🎧 Facilitazione digitale, pronto un bando per l’apertura di 169 centri in Toscana

Il tema è la facilitazione digitale. Sul tavolo, ancora una volta, ci sono i fondi del Pnrr. La Regione Toscana sta per pubblicare un bando finalizzato a consentire agli enti locali ddi aprire 169 Centri. Strutture in grado di favorire l’alfabetizzazione digitale e l’accesso ai servizi offerti dalla Pubblica amministrazione a tutti quei cittadini che in genere hanno difficoltà a connettersi alla rete.

“La Toscana sta procedendo con efficacia e concretezza sul fronte PNRR, anche relativamente alla Misura 1 sulla digitalizzazione – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. Oggi presentiamo un bando che permetterà la realizzazione di una fitta rete di Centri per la facilitazione digitale. Per migliorare il livello di digitalizzazione della popolazione, oltre alle risorse statali, la Regione Toscana ha usato anche risorse proprie per acquistare tablet. E poi fornire voucher di connessione, aumentare la copertura di rete sul territorio regionale. Un lavoro che facciamo sempre in collaborazione con i Comuni”.

“Partiamo finalmente – spiega l’assessore regionale alle infrastrutture digitali e alla semplificazione, Stefano Ciuoffo – con il primo bando PNRR sulle competenze digitali. Abbiamo voluto rilanciare ed estendere il progetto su cui Regione Toscana si era già impegnata negli anni scorsi. Lo si fa attraverso la collaborazione delle Botteghe della Salute, di Anci e dei sindacati dei pensionati. Con il bando che stiamo per pubblicare daremo fino a 30.000 euro di contributi per ciascun centro proposto dai Comuni, dalle Unioni di Comuni o dalle Province che faranno domanda. Serviranno per finanziare l’attività di 169 Centri di facilitazione digitale”.

“Il nostro obiettivo è di formare 136.000 cittadini toscani. Saremo in grado di fornire agli enti locali che lo chiederanno – prosegue – anche una dotazione informatica composta da 2 computer fissi, 2 portatili, una stampante a colori, un videoproiettore, un hotspot con cavi di rete e un tablet. Per un valore aggiuntivo di circa 9.000 euro che si aggiungeranno ai 30.000 euro. Sono certo che gli amministratori locali vorranno cogliere questa preziosa opportunità di facilitazione digitale”.

E, per illustrare compiutamente, la Regione ha organizzato un incontro con gli amministratori pubblici che si è tenuto questa mattina a Firenze, al Cinema della Compagnia. Tra coloro che presenteranno domanda verranno scelti tre centri per ognuno dei 28 ambiti territoriali turistici in cui è suddivisa la Toscana. Poi, assegnati i primi 84 posti, per gli altri la scelta ricadrà su quelle realtà che hanno un maggior numero di abitanti in virtù dei target numerici assegnati alla Toscana dal PNRR. Unica eccezione le isole del Giglio e di Capraia. Per loro Centro di facilitazione digitale garantito nel caso in cui i rispettivi presentino la domanda.

“Con questa misura – prosegue l’assessore Ciuoffo – vogliamo garantire la capillarità sul territorio regionale dei futuri centri di facilitazione digitale. L’alfabetizzazione digitale, insieme alla connettività, è il presupposto per ridurre le disuguaglianze che oggi si stanno ampliando anche a causa dell’innovazione tecnologica. Dobbiamo fare in modo che quest’ultima sia un’opportunità per tutti i cittadini e per tutte le imprese, non solo per alcuni”.

Il bando sarà pubblicato il 12 aprile sul Bollettino unico regionale e sarà possibile collegarsi al sito di Sviluppo Toscana che si occuperà dell’emissione, dell’istruttoria, dell’erogazione dei finanziamenti. Potranno parteciparvi i Comuni toscani in forma singola o associata, le Unioni di Comuni toscane, le Province toscane, la Città Metropolitana di Firenze. I beneficiari potranno avvalersi di collaborazioni con altri Enti locali, associazioni di volontariato, scuole e università e altri soggetti. Ma anche privati, attivi sul territorio che gestiscono centri di aggregazione o sportelli presso i quali si svolgono azioni per la fruizione dei servizi digitali e il rafforzamento delle competenze digitali dei cittadini.

