Emergenza coronavirus, il testo decreto del governo

Dopo un Consiglio dei ministri di oltre 4 ore, che è andato avanti fino a tardi, il governo ha varato un decreto che contiene le misure per far fronte all’emergenza coronavirus, tra le quali c’è anche la possibilità di imporre il divieto di allontanamento e di accesso al Comune o all’area interessata, il decreto si applica nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona.


Il testo del decreto d’emergenza coronavirus:

Art. 1
Allo scopo di evitare il diffondersi di epidemie, nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio di virus, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionale all’evolversi della situazione epidemiologica.
Tra le misure possono essere adottate anche le seguenti:

  • a) divieto di allontanamento dal Comune o dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell’area.
  • b) divieto di accesso al Comune o all’area interessata.
  • c) sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di venti e di ogni forma di riunione in un luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico.
  • d) sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, salvo le attività formative svolte a distanza.
  • e) sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché l’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero e gratuito a tali istituti e luoghi.
  • f) sospensione di ogni viaggio d’istruzione, sia sul territorio nazionale sia estero.
  • g) sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.
  • h) applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva fra gli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusa.
  • i) previsione dell’obbligo da parte degli individui che hanno fatto ingresso in Italia da zona a rischio epidemiologico, come identificate dall’Oms, di comunicare tale circostanza al compartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, che provvede a comunicarlo all’autorità sanitaria competente per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva:
  • j) Chiusura di tutte le attività commerciali, ad esclusione di quelle di pubblica utilità e dei servizi pubblici essenziali di cui agli articoli 1 e 2 ddella legge 12 giugno 1990, 146, ivi compresi gli esercizi commerciali per l’acquisto dei beni di prima necessità;
  • k) previsione che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale
  • l) limitazione all’accesso o sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone terrestre, aereo, marittimo, ferroviario su rete nazionale o di trasporto pubblico locale, salvo specifiche deroghe previste dal provvedimento di cui all’articolo 3:
  • m) sospensione delle attività lavorative per le imprese, ad esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità, tra cui la zootecnia, e di quello che possono essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalità a distanza:
  • n) sospensione dello svolgimento delle attività lavorative per i lavoratori residenti nel comune o nell’area interessata, anche ove le stesse si svolgano fuori dal comune o dall’area indicata, salvo specifiche deroghe previste dal provvedimento di cui articolo 3.

Art. 2
Le autorità competenti hanno la facoltà di adottare ulteriori misure di contenimento, al fine di prevenire la diffusione dell’epidemia anche fuori dai casi di cui articolo 1, comma 1.

Art. 3
Le misure di contenimento di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Salute, sentito il ministro dell’Interno, il ministro della Difesa, il ministro dell’Economia e delle Finanze e gli altri ministri competenti per materia, nonché il presidente della Regione competente, nel caso in cui riguardino una sola regione, ovvero il presidente della Conferenza dei presidente delle regioni, nel caso in cui riguardino più regioni.

Coronavirus, migliaia gli italiani rientrati dalla Cina con pochi controlli

?Firenze, mentre il centro destra continua a martellare sui presunti 2500 cinesi che dovrebbero rientrare in Italia: “Siamo preoccupati per la situazione in Toscana – si legge in un comunicato di ieri di Forza Italia – per la quale non è stata ancora predisposta la quarantena per i 2500 persone di ritorno dalla Cina dalle celebrazioni del Capodanno”, dagli ultimi sviluppi, risulta evidente che sia stata trascurata purtroppo, un’altra via dalla quale il coronavirus è di fatto arrivato in Italia.

Da questa, purtroppo profetica intervista dell’11 febbraio infatti, rilasciata a Controradio dall’imprenditore pratese Giancarlo Maffei, rientrato in Italia dalla Cina il 29 gennaio, si apprendeva che un più serio pericolo, per la diffusione del coronavirus, sarebbe potuto arrivare dalle migliaia di italiani rientrati dalla Cina, dopo che l’infezione si era già diffusa, e che in quanto ‘italiani’ non avevano dovuto sottoporsi ad alcun controllo, o quasi.

