Regione Toscana firma l’intesa per favorire l’alternanza scuola lavoro

Firmato stamattina a Firenze il protocollo d’intesa per favorire l’alternanza scuola lavoro. Tra i firmatari l’assessora regionale all’istruzione e formazione Cristina Grieco e i rappresentanti degli enti ed associazioni interessate nel corso di Didacta, la fiera della scuola innovativa in corso alla Fortezza da Basso di Firenze. La Regione Toscana ha stanziato 631 mila euro per i progetti presentati dagli istituti tecnici e professionali. Il protocollo firmato sarà valido fino al termine del prossimo anno scolastico.

Il protocollo d’intesa tra Regione Toscana, Ufficio scolastico regionale, Unioncamere, Federmeccanica e Confindustria ha lo scopo di potenziare i percorsi sulle competenze trasversali e per l’orientamento negli istituti tecnici e professionali. L’investimento della Regione è di 631mila euro e ogni progetto potrà ricevere un contributo di massimo 10mila euro.

“L’esperienza fatta attraverso l’alternanza scuola-lavoro costituisce una parte importante  e un valore aggiunto nel curriculum di ogni studente” sottolinea l’assessora Grieco. La risorse messe a disposizione hanno lo scopo di permettere infatti di svolgere 200 ore aggiuntive rispetto al minimo stabilito dalla legge nazionale in modo da tornare alle 400 ore iniziali previste dalla misura, dopo il taglio dei fondi.

“La nostra finalità – spiega l’assessora Grieco – è quella di favorire l’orientamento dei giovani toscani. L’obiettivo è di collegare l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio e di valorizzare le vocazioni personali, gli interessi e le abilità degli studenti. Questo protocollo rappresenta un ulteriore tassello nel quadro generale della riduzione del mismatching tra competenze richieste del mondo del lavoro e percorsi di studio”.

Unioncamere Toscana, attraverso le Camere di commercio, si impegnerà a promuovere i percorsi di orientamento specie grazie alla collaborazione tra le scuole e il mondo del lavoro. Analizzerà i bisogni del territorio, i settori prioritari di intervento ma anche le figure professionali più richieste dal mercato. Dall’altro lato l’Ufficio scolastico regionale proporrà alle scuole un modello per la messa a regime dei percorsi che tenga conto delle proposte sperimentali che hanno funzionato.

Federmeccanica e Confindustria Toscana inoltre si impegnano ad aiutare i giovani a cogliere le opportunità di lavoro e sostenere i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento per una formazione di qualità. Metteranno a disposizione i dati sui fabbisogni formativi e professionali di ogni territorio e per ciascun settore. Anche il modello Traineeship aiuterà a facilitare le scuole a rispondere all’avviso pubblico regionale e condividere i risultati dei progetti pilota sviluppati, anche in materia di attestazione delle competenze acquisite dagli studenti in ambiti lavorativi e organizzativi.

Intervista di Gimmy Tranquillo a l’assessora Cristina Grieco.

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Piaggio: precari si ‘incatenano’ cancelli Confindustria Pisa

Si sono simbolicamente incatenati ai cancelli della sede pisana di Confindustria alcuni ex lavoratori a termine della Piaggio di Pontedera che chiedono la stabilizzazione all’azienda e il rispetto dell’accordo, spiega una nota dell’Usb, “che prevede le assunzioni in base all’anzianità lavorativa”.

La protesta è stata promossa dal sindacato di base in concomitanza dell’incontro tra azienda e Cgil, Cisl e Uil nell’ambito della trattativa per il contratto integrativo che si sta svolgendo nella sede confindustriale. La vicenda riguarda una cinquantina di addetti della Piaggio, uomini e donne, che, si spiega, per anni hanno lavorato con contratti a termine in catena di montaggio.

“Denunciamo – affermano gli operai – l’arroganza di un’azienda che, grazie allo sfruttamento dei lavoratori e ai costanti e lauti contributi pubblici, macina profitti e dividendi per gli azionisti, ma non si assume alcuna responsabilità sociale di fronte ai lavoratori e a un territorio che viene progressivamente deindustrializzato, attraverso una costante perdita di lavoro e una crescita di precariato diffuso. Chiediamo a Piaggio, amministrazioni locali e prefettura l’immediata apertura di un tavolo di confronto su questa situazione”.

Moda: Confindustria, “difendere il Made in Toscana”

Un appello ai sindaci, specialmente quelli dei Comuni costieri, per effettuare maggiori controlli sul commercio di merce contraffatta: lo hanno rivolto oggi Alessio Ranaldo, presidente di Confindustria Toscana, e Franco Baccani, membro del comitato per la lotta alla contraffazione di Confindustria nazionale, chiedendo “tolleranza zero” sul fenomeno che colpisce in modo grave le aziende toscane del sistema moda.

