Rossi: Toscana punta a leadership in economia circolare

Rossi sull’economia circolare  “la prima regione in Italia a produrre una svolta ambientalista”, con nuove norme Ue trasformare rifiuti in ricchezza.

Fare della Toscana “la prima regione in Italia a produrre una svolta ambientalista ed economica secondo le indicazioni delle istituzioni Ue”: questo l’obiettivo annunciato dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, al termine di una missione di due giorni a Bruxelles durante la quale, oltre a partecipare alla plenaria del Comitato Ue delle Regioni, ha avuto diversi incontri con funzionari e responsabili della Commissione europea sui temi dell’economia circolare.

“Ho manifestato la volontà di creare in Toscana un piano per i rifiuti e l’economia circolare alla luce dei nuovi regolamenti europei, che partono dall’assunto di considerare il rifiuto una ricchezza”, spiega Rossi all’ANSA, e “ho ricevuto molti apprezzamenti”.

“L’Ue è disposta a coadiuvarci in questo lavoro e ci ha fatto capire che sui bandi per la ricerca e l’economia circolare ci possono essere molti spazi”, continua il governatore, sottolineando anche che è stata verificata la possibilità di usare già i fondi strutturali 2014-2020 per obiettivi legati all’economia circolare.

“Ai primi di ottobre alcuni dirigenti e funzionari dell’Ue verranno a Firenze per un incontro che metta insieme questi temi e produca uno slancio nella giusta direzione”, conclude Rossi.

Bekaert: nota congiunta Di Maio-Rossi, massima attenzione a tutti i livelli

“Sulla delicatissima vicenda Bekaert c’è la massima attenzione a livello regionale, nazionale ed europeo”. Così, in una nota congiunta, il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, e il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in merito alla multinazionale belga che ha deciso di chiudere improvvisamente lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno per delocalizzare in Romania.

“Parliamo di 318 lavoratori diretti e circa 100 dell’indotto – aggiungono Di Maio e Rossi – che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Oltre 400 famiglie, non numeri. Il 5 luglio ci sarà un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al quale nchiediamo sia presente anche Pirelli, per un confronto concreto e
immediato”.
“Al Parlamento europeo – aggiunge Di Maio – abbiamo già presentato un’interrogazione alla Commissione europea affinché venga fatta chiarezza su eventuali violazioni delle direttive UE da parte della Bekaert. Anche in Europa le istituzioni devono prendere una posizione in merito a queste pratiche che spostano lavoro e profitti per motivi economici o fiscali, calpestando i cittadini. Chiederò, a
questo proposito, di avere un confronto con la Commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, anche al fine di capire quali siano le azioni concrete che la Commissione intende portare avanti per risolvere l”annoso problema delle delocalizzazioni selvagge e dei paradisi fiscali a norma di legge presenti tutt’oggi in Europa”.
“Nel ”Decreto Dignità” – conclude il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro – è prevista una stretta alle delocalizzazioni proprio per evitare che, dopo aver ricevuto aiuti da parte dello Stato, le aziende spostino la produzione all’estero”.

Bekaert, Rossi ‘chiama’ Governo per giovedì

 Il presidente alla manifestazione venerdì a Figline: “l”Europa del capitale e della grande finanza che calpesta i diritti sociali e del lavoro produce mostri nella sua pancia, è un”Europa che fa paura e noi dobbiamo combatterla. Ma non per tornare indietro, bensì andando avanti. Io, per questo, rimango per l”Europa”.