Intervista profetica, perché sia i primi contagi, avvenuti sul nostro territorio nazionale, al momento i casi positivi al virus sono 16 in Lombardia ed uno in Veneto, sia il primo decesso, un anziano di 78 anni, che è morto nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato, non sono arrivati dalle comunità cinesi, ma proprio dai nostri connazionali di cui nessuno si era preoccupato.

L’intervista di Gimmy Tranquillo all’ imprenditore pratese Giancarlo Maffei:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/02/200221_00_INTERVISTA-A-MAFFEI-11FEB_MAFFEI.mp3?_=1

Ma la storia dell’imprenditore pratese non è l’unica testimonianza di come, concentrandosi sul luogo comune, che le persone con caratteri somatici asiatici, di qualunque nazionalità, sarebbero stati gli ‘untori’ da cui guardarsi, si sia completamente ignorato un flusso di potenziali portatori dell’infezione virale importante.

Cercando su internet abbiamo infatti trovato la storia di tre ragazzi toscani, in vacanza in Cina, pubblicato su ‘Il Giunco.net’, rientrati anzitempo il 22 gennaio, con un volo da Bankok, che raccontano: “La cosa assurda è che si parla delle grosse misure messe in campo agli aeroporti in arrivo dalla Cina, ma nessuno si preoccupa di controllare sui passaporti se, pur avendo fatto scalo in un altro paese, magari uno è partito dalla Cina. Nel nostro caso, ad esempio, sono stato io ad andare a dire alla polizia di dogana che anche noi venivamo dalla Cina, ma nessuno se ne è preoccupato. Sembrava non interessasse a nessuno non ci hanno neppure misurato la temperatura con gli scanner. Abbiamo anche chiamato il numero messo a disposizione dalla Farnesina e ci hanno detto che se non avevamo la febbre potevamo andare”.

Covad19, saltano le fiere del vino in Cina a causa del coronavirus

Firenze, il presidente del consorzio vino Chianti, Giovanni Busi, parlando con i giornalisti in occasione di ‘Chianti Lovers’, anteprima delle nuove annate di vino realizzata insieme al consorzio del Morellino di Scansano, ha fatto sapere della cancellazione, a causa dell’epidemia causata dal virus Covad19, di alcune importanti manifestazioni fieristiche vinicole che si dovevano tenere in Cina.

“La fiera del vino di Chengdu è già stato comunicato ufficialmente che è saltata a causa dell’allarme per il virus Covad19 – ha detto il presidente Busi – e al momento non è stata data una nuova data. Gli organizzatori parlano di giugno o luglio ma sarà necessario vedere la situazione, anche per quanto riguarda le altre fiere in Cina. Ieri è arrivata la notizia che anche il Vinexpo di Hong Kong, che si sarebbe dovuto tenere a maggio, è saltato”.

“C’è poi Interwine a Canton – ha aggiunto poi Busi – che fino alla scorsa settimana davano ancora per realizzabile ma qui dobbiamo vivere giorno per giorno. L’importante è capire quando arriverà il picco dell’infezione. A quel punto anche se la situazione dell’epidemia è stata lenta a salire è prevedibile una veloce ripresa del Paese”

Queste sono senza dubbio brutte notizie per i produttori di vino toscano che contavano sul mercato cinese per una forte espansione dell’export: “Noi investiamo in Cina circa il 40/50% dei fondi che mettiamo a disposizione per la promozione internazionale, una cifra pari a circa 700.000 euro – aveva detto Busi soltanto nel novembre scorso – specifica Busi – Crediamo nella Cina perché si tratta di un Paese non solo enorme, ma con potenzialità di sviluppo interessanti, in cui appaiono sempre più importanti e decisivi i temi della qualità della vita”.

“E fra questi si impone anche la qualità dei prodotti, un terreno su cui possiamo competere – specifica il presidente Busi – Abbiamo dalla nostra una storia di tradizione e professionalità con pochi eguali: ogni bottiglia di Chianti che esce dalle cantine delle nostre aziende è stata creata seguendo rigide regole di produzione e vendita. Abbiamo dimostrato coi fatti ai nostri interlocutori cinesi che noi rispettiamo il consumatore e quindi il mercato ci rispetta e ci apprezza”.

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