora dedicato alle vicende dello Stadio Artemio Franchi, alle polemiche e alle incertezze del suo futuro, con interviste ad amministratori, esperti e giornalisti.

In podcast la registrazione integrale della trasmissione sullo Stadio Artemio Franchi, andata in onda sulle frequenze di Controradio lunedì 3 aprile 2023.

“I soldi per lo Stadio Artemio Franchi, all’inizio, dovevano essere statali. Poi, quando si è visto che le risorse non bastavano, si è puntato sul Pnrr”. Ha detto ai microfoni di Contoradio il professor Mauro Cappello, docente universitario esperto di fondi europei. “E’ stata fatta una forzatura all’interpretazione dei bandi”, ha proseguito Cappello. Sentiamo uno stralcio del suo intervento:

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“E’ stato fatto quello che doveva essere fatto. Il Pnrr non è un piano nel quale viene seguita una logica di priorità, ma è articolato per bandi e noi giustamente abbiamo colto l’occasione che appariva possibile ovvero  il Comune di Firenze ha partecipato per ottenere finanziamenti per la riqualificazione del Franchi ed è giusto che questo avvenga perché lo stadio è un bene culturale e il suo restyling oltre ad essere legittimo è necessario ed utile per una strategia anche di prevenzione contro il degrado del quartiere di Campo di Marte”, ha ribadito ai nostri microfoni il presidente della regione Toscana Eugenio Giani:

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“Vedo veramente una gran confusione e parecchia cattiva propaganda, intorno a questo argomento, sia da parte di vuolelo stadio privato, sia da parte di chi vuole a tutti i costi difendere l’idea di ristrutturae il Franchi con soldi pubblici per benefici che andrebbero soltanto ad un privato”, ha cocluso alla fine della nostra trasmissione il giornalista e sociologo Pippo Russo:

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Proiettili da mortaio trovate in una cassapanca di casa a Firenze, rimossi dagli artificieri dell’Esercito

Firenze, sono stati rimossi dagli artificieri dell’Esercito e portati in una cava per farli brillare, i due proiettili da mortaio che la proprietaria di una abitazione di Firenze, aveva trovato stamani in una cassapanca in casa.

Si tratta di due proiettili da mortaio da assalto, modello Brixia, di fabbricazione italiana che venivano usate in operazioni offensive della Seconda Guerra Mondiale dal Regio Esercito.

I due ordigni erano in una scatola ancora funzionanti. I militari le hanno portate via dalla casa in sicurezza. La bonifica è stata effettuata da un nucleo Cmd (Conventional Munition Disposal – Bonifica di munizionamento Convenzionale) del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bologna) dell’Esercito Italiano in concorso con la prefettura di Firenze.

L’intervento è stato disposto dal Comando Forze Operative Nord di Padova deputato alla gestione dei concorsi militari in tempo di pace nell’Italia Centro-settentrionale.

Nel primo pomeriggio la questura di Firenze aveva disposto l’evacuazione dello stabile e la chiusura della strada, via del Leone, nel rione di San Frediano, in Oltrarno, per motivi di sicurezza, dopo la segnalazione da parte della proprietaria alle forze dell’ordine.

Intorno alle 18 con l’intervento del Genio l’emergenza si è conclusa e la via è stata riaperta. Anche i proprietari hanno potuto rientrare in casa. Oltre alla polizia sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

Proiettili da mortaio rinvenuti in una cassapanca, evacuato palazzo in centro a Firenze. In attesa dell’intervento degli artificieri del Genio dell’Esercito

Firenze, è stato evacuato un palazzo in via del Leone, proprio nel centro della città,  a seguito del ritrovamento, in una cassapanca, di due proiettili da mortaio, che pare siano residuati bellici della Seconda guerra mondiale.

I proiettili da mortaio sono stati scoperti dalla proprietaria dell’appartamento, che ha fatto la segnalazione alla questura, dopo aver aperto un vecchio mobile che conteneva gli ordigni.

Per motivi di sicurezza, la strada del centro storico di Firenze, è stata chiusa, e tutti gli inquilini dello stabile sono stati fatti evacuare. Sul posto, oltre alla polizia, anche i vigili del fuoco per tenere in sicurezza l’area in attesa della rimozione e del trasferimento altrove, e la polizia municipale.

L’area intorno al palazzo è presidiata dalle forze dell’ordine in attesa dell’intervento degli artificieri del Genio dell’Esercito che come da prassi provvederanno alla rimozione dall’abitazione degli ordigni e al brillamento in sicurezza, in località dedicata.

Gli ordigni ritrovati nella casa, secondo altre informazioni, dovrebbero essere proiettili per mortaio Brixia, un armamento che fu in dotazione al regio esercito italiano durante la Secona guerra mondiale.

I proiettili del Brixia erano costituiti da granate da 45 mm, formata da un corpo bomba in acciaio con spoletta avvitato a un governale a quattro alette. Sono proiettili ‘esplodenti’ e quindi considerati molto pericolosi anche a distanza di molti anni falla loro fabbricazione. I mortai Brixia nel dopoguerra rimasero in servizio con l’Esercito Italiano fino agli anni cinquanta.

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