In cinquemila sono scesi venerdì in strada a Figline Valdarno (Firenze) per cercare di salvare lo stabilimento Bekaert, i 318 lavoratori a cui è stata spedita dall”oggi al domani una lettera di licenziamento e quelli dell”indotto, circa un
centinaio. E dal palco della manifestazione che ha concluso il corteo il presidente della Toscana Enrico Rossi ha chiesto con forza che all”incontro previsto giovedì a Roma al Ministero dello Sviluppo economico ci sia questa volta “un rappresentante politico del governo, ci sia l”azienda che ugualmente aveva disertato la prima convocazione – e si faccia magari pressione sul governo belga perché non manchi
ma ci sia anche la Pirelli”.
Nel 2013, ha ricordato Rossi, Pirelli ha messo in vendita lo stabilimento e consegnato alla multinazionale le chiavi del monopolio della produzione del filo d”acciaio usato per lo scheletro dei pneumatici, in cambio, raccontano lavoratori e sindacati, di uno sconto sul prodotto che sarebbe tra le cause delle perdite degli
ultimi due anni dello stabilimento. “Già allora qualcuno aveva annusato il pericolo. Per la Pirelli Figline era lo stabilimento della ricerca e sviluppo. La Bekaert invece il suo cervello l”aveva già”.
“Chiediamo che si riapra la trattativa – dice Rossi – e che, per partire, intanto vengano sospesi i licenziamenti. In questo caso non ci troviamo di fronte ad un settore in crisi: un mercato c”è.
Chiediamo che si garantisca la prosecuzione dell”attività produttiva, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”. Uno è il fondo contro le delocalizzazioni.  I belgi al momento non sembrano però pensare ad alcuna vendita dell”azienda, che per gli operai rimane invece una delle soluzioni.

“I dirigenti della multinazionale belga hanno pensato che la classe operaia fosse oramai piegata e che i lavoratori fossero così malridotti e incapaci di reagire che avrebbero accettato le lettere di licenziamento senza colpo ferire – ha detto Rossi – Ma hanno fatto male i loro conti”. Con i cittadini e i lavoratori in piazza ci sono
amministratori locali e parlamentari ed europarlamentari di diverso coloro politico”.

“Siamo stati a Roma e la partenza non è stata positiva – ha riferito il presidente Rossi – C”era solo un funzionario”. “Giovedì un rappresentante del Governo – ha reclamato – ci deve però essere, in nome della Toscana e dell”istituzione che rappresento, per rispetto dei lavoratori, dei cittadini e del Consiglio regionale toscano”.
“L”Europa solo del mercato e della concorrenza è un”Europa che uccide i valori e uccide se stessa – ha concluso Rossi – A Ventotene, quando della futura unione scrissero il manifesto, misero al primo posto l”unità e poi dissero che ”o sarà
l”Europa dei lavoratori o non sarà”. L”Europa del capitale e della grande finanza che calpesta i diritti sociali e del lavoro produce mostri nella sua pancia, è un”Europa che fa paura e noi dobbiamo combatterla. Ma non per tornare indietro, bensì andando avanti. Io, per questo, rimango per l”Europa”.

Figline: in 5 mila ieri alla manifestazione per la Bekaert

Presente anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi mentre nessun rappresentante del Governo “ha risposto all’invito del Comune” a partecipare alla manifestazione.

In cinquemila hanno sfilato ieri sera in corteo a Figline Valdarno (Firenze)
per la manifestazione istituzionale di solidarietà ai lavoratori della Bekaert contro la chiusura del sito e i 318 licenziamenti.
Sono cinquemila “persone vive – ha sottolineato la sindaca  di Figline Incisa Valdarno Giulia Mugnai – che si battono per la loro fabbrica, che resistono e non si arrendono ma chiedono dignità, lavoro e futuro”. Molti, spiega una nota, i sindaci del Valdarno presenti, le associazioni del territorio e cittadini che hanno applaudito i lavoratori al loro passaggio per le vie del centro di Figline. “La manifestazione di oggi è quella di un’intera vallata – ha detto -, che ha una sola voce e chiede tutta unita la stessa cosa: dignità, lavoro e futuro, perché questo stabilimento ha fatto la storia, ma non deve rimanere nella storia: deve essere il futuro della nostra comunità”. Per Mugnai, “questo è il momento della solidarietà e anche della concretezza perché bisogna andare da tutti i livelli istituzionali a chiedere di darci una mano, per avere soluzioni concrete per tutelare il sito e il lavoro”.