“Abbiamo istituito – conclude Stefano Ciuoffo – la figura del facilitatore digitale iscritta nel catalogo regionale. Per coloro che saranno candidati dagli Enti a percorrere questo percorso formativo certificato, è previsto un corso di qualificazione professionale. Durerà 450 ore, durante le quali si acquisiranno competenze di utilizzo dei principali servizi pubblici digitali, di consapevolezza sui rischi di sicurezza informatica. E capacità di aiutare i cittadini nell’utilizzo del digitale. I facilitatori digitali, riconosciuti come profilo regionale, seguiranno il corso di formazione professionale organizzato ed erogato gratuitamente dalla Regione”.

🎧 Non autosufficienza, dalla Regione pronti 180 milioni di euro in tre anni

L’obiettivo è accompagnare e sostenere il percorso di persone anziane e con disabilità e i percorsi di vita indipendente. Per questo la Regione Toscana stanzierà 180 milioni in tre anni sulla base del nuovo Piano regionale per la non autosufficienza 2022-2024. Questo strumento di programmazione indica gli interventi e i servizi che verranno realizzati nel triennio. Questo secondo i bisogni espressi dalle persone e dalle comunità e in un’ottica di integrazione fra il sistema sociale e quello sanitario.

Il piano per la non autosufficienza, che risponde ai criterio indicati dal piano nazionale, verrà attuato con un forte coinvolgimento delle 28 zone distretto. Tra le novità previste anche l’assunzione di 63 figure di assistenti sociali da impiegare nei servizi di presa in carico della persona. “Il piano rappresenta uno strumento concreto e capillare per la presa in cura delle persone più fragili – sottolinea il presidente della regione Toscana Eugenio Giani -. “E’ uno strumento – aggiunge – che integra gli aspetti sociali e quelli sanitari per garantire risposte più complete e che coinvolge tutti i territori, per essere il più possibile vicino ai destinatari”.

“Sono tre – evidenzia l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – i capisaldi del piano. Migliorare la qualità, quantità e appropriatezza delle risposte assistenziali a favore delle persone non autosufficienti, con disabilità e anziane. Promuovere un sistema fondato sulla prevenzione della non autosufficienza e della fragilità. Favorire percorsi che realizzino la vita indipendente e la domiciliarità, la piena inclusione sociale e lo sviluppo delle autonomie. La volontà di fondo – prosegue – è quella di rafforzare gli strumenti a disposizione dei territori per garantire percorsi efficaci, chiari, certi”.

“Accompagnare e sostenere le persone anziane e non autosufficienti nelle proprie comunità – commenta il direttore di Anci Toscana Simone Gheri – è una priorità anche per i Comuni, che svolgono un ruolo fondamentale in questo percorso. E grazie alla collaborazione con la Regione, vogliamo portare sempre più capillarità nelle nostre politiche di welfare”.

Gli interventi del Piano per la non autosufficienza si basano sul perseguimento dei cosiddetti Leps. Sono i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, previsti, per la prima volta, dal piano nazionale. I Leps sono definibili come l’insieme di azioni tali da garantire ai cittadini, specie a quelli più fragili, qualità di vita, pari opportunità e riduzione delle condizioni di svantaggio e vulnerabilità. In molti casi questi interventi sono già esistenti e radicati e con il nuovo piano saranno confermati. Basti pensare, per esempio, a tutta l’attività di assistenza domiciliare sociale o integrata con i servizi sanitari.

In alcuni casi, invece il piano prevede un rafforzamento. E’ il caso dei cosiddetti interventi sociali “di sollievo”, cioè a quei servizi di sostegno rivolti alla persona anziana nel momento in cui presenta, per la prima volta, una situazione di fragilità.  E’ il servizio Pronto badante, attivo in Toscana dal 2016 e che  prevede la presenza di un operatore autorizzato che garantisce un adeguato punto di riferimento. Offre informazioni sui percorsi attivabile e garantisce un primo sostegno economico per l’attivazione di un rapporto di assistenza familiare.