Alessio Ranaldo e Franco Baccani
Alessio Ranaldo e Franco Baccani al’incontro ‘difendere il nostro saper fare per difendere il nostro futuro’

“Vorrei che le persone capissero – ha affermato Ranaldo – che quando comprano una borsa contraffatta non hanno un vantaggio, nemmeno immediato, perché quella borsa magari un domani può andare a togliere un pizzico di futuro ai loro figli”. Infatti, sostiene Ranaldo, “il rischio peggiore è che questa corsa al contraffatto porti poi ad un impoverimento della filiera”, “e se si impoverisce la filiera si impoverisce la nostra regione”.

Inoltre, per Franco Baccani, la Toscana deve essere e diventare “una no-fake zone” e iniziative vanno prese in modo mirato al raggiungimento di questo obiettivo. Ammontano a  16.000 le imprese del istema moda toscano, il 43% del totale del manifatturiero regionale: con 112.000 addetti fatturano 19 miliardi di euro, quasi un quarto del dato nazionale, mentre il valore delle esportazioni è di 13 miliardi di euro.

Gimmy Tranquillo ha intervistato questa mattina Alessio Ranaldo e Franco Baccani. Sentiamo le dichiarazioni raccolte per Controradio.

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Camera commercio Firenze, Bassilichi confermato presidente

Leonardo Bassilichi, esponente di Confindustria, è stato rieletto per acclamazione alla presidenza della Camera di commercio di Firenze per i prossimi cinque anni.

“E’ necessario guardare a tutte le infrastrutture. Avere una pista fine a se stessa non dice niente: noi vogliamo un aeroporto, una Tirrenica, le autostrade. E’ un sistema che deve funzionare”, non si deve più “guardare solo ed esclusivamente alla pista”, e l’obiettivo è lavorare “tutti insieme su tutte le infrastrutture, per farle nel miglior modo possibile”. Ha detto Bassilichi, al secondo mandato come presidente della Camera di commercio di Firenze.
Sui sindaci contrari allo scalo fiorentino, ha sottolineato, “dico di lavorare insieme per capire qual è il miglior modo per far girare l’economia, in maniera sana e sostenibile”. Quanto agli obiettivi futuri Bassilichi ha spiegato che: “Vogliamo coinvolgere tutti i Comuni dell’area metropolitana in modo che i sindaci siano attivi. Coinvolgeremo associazioni e imprese”, così saranno in grado di “incidere sul programma dei prossimi cinque anni”. Un programma dove la parte relativa “alle infrastrutture” sarà centrale. Bassilichi ha parlato, infine, dei lavori per il recupero e la valorizzazione della Fortezza da Basso di Firenze: tra cinque anni, ha detto, “forse saremo alla fine dei lavori di ristrutturazione”.
Fanno parte del consiglio della Camera di commercio, in rappresentanza del settore industria, Mario Curia, Laura Innocenti, Luigi Salvadori mentre l’artigianato sarà rappresentato da Antonella Batacchi, Niccolò Manetti (che dovrebbe essere designato vicepresidente nella prima giunta camerale), Jacopo Ferretti.
Tra le altre nomine Aldo Mario Cursano, Raffaele Viggiani, Ilaria Scarselli, Valeria Bruni Giordani (per il commercio), Simone Ciampoli (agricoltura), Susanna Bianchi (cooperazione), Franco Marinoni e Claudio Bianchi (turismo), Corrado Mirannalti (trasporti e spedizioni), Pietro Buzzi (credito e assicurazioni), Stefano Guerri, Massimo Manetti, Tamara Ermini, Enrico Bocci (servizi alle imprese), Alessandro Vittorio Sorani (altri settori), Enzo Feliciani (in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori), Massimo Falorni (in rappresentanza delle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti) e Massimo Dal Piaz (liberi professionisti).

Spiagge toscane plastic free, la firma in Regione

 

Le associazioni dei balneari hanno formato oggi con la Regione, il protocollo per mettere al bando la plastica ‘usa e getta’ dagli stabilimenti sul mare di tutta la costa toscana: già da questa estate, due anni prima del divieto imposto dall’Europa.
Si tratta di un’intesa aperta, sottoscritta anche da Anci Toscana, a cui le maggiori associazioni di categoria hanno già accettato di voler aderire.

