Confersercenti conferma il picco turistico in Toscana anche per il ponte del primo maggio

Confesercenti comunica che durante il ponte del primo maggio ci saranno 530mila pernottamenti in Toscana, è infatti prenotata l’83% della disponibilità ricettiva online.

“Dopo la buona performance registrata durante il ponte del 25 aprile, continua ininterrotto il flusso di turisti che scelgono di visitare la Toscana in primavera. Anche per il ponte del primo maggio, infatti, sono attesi migliaia di visitatori nelle città e nei centri d’arte della regione, lungo le località costiere, nelle aree rurali e di collina, nelle località termali e della montagna. Un lungo weekend che contribuirà a far registrare nelle strutture ricettive della Toscana almeno 530 mila pernottamenti, con un tasso medio di saturazione della disponibilità online pari all’83%”. Questo quanto riportato in una nota di Confesercenti Toscana.

“Le previsioni per il ponte del primo maggio in termini di presenze confermano la ripresa del turismo regionale cominciata con la Pasqua e proseguita con il ponte del 25 aprile, facendo così ben sperare per la stagione estiva alle porte – afferma Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana -. Si registra un calo di prenotazioni nelle località costiere a causa del meteo incerto, ma i tanti e differenti turismi della Toscana crescono: un segnale importante che sottolinea come il lavoro che tutta la filiera del turismo svolge per sviluppare in maniera uniforme i differenti territori della nostra regione, rispettandone e valorizzandone caratteristiche e peculiarità, è la giusta strada per avere un flusso di visitatori diffuso che non si concentra solo nelle località più note”.

Per le località marine il tasso medio previsto è del 72%. Al di sotto della media regionale il tasso rilevato per le strutture della montagna (68%), invece per le località termali e collinari la saturazione sale all’85%.

🎧 Commercio e artigianato, l’appello delle associazioni di categoria ai parlamentari: “Aiutate le imprese”

Un confronto con i parlamentari toscani per fare il punto sui problemi di commercio e artigianato e chiedere una mano al nuovo governo. Le principali associazioni di categoria, da Cna a Confesercenti, passando per Confcommercio e Confartigianato, si sono ritrovate questa mattina all’auditorium al Duomo per fare il punto della situazione su problemi come caro bollette, caro carburanti e costi delle materie prime.

L’obiettivo è lanciare un appello al nuovo esecutivo per intervenire quanto prima con aiuti sostanziali e significativi per commercio e artigianato. “La situazione – dice Luca Giusti, presidente di Confartigianato Toscana – è sotto gli occhi di tutti ed è drammatica per molti aspetti, a partire dal caro energia che mette a rischio l’esistenza stessa delle imprese. Non c’è pace sociale senza un tessuto imprenditoriale in grado di sostenere i propri addetti. Chiederemo ai parlametari di farsi portavoce delle nostre istanze presso il Governo”.

“Stiamo parlando – prosegue – di 500mila imprese con 1,3 milioni di addetti. Duecentomila di queste sono a rischio. Vanno trovate delle soluzioni per tornare ad essere competitivi nel prodotto, per reggere il confronto con gli altri paesi europei dove il costo dell’energia è di circa un quinto. Non è più sostenibile soltanto dalle imprese”.

La pensa così anche Luca Tonini, presidente di Cna Toscana, associazione di categoria del mondo degli artigiani. “Se l’unione fa la forza oggi siamo qui per cercare finalmente di farsi capire dalla politica nazionale e regionale. Spero che i politici recepiscano il messaggio che stiamo mandando: ad oggi non ce la facciamo più. Siamo pronti a dialogare con la politica nazionale e regionale, ma non possiamo più accettare di far morire le nostre aziende”

Presente anche il presidente toscano di Confcommercio, Aldo Cursano. “Non possiamo continuamente vivere in crisi, perché il problema delle piccole e piccolissime imprese è la sostenibilità. I rincari ci hanno trovati vulnerabili, ma il problema non è nostro. Qui si parla della tenuta del sistema del commercio, ma se quelli come noi alzano bandiera bianca ha perso il paese”.

