Giani, aumentano contagi ma “Toscana può pensare rimanere zona arancione”

L’aumento dei contagi di oggi in Toscana “ce lo aspettavamo. L’anno scorso il punto massimo dei contagi fu in Toscana il 20 di marzo, oggi siamo al 18 di marzo e quella memoria storica ci porta a prevedere questi come i giorni del picco, i giorni più delicati. In realtà per quanto riguarda la determinazione delle zone ci porta a innalzare, ma ad essere a 246 contagi su 100 mila abitanti quindi sotto la soglia di 250, la Toscana quindi può pensare, ragionevolmente, di rimanere in zona arancione anche per la settimana prossima”. Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, a margine di una conferenza stampa.

La Regione dunque, ha aggiunto Giani, andrà avanti “con il metodo che ormai usiamo da quattro settimane cioè ritagliando la zona rossa per quelle zone di livello provinciale in cui si supera i 250 contagi” su 100mila abitanti.

“Oltre quelle che già conosciamo, Pistoia e Prato” rischiano la zona rossa “la provincia di Arezzo dove faremo una valutazione nelle prossime ore e tra le altre province più a rischio c’è quella di Grosseto”.

“Pisa la metterei da una parte – ha aggiunto Giani – in questo momento vedo l’allargamento dell’area del comprensorio del Cuoio all’Empolese Valdelsa quindi verrebbe un’area non provinciale, ma un’area che corrisponde al distretto sociosanitario dell’Empolese Valdelsa e Valdarno inferiore. Devo dire che è preoccupante la situazione che si sta determinando nella bassa Valdera, con alti livelli a Pontedera, Ponsacco e Calcinaia quindi dovremo fare una valutazione”.

“Questa discussione – ha concluso Giani – la faremo anche in Versilia e poi prenderemo una decisione sulla base dei dati”.

Covid, giornata ricordo vittime: una targa a Palazzo Vecchio, drappo nero sul Nettuno

Covid, giornata ricordo vittime: una targa nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio ricorderà i morti fiorentini a causa del Coronavirus. Sarà scoperta oggi 18 marzo, alle 13.30, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia.

Saranno presenti il sindaco Dario Nardella, gli assessori a Welfare Sara Funaro e alla toponomastica e dialogo interreligioso Alessandro Martini, il cardinale Giuseppe Betori, il rabbino Gadi Piperno, l’imam Izzedin Elzir e il direttore generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Morello.

Alla stessa ora è previsto un minuto di silenzio e per tutto il giorno le bandiere saranno a mezz’asta. Prima e dopo lo scoprimento ci sarà un breve momento musicale: il professor Patrizio Serino, primo violoncello dell’Orchestra del Maggio Musicale, sottolineerà con due brani musicali il momento istituzionale. Sarà presente il sovrintendente Alexander Pereira per la partecipazione del Maggio a questa ricorrenza.

Oltre alla cerimonia a Palazzo Vecchio sono previste anche altre iniziative. Alle 9 l’assessore Sara Funaro metterà un drappo nero al Nettuno in piazza della Signoria. Alle 11.30 il sindaco e l’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re saranno al giardino dedicato alle vittime Covid – il parco don Forconi – dove pianteranno un ulivo che andrà ad aggiungersi agli altri alberi già piantati in memoria di ogni persona scomparsa in città per colpa del virus.

Alle 13.30 ci sarà un minuto di silenzio nelle scuole aperte e negli uffici pubblici in ricordo delle vittime del Covid e sempre alle 13.30 le campane di tutte le chiese dell’Arcidiocesi suoneranno a lutto per un minuto, e nelle celebrazioni della giornata per la preghiera dei defunti saranno ricordati in modo particolare quanti sono deceduti a causa del Coronavirus ed i loro familiari.

Dalle 18.45 fino alle 22 Silfi proietterà sulla facciata di Palazzo Vecchio la scritta “18 marzo Giornata nazionale per le vittime del Covid 19” con un fiocco nero, simbolo di lutto.

