Bekaert: azienda diserta incontro Mise coi sindacati

 Al tavolo convocato oggi a Roma per affrontare la crisi della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) dopo il licenziamento di 318 lavoratori, i rappresentanti della multinazionale belga non si sono presentati. Lo rivela il presidente della regione Toscana Enrico Rossi.

“Ci siamo seduti al tavolo per rispetto verso i funzionari del ministero e dei sindacati, perché altrimenti avremmo dovuto alzarci e andare via”, ha affermato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, secondo cui Bekaert “ha confermato il suo atteggiamento di arroganza”.

All’incontro, lamenta Rossi, non erano presenti nemmeno rappresentanti del governo: “Capisco che siamo in una fase di avvio istituzionale – ha osservato – ma poter avere un confronto politico anche con il ministro o con il viceministro da lui delegato sarebbe stato importante”. Adesso, ha aggiunto il governatore, “ci sarà un incontro in sede sindacale e poi saremo nuovamente riconvocati dal ministero”, con l’auspicio che “alla prossima riunione ci sia il viceministro in rappresentanza del governo. Al governo chiederemo un pronunciamento pubblico, che richiami alla responsabilità la multinazionale”.

“Ci batteremo fino in fondo, con tutte le nostre forze, non lasceremo nulla di intentato. Sono disposto a stare al vostro fianco in qualsiasi forma di lotta che deciderete di intraprendere per far valere i vostri diritti”. Il presidente Enrico Rossi l’ha detto ieri  in piazza Duomo, incontrando i lavoratori della Bekaert, e l’ha ripetuto  poi in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, dove ha incontrato una nutrita rappresentanza sindacale e tutti i sindaci del Valdarno.  “La disperazione e la rabbia sono palpabili, si percepisce tutta l’ingiustizia di quanto è accaduto”, ha commentato Rossi, facendo riferimento alle lettere di preannuncio di licenziamento recapitate dalla Bekaert ai 318 lavoratori dell’azienda, mentre erano al lavoro.

 

 

Antirazzismo, crescono le adesioni per la manifestazione di Firenze

Crescono di ora in ora le adesioni di istituzioni, associazioni e cittadini alla manifestazione in programma per domani a Firenze nata dall’appello Insieme contro il razzismo promosso dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e dal Sindaco Dario Nardella e rivolto al presidente delle Repubblica e al mondo dell’informazione a difesa dei diritti umani e democratici. L’appuntamento è per le 18 in piazza Ognissanti dove si alterneranno testimonianze, interventi e musica. E’ possibile aderire scrivendo a insiemecontroilrazzismo@gmail.com.

“Diremo no al razzismo e si alla legalità, perché una comunità che vive in pace secondo le regole è una comunità che non ha bisogno di usare messaggi e strumenti di violenza intolleranza e razzismo”. Ha detto oggi il sindaco di Firenze Dario Nardella, invitando alla manifestazione di domani.

“Lo facciamo – ha aggiunto – perchè siamo preoccupati di messaggi che nel linguaggio politico da alcune parti vengono usati, e spingono alcuni cittadini allo scontro,
all’intolleranza, quando invece i problemi dell’immigrazione sono veri, esistono, vanno gestiti e governati come noi cerchiamo di fare con grande onestà e con grande impegno a
Firenze, non è con il linguaggio dell’odio e del razzismo che si risolvono problemi che esistono, così si prendono solo in giro i cittadini”. Firenze, ha concluso, “è una città accogliente ma è anche una città che ha ben chiaro che solo con il rispetto delle
regole, con la legalità, l’accoglienza può funzionare”

Controradio in diretta dal palco e da piazza Ognissanti domani dalle 18.00 su Controradio Firenzewww.controradio.it e in Fm (93.6-98.9 mhz).
Presenterà la manifestazione Chiara Brilli, interviste dalla piazza a cura di Raffaele Palumbo.

Bekaert, oggi vertice al Mise. Rossi: “Ci batteremo fino in fondo”

I sindacati: “ci troviamo di fronte a un atto delinquenziale. Il lavoro deve essere diritto e emancipazione e in questo caso la dignità dei lavoratori è stata lesa”.

