Enrico Rossi: “Letta fa una mossa astuta”. “Mi metterò a lavoro, perché quanti più compagni e amici possibile si iscrivano a questa piattaforma”

Firenze, Enrico Rossi, ex presidente della Regione Toscana, sulla sua pagina Facebook ufficiale, esprime il suo supporto al percorso in quattro fasi, proposto da Enrico Letta, a sua volta con un post su Facebook, che dovrebbe portare il Partito Democratico, ad un “vero Congresso Costituente”.

“Letta fa una mossa astuta – scrive Enrico Rossi – e in un solo colpo spiazza tutti i dirigenti che per conservare la propria posizione avrebbero voluto un congresso ‘votificio’ con correnti blindate. Soprattutto ferma la corsa alle numerose autocandidature che si sono fatte avanti in questi giorni e apre una costituente in cui tutti, elettori e militanti, potranno partecipare a pieno titolo, animando il congresso, a partire da una semplice e importante scelta: iscrivendosi e rispondendo alla “chiamata” per la piattaforma “Italia democratica e progressista”.

Enrico Rossi fa riferimento alla prima fase del Piano di Letta, la ‘chiamata’: “Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista “Italia Democratica e Progressista”, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto”.

“Per poi entrare nel merito e ridiscutere a tutto campo quelli che Letta chiama ‘nodi’: identità, nome, simbolo, alleanze, organizzazione. Voi che ne pensate? A me sembra una svolta importante”, continua Enrico Rossi con riferimento alla seconda fase del programma di Letta: “La seconda fase sarà quella dei ‘nodi’. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere. Quando dico tutte, intendo proprio tutte: l’identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l’organizzazione. E quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche”.

La terza fase del percorso di Letta viene definita come “quella del ‘confronto’ sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente. Un confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori”.

Ed infine la quarta fase porterà sarà “quella delle ‘primarie’. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto”.

“Aggiungo che essendo stato candidato in prima persona in un collegio uninominale proprio per ‘Italia democratica e progressista’ – conclude il suo post Enrico Rossi – credo che sia una scelta giusta e per questo mi metterò a lavoro, perché quanti più compagni e amici possibile si iscrivano a questa piattaforma, per partecipare alla costituente e spostare a sinistra l’asse politico, l’identità e conseguentemente le nostre alleanze. Inizia un percorso inedito per cambiare veramente il partito democratico e costruirne uno nuovo, più grande e di sinistra”.

Elezioni, Toscana: presentate liste PD

Tra i candidati il PD proprone  Ilaria Cucchi nell’uninominale per il Senato a Firenze, e il costituzionalista Stefano Ceccanti confermato nell’uninominale della Camera al collegio di Pisa al posto di Fratoianni. Tre donne capolista nei tre collegi toscani plurinominali alla Camera Anna Ascani (Massa Carrara- Lucca-Pistoia-Prato-Mugello), Laura Boldrini (Grosseto-Siena-Livorno-Arezzo) e la segretaria regionale Simona Bonafè (Firenze-Pisa).
Presentate questa mattina a Firenze le liste per i collegi plurinominali di Camera e Senato del PD e degli uninominali della coalizione di centrosinistra in Toscana. “Una squadra di uomini e donne autorevoli, con un’ampissima rappresentanza che viene dalle rose dei nomi presentate dai territori” dicono dal Partio Democratico .

“Il lavoro per la composizione delle liste é stato complesso ma possiamo dire che il partito nazionale ha accolto in grandissima parte i nomi dei territori che avevamo avanzato e tutte le province toscane hanno almeno un candidato in lista in posizione eleggibile come ci eravamo proposti. Anche nei collegi uninominali correranno tutti candidati toscani del Pd, oltre a Ilaria Cucchi in rappresentanza della coalizione. Voglio ringraziare i nostri parlamentari uscenti per il loro lavoro in questi anni e per il contributo che continueranno a dare alla politica toscana – commenta la segretaria regionale del PD  Simona Bonafè -. Ora sotto con la campagna elettorale, da qui al 25 settembre ci aspetta un mese di grande impegno. Abbiamo davanti una sfida di portata enorme: ci sono due idee opposte di Italia, di Europa e di società fra noi e le destre. Sarà una campagna elettorale difficile ma niente è scontato. E noi ce la metteremo tutta. L’Italia ha bisogno del Partito democratico e saremo in prima fila per convincere ogni elettore, casa per casa, della validità della nostra proposta”.