Gli interventi sono stati chiusi dal governatore Enrico Rossi, che ha invitato il
Governo a partecipare attivamente al tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo economico, in modo da avviare un’azione congiunta nei confronti dell’azienda.

Rossi: l’immigrazione è ricchezza

“Siamo antirazzisti perché non vogliamo rinunciare  alla nostra umanità, perché davanti a questioni sociali gravi e sentite  la soluzione non può essere quella di trovare capri espiatori in questa o in quell’altra etnia, e perché riteniamo che la diversità sia una ricchezza”.

“L’integrazione richiede lavoro e sacrificio, ma dove li hanno gli occhi quelli che vogliono
dipingere l’immigrazione come solo portatrice di problemi, criminalità e smantellamento della cultura? l’immigrazione è una ricchezza. In Toscana nascono ogni anni 5.700 bambini da genitori stranieri residenti. Senza questi bambini saremmo al crollo demografico, i nostri punti nascita dovrebbero essere chiusi, così le scuole materne”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi dal palco della manifestazione contro il razzismo questa sera a Firenze e rivolgendosi al ministro dell’Interno Matteo Salvini ha aggiunto: “oggi la
piazza è nostra, come dimostra la riuscita di questa manifestazione”.

“400mila persone in Toscana, immigrati, significa il 10% della popolazione che prendono meno di quello che danno – ha concluso – una popolazione giovane, attiva, mette dinamismo nella società, dove li avete gli occhi se non vedete questa realtà”.  “La sinistra riparte dall’antirazzismo e dalle questioni sociali. Sono quelle sulle
quali soffia il vento razzista” ha aggiunto  presidente della Regione Toscana. “Sui temi dell’antirazzismo – ha detto  Rossi – bisogna senz’altro trovarsi uniti nel modo più ampio possibile perché sono temi che appartengono a tutti”.
paure, le

“Guai se ci rinchiudessimo nella élite degli anti-razzisti, schernendo tutti
coloro che non la pensano come noi” ha dichiarato invece  il rettore dell’ateneo
fiorentino Luigi Dei.  “L’anti-razzismo deve essere un sentire pervasivo – ha aggiunto – e per farlo maturare e germogliare rigogliosamente è indispensabile capire come la reazione ostile agli estranei –
siano essi migranti o altro – si origini in larghi strati di popolazione”.

Amministrative, Rossi: “Ha perso la sinistra che non è stata sinistra”

“La mia responsabilità è stata non essere riuscito a impedire che Renzi diventasse segretario Pd. Per riconquistare questo popolo abbiamo bisogno di una sinistra socialista”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana ed esponente di Liberi e Uguali, ospite di Rainews 24, commentando i risultati delle recenti elezioni amministrative.

“Il Pd è parte del problema della sconfitta della sinistra. Ci sono le condizioni per costruire un’alternativa a questo governo, per batterlo”. Il presidente della Toscana, inoltre, ha fatto capire che un buon interlocutore nel Pd potrebbe essere l”ex ministro Carlo Calenda. “E’ un liberale – ha spiegato Rossi – con taglio decisionista e sensibile alle questioni dei sindacati. E’ diverso da me ma con lui vorrei confrontarmi per costruire un grande schieramento”.

“Ho stima per Zingaretti come collega, sono vicino a lui per sensibilità e cultura politica più a lui che ad altri nel Pd, ma bisognerà vedere di preciso quali saranno i contenuti”. Ha aggiunto Rossi. “Bisogna costruire un partito politico della sinistra, una sinistra robusta anche dal punto di vista identitario, non possiamo fare un piccolo partito che trasforma LeU”. Per far questo, sostiene il governatore toscano, “dobbiamo prendere atto di un fallimento storico del Pd, penso che non sia più un contenitore capace di essere attrattivo, è una forza che si è ristretta nei ceti medio-alti, e per ripartire dobbiamo concepire qualcosa di nuovo con un”identità precisa. Io credo che il socialismo sia l”identità nuova del secolo nuovo”.

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