Un commento anche da Nico Gronchi, Confesercenti, su problemi di negozianti e artigiani. “Il decreto aiuti non è sufficiente perché abbiamo alle spalle tre anni durissimi. Il 2022 aveva avuto un rimbalzo potentissimo, specialmente grazie al turismo e agli incentivi. Ma questo – dice – sta volgendo verso una situazione negativa. I consumi stanno soffrendo e per questo le imprese sono in crisi. I sostegni dovranno andare oltre il breve termine, la situazione ci sta sfuggendo di mano”.

Firenze, morte rider: procura indaga per ‘omicidio stradale’

Il pm Fedele La Terza ha iscritto sul registro degli indagati il conducente della Land Rover, un giovane, anche lui di 26 anni di Scandicci, che ha travolto il rider che viaggiava a bordo della propria moto.

Vanno avanti le indagini  per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente in cui sabato sera, all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti, a Rovezzano,  ha perso la vita il rider 26enne Sebastian Galassi. Gli inquirenti hanno i ascoltato numerosi testimoni, alcuni dei quali hanno raccontato che la vettura sarebbe passata con il semaforo sul giallo. Al vaglio degli investigatori ci sono i video delle telecamere di sorveglianza della zona.

Intanto per la morte del giovane rider la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per omicidio stradale sulla morte del rider di 26 anni impegnato in una consegna. Il pm Fedele La Terza ha iscritto sul registro degli indagati il conducente della Land Rover, un giovane, anche lui di 26 anni di Scandicci, che ha travolto il rider che viaggiava a bordo di una moto Il ragazzo è risultato negativo all’alcoltest e a quello antidroga. Con lui viaggiavano tre coetanei. Domani sarà conferito l’incarico per l’autopsia, che sarà eseguito all’istituto di medicina legale di Firenze.

“Oltre al dolore e allo sconcerto di assistere da membri di una comunità alla morte di un giovane uomo, come parti sociali ci interroghiamo su quanto occorra fare per tutelare i nostri lavoratori, perché se anche in tutto il Paese si arrivasse a contare una sola morte sul lavoro, sarebbe comunque troppo”. Così in merito alla morte del giovane rider fiorentino il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

“Tutti i lavori comportano dei rischi ed è per questo che bisogna investire nella prevenzione, spendendo per la sicurezza dei lavoratori le migliori competenze e risorse, lavorando seriamente e con continuità – aggiunge in una nota -. Il protocollo d’intesa promosso dall’assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto lo scorso aprile anche da Confcommercio è stato un primo passo per mettere ordine nel settore dei rider a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che riescano ad inquadrarlo”.

Per Aldo Cursano, presidente della Confcommercio e della Fipe toscana, ristoratore, per “i cosiddetti ‘riders’ da tempo invochiamo una regolamentazione della loro attività che non può che essere disciplinata da un contratto collettivo nazionale di lavoro, al di là del quale c’è solo improvvisazione, scarsa tutela e, come purtroppo abbiamo dovuto constatare, rischi per la salute di chi lavora. Per questo ogni componente del sistema deve farsi carico del problema e assumersi il suo pezzetto di responsabilità. Noi come operatori della somministrazione per primi, ma anche e soprattutto le strutture che gestiscono il delivery, che si prendono una bella fetta del business trattenendosi fino al 35% di quanto corrisposto per ogni singola consegna. Ma anche il consumatore deve farsi carico in parte di questo servizio. Bisogna accettare di sopportare un piccolo costo in più da destinare totalmente a chi effettua la consegna, in modo da rendere più remunerativa e meno frenetica quell’attività. È un’esigenza etica ed economica al tempo stesso”.

🎧 Locali storici: “serve norma nazionale ad hoc che li tuteli”

In Italia i locali storici sono poco più di 200. Alessandro Cavo, Presidente de “Gli Storici” – Associazione Caffè e Ristoranti Storici d’Italia : “questi locali sono veri e propri monumenti fruibili servono norme ad hoc che tutelino la categoria”

In tutta Italia ci sono più di 200 pubblici esercizi che possono  vantare il blasone FIPE di “Storico”. Si tratta  di luoghi delle città dal valore culturale, economico e sociale preziosissimo, attraverso le cui sale è letteralmente passtta la storia dell’Italia più o meno recente. enza contare che molti di loro, la quasi totalità, offrono una dimensione  architettonica paragonabile a quella di un  museo.

il problema è che spesso i locali storici devono avere a che fare con la buroicrazia aasfissiante e con una fiscalità che non li premia, in un momento di grande trasformazione del commercio e della ristorazione in particolare, con l’arrivo dei colossi dell’on line e del take away, oltre all’aumento delle rendita immobilaire.

