Gio 25 Apr 2024

HomeToscanaCovid-19Coronavirus, migliaia gli italiani rientrati dalla Cina con pochi controlli

Coronavirus, migliaia gli italiani rientrati dalla Cina con pochi controlli

?Firenze, mentre il centro destra continua a martellare sui presunti 2500 cinesi che dovrebbero rientrare in Italia: “Siamo preoccupati per la situazione in Toscana – si legge in un comunicato di ieri di Forza Italia – per la quale non è stata ancora predisposta la quarantena per i 2500 persone di ritorno dalla Cina dalle celebrazioni del Capodanno”, dagli ultimi sviluppi, risulta evidente che sia stata trascurata purtroppo, un’altra via dalla quale il coronavirus è di fatto arrivato in Italia.

Da questa, purtroppo profetica intervista dell’11 febbraio infatti, rilasciata a Controradio dall’imprenditore pratese Giancarlo Maffei, rientrato in Italia dalla Cina il 29 gennaio, si apprendeva che un più serio pericolo, per la diffusione del coronavirus, sarebbe potuto arrivare dalle migliaia di italiani rientrati dalla Cina, dopo che l’infezione si era già diffusa, e che in quanto ‘italiani’ non avevano dovuto sottoporsi ad alcun controllo, o quasi.

Intervista profetica, perché sia i primi contagi, avvenuti sul nostro territorio nazionale, al momento i casi positivi al virus sono 16 in Lombardia ed uno in Veneto, sia il primo decesso, un anziano di 78 anni, che è morto nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato, non sono arrivati dalle comunità cinesi, ma proprio dai nostri connazionali di cui nessuno si era preoccupato.

L’intervista di Gimmy Tranquillo all’ imprenditore pratese Giancarlo Maffei:

Ma la storia dell’imprenditore pratese non è l’unica testimonianza di come, concentrandosi sul luogo comune, che le persone con caratteri somatici asiatici, di qualunque nazionalità, sarebbero stati gli ‘untori’ da cui guardarsi, si sia completamente ignorato un flusso di potenziali portatori dell’infezione virale importante.

Cercando su internet abbiamo infatti trovato la storia di tre ragazzi toscani, in vacanza in Cina, pubblicato su ‘Il Giunco.net’, rientrati anzitempo il 22 gennaio, con un volo da Bankok, che raccontano: “La cosa assurda è che si parla delle grosse misure messe in campo agli aeroporti in arrivo dalla Cina, ma nessuno si preoccupa di controllare sui passaporti se, pur avendo fatto scalo in un altro paese, magari uno è partito dalla Cina. Nel nostro caso, ad esempio, sono stato io ad andare a dire alla polizia di dogana che anche noi venivamo dalla Cina, ma nessuno se ne è preoccupato. Sembrava non interessasse a nessuno non ci hanno neppure misurato la temperatura con gli scanner. Abbiamo anche chiamato il numero messo a disposizione dalla Farnesina e ci hanno detto che se non avevamo la febbre potevamo andare”.

Rock Contest 2023 | La Finale

"Prenditi cura di me"