Fase 2: Toscana; Confcommercio, riavvio più lento ristoranti

In Toscana oggi ha riaperto al pubblico oltre il 90% dei negozi chiusi per effetto del Dpcm dell’11 marzo scorso ma per i pubblici esercizi la ripartenza è più lenta: il 40% dei bar e ristoranti è tornato subito ad accogliere i propri clienti, un altro 20% lo farà entro il fine settimana per arrivare al 75% entro la fine di maggio.

Circa il 25%, invece, non riaprirà per il momento, in attesa di individuare nuove e diverse strategie aziendali. Sono le stime di Confcommercio Toscana. “Mentre la ripartenza era scontata per le attività commerciali, che hanno potuto prepararsi per tempo all’appuntamento del 18 maggio – spiega in una nota il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni -, per i pubblici esercizi c’è stato qualche problema in più perché sia la data sia i protocolli anticontagio da seguire sono rimasti incerti praticamente fino a 24 ore prima”. Per Marinoni, “i bar e i ristoranti di piccole dimensioni, soprattutto quelli già attivi in queste settimane per la consegna a domicilio e la vendita da asporto, sono riusciti ad aprire stamani o lo faranno comunque entro il prossimo fine settimana. Per i locali più strutturati, invece, quelli con grandi superfici e decine di dipendenti, ripartire non è così semplice, ci vorranno tempi più lunghi. La vera incognita è rappresentata da come il mercato, privato dei turisti, risponderà alla riapertura delle attività”. Secondo i dati della Fipe-Confcommercio, a livello nazionale solo 7 attività su 10 hanno riaperto oggi ma, osserva ancora Marinoni, “la nostra stima regionale è invece più bassa perché tiene in considerazione realtà ad elevato impatto turistico, come Firenze, dove la mancanza di turisti ha spinto molti imprenditori a rimandare l’apertura”. L’associazione Toscana prevede che in questa settimana nel settore dei pubblici esercizi dovrebbe rientrare al lavoro, in media, un dipendente su due, circa 26.500 persone sulle 53.500 totali.

Prefettura firma un patto per favorire l’accesso al credito

?Firenze, con un’iniziativa che non ha precedenti sul territorio nazionale, la Prefettura di Firenze ha siglato un protocollo regionale di cooperazione tra istituzioni, per facilitare l’erogazione di finanziamenti a famiglie, imprese, lavori autonomi e professionisti in difficoltà.

L’intento di questo protocollo, firmato dalla Prefetto Laura Lega, è quello di agevolare l’accesso al credito e velocizzare i tempi di erogazione dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie in difficoltà. Ma non solo, secondo la Prefetto Lega, tra le motivazioni che legittimano l’intervento di una istituzione come La Prefettura, ci sarebbero anche quelle di evitare che si possa arrivare alla rottura dei meccanismi di coesione sociale ed alle infiltrazioni illecite nel tessuto produttivo: “Dobbiamo fare argine all’usura, alle speculazioni selvagge e alle infiltrazioni criminali” ha detto Laura Lega durante la conferenza stampa on line di presentazione.

Cinque i punti di azione qualificati nei quali si svilupperà la cooperazione tra i soggetti firmatari:

  • Attività di supporto da parte degli enti camerali e delle associazioni di categoria agli istituti di credito per contribuire ad una più approfondita conoscenza delle singole realtà aziendali/imprenditoriali che chiedono l’erogazione di finanziamenti;
  • Diffusione della conoscenza delle opportunità di accesso al credito bancario e delle misure di sostegno alla liquidità introdotte dalle misure governative. Per far ciò gli enti firmatari pubblicizzeranno sui propri canali istituzionali i link ai siti web dove sono raccolti e aggiornati gli strumenti di supporto alla liquidità, tra cui quelli di Banca d’Italia e di Abi. Rilevanti saranno anche le indicazioni che l’Agenzia Regionale delle Entrate fornirà per comunicare all’utenza le procedure semplificate per ottenere i rimborsi;
  • Favorire il dialogo tra gli operatori bancari e i soggetti che richiedono i finanziamenti con la divulgazione dei documenti elaborati dalla Banca d’Italia, il 3 e il 10 aprile;
  • Monitoraggio dell’andamento, a livello regionale, delle misure creditizie governative attraverso l’esame di informazioni e dati messi a disposizione delle Prefetture da parte di Mediocredito Centrale, Sace e Consap;
  • Istituzione, presso la Prefettura di Firenze, di un Osservatorio regionale, di cui fanno parte i sottoscrittori del patto e rappresentanti delle prefetture toscane, con lo scopo di seguire l’andamento complessivo delle iniziative a sostegno del credito.