Per questo l’obiettivo, dicono le associazioni diccategioria, a partire dalla Confesercenti e dalla Confcommercio, è quello di “valorizzare e tutelare i locali storici del Paese, salvaguardandone, ma soprattutto rilanciandone, il valore sociale, culturale ed economico”. Questo il tema centrale del I Forum “Gli Storici” di Fipe – il futuro dei locali storici, organizzato presso il Caffè Paszkowsky (1903) di Firenze con istituzioni locali e nazionali dalla Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi.

“Gli Storici – ha commentato Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio – non sono come gli altri Pubblici Esercizi. Eppure, hanno un valore fondamentale proprio per gli altri PE, e non solo. Questi locali infatti hanno una funzione culturale evidente e, soprattutto dopo anni difficilissimi di forzatura della socialità, hanno assunto un vero e proprio ruolo-pivot nel rilancio di qualità delle città e dei borghi. Così, se sono sempre stati luoghi emblematici nella vita delle comunità, ora diventano asset strategici del turismo nazionale di locali intorno ai quali è possibile costruire delle vere e proprie politiche di attrattività del territorio.”

“L’appuntamento di oggi ci ha dato l’occasione per discutere, insieme alle istituzioni, del futuro di locali che sono un vero e proprio fiore all’occhiello della ristorazione italiana – continua Alessandro Cavo, Presidente de “Gli Storici” – Associazione Caffè e Ristoranti Storici d’Italia e titolare della Pasticceria Liquoreria Marescotti (1780) di Genova – Per tutelarli in maniera efficace bisogna però capire che quelli di cui stiamo parlando non sono Pubblici Esercizi come gli altri, ma hanno delle peculiarità ben precise che molto spesso complicano la loro gestione. Mi riferisco ad aspetti molto pratici. Per esempio, qualunque tipo di intervento di manutenzione implica tempi e costi estremamente superiori. Basti pensare che anche solo per imbiancare una parete bisogna chiedere il nulla osta alla Soprintendenza ed effettuare stratigrafie a nostre spese prima di poter procedere. C’è poi il grande tema degli affitti che nei centri storici, nostro habitat naturale, rappresentano una voce di costo insostenibile e in continua crescita. Insomma, i problemi sono tanti e complessi e c’è bisogno di affrontarli in maniera coordinata. Per questo motivo, insieme a Mise, unione consumatori, Confcommercio e UNI, abbiamo costituito un gruppo di lavoro volto alla redazione di una norma UNI che consenta di certificare e distinguere formalmente i locali storici dagli altri Pubblici Esercizi. Si tratta certamente di un primo passo necessario a definire in maniera più netta la categoria che, di conseguenza, potrà essere tutelata nei modi opportuni”.

NELL’AUDIO IL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO TOSCANA ALDO CURSANO

🎧 Cuore elettrico: solidarietà cittadina e mobilità elettrica

Aiutare le famiglie in difficoltà e promuovere la mobilità elettrica: l’iniziativa “Cuore elettrico” di Confesercenti, Comune di Firenze e Misericordia di Firenze

100 pacchi alimentari verranno consegnati a nuclei familiari di particolare fragilità economica partendo, tutte le mattine, secondo un calendario prefissato, dal mini hub elettrico allestito, da dicembre 2020, presso la sede provinciale di Confesercenti in Piazza Pier Vettori.

Un servizio inizialmente “brevettato” con l’obbiettivo di fornire alle imprese un servizio gratuito di Van sharing finalizzato al carico-scarico soprattutto in area Unesco, verrà dunque utilizzato anche in funzione “solidale” e di aiuto concreto alle persone più esposte alla drammatica crisi economica e sociale del momento.