Covid: Nardella,convocherò riunione con sindaci area Metropolitana Firenze

‘Per allineare eventuali azioni o limitazioni’ nel territorio: il Sindaco di Firenze Dario Nardella sulle misure di contenimento del contagio

“Convocherò entro la fine della settimana un incontro con tutti sindaci dell’area metropolitana, in modo da allineare eventuali azioni o limitazioni da fare”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a margine di una conferenza stampa parlando della situazione legata al Covid.

“Chiederò anche di partecipare all’incontro – ha aggiunto – alla prefetta Alessandra Guidi, a un rappresentante della Regione Toscana e al direttore dell’Asl Toscana centro, Paolo Morello Marchese. Questa riunione ci potrà servire non solo per fare il punto sulla situazione, ma anche per capire come possiamo rendere la riposta della Città Metropolitana il più omogenea possibile”.

Lo scorso 12 marzo era stata firmata settimana l’ordinanza della scorsa settimana, relativa allo stop alla vendita e all’asporto di bevande alcoliche su tutto il territorio comunale oltre al divieto di consumo di bevande alcoliche in luogo pubblico e al divieto di stazionamento nelle quattro aree del centro più a rischio assembramento, nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 16 alle 22.  In questi giorni e in questi orari è inoltre disposto il divieto di consumo di bevande alcoliche nelle vie, piazze ed altri spazi pubblici o aperti al pubblico, nell’intero territorio comunale.

Secondo Nardella,”ha prodotto effetti buoni, non si è registrato nessuna caso critico di movida o assembramenti” e che “ulteriori limitazioni e provvedimenti li vorrei esaminare nell’ambito di questa riunione che farò con i sindaci della Città metropolitana e decidere insieme a loro se sia opportuno applicare delle limitazioni ulteriori, o comunque omogenee per tutta l’area oppure no”.

Coronavirus in Toscana: 1.275 nuovi casi, età media 45 anni. 21 decessi

Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 1.694 (25 in più rispetto a ieri, più 1,5%), 241 in terapia intensiva (2 in più rispetto a ieri, più 0,8%). Il bollettino odierno del Coronavirus in Toscana

Sono 1.275 i positivi in più rispetto a ieri (1.221 confermati con tampone molecolare e 54 da test rapido antigenico). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus in Toscana sono 176.610 i casi di positività al Coronavirus. I nuovi casi sono lo 0,7% in più rispetto al totale del giorno precedente. L’età media dei 1.275 nuovi positivi odierni è di 45 anni circa (il 19% ha meno di 20 anni, il 20% tra 20 e 39 anni, il 34% tra 40 e 59 anni, il 19% tra 60 e 79 anni, l’8% ha 80 anni o più)

I guariti crescono dello 0,9% e raggiungono quota 146.712 (83,1% dei casi totali). Oggi sono stati eseguiti 16.398 tamponi molecolari e 8.540 tamponi antigenici rapidi, di questi il 5,1% è risultato positivo. Sono invece 10.379 i soggetti testati oggi (con tampone antigenico e/o molecolare, escludendo i tamponi di controllo), di cui il 12,3% è risultato positivo. Gli attualmente positivi sono oggi 24.907, +0,05% rispetto a ieri. Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 1.694 (25 in più rispetto a ieri, più 1,5%), 241 in terapia intensiva (2 in più rispetto a ieri, più 0,8%).

Oggi si registrano 21 nuovi decessi: 13 uomini e 8 donne con un’età media di 82,7 anni.
Relativamente alla provincia di residenza, le persone decedute sono: 4 a Firenze, 3 a Prato, 7 a Pistoia, 1 a Lucca, 1 a Pisa, 2 a Arezzo, 1 a Siena, 2 a Grosseto.

Alcuni dei decessi comunicati agli uffici della Regione nelle ultime 24 ore si riferiscono a morti avvenute nei giorni precedenti.

Questi i dati relativi al Coronavirus in Toscana – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste della Protezione Civile Nazionale – relativi all’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Toscana.

Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri (1.221 confermati con tampone molecolare e 54 da test rapido antigenico). Sono 47.448 i casi complessivi ad oggi a Firenze (258 in più rispetto a ieri), 15.159 a Prato (69 in più), 16.826 a Pistoia (154 in più), 10.685 a Massa (62 in più), 18.241 a Lucca (157 in più), 22.451 a Pisa (159 in più), 13.300 a Livorno (113 in più), 16.197 ad Arezzo (121 in più), 9.581 a Siena (107 in più), 6.167 a Grosseto (75 in più). Sono 555 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni. Sono 548 i casi riscontrati oggi nell’Asl Centro, 424 nella Nord Ovest, 303 nella Sud est.