Sentiamo lo speciale in cui Chiara Brilli ha intervistato il presidente Rossi, le associazioni di categoria e il sindaco di Viareggio Del Ghingaro a nome di Anci

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“Sono particolarmente soddisfatto del fatto che la stagione estiva si apre, e abbiamo speso 13 milioni insieme ai comuni. Noi abbiamo messo i finanziamenti per rifare gli arenili che erano stati portati via dalle tempeste e dalle mareggiate che avevano mangiato la sabbia, ed adesso questo impegno a tenere pulite le spiagge e quindi anche il mare di fronte alle spiagge. E’ un impegno che qualifica la regione”. Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, parlando con i giornalisti a margine della firma di un protocollo di intesa firmato quest’oggi a Firenze, fra regione Toscana e varie associazioni fra cui Confesercenti, Confartigianato, Confcommerio, Cna Toscana-Centro e Confindustria, per mantenere le spiagge ed i mari della Toscana, liberi dalle plastiche ‘usa e getta. “Io credo che la cifra della nostra regione e’ la qualita’-ha proseguito Enrico Rossi-. Mantenere il mare pulito, avere le spiagge libere dalla plastica, e’ un bel marchio ed un asset che si aggiunge ad un marchio straordinario in termini di turismo qual e’ la nostra regione”.

Carrara, sindaco: “l’acqua del rubinetto è sicura”

Il sindaco De Pasquale in merito alla nuova ordinanza emanata ieri nell’area Sin/Sir : “i campionamenti sull’acquedotto sono puntuali e costanti nel tempo” e “le criticità riguardano pozzi artesiani e la falda del perimetro indicato”. Confindustria: “chi ha inquinato si assuma i costi delle bonifiche”.

“Voglio ricordare che questa vieta esclusivamente l’utilizzo delle acque di pozzo o di falda. Ribadisco a tutti  che le criticità non hanno nulla a che fare con l’acqua che sgorga dai rubinetti allacciati all’acquedotto. L’approvvigionamento dell’acquedotto non arriva da fonti contaminate” ha detto De Pasquale.

“I campionamenti sull’acquedotto – ha aggiunto il sindaco rassicurando la popolazione – sono puntuali e costanti nel tempo e l’acqua che arriva da questo nelle nostre case, nei nostri negozi e nei nostri edifici pubblici è sicura, su tutto il territorio comunale. Anche chi vive o lavora nell’area indicata dunque può usare tranquillamente l’acqua dell’acquedotto”.

Il sindaco puntualizza che “le criticità e il divieto riguardano i pozzi artesiani o, più in generale, l’acqua della falda nel perimetro indicato. Che questa fosse contaminata era noto da almeno 30 anni. Non a caso nel corso del tempo sono state emanate ordinanze che hanno vietato l’uso dei pozzi inseriti nel suddetto perimetro”. “La nuova ordinanza nasce dalla necessità di inserire due nuove zone nel perimetro e dalla volontà di mettere ordine nei dispositivi precedenti – conclude De Pasquale -, facendo comprendere ai cittadini che i vecchi divieti sono ancora attuali e non devono essere disattesi. Vi annuncio sin d’ora che stiamo organizzando un incontro pubblico nel quale saranno illustrati puntualmente tutti i risultati e vi saranno date tutte le informazioni necessarie”.

Per Confindustria  invece è ‘necessario salvaguardare le aziende’. “Non sarebbe giusto – afferma il presidente degli industriali di Massa Carrara Erich Lucchetti – che chi ha inquinato non paghi e invece chi ha subito l’inquinamento debba pagare, dopo i danni ambientali e di salute, anche eventuali ripercussioni economiche”.

“Per questo chiediamo – sottolinea Lucchetti  – che chi ha inquinato si assuma i costi delle bonifiche, e che le ordinanze dei sindaci non tocchino l’uso industriale” dell’acqua, “o che si prevedano costi agli stessi valori attuali per l’eventuale utilizzo a fini industriali delle acque dell’acquedotto gestito da Gaia”.

“Altrimenti chi ha investito in zona industriale – osserva ancora il presidente degli industriali -, creando aziende e posti di lavoro, sarebbe costretto a pagare per responsabilità altrui, con ovvie ripercussioni sugli investimenti e sui livelli occupazionali”. Per Lucchetti, “non sarebbe accettabile che dopo anni di inquinamento e dopo l’abbandono di un territorio con alle spalle veleni e disoccupazione, qualcuno ora pensi che il conto debba essere fatto pagare direttamente o indirettamente alle nostre aziende e ai cittadini di Massa e di Carrara”. “E’ ovvio che se le nostre aziende non potranno più usare l’acqua dei pozzi, e dovranno rivolgersi a Gaia – conclude -, di certo non lo potranno fare sopportando costi elevati, altrimenti si tratterebbe di una ingiusta penalizzazione”.

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