Diffamò padre Luca Lotti: Donzelli, presto mostra in Consiglio

Donzelli (Fdi), dopo rinvio a giudizio deciso ieri da gip.

Una mostra in Consiglio regionale per mostrare ‘i documenti di questa incredibile storia, fra i quali esporrò pubblicamente anche il mutuo firmato da Marco Lotti, padre del renzianissimo ministro, a Tiziano Renzi, padre dell’ex-premier. Un finanziamento garantito all’80% dalla finanziaria della Regione Fidi Toscana e mai interamente restituito’. Ad annunciare l’esposizione è il consigliere regionale della Toscana Giovanni Donzelli, all’indomani della decisione del gip di Firenze Alessandro Moneti che lo ha rinviato a giudizio per diffamazione nei conti di Marco Lotti.

Donzelli spiega in una nota come sia ‘giusto che i cittadini abbiano la possibilità di valutare con i loro occhi tutte le tappe della vicenda emersa alla fine del 2014 proprio grazie a una mia interrogazione che portò, nel settembre 2015 lo stesso governatore Rossi ad annunciare in Consiglio regionale l’azione della Regione e di Fidi per recuperare i fondi”.

L’esponente di Fdi annuncia che sarà una mostra ‘multimediale’ dove, oltre alle interrogazioni presentate mostrerà i ‘video degli interventi in aula e i documenti ufficiali che mostrano ciò che è accaduto’.

“Le mie azioni sono state doverose per la tutela dell’interesse pubblico – sottolinea – probabilmente nessuno sarebbe intervenuto senza le mie denunce. Se qualcuno pensa di intimidirmi e di fermare le mie richieste di trasparenza con le querele ha sbagliato indirizzo. Andrò avanti perchè sono certo di ciò che ho detto e fatto. Se possibile ora mi batterò con ancora più forza contro e per chiedere che coloro i quali violano le regole paghino le conseguenze”, prosegue Donzelli convinto che sia per lui un ‘dovere’. Poi ‘saranno i cittadini a giudicare’, conclude.

Massa, in arrivo dieci milioni per l’occupazione

Un accordo tra Regione Toscana e Mise da dieci milioni da investire per il recupero e nuove assunzioni di residenti nei comuni della zona

Oltre 5 milioni di euro da parte del Ministero dello Sviluppo economico, e altri 5 milioni dalla Regione Toscana: sono le risorse previste dall’Accordo di programma per l’area di crisi non complessa di Massa Carrara, firmato questa mattina al Mise e finalizzato al rilancio delle attività economiche esistenti e alla creazione di nuove realtà imprenditoriali su un territorio duramente provato dalla crisi. Lo riferisce un comunicato stampa.

“Voglio esprimere grande soddisfazione per la firma di questo accordo, il primo ad essere sottoscritto in base alla nuova normativa che regola le aree di crisi non complessa, e sottolineare l’impegno – economico ma non solo – profuso da tutti i soggetti coinvolti per arrivare a questo risultato”, commenta la viceministro Teresa Bellanova a margine della firma. “Con questo accordo – ha spiegato – mettiamo in campo uno strumento ulteriore a disposizione delle aree di crisi non complessa, che va ad ampliare la gamma messa a disposizione dal Mise per far fronte alle situazioni di difficoltà produttiva ed occupazionale createsi in tante aree del nostro Paese durante il lungo periodo di crisi. Con una attenzione specifica, per altro, ai lavoratori residenti nel territorio e percettori di ammortizzatori sociali o disoccupati a seguito di licenziamenti collettivi”. Obiettivo, il rilancio e lo sviluppo industriale nell’area di crisi industriale dei territori della provincia di Massa-Carrara riconosciuti quali aree di crisi industriale non complessa ai sensi del decreto direttoriale 19 dicembre 2016.

Importante l’impegno economico previsto dall’accordo: 5.430.606 euro da parte del Mise, e 5 milioni da parte della Regione Toscana da destinare all’attuazione degli interventi di riconversione e riqualificazione produttiva di cui alla legge 15 maggio 1989. La stessa Regione Toscana potrà intervenire con ulteriori risorse fino all’importo massimo di 10 milioni di euro a supporto degli investimenti delle pmi dell’area mediante gli strumenti di incentivazione previsti dalla programmazione regionale.

Nel dettaglio l’accordo sottoscritto questa mattina dal presidente Rossi a Roma riguarda 17 comuni dell’area apuana. Si tratta del sostegno che verrà concesso alle imprese che hanno sede a Massa e Carrara e negli altri comuni di Montignoso, Bagnone, Filattiera, Mulazzo, Pontremoli, Villafranca in Lunigiana, Zeri, Aulla, Casola in Lunigiana, Comano, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi, Podenzana e Tresana. Le imprese che beneficeranno degli interventi previsti dall’accordo si dovranno impegnare, nell’ambito del loro fabbisogno di nuovi addetti, a procedere prioritariamente all’assunzione di residenti nei comuni sopra menzionati. L’accordo, si precisa, durerà tre anni e sarà gestito da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che ha apposto la sua firma, per presa visione, presenti anche il sindaco di Massa e un assessore di Carrara.

“Da oggi – ha aggiunto la viceministro Bellanova – parte dunque un percorso che ha come obiettivo la rinascita di un tessuto produttivo prezioso, per la Toscana e per tutto il Paese, e che fa da apripista ad altri accordi di questa natura che seguiranno su altre aree. Un impegno importante da parte pubblica che persegue il duplice obiettivo del sostegno agli investimenti privati, e della ricollocazione dei lavoratori che più hanno subito il dramma della crisi”. “Un intervento concreto – ha concluso Bellanova – che cerca di andare incontro alle vocazioni produttive specifiche del territorio, che valorizza e spinge le iniziative imprenditoriali più innovative e tiene insieme l’intera filiera istituzionale in una collaborazione sin qui, ma certamente anche nel prosieguo di questo cammino, fruttuosa”.