La Toscana si trova al 13° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 4.783 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 5.464 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Prato con 5.897 casi x100.000 abitanti, Pistoia con 5.768, Massa Carrara con 5.574, la più bassa Grosseto con 2.807.

Complessivamente, 23.213 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (13 in meno rispetto a ieri, meno 0,1%). Sono 40.518 (920 in più rispetto a ieri, più 2,3%) le persone, anche loro isolate, in sorveglianza attiva, perché hanno avuto contatti con persone contagiate (Asl Centro 15.891, Nord Ovest 16.336, Sud Est 8.291).

Le persone complessivamente guarite sono 146.712 (1.242 in più rispetto a ieri, più 0,9%): 0 persone clinicamente guarite (stabili rispetto a ieri), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 146.712 (1.242 in più rispetto a ieri, più 0,9%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con tampone negativo.

Sono 4.991 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 1.643 a Firenze, 364 a Prato, 405 a Pistoia, 476 a Massa Carrara, 469 a Lucca, 565 a Pisa, 348 a Livorno, 320 ad Arezzo, 213 a Siena, 118 a Grosseto, 70 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 135,2 x100.000 residenti contro il 172,7 x100.000 della media italiana (12° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (248,3 x100.000), Firenze (165,0 x100.000) e Prato (141,6 x100.000), il più basso a Grosseto (53,7 x100.000).

Alcuni dati della campagna di vaccinazione

Si è avviata dal 27 dicembre 2020 la campagna vaccinale anti-Covid. Alle 12.00 di oggi sono state effettuate complessivamente 471.808 vaccinazioni, 13.624 in più rispetto a ieri (+3%), tenendo presente che le Aziende del Sistema Sanitario Regionale proseguono per l’intera giornata. La Toscana è la 9° regione per % di dosi somministrate su quelle consegnate (l’85,6% delle 551.450 consegnate), per un tasso di vaccinazioni effettuate di 12.777 per 100mila abitanti (media italiana: 11.803 per 100mila).

🎧 Covid, Geddes da Filicaia: “Usare centri vaccinali anche per gli over 80”

Over 80 e vaccini, appello a Giani: “Siamo cittadini toscani over 80 che intendono, allarmati, evidenziare il grado di inefficienza della regione Toscana nell’organizzare la vaccinazione di chi ha raggiunto la nostra età. E l’inefficienza produce morte”. Inizia così l’appello al governatore della Toscana Eugenio Giani promosso dal letterato Giovanni Falaschi e sottoscritto, tra gli altri, da, Marco Geddes da Filicaia, Emilio Giannelli, Enzo Cheli, Adriano Prosperi, Roberto Barzanti, Attilio Brilli, Romano Luperini e Livi Bacci.

“Ribadiamo lo sconcerto degli over 80 perché non hanno indicazioni non solo sul quando verranno vaccinati ma anche sulle modalità e sul dove. Come hanno fatto altre regioni e suggerisce l’assessora Funaro e lo stesso sindaco Nardella l’attività di somministrazione agli over80 potrebbe essere gestita anche nei centri vaccinali da fare o da istituire, tanto più quando arriveranno più dosi”, afferma il dott. Marco Geddes da Filicaia ai microfoni di Chiara Brilli (Ascolta l’intervista).
MARCO GEDDES DA FILICAIA  è stato direttore sanitario del Presidio Ospedaliero Firenze centro dell’Azienda sanitaria di Firenze e dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova; vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, assessore alla Sanità e servizi sociali del Comune di Firenze.

Di seguito la LETTERA  APERTA  su Sanità e Territorio:

Al presidente della Regione Toscana,

Eugenio Giani

Ai mezzi di comunicazione

Siamo un gruppo di cittadine e cittadini toscani preoccupati del modo con cui viene gestita, in generale, la crisi pandemica  in corso.