Con il nuovo piano questo servizio viene rafforzato e collegato capillarmente alla rete delle zone distretto per consentire una risposta più rapida e vicina. A sostegno dei percorsi attivati tramite la presenza di un assistente familiare/badante è prevista la messa a disposizione di strumenti qualificati per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta. Questo in collaborazione con l’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego, che garantisce l’esercizio della funzione regionale in materia di mercato del lavoro tramite la gestione dei Centri per l’Impiego.

Altro servizio che viene sostenuto con forza nel nuovo piano è quello delle cosiddette azioni di adattamento domestico.  Nel piano si parte dalla constatazione di quanto l’adattamento degli spazi, della domotica e dell’assistenza a distanza possano dare risposte fondamentali per l’ autonomia alla persona non autosufficiente.  L’intervento per adattare l’abitazione entra formalmente all’interno delle possibili risposte che i servizi possono proporre alla persona.

Il piano per la non autosufficienza prevede un capitolo ad hoc per l’assunzione di assistenti sociali. Individuando tale ipotesi come necessaria per raggiungere gli obiettivi previsti. Il personale assunto permetterà di garantire la fase della presa in carico della persona e la valutazione multidimensionale dei bisogni, sotto il profilo clinico, funzionale e sociale. Ad ogni ambito saranno garantite le risorse per l’assunzione a tempo indeterminato di almeno due assistenti sociali. In tutto saranno 63 figure.

Circa 2,2 milioni di euro. E’ quanto prevede il piano per i progetti di Vita indipendente,  in favore di persone con disabilità. Confermato anche per il prossimo triennio il progetto “In Aut”,  Indipendenza e Autonomia. E’ nato con l’obiettivo di sostenere progetti integrati e personalizzati, che consentano alle persone con disabilità, prioritariamente di giovane età, di condurre una vita autonoma. Nell’ultimo triennio quasi mille persone hanno beneficiato di questo bando, di cui oltre l’80% tra i 18 e i 44 anni.

🎧 Scavalco di Livorno, avviati i lavori per 27 milioni. Giani: “Opera fondamentale”

Avviati i lavori dello Scavalco di Livorno. La nuova infrastruttura di Rete Ferroviaria Italiana, con la direzione lavori affidata a Italferr – entrambe società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane –, permetterà di avere un collegamento ferroviario diretto per i treni merci tra il Porto di Livorno e l’Interporto di Guasticce.

Presenti alla partenza dei lavori per lo Scavalco di Livorno Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana, Stefano Baccelli, Assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture Regione Toscana. Oltre a Luciano Guerrieri, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Barbara Bonciani Assessore al Porto del Comune di Livorno. Ma anche Adelio Antolini, Sindaco di Collesalvetti, Rocco Guido Nastasi, Presidente Interporto toscano. E Raffaello Cioni, Amministratore Delegato Interporto toscano e Lucio Menta, Direttore Investimenti di RFI.

Il nuovo tracciato consentirà di collegare direttamente l’area portuale di Livorno con l’interporto di Guasticce attraverso la costruzione di un tratto di linea di 1.580 metri. La cui opera più significativa è rappresentata dal viadotto di scavalco della linea Tirrenica Pisa-Roma mediante un viadotto metallico costituito da 14 campate (di luce massima pari a 36 metri) per uno sviluppo complessivo di circa 350 metri.

L’opera migliorerà i collegamenti tra Porto e Interporto Vespucci, senza interessare l’impianto di Livorno Calambrone ed eliminando le interferenze sulla linea Tirrenica, rendendo così possibile l’implementazione della funzione di retroporto dell’Interporto Vespucci. I lavori, affidati al raggruppamento di imprese costituito da C.E.M.E.S. S.p.a. – BIT S.p.A. e Fontanini Ivano S.n.c. di Fontanini Claudio & C., saranno completati nel primo semestre 2024.