“È il primo del genere che si firma in Italia. La Toscana fa infatti da apripista per i sostegni alle aree di crisi semplice, così come era stata la prima in Italia, nel caso di Livorno e Piombino, a firmare accordi per le aree di crisi complessa”. Lo sottolinea una nota della Regione Toscana riguardo all’intesa da 10,43 milioni di euro, di cui 5,43 sono a carico del Mise e 5 della Regione Toscana, per l’area di crisi apuana.

“Avevamo preso l’impegno di considerare l’area apuana alla stregua di quelle livornese e piombinese. E così abbiamo fatto. Ai 10 milioni dell’Accordo di programma sottoscritto questa mattina aggiungeremo altri 10 milioni di risorse regionali. La Regione Toscana investirà qui 15 milioni di euro che si aggiungeranno ai 5 previsti dal Ministero dello sviluppo economico”. Così, riporta una nota, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiega il senso della firma posta stamani a Roma al Mise. “Sono sei – precisa il presidente – le imprese che hanno partecipato al bando emesso fin qui, annunciando un investimento di alcune decine di milioni di euro, e a cui risponderemo positivamente. Si tratta di imprese medio grandi, mentre per le piccole imprese del territorio metteremo presto un bando con i 10 milioni della Regione. Stamani abbiamo compiuto un passo avanti significativo per dare una mano rispetto alla grave situazione che vive quest’area. Nel progetto costa, su cui la legislatura ed io personalmente siamo impegnati, si stanno facendo passi avanti concreti. Facciamo ciò che è nelle nostre possibilità. Vorrei che ci fossero più risorse, ma intanto ci preoccupiamo di spendere bene queste”.

 

Toscana, Rossi: Allargare maggioranza? Lo dico da mesi…

Intervista al presidente della giunta regionale toscana che dice: Renzi avrebbe dovuto farsi da parte dopo il referendum. Col Pd voglio ragionare di programmi, finora c’hanno messo le dita negli occhi

ASCOLTA LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA AL PRESIDENTE ROSSI

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/171108_03_ROSSI-SECONDA-PARTE.mp3?_=1

ASCOLTA LA SECONDA PARTE

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Aferpi: Sì Toscana, anche Rossi corresponsabile situazione

“Gestito nel peggiore dei modi questa drammatica vicenda fatta di promesse mancate e fumosi progetti industriali”.

“Mentre il Governo liquida l’esperienza fallimentare di Rebrab per le acciaierie di Piombino, anche Rossi faccia i conti con le promesse dell’imprenditore che aveva fatto sue, il che lo rende oggettivamente corresponsabile di questa situazione”. Lo affermano i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti, in merito alla lettera del Governo che contesta ad Aferpi il mancato rispetto degli accordi firmati il 30 giugno scorso per l’impianto siderurgico ex Lucchini che fa capo al gruppo Cevital.

“Il Governo – sottolineano in una nota – ha inviato la lettera anche se Cevital aveva cercato di prendere tempo, chiamando in causa due possibili partner per il cofinanziamento del piano industriale, cosa a cui evidentemente non dà credito neppure il Mise”.

Secondo Fattori e Sarti, “oltre a rinnovare la nostra preoccupazione per le sorti delle migliaia di famiglie dei lavoratori della ex Lucchini e del suo indotto, non possiamo non ricordare le responsabilità del presidente Rossi, per aver gestito nel peggiore dei modi questa drammatica vicenda fatta di promesse mancate e fumosi progetti industriali”, concludono.

Toscana, ipotesi ingresso in giunta di Sarti (Sì-Toscana a Sinistra)

Sarebbero in corso contatti per un possibile ingresso nella Giunta regionale della Toscana guidata da Enrico Rossi (Mdp), di un esponente del gruppo di Sì Toscana a sinistra, in rappresentanza di Sinistra italiana.

Già ieri il capogruppo di Mdp in Consiglio regionale Serena Spinelli aveva caldeggiato la possibilità di allargare la Giunta toscana (composta da Pd e Mdp) di un altro esponente della sinistra. Al momento, secondo quanto appreso, il capogruppo di Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori avrebbe declinato l’offerta, e in ballo resta l’altro componente del gruppo Paolo Sarti.

“È chiaro che a noi piacerebbe l’idea che finalmente la Toscana riprendesse la sinistra, perché finora di sinistra se ne vede poca, molto poca”, “ma a condizione che si cambi programma”, “Rossi infatti ha cambiato partito ma non ha cambiato programma”. Lo ha detto il consigliere regionale di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti, parlando con i giornalisti che gli chiedevano dei contatti in corso con Mdp per un possibile ingresso nella giunta regionale di altre forze di sinistra oltre a Mdp.

“Noi – ha aggiunto sarti – abbiamo un mandato dai nostri elettori”, “per agire su certi piani. E soprattutto per contrastare tutto quella che è stata la scelta del Consiglio e della Giunta regionali sugli aeroporti, sul sottoattraversamento di Firenze, sulla riforma sanitaria. Noi dobbiamo proseguire questo mandato e lo dobbiamo proseguire fino alla fine della legislatura”.

“Se un ingresso vuol dire finalmente che il Consiglio regionale si sposta a sinistra, ben venga” ma sul “come realizzarlo, ci sono degli ostacoli evidenti. Però, non è detto che non si possano superare”. Per Sarti, “non dipende tutto da noi. Dipende anche dagli altri”.

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