L’iniziativa si svolge, naturalmente in collaborazione con il Comune di Firenze e Misericordia di Firenze che hanno individuato i 100 nuclei familiari a cui consegnare i pacchi alimentari.
“È impossibile per noi di Toscandia restare indifferenti all’emergenza sociale che stiamo vivendo in questo momento così difficile, per tale motivo non abbiamo esitato un attimo a rispondere alla proposta di Confesercenti e a scendere in campo nell’iniziativa ‘Cuore elettrico’. – affermano i vertici di Toscandia – Ci fa piacere dare un risvolto solidale alla nostra etica aziendale del risparmio energetico e della mobilità elettrica, perciò non solo abbiamo deciso di donare anche noi dei pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà ma abbiamo scelto di mettere a disposizione uno de i nostri mezzi ecologici per effettuare le
consegne. È solo un piccolo sforzo per noi ma speriamo sia utile a chi ne ha bisogno e di esempio per tanti altri.”
“Quando c’è bisogno di essere solidali, tutta la comunità si unisce per raggiungere obiettivi socialmente condivisi. – ha affermato Santino Cannamela Presidente Confesercenti Città di Firenze – Ringraziamo per il supporto i Cassettai Fiorentini, che in questo momento di crisi sanitaria ed economica, si sono resi disponibili per la consegna dei pacchi alimentari alle famiglie. Ancora una volta Firenze si dimostra solidale con chi ha più bisogno; e Confesercenti è sempre in prima linea, senza mai dimenticare coloro che sono in difficoltà”.
“Ci tengo a ringraziare Confesercenti per questa bella iniziativa che unisce solidarietà e sostenibilità, dimostra il grande cuore di chi nonostante viva sulla propria pelle le difficoltà di questo momento si mette a disposizione di chi ha bisogno. – ha detto l’assessora del Comune di Firenze Sara Funaro – Queste iniziative non bastano mai, è un periodo storico complesso, ci sono situazioni di difficoltà che la pandemia ha accentuato e sempre più famiglie al di sotto della soglia di povertà. Se la città di Firenze sta reggendo non è solo per il lavoro delle istituzioni ma anche per la vicinanza di tante realtà, come il mondo del
commercio. Grazie anche alla Misericordia di Firenze, attraverso il loro lavoro e quello di tante realtà associative riusciamo a intercettare sempre più situazioni di bisogno”.

“Da un momento così duro e così difficile possiamo uscirne aiutandoci a vicenda. E questi doni, che si aggiungono ad altre iniziative benefiche fatte dai commercianti, dimostrano che seppur in difficoltà il tessuto sociale della nostra città è forte e non smette mai di pensare ai più fragili – ha detto l’assessore al commercio del Comune di Firenze Federico Gianassi -. Ringrazio tutti i protagonisti di questo progetto, segno tangibile della rete sociale di cui fanno parte le nostre botteghe”.

Confesercenti Toscana: lotteria scontrini adesione neanche 6%

Monitoraggio su 100 esercizi commerciali settore moda toscani “”Con la lotteria degli scontrini si gioca sulla pelle degli esercenti una partita che rischia di creare ulteriori problemi alle aziende del settore”

Da un monitoraggio su 100 esercizi commerciali toscani del settore moda neppure il 6% degli scontrini ha aderito alla lotteria. E’ quanto annunciato dalla Confesercenti Toscana che ha effettuato un monitoraggio sull’andamento nel primo mese della lotteria su un campione di aziende.

“Con la lotteria degli scontrini si gioca sulla pelle degli esercenti una partita che rischia di creare ulteriori problemi alle aziende del settore – ha detto Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana -, con costi per ogni singolo registratore di cassa che vanno dai 100 ai 400 euro a carico completo delle attività commerciali, nessun credito d’imposta e nuovi adempimenti, senza che questo si traduca in incremento dei consumi o in sostegni reali alla Pmi”

“A fronte di oltre 55.000 scontrini emessi in totale – ha ripreso Gronchi -, poco più di 3.200 clienti hanno chiesto di partecipare a tale lotteria, una percentuale che sfiora il 6% a dimostrazione di un sostanziale fallimento di tale operazione. Le percentuali cambiano in attività come pubblici esercizi o distributori di carburante in cui peraltro si sono già verificati casi di ‘furbetti dello scontrino'”. “Sarebbe più opportuno che nella drammatica fase che stiamo vivendo tutti gli sforzi fossero indirizzati a tenere in piedi le decine di migliaia di imprese che rischiano di non farcela, quindi le risorse andrebbero usate per i ristori – ha concluso Gronchi -. L’unica lotteria è purtroppo quella degli esercenti che ancora sono in piedi, e non sanno se lo saranno il giorno dopo. La lotteria degli scontrini, più che un incentivo, pare in grado di aggravare la crisi in atto per molte attività commerciali”.

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