L’investimento è di 27 milioni di euro, prevalentemente finanziati dalla Regione Toscana. Il nuovo collegamento con l’interporto di Guasticce si inserisce nel progetto di potenziamento dei collegamenti tra il porto di Livorno con il Corridoio TEN-T Scandinavo – Mediterraneo.

🎧 Liste di attesa, numero unico e medici di famiglia. Le novità della sanità toscana

Cinque delibere per tre obiettivi: liste di attesa, continuità assistenziale e medici di famiglia. Presentato questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, è un pacchetto di misure appena licenziate dalla giunta dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini.

Uno dei problemi, nazionali, è sicuramente quello delle liste di attesa. Per contenerle, sia quelle  chirurgiche sia quelle ambulatoriali, la Regione aveva già approvato il 6 marzo una delibera di indirizzo rivolta alle aziende sanitarie. Prevedeva l’inserimento delle richieste a cui non era stato possibile rispondere in una pre-lista, per una successiva evasione, ma anche l’attivazione di un sistema di monitoraggio. La giunta adesso ha approvato due nuove delibere. Con la prima si individua un coordinatore, un medico con formazione manageriale per ogni azienda, nominato dal direttore generale su proposta del direttore sanitario. Dovrà vigilare sulla gestione delle liste di attesa. “Si tratta di una grande novità – commenta il presidente Giani – perché ci consentirà di intervenire in modo più tempestivo e con azioni ancora più efficaci nel dare risposta ai bisogni dei cittadini”.

La seconda delibera permetterà invece di impiegare le risorse autorizzate dal Milleproroghe, di recente approvato dal Parlamento, per contenere le liste di attesa. Per la produttività aggiuntiva degli specialisti ad esempio o l’acquisto di prestazioni dal privato convenzionato, in deroga ai tetti di spesa. Non si tratta di risorse aggiuntive, ma di una parte del Fondo sanitario nazionale pari allo lo 0,3 per cento. Per la Toscana vale 23 milioni di euro, di  cui dieci saranno destinati all’attività chirurgica e tredici a quella ambulatoriale. Uno strumento in ogni caso che permetterà maggiore elasticità.

Ogni azienda, entro il 30 aprile 2023, dovrà adottare il piano di rientro nei tempi massimi per le liste di attesa. Per gli interventi chirurgici programmati e per le visite e  le prestazioni diagnostiche ambulatoriali, dove i settori con maggior sofferenza sono stati nel 2022 cardologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatra ed ecografie, risonanze magnetiche ed endoscopia (ma non le Tac). In parallelo si lavora sull’appropriatezza delle prescrizioni, il che non vuol dire ridurre la possibilità per i cittadini di accedervi ma, ad esempio, vigilare sul corretto utilizzo dei codici di priorità od evitare la sovrapposizione tra prime visite e visite di controllo, che hanno percorsi differenti.

La Regione attiverà anche una centrale unica operativa regionale a cui rivolgersi chiamando il numero europeo armonizzato 116117. E’ già operativo per la continuità assistenziale in Lombardia, Piemonte e provincia di Trento. Oggi numeri di telefono e modalità organizzative variano a seconda del territorio e della Asl. Il progetto si aggiunge a quello delle liste di attesa ed è stato assegnato per il suo sviluppo all’Asl Toscana Centro, che già gestisce la centrale regionale del 112. Serviranno dai cinque ai sette mesi perché sia operativo ed ottenere nel frattempo il via libera dal ministero. E non sarà solo il numero guardia medica. “E neppure solo un centralino telefonico – puntualizza l’assessore Bezzini -. Ma un numero di riferimento, attivo per tutte le ore del giorno e per tutti i giorni della settimana, a cui rivolgersi per la presa in carico da parte del servizio sanitario. Arricchito nel tempo di ulteriori funzioni”.