“Ci batteremo fino in fondo, con tutte le nostre forze, non lasceremo nulla di intentato. Sono disposto a stare al vostro fianco in qualsiasi forma di lotta che deciderete di intraprendere per far valere i vostri diritti”. Il presidente Enrico Rossi l’ha detto in piazza Duomo, incontrando i lavoratori della Bekaert, e l’ha ripetuto in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, dove ha incontrato una nutrita rappresentanza sindacale e tutti i sindaci del Valdarno. Oggi l’atteso vertice al Ministero.  “La disperazione e la rabbia sono palpabili, si percepisce tutta l’ingiustizia di quanto è accaduto”, ha commentato Rossi, facendo riferimento alle lettere di preannuncio di licenziamento recapitate dalla Bekaert ai 318 lavoratori dell’azienda, mentre erano al lavoro.

“Questa è praticamente una serrata – ha detto il presidente, prima in piazza, poi nell’incontro più ristretto con sindacati e sindaci, assieme al consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini – e per prima cosa noi chiediamo che venga immediatamente revocata, che venga subito ritirata la procedura di chiusura di stabilimento. Poi vogliamo aprire un tavolo che consenta di proseguire la produzione. Dobbiamo capire dove sta il problema, e fare un intervento speciale: situazioni di questo tipo me ne sono viste passare diverse. Se le ragioni sono basate sui salari e sul dumping, bisogna ricontrattare con l’impresa. E se questo è un caso che riguarda l’Europa, dobbiamo costituire un fondo nazionale per chiamare le multinazionali a contrattare, come si stava facendo con Calenda (nel corso dell’incontro, è emerso che un decreto Calenda dell’8 maggio scorso prevede uno stanziamento di 200 milioni di risorse pubbliche contro la delocalizzazione, ndr). Se ci sono cali legati al mercato, che ci sia data la possibilità di intervenire con un fondo per temperare gli squilibri sociali che esistono tra uno stato e l’altro”.

“Questa è l’Europa del grande capitale, l’Europa dove vince il neoliberismo e fa arrivare ai lavoratori le lettere di preannuncio di licenziamento mentre sono al lavoro – ha commentato Enrico Rossi -, mentre l’Europa che noi vogliamo è quella dei lavoratori. Io sono profondamente europeista, perché penso che così si tutelino meglio i lavoratori. Ma quella basata sulla concorrenza e sul ricatto è un’Europa che non va bene, bisogna operare una conversione. E gli imprenditori, se rispettano il lavoro e i lavoratori, li considero amici e fratelli, se fanno i padroni e calpestano i diritti dei lavoratori, vanno chiamati padroni”.

I rappresentanti sindacali hanno ringraziato Rossi, la Regione, i sindaci. “Il mercato risente della forte concorrenza dei Paesi asiatici – hanno sottolineato – Fino a gennaio scorso, nessuno ha posto un problema sul bilancio dell’azienda. Poi abbiamo scoperto che era in rosso di oltre 5 milioni. Ma l’azienda non ha mai discusso con noi di questo, e questo non è un bel segnale. Ci troviamo di fronte a un atto delinquenziale. Il lavoro deve essere diritto e emancipazione e in questo caso la dignità dei lavoratori è stata lesa. I sindaci si sono incontrati con l’azienda e l’arroganza l’hanno vista con i loro occhi. Abbiamo avuto un’azienda sorda a qualunque richiamo delle istituzioni”.

I sindaci hanno definito “sconvolgente” la situazione che si è venuta a creare sul territorio. “La notizia dei licenziamenti era totalmente inaspettata. L’azienda è inqualificabile sotto tutti i profili, insensibile a qualsiasi proposta di mediazione. La situazione riguarda le 318 persone che lavorano dentro, e tutto l’indotto. Non si può accettare di veder cancellare un’azienda come questa. Se si chiude, da noi rimane il deserto. La vicenda coinvolge non solo Figline, ma tutto il Valdarno. Quello stabilimento c’è da prima della guerra. Dobbiamo coinvolgere anche la Pirelli, e parlare di vicenda Pirelli-Bekaert”.

I sindaci hanno invitato il presidente a partecipare alla manifestazione che si terrà venerdì 29 alle 20.30, con partenza dalla Bekaert e arrivo nella piazza di Figline Valdarno.

“La Sinistra si è sciolta”, per Rossi serve nuovo inizio e unità

Il presidente della Toscana Enrico Rossi commenta i risultati dei ballottaggi in Toscana: “Sostanzialmente una disfatta. Nella regioni una volta ”rosse”, in modo particolare. Laddove il Pd era più forte più la sinistra perde e LeU non svolge nessun ruolo di recupero. È necessario un nuovo inizio, basato sull’unita, sulla ricomposizione e sulla responsabilità”. Lo scrive Rossi sul suo profilo Fb.