DI SEGUITO LE LISTE PD COMPLETE ——-

COLLEGI PLURINOMINALI CAMERA:

P01
Anna Ascani
Marco Furfaro
Caterina Bini
Marco Martini

P02
Laura Boldrini
Marco Simiani
Roberta Casini
Simone De Rosas

P03
Simona Bonafè
Arturo Scotto
Caterina Bini
Federico Ignesti

COLLEGI UNINOMINALI CAMERA:

U01 Grosseto Siena
Enrico Rossi

U02 Massa
Martina Nardi

U03 Lucca
Serena Mammini

U04 Pisa
Stefano Ceccanti

U05 Livorno
Andrea Romano

U06 Prato
Tommaso Nannicini

U07 Firenze
Federico Gianassi

U08 Scandicci
Emiliano Fossi

U9 Arezzo
Vincenzo Ceccarelli

COLLEGIO PLURINOMINALE SENATO

Dario Parrini
Ylenia Zambito
Silvio Franceschelli
Caterina Biti

COLLEGI UNINOMINALI SENATO

U01 Arezzo
Silvio Franceschelli

U02 Livorno
Andrea Marcucci

U03 Prato
Anna Graziani

U04 Firenze
Ilaria Cucchi

Enrico Rossi: “Putin ha fatto un’aggressione criminale a uno stato libero”

Firenze, un’intervista fatta all’ex presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, durante la manifestazione per l’Ucraina in Piazza Signoria del 28 febbraio scorso, ha raggiunto ben oltre le 400.000 persone sulla nostra pagina Facebook, Controradio Firenze.

Vista quindi l’attenzione che l’intervista ad Enrico Rossi ha generato sui nostri social, la riproponiamo in versione ‘da leggere’ qui, sul nostro sito.

Che cosa vuole Putin?

“Intanto prendiamo atto che almeno a memoria mia in una situazione così difficile non ci siamo mai stati, perché abbiamo avuto la guerra nei Balcani ma comunque per quanto atroce fratricida era limitata in uno spazio, adesso è una guerra che può portare rischi di guerra mondiale e persino anche di nucleare”.

Non ha esagerato Biden a dire che o si fanno le sanzioni o si arriva alla terza guerra mondiale?

“Che un presidente degli Stati Uniti parli di guerra mondiale è già preoccupate che è un presidente Putin metta allerta per un’eventualità di guerra nucleare è ancora più preoccupante. Io penso che esista una sola strada quella di riprendere il negoziato, di discutere, di far cessare il fuoco e di trovare una soluzione al conflitto che si è scatenato e mi auguro che per questo si adoperino tutti, le sanzioni possono servire ma occorre anche che ci sia una ripresa di un negoziato: si persegua direttamente un negoziato”.

“Io ho apprezzato molto il lavoro che sta facendo Papa Francesco e sono confortato dal fatto che c’è un movimento pacifista che si sta manifestando nelle piazze che avverte questo pericolo e deve essere assolutamente fermato. No, non ci sono ragioni, Putin ha fatto un’aggressione criminale a uno stato libero, democraticamente capace di eleggersi un governo e quindi si colloca al fondo della storia. Il suo obiettivo mi pare di intendere è quello di un nazionalismo imperialista e vuole ristabilire una zona di influenza per la Russia, si ispira agli Zar a Stalin”.

Se è così, la trattativa è difficile perché lui sa quello che vuole, quindi che cosa possiamo trattare?

“Bisogna sapere anche quello che vogliamo noi cioè la pace! Trovare un punto di equilibrio tra est e ovest che va ristabilito, va ricostruito tutelando gli interessi dell’Ucraina e facendo sentire anche la Russia in sicurezza. Mi pare che sia interessante il fatto che anche in Russia ci siano manifestazioni di opposizione aperta al despota Putin e queste possono senz’altro servire”.

“Io sono favorevole a bloccare questa escalation di tensione che mette a rischio, a me pare la pace nel mondo, poi spero di sbagliarmi e che invece non sia così. Intanto ogni giorno che passa muoiono persone, ci sono più profughi, persone che soffrono, distruzioni, e questo non mi sembra affatto secondario. Credo che su Putin la comunità internazionale deve esercitare una pressione, isolarlo, costringerlo ad un negoziato che riporti alla pace”.

Commissione infiltrazioni mafiose gestione rifiuti, audizioni Giani e Rossi

Firenze, si è riunita mercoledì 27 ottobre, la Commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana, che ha il compito di far luce sul caso del rischio inquinamento derivante dallo smaltimento illegale del famigerato Keu, la sostanza altamente inquinante derivante dal trattamento dei rifiuti delle concerie di pelle.