Pur pienamente consapevoli delle enormi difficoltà che questa ha determinato, non possiamo non evidenziare come ancora non emerga una strategia di risposta chiara ed  efficace, dall’insieme delle istituzioni.

Anche in Toscana si presentano lacune significative cui c’è da ovviare al più presto.

Manca una comunicazione lineare e affidabile circa le

azioni messe in campo, in particolare per quanto riguarda il programma di vaccinazione. Dalle fonti disponibili (piattaforme web, comprese quelle regionali; social network; quotidiani e altri mezzi di comunicazione) non emerge un quadro chiaro per il semplice cittadino che non ricava facilmente, luoghi, modi, priorità della vaccinazione. Se, da un lato, la Toscana viene giudicata positivamente per certe scelte d’impostazione generale, dall’altro è stata criticata per una selezione dei soggetti vaccinabili, continuamente corretta, ingenerando il sospetto che abbiano pesato pressioni delle categorie più forti.

A questo proposito si sono registrate molteplici segnalazioni di preoccupazione per la fascia d’età degli ultraottantenni, in merito alla tempistica e alla organizzazione in questo primo periodo della vaccinazione di massa. In ragione del particolare rischio di questa classe d’età, è urgente risolvere il ritardo che finora ha collocato la Toscana nei livelli più bassi tra le regioni italiane.

Le correzioni di rotta, in generale, vengono giustificate con la scarsità di dosi.

Non c’è dubbio che questa scarsità rappresenti un grave problema su cui si è aperta una contesa di dimensione mondiale.

Molti appelli ed iniziative della comunità internazionale chiedono di usare gli strumenti legali a disposizione per una sospensione temporanea del sistema dei brevetti per i prodotti Covid-19, almeno fino a quando non si sarà raggiunta l’immunità mondiale.

Noi vorremmo che la Regione Toscana fosse in prima fila nella battaglia politica per il superamento della proprietà intellettuale trasformata in brevetti, che oggi, più di ieri, rappresenta un serio ostacolo al diritto universale alla salute.

E’ lo stesso problema della scarsità delle dosi, da superare con

determinazione, che impone più linearità, condivisione delle scelte,

responsabilità comuni.

La Regione Toscana deve farsi parte attiva affinché il Governo

Intraprenda, con forza, la strada del

potenziamento del polo nazionale dei vaccini, e consideri non solo

le situazioni industriali del nord, ma anche la realtà toscana,

valorizzando le potenzialità esistenti, come quella senese.

Ci associamo a coloro che chiedono una migliore informazione preventiva, conoscenza tempestiva della programmazione e degli appuntamenti vaccinali.

Sicuramente opportuno sarebbe l’istituzione di un Osservatorio Scientifico, competente, imparziale e autonomo, dedicato al monitoraggio della situazione nonché alla comunicazione delle informazioni e dei dati (situazione pandemica, stato di avanzamento del piano vaccinale con precise indicazioni su quante dosi, quando, a chi, come, dove). Un centro di questo tipo potrebbe anche segnalare, alla discussione pubblica, eventuali problemi che possano insorgere nella fase operativa.

Ancora più grave appare la mancanza di una adeguata programmazione. Questo aspetto obbliga a un cambio di prospettiva complessiva.

Se è vero che questa pandemia rappresenta una sfida epocale per la società, è necessaria una risposta alta, che, partendo dalla condizione sanitaria, non si limiti a questa ma affronti altri aspetti della politica regionale. Una risposta che può essere data solamente da una nuova  idea di programmazione, in grado di segnare un cambio di passo rispetto ad una deregulation che, via via, nel corso degli anni, è andata avanzando e che ha seriamente minato non solo il sistema sanitario toscano (tagli di risorse, di servizi territoriali pubblici e di personale, spinte alla privatizzazione, sull’onda di politiche neo-liberistiche nazionalmente non contrastate) ma anche altri settori di azione del governo regionale (come quello del territorio, dove è stata fortemente depotenziata la indispensabile logica di programmazione pubblica, incentrata su strumenti pianificatori).

Se la Toscana vuole distinguersi rispetto alle altre regioni che si muovono in ordine sparso, evitando di affrontare la pandemia in una prospettiva di medio termine, condivisione delle scelte, responsabilità comuni deve superare la logica delle misure parziali e settoriali.