Il cittadino potrà infatti rivolgersi al 116117 per richiedere assistenza e prestazioni non urgenti. Ma anche come supporto per chi è affetto da patologie croniche o per i soggetti fragili a domicilio, magari attraverso teleconsulto. Il nuovo servizio sarà anche molto tecnologico ed utilizzerà sistemi oggi in uso al 112. Oltre alla telemedicina la geolocalizzazione della chiamata, app dedicate, il trasferimento di tutti i dati al medico di continuità assistenziale. Ci sarà anche un servizio di interpretariato, a vantaggio di stranieri. Per la fase di avvio del progetto l’Asl Toscana Centro riceverà dalla Regione 4 milioni e 270 mila euro.

Ultima delibera approvata che si aggiunge alle liste di attesa: quella sui medici di famiglia. Ci sono territori in cui medici di medicina generale sono andati in pensione e non si riesce a sostituirli. Per agevolare l’adeguata copertura territoriale del servizio di assistenza primaria da parte dei medici di famiglia, nelle more dell’accordo collettivo nazionale che seguirà, si è deciso di dar corso intanto ad un pre-accordo. Condiviso nella riunione del comitato regionale di medicina generale del 2 marzo scorso, farà si che i medici di famiglia disponibili ad arrivare fino a 1800 assistiti potranno godere di un’indennità per l’infermiere di studio. La deroga, su base volontaria, si applica solo ai medici che operano nelle forma associative della medicina generale. Le aziende sanitarie dovranno anche predisporre una revisione degli ambiti territoriali e delle aree disagiate e disagiatissime, previa interlocuzione con le organizzazioni sindacali.

Giani: “90% di progetti Pnrr arriverà a conclusione”

Firenze, nonostante la maggior parte dei progetti del Pnrr non siano ancora partiti, Giani rassicura sul fatto che almeno il 90% dei 5.920 verrà realizzato.

Oggi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del Pnrr in Toscana, dove i progetti legati al Pnrr sono 5.920. “Ritengo che il 90% di questi progetti arriverà a conclusione – ha detto Eugenio Giani-. In questo momento vedo in movimento irreversibile poco più del 60% di queste opere ancora in fase di progettazione. Chi pensa che dovevano partire subito a razzo non conosce le leggi italiane e noi le dobbiamo rispettare. Molti di questi iter sono nella fase di progettazione, i cui bandi ci arrivano giorno per giorno. Finora sono stati impegnate risorse del Pnrr su opere per circa il 56% quindi c’è da aspettarsi ancora tanti bandi e tante possibilità di intervento”.

In Toscana, ha poi spiegato Giani, si tratta di investimenti per circa 6,6 miliardi, “di cui 5,6 miliardi sono i fondi del Pnrr e 1 miliardo è quello che questi progetti inducono perché talvolta si richiede che chi presenta il progetto manifesti anche la disponibilità di mettere risorse nell’ordine del 10-20%. I progetti che sono in corso e misureremo come realizzazione completa – ha concluso – sono 5.920”.

Giani sui Cpr: “Vogliamo creare luoghi adeguati ad accoglienza e indirizzo”

Firenze, Giani ha espresso la sua opinione sui centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) che per il presidente della Regione Toscana non devono essere un luogo detentivo.

“Oggi tutti sono consapevoli che l’accoglienza è la misura con cui si verifica la civiltà di un popolo. E ci sono Paesi che programmano l’accoglienza, ed è quello che dobbiamo fare anche noi. Anche l’immigrazione va vista come un fenomeno in cui l’accoglienza deve essere programmata e gestita in modo serio e poi canalizzata come formazione perché chi arriva possa trovare lavoro. E’ un percorso in cui il Cpr è uno degli aspetti che andrà un po’ rivisto. Non può essere un luogo detentivo”. Questo quanto detto sui centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani a margine di un evento.

“Noi in Toscana non abbiamo bisogno di nuove carceri per chi deve essere espulso – ha poi aggiunto Giani .- Vogliamo creare dei luoghi che siano adeguati a una funzione che sia l’accoglienza e l’indirizzo sul piano professionale di queste persone”. Inoltre, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che oggi era Firenze per un evento, “ho avuto delle chiacchierate molto serene su vari argomenti, sono sicuro che anche su questa materia, quando si arriverà al decreto legge, questo sarà preceduto da un confronto con chi poi lo deve attuare, quindi con le Regioni”.

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