All’ordine del giorno dei lavori della commissione, l’audizione del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, e l’audizione di Enrico Rossi ex Presidente Regione Toscana.
Il presidente Giani lancia un Codice etico per contrastare infiltrazioni illecite sottolinea: “Fatti si riferiscono a prima della mia elezione”.
L’ex governatore Rossi sull’emendamento incriminato: “Era evidente che il Governo avrebbe fatto ricorso, sono stato il primo a dirlo. È stato fatto un errore politico anche da chi non ha votato o è stato zitto”.
La presidente della commissione Elena Meini della Lega: “Faremo richiesta formale per avere lista aziende colluse come già fatto in altre Regioni”

L’attuale presidente di Regione, Eugenio Giani, arriva in commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata, guidata da Elena Meini della Lega, confermando la sua “posizione di notaio” al tempo in cui fu approvato l’emendamento contestato e rivendica di aver subito agito per la revoca. “La Regione è dalla parte di chi vuole essere chiaro, ora come parte offesa e poi in fase processuale come parte civile – dichiara Giani aggiungendo di – non essere stato assolutamente coinvolto. Non ero tra i presentatori, non ho partecipato ad alcuna riunione di gruppo e ho letto il testo in Aula, poi approvato senza alcun voto contrario, perché non c’erano interventi che lo illustrassero”.
Sollecitato da numerose domande, il presidente ritiene necessario “indagare sugli effetti del Keu”, ma “occorre costruire un sistema normativo di deterrenza sul piano della lotta all’inquinamento”. Su quanto sta emergendo afferma anche di voler “acquisire tutti gli elementi scientifici e saremo pronti per le eventuali bonifiche”.
Quello che lascia l’inchiesta è che “quanto accaduto non si deve ripetere. Tutti i siti in cui è stato versato materiale inquinante devono essere noti e agiremo per essere pronti alle bonifiche”, continua Giani. “La Regione sarà sempre impegnata in un’azione di controllo e tutela del territorio per mantenere il giusto equilibrio tra tutela del lavoro e rispetto ambientale.
Creeremo tutti i presupposti in questo senso” afferma deciso. Sull’accordo di programma e rispondendo ad una domanda diretta della presidente, Giani afferma di “non sapere, ad ora, quale sarà la strada giusta da percorrere” e quindi se se aggiornarlo – come detto dal commissario Caselli nella seduta del 13 ottobre – o praticare altre opzioni. “Confrontiamoci dopo le risultanze di questa commissione e dell’inchiesta. Ho incominciato ad interessarmene da quando è partita l’azione della Magistratura” spiega.

Sull’idea di varare un Codice etico, la presidente di Commissione Meini annuncia l’intenzione di costituire una lista delle aziende che hanno già avuto collegamenti con il sistema mafioso. “La richiesta ufficiale sarà inserita nella relazione finale”, dichiara.

“Era evidente che il Governo avrebbe fatto ricorso. Sarà interessante capire le responsabilità di chi e quando. Non intendo comunque commentare l’operato dell’attuale Giunta”, afferma l’ex governatore Enrico Rossi che auspica, pur dichiarando di “non poter dire la mia su ciò che deciderete”, la realizzazione del tubone, la soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti verso una visione di economia sempre più circolare.
Incalzato comunque dal vicepresidente Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), ha ricordato di aver incontrato Andrea Pieroni ad ottobre 2019 e venuto a conoscenza delle intenzioni “ho detto espressamente che sarebbe stato bloccato dal Governo.
Poi tutto si ferma a causa della pandemia e l’emendamento viene riproposto a Giugno, portandolo in Consiglio in modo un po’ subdolo e senza che lo sapessi”. Rossi dichiara che quella modifica sottrae i reflui dall’autorizzazione.
“Se sul testo fossero stati consultati gli uffici della Giunta, lo avrebbero manifestato e difatti si sono attenuti alla mia delibera del 2017 dove si dice di fare l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale”. Se a detta dell’ex governatore il “comportamento della mia Giunta è stato corretto e lineare”, per il vicepresidente della Commissione sui 13 siti oggetto di inchiesta “qualche responsabilità ci deve essere”.
Per definire comportamenti da tenere o da evitare occorre imparare quella che a detta di Rossi è la “vera lezione da cogliere: la politica deve agire, ma tenendo conto del parere tecnico. Non si può saltare, è un errore enorme non di poco conto. È stato fatto un errore politico anche da chi non ha votato o è stato zitto”.

Gkn: 10 mila firme per appello lanciato da ex presidenti di regione

Gkn: gli ex presidenti della Regione Toscana Vannino Chiti, Claudio Martini ed Enrico Rossi hanno raccolto già oltre 9mila firme sotto l’appello, da loro lanciato, per la promozione di un comitato di sostegno alle lotte dei lavoratori di Gkn di Campi Bisenzio, in vertenza con l’azienda a seguito della decisione di avviare la procedura di licenziamento per tutti i 422 dipendenti dello stabilimento. Entro pochi giorni dovrebbe essere tagliato il traguardo delle 10mila firme.