Il protocollo, che rimane aperto all’adesione di altri soggetti pubblici e privati, ha durata fino al termine dell’attuale situazione emergenziale ed è stato siglato da: prefetti della Toscana, Banca d’Italia, Abi, Agenzia dell’Entrate, Unioncamere, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato Imprese, Cna, Confagricoltura, Legacoop, Coldiretti, Cia e Confapi.

La Prefetto Laura Lega ai microfoni di Gimmy Tranquillo:

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Flashmob Confcommercio in Toscana per riapertura, Nardella “meno Imu a chi abbassa canoni a imprese”

Hanno alzato le saracinesche e lasciato le luci accese all’interno, ma senza far entrare i clienti, per chiedere la riapertura anticipata di negozi, bar e ristoranti dal 18 maggio. E’ la protesta andata in scena questa mattina, dalle 10 alle 13, in tutti i capoluoghi della Toscana, organizzata dalla Confcommercio regionale contro il calendario delle riaperture fissato dal Governo.

A Firenze l’associazione di categoria ha organizzato un’iniziativa nella centralissima piazza della Repubblica per ribadire le proprie richieste, alla presenza anche del sindaco Dario Nardella e del presidente della Camera di commercio Leonardo Bassilichi.
“C’è voglia di riaprire – ha detto il direttore di Confcommercio toscana Franco Marinoni -. Proponiamo di anticipare la riapertura al 18 maggio per alcune categorie. Un altro capitolo è quello dei ristoranti e dei locali dove non è solo importante capire quando riaprire ma anche il come”.

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Per il presidente di Fipe Confcommercio della Toscana Aldo Cursano, “noi pubblici esercizi non accettiamo di essere considerati untori o irresponsabili e non in grado di assicurare sicurezza e salute. Siamo chiusi non per scelta e non si può pensare che possiamo continuare a sostenere affitti, fiscalità e costi dei dipendenti se non lavoriamo. Tutto deve essere parametrato all’attuale situazione. Non intendiamo essere cancellati da scelte politiche. Siamo bravi nel fare il nostro lavoro, la salute dei clienti, la nostra e dei nostri dipendenti è sempre stata al centro”. Ad Arezzo i commercianti hanno anche dato vita a un flash mob nel centro storico. “Chiediamo – ha detto la presidente regionale di Ascom Anna Lapini – di poter riaprire i nostri negozi con tutte le dovute regole”. Protesta anche a Pisa dove l’associazione stima sul terriotiro provinciale una perdita del 9% del Pil per quasi 800 milioni di euro e una riduzione di circa 7mila addetti.

“E’ necessario emanare una norma per gli affitti che è un problema che scoppierà non solo per le famiglie ma anche per le imprese. Siamo disposti a far leva sull’Imu sugli immobili commerciali se il Governo individua una modalità che metta d’accordo proprietari e inquilini. Se questo accordo c’è, il Comune di Firenze è disposto anche ad abbassare
l’Imu per gli immobili commerciali, e siamo pronti ad aumentarla a chi non partecipa all’intesa. Con quelle risorse andremo a finanziare a fondo perduto le imprese in difficoltà”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella intervenendo a margine dell’iniziativa fiorentina di Confcommercio Toscana.

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Confcommercio: “chiarimenti su riaperture”

E’ una riapertura nel dubbio quella che si profila in Toscana per i negozi autorizzati in base alle ultime disposizioni del Governo e della Regione, che le categorie del commercio giudicano in alcuni casi poco chiare. INTERVISTA CON CHIAMARE FRANCO MARINONI, direttore Confcommercio TOSCANA

“Abbiamo scritto alla Regione per avere una serie di chiarimenti – spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni -. Le prescrizioni che ci dà la Regione sono pesanti, non si capisce perché per i negozi al dettaglio è disposta una distanza di 1,80 metri mentre nella Gdo è di un metro. C’è anche da capire cosa si intende per sanificazione straordinaria e se va affidata a ditte specializzate. E’ un aggravio dei costi, non so quanti decideranno di riaprire. In molti mi hanno detto che aspettano più chiarezza”.