“La sinistra si è sciolta e va ricomposta. La sinistra deve riunificarsi, mettendo insieme uomini e donne di sinistra, la loro cultura e la loro passione. Sarà necessario un lungo cammino in cui la sinistra, armata di umiltà, dovrà ascoltare e mettersi a disposizione dei lavoratori, dei giovani e dei ceti popolari”, prosegue. “Per questo, io credo che bisogna andare oltre, oltre il Pd e oltre LeU – conclude Rossi -, per costruire un partito nuovo della sinistra e del lavoro che si ispiri agli ideali del socialismo e ai principi della dottrina sociale cristiana”.

Nel suo post il presidente della Toscana Enrico Rossi si congratula poi con “i sindaci di Campi Bisenzio in Toscana, e di Brindisi e di Conversano in Puglia e di Teramo in Abruzzo dove sono stato a fare campagna elettorale, e naturalmente con i sindaci di sinistra eletti. A chi ha perso e sta all’opposizione faccio l’invito a non demordere e a fare politica a partire dai bisogni dei cittadini e dai valori della sinistra”.

Infine il governatore si rivolge “ai sindaci Toscani tutti, di ogni schieramento, eletti in queste amministrative: faccio i migliori auguri di buon lavoro per il loro nuovo impegno e mi metto a disposizione per affrontare insieme i problemi dei cittadini”.

Acqua: Rossi, torni pubblica in Toscana con società in house quotata

Tornare a una gestione pubblica dell’acqua non solo a Firenze, dove si avvicina (2021) la scadenza della convenzione del gestore Publiacqua, ma in tutta la Toscana “con una società in house che si quoti in borsa, garantendo la massima efficienza”.

E’ l’idea lanciata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in un’intervista sulla su un quotidiano locale dove, nei giorni scorsi, a ipotizzare un ritorno al pubblico era stato il sindaco Dario Nardella dopo la vicenda di Luca Lanzalone, ormai ex presidente di Acea che controlla il 75% di Publiacqua.
Rossi ricorda che già nel 2011 i cittadini toscani, con un referendum, si erano espressi a favore della gestione pubblica.”La nostra regione – aggiunge Rossi -, diversamente da quello che molti dicono, ha un sistema del servizio idrico integrato
fra i più solidi e affidabili del Paese, economicamente sano” dove “la gestione mista” ha permesso “di realizzare in questianni forti investimenti”.

Con un ritorno al pubblico, secondo il governatore, si potrebbero però, “recuperare i soldi che vanno ai partner privati. Si parla di 15 milioni di euro l’anno”. Soldi che
potrebbero permettere nuovi investimenti, anche per far diminuire le tariffe. “Certo ci sarebbe un impegno economico iniziale per liquidare i soci”, prosegue Rossi, ma la Regione
“può dare una mano attraverso fidejussioni”. Nessun rischio, secondo il presidente, di tornare a ‘carrozzoni’, perché la quotazione in borsa sarebbe “a garanzia di una vera capacità distare sul mercato”. Per Rossi la scadenza della convenzione di
Publiacqua potrebbe essere l’occasione per innescare una “modifica a catena” di tutte le società.

Antirazzismo: per Nogarin appello Rossi-Nardella “infirmabile”

Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (M5S): “Si tratta di un appello alla mobilitazione di piazza contro il governo”.

“Il manifesto Rossi-Nardella è semplicemente infirmabile. Non si tratta infatti di un invito a promuovere politiche attive per contrastare e sconfiggere il razzismo, ma di un appello alla mobilitazione di piazza contro il governo”. Lo afferma il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), in risposta all’appello contro il rischio razzismo lanciato dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, in un post sul suo profilo Facebook dal titolo “Alla propaganda non si risponde con la propaganda”.

Per mercoledì prossimo a Firenze Rossi e Nardella hanno promosso anche una manifestazione in piazza Ognissanti. “Io sono e sarò sempre un sostenitore della necessità di lavorare per una miglior gestione del fenomeno migratorio e per la promozione di interventi volti all’integrazione, ma questo non significa marciare contro l’esecutivo”.

“Alla propaganda non si può rispondere con altrettanta propaganda e mi stupisce vedere figure istituzionali che, invece di occuparsi di politica e affrontare i problemi concreti, preferiscono soffiare sul fuoco della polemica, esasperando animi e cittadini – conclude Nogarin – A questo gioco io non ci sto”.

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