A quel punto il documento verrà consegnato alla presidenza del Consiglio. Intanto ieri Chiti, Martini e Rossi si sono confrontati col loro successore Eugenio Giani: “Queste firme -sottolinea l’attuale governatore- sono parte della mobilitazione civile e delle istituzioni che subito si è creata all’indomani dell’annuncio dei licenziamenti e che è andata crescendo”. Nei giorni scorsi anche i sindaci hanno scritto a Draghi, per dire no ad “un profitto senza scrupoli”.

La battaglia comune, ammette Giani, “è quella di offrire una nuova prospettiva all’azienda, rimettendo al centro diritti e vita della persone. La nostra Regione non può essere un terreno di speculazioni da parte di multinazionali interessate solo agli aspetti finanziari e non anche agli investimenti, alla produzione e al lavoro”.

Come istituzioni, promette ancora il presidente della Regione, “continueremo a premere per l’approvazione di un decreto legge che renda le delocalizzazioni meno facili e le disincentivi, soprattutto nel caso di aziende che hanno ricevuto o pensano di chiedere finanziamenti pubblici. Non lasceremo soli i lavoratori”.

”E’ vero ciò che i sindaci toscani, a partire da quelli di Campi Bisenzio e di Firenze, ma con l’adesione di tantissimi primi cittadini, scrivono: ciò che e accaduto alla Gkn ci riguarda tutti. Riguarda le persone, i lavoratori e le lavoratrici, riguarda le comunità, riguarda l’economia reale, troppe volte travolta da quella finanziaria, troppe volte piegata agli interessi di pochi soggetti. Riguarda gli imprenditori veri, quelli che fanno i conti ogni giorno con le difficoltà dei mercati, il cui sforzo in questo passaggio stiamo sostenendo anche con le opportunità del Pnrr, riguarda il futuro di un Paese, il nostro, che sta ripartendo dopo quasi due anni di crisi legata alla pandemia, e dell’Europa. Noi quell’appello lo sentiamo nostro”. Così le deputate e i deputati dem della Toscana, Susanna Cenni, Lucia Ciampi, Luca Sani, Laura Cantini, Rosa Maria Di Giorgi, Umberto Buratti, Martina Nardi, Alessia Rotta, Andrea Romano, Luca Lotti, Filippo Sensi, Stefano Ceccanti.

Inchiesta spese elettorali: rinvio a giudizio per Enrico Rossi

Inchiesta spese elettorali:  il gup di Firenze ha disposto il rinvio a giudizio per l’ex presidente di centrosinistra della Regione Toscana Enrico Rossi, accusato di falso ideologico nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità nelle spese sostenute nella campagna per le regionali del 2015. A processo anche il commercialista Luciano Bachi, in qualità di suo mandatario elettorale. La prima udienza è fissata per il 18 febbraio 2022

L’ex presidente della Regione Enrico Rossi è accusato di falso ideologico in merito a presunte irregolarità nelle spese della sua campagna elettorale per la rielezione nel 2015. L’ex presidente è stato invece prosciolto dal gup, con la formula perché il fatto non sussiste, dall’accusa di falso ideologico per presunte irregolarità nelle dichiarazioni sulle spese elettorali presentate alla Regione Toscana. Per l’accusa, Rossi – passato negli ultimi anni dal Pd ad Articolo Uno e poi tornato al Pd -, difeso dall’avvocato Gaetano Viciconte, avrebbe indotto in errore il collegio regionale di garanzia elettorale presso la corte di appello di Firenze, dichiarando di aver speso circa 59.000 per la campagna elettorale, a seguito di contributi ricevuti per circa 70.000 euro, mentre in realtà avrebbe ricevuto e speso denaro ulteriore per circa 600.000 euro. Per la difesa gran parte delle spese considerate si riferiscono a una fase precedente alla campagna elettorale e comunque sia, eventualmente, ci si troverebbe di fronte a un illecito amministrativo e non a un reato. La procura ha indagato per la stessa vicenda il commercialista Luciano Bachi in quanto mandatario elettorale di Rossi.
“Secondo la procura avrei superato il tetto” delle spese elettorali, “ma la procura si riferisce alla mia attività politica di più anni e non allo stretto periodo di campagna elettorale che se ben ricordo è di 55 giorni. Quindi confido che in sede di dibattimento dimostreremo la mia correttezza”. E’ quanto dichiarato dallo stesso ex governatore toscano, in merito alla notizia del suo rinvio a giudizio. “L’accusa di finanziamento illecito – ricorda poi Rossi – è stata archiviata dagli stessi procuratori, in sede di indagine: è un’attestazione di onestà nei miei confronti”. 
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