La Toscana potrebbe e dovrebbe diventare un vero laboratorio politico di riforma sociale.

Per tentare ciò, la prima cosa da fare è non anestetizzare il conflitto sociale ma assumerlo come fattore di evoluzione e cambiamento. Ciò significa necessariamente confrontarsi anche  con le  richieste dei movimenti sociali che in questa regione vantano una lunga storia di partecipazione attiva, la cui funzione peraltro è stata da tempo  riconosciuta dalla stessa Regione. condivisione delle scelte, responsabilità comuni Conseguenza necessaria è la revisione dell’’ottica di fondo della programmazione, per superare il vecchio ed esclusivo metodo concertativo interessi pubblici/interessi privati, con la inevitabile e conseguente   subordinazione della stessa alla logica mercantile, per assumere invece la salvaguardia dell’ambiente e degli interessi degli strati sociali più deboli,  come coordinate per l’agire politico.

In assenza di un cambio di passo di questo genere, ci si può forse attendere un fallace ripristino dello statu quo ante, fondato sul tradizionale modello economico, fortemente influenzato dalla rendita finanziaria ma al prezzo di un pesante aggravio, forse irreversibile, delle disuguaglianze sociali e degli squilibri ambientali e territoriali.

Covid: sindaca di Empoli invita a prepararsi alla zona rossa. “Situazione non migliora”

“Credo sia giusto iniziare a preparare noi tutti a dover organizzare le vite delle famiglie a un’ipotesi di zona rossa che è oggi è sicuramente meno evitabile di due settimane fa”. Lo scrive in un post, la sindaca di Empoli (Firenze) Brenda Barnini commentando gli ultimi dati dei contagi da Coronavirus nell’Empolese Valdelsa.

Sono stati 588 i nuovi positivi negli 11 comuni del comprensorio negli ultimi sette giorni. “Stiamo monitorando settimana dopo settimana insieme ai sindaci del nostro territorio – prosegue Barnini – l’evoluzione dei casi e la pressione sulle strutture sanitarie. La situazione non migliora affatto e dopo tre settimane di lieve peggioramento adesso il contagio sembra aver accelerato. Queste considerazioni le faccio oggi che è martedì per iniziare a preparare la nostra cittadinanza a un possibile arrivo della zona rossa dalla prossima settimana”.

A oggi l’ospedale di Empoli ha 140 ricoverati Covid, di cui 20 in terapia intensiva, mentre ci sono 34 degenti alle cure intermedie di Fucecchio (Firenze) e 16 a San Miniato (Pisa) sul
versante del Cuoio.

Di seguito il post sul profilo social di Barnini:

Ho sempre attuato una scelta di massima trasparenza sulla comunicazione ai cittadini in merito alla crisi pandemica sul nostro territorio. Per questo pubblico sotto un grafico che in modo semplice dice come i casi nell’empolese Valdelsa siano cresciuti negli ultimi sette giorni. L’altra è una tabella che invece riporta la media dei casi positivi mese dopo mese a Empoli. Stiamo monitorando settimana dopo settimana insieme ai Sindaci del nostro territorio l’evoluzione dei casi e la pressione sulle strutture sanitarie. La situazione non migliora affatto e dopo tre settimane di lieve peggioramento adesso il contagio sembra aver accelerato. Queste considerazioni le faccio oggi che è martedì per iniziare a preparare la nostra cittadinanza ad un possibile arrivo della zona rossa dalla prossima settimana. Non sta a me fare valutazioni tecniche e ovviamente sarà una decisione della Regione Toscana sentito il parere dei Sindaci. Ma credo sia giusto iniziare a preparare noi tutti che dobbiamo organizzare le vite delle famiglie ad un’ipotesi di zona rossa che è oggi è sicuramente meno evitabile di due settimane fa. Evitate per favore di scagliarvi nei commenti alla ricerca dei colpevoli e dei capri espiatori. A distanza di un anno la caccia all’untore che dovrebbe avvenire su scala globale lasciamola stare e dedichiamo le nostre energie a mantenere saldi i nervi.

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