Toscana Pride, Regione Toscana: “Partecipate con i bambini”

“Andremo alla manifestazione di Siena, come abbiamo sempre fatto. E’ una bella manifestazione, ci sono stato molte volte, e consiglio i cittadini di partecipare, anche con i bambini”. Così il presidente Enrico Rossi, che stamani ha partecipato, assieme alla vicepresidente Monica Barni e alla portavoce del Toscana Pride Marialuisa Favitta (foto), alla conferenza stampa di presentazione del Toscana Pride 2018, che sabato 16 giugno porterà a Siena migliaia di persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e trasngender, queer, intersessuali, asessuali ed eterosessuali, che sfileranno insieme “Per Orgoglio e per Amore”.

Quanto alle dichiarazioni del neoministro della famiglia Lorenzo Fontana sulle famiglie arcobaleno, e alle polemica sollevata dall’associazione “Difesa dei valori” per il patrocinio dato dalla Regione al Toscana Pride, questo il commento di Rossi: “Non capisco questa posizione regressiva. Noi non torniamo indietro e andiamo avanti sulla nostra strada. Nel 2004 siamo stati la prima Regione ad approvare la legge contro le discriminazioni sessuali, una legge pionieristica in materia di diritti delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale o dalla loro identità di genere. Da allora siamo andati sempre avanti, nelle azioni di contrasto all’omofobia e a favore del rispetto della diversità”.

“Ricordiamoci che esiste una legge dello stato che regola le unioni civili, e quindi la creazione di nuove famiglie, una legge che deve essere applicata – ha sottolineato Monica Barni – Le famiglie arcobaleno esistono nella realtà, e, oltre a pagare le tasse, pagano più di altre il fatto di vivere in uno Stato che non tutela i suoi cittadini allo stesso modo, anche quando una legge sancisce i loro diritti. Diritti che non possono essere riservati solo a chi può permettersi di andare in tribunale, ma devono essere di tutti. Su questo la Regione Toscana continuerà a battersi. Riprendo le parole del presidente Rossi: “La Regione Toscana, io e la Giunta, siamo dalla parte delle famiglie Arcobaleno e dei loro bambini. A sostegno della dignità e dell’eguaglianza dei diritti. Ora e sempre””.

“Anche quest’anno – ha aggiunto la vicepresidente, che ha anche la delega alle pari opportunità – ci ritroviamo con grande orgoglio a patrocinare il Toscana Pride. La Regione Toscana è da sempre impegnata sui temi del contrasto alle discriminazioni, dell’apprezzamento della diversità e nell’affermazione dei diritti della persona. Aderiamo convintamente alla rete nazionale Ready, che lavora nel campo dell’educazione, della cutlura, dell’informazione. E in questi mesi abbiamo lavorato per aiutare gli enti locali ad applicare la legge sulle unioni civili”.

“Il Pride è oggi più che mai una manifestazione necessaria – ha detto la portavoce del Toscana Pride Marialuisa Favitta – Noi chiediamo la laicità delle istituzioni, il riconoscimento dei legami affettivi, una legge contro l’omofobia, la tutela delle famiglie omogenitoriali. C’è bisogno di Pride perché c’è bisogno di una cultura che promuova il rispetto delle differenze”.

La Regione Toscana partecipa, in qualità di ente fondatore, alla rete nazionale Re.a.dy (Rete delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni). Ogni anno la Regione dà un contributo complessivo di 80.000 euro alle circa 25 amministrazioni toscane che aderiscono alla rete (circa 3.000 euro a ciascuna amministrazione), per la realizzazione di interventi e iniziative di promozione delle pari opportunità e di integrazione delle politiche riguardanti le persone LGBTI. Nessun contributo specifico è stato dato al Pride di Siena, mentre è stato concesso il patrocinio regionale ed è stata stabilita la partecipazione del Gonfalone.

Info sugli eventi sul sito del Toscana pride

Colle Val d’Elsa, (Siena): presidio giorno e notte davanti ai cancelli di Mercatone Uno

A Siena contro il rischio esubero per 28 lavoratori dei 49 attualmente impiegati. A proclamare lo stato di agitazione è stato il sindacato Filcams Cgil dopo aver ricevuto la notizia che anche il punto vendita colligiano rientra tra i 13 acquisiti dalla Cosmo Spa.