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Coronavirus, Toscana: dimessi da ospedali con pochi sintomi, ospitati in hotel

Almeno 2mila posti letto, ricavati dall’utilizzo di hotel, residence ed agriturismi attualmente vuoti, saranno riservati dalla Regione Toscana per ospitare persone affette da Coronavirus poco sintomatiche o in via di guarigione, liberando così posti negli ospedali senza far tornare nelle proprie abitazioni i pazienti prima della totale negativizzazione ed evitare contagi dei loro famigliari.

Lo prevede un accordo siglato oggi tra la Regione Toscana e le associazioni categoria. Presenti al tavolo insieme alla Regione, spiega una nota, i rappresentanti di Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Cia e Confagricoltura. Sono stati definiti un contratto tipo e dei compensi standard per l’uso esclusivo da parte della Regione delle strutture ricettive per la gestione dell’emergenza Coronavirus.

Le prime liste con i nominativi delle strutture pronte a mettersi a disposizione saranno trasmesse in serata alle Aziende sanitarie, che progressivamente prenderanno contatti con gli hotel ritenuti più idonei (per numero di posti, localizzazione, tipologia di struttura) alle effettive necessità. I pazienti ospitati nelle strutture recettive riconvertite saranno essenzialmente di tre tipi: persone in isolamento che non hanno, in casa, la possibilità di mantenere effettive distanze dai familiari conviventi, positivi al Coronavirus che non hanno sintomi o hanno sintomatologie non gravi, e persone guarite che escono dal percorso ospedaliero ma non hanno ancora raggiunto la completa negativizzazione e dunque la guarigione virale. Le strutture recettive destinate ad ospitare i malati di Coronavirus dovranno avere almeno 50 posti letto. Saranno utilizzate esclusivamente ed in toto dalla Regione fino alla fine dell’emergenza e sarà completamente evitata la promiscuità tra i pazienti ospitati e i normali villeggianti.

Lavoratori svantaggiati e disabili, firmata la convenzione per inserimento lavoro in Toscana

È stata firmata oggi da Arti, l’agenzia regionale per l’impiego, la convenzione per favorire l’inserimento dei lavoratori svantaggiati e disabili nel mondo del lavoro. Il testo è stato sottoscritto dalle associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative a livello territoriale e con le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela delle cooperative: Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Cia, Lega Cooperative, Confcooperative, Agci, Cgil, Cisl e Uil.

“Questa convenzione è uno strumento che integra e amplia quelli già in uso ai servizi per il collocamento mirato che consente alle aziende di assolvere agli obblighi previsti dalla legge”, ha affermato Cristina Grieco, l’assessora regionale a lavoro, formazione e istruzione della Regione Toscana a margine della firma.

“L’accordo favorisce l’inserimento lavorativo di soggetti disabili che presentano particolari difficoltà di integrazione in contesti lavorativi ordinari, attraverso un progetto personalizzato di inserimento”, ha precisato l’assessora Grieco. “In particolare questo strumento, che non è ancora operativo in Toscana, consente all’azienda di assolvere fino al 30 per cento degli obblighi previsti dalla legge tramite l’affidamento di commesse di lavoro alla cooperativa sociale che parteciperà al progetto e che svolgerà il lavoratore disabile individuato con il supporto dei competenti sevizi per il collocamento mirato di Arti”.

La convenzione, tra l’altro, favorisce l’inserimento di persone disabili con l’obiettivo prioritario della stabilizzazione del rapporto di lavoro. Una volta sottoscritta da parti sociali ed economiche, la convenzione potrà essere fatta propria dalle imprese conferenti e dalla cooperativa destinataria. Tale convenzione, recependo i contenuti della convenzione quadro, costituirà lo strumento operativo attraverso il quale sarà attuata questa misura di politica attiva di lavoro.

INTERVISTE A CURA DI CHIARA BRILLI

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