Tra i lavoratori è scattata la preoccupazione considerato il fatto che si parla del mantenimento di soli 21 posti di lavoro (15 full time e 6 part time).
Lo stato di agitazione è iniziato in tarda mattinata con l’arrivo della circolare sindacale, mentre il punto vendita di Siena era ancora aperto e i clienti all’interno in cerca di occasioni.

E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri per consentire l’uscita dei clienti dal negozio, ed evitare incidenti. “Il punto vendita colligiano – spiegano i rappresentanti dei lavoratori davanti ai cancelli del punto vendita – era tra quelli con maggior fatturato in Italia. Solo pochissimi giorni fa abbiamo saputo della vendita e stamattina ci troviamo all’improvviso in mezzo ad una strada. Per il 1 giugno è in programma un incontro a Bologna con i due gruppi, Cosmo Spa e Shernon Holding, che dovrebbero presentare i rispettivi piani industriali. Noi andremo avanti ad oltranza in mancanza di risposte certe”.

“Attivare un tavolo di crisi aziendale a livello regionale, con tutti i soggetti interessati alla cessione di rami d’azienda di Mercatone Uno, a partire dai commissari straordinari, le rappresentanze dei lavoratori e le istituzioni interessate, al fine di comprendere quali sia il reale impatto della vendita dell’azienda per la Toscana”. Lo chiede una mozione del Pd presentata da Simone Bezzini e sottoscritta anche da altri consiglieri regionali dello stesso gruppo.
Il documento impegna la Giunta toscana anche a “mettere in atto ogni azione utile per tutelare i livelli occupazionali coinvolti ed il mantenimento della presenza dei punti vendita di Colle Val d’Elsa (Siena), Altopascio (Lucca), Lucca e Calenzano (Firenze)”. “Quella del gruppo Mercatone Uno – spiega Bezzini in una nota – è una crisi che si trascina da diversi anni.
Ora, dopo diverse aste di vendita andate deserte a seguito del regime di amministrazione controllata, siamo arrivati alla formalizzazione della cessione dei negozi, tra cui quello di Colle Val d’Elsa, al gruppo Cosmo Spa”.
Bezzini sottolinea che “dalle notizie rese note dai sindacati, il progetto della nuova proprietà porterebbe ad una pesante diminuzione degli addetti: a livello nazionale la riassunzione per un biennio di 196 rapporti di lavoro sugli attuali 566, oltreché operare un largo ricorso al part time”. “Per questo le forze sindacali hanno proclamato uno stato d’agitazione che vedrà oggi un presidio a Colle di Val d’Elsa, al quale ho deciso di partecipare”.

 

Incidenti lavoro: esplode tubo, grave operaio a Grosseto 

Un uomo di 30 anni è rimasto ferito in modo grave a causa di un incidente sul lavoro verificatosi in un’azienda che costruisce piscine a Grosseto, nella zona del Casalone.

Dalle prime informazioni sull’incidente sembra che sia esploso un profilato che doveva essere saldato e l’operaio a lavoro in quel momento avrebbe riportato un trauma facciale.
Dopo i primi accertamenti da parte dei i medici, il trentenne è stato trasferito con l’elisoccorso all’ospedale di Siena.
Sul posto sono intervenuti la medicina del lavoro della Asl, i vigili del fuoco, la Croce Rossa e la polizia stradale.

Nel frattempo ad Arezzo, un ragazzo di 21 anni stava lavorando in un bosco, quando si è ferito in modo grave a una gamba con una motosega: l’incidente sul lavoro è avvenuto intorno alle 12.15 al Passo della Consuma (Arezzo). Il ferito è un 21enne di Bibbiena che è stato poi trasportato in codice rosso all’ospedale fiorentino di Careggi.

Accertamenti sono ancora in corso sulla dinamica dell’incidente. Sul posto è arrivata l’ambulanza da Stia con infermiere a bordo, e contemporaneamente è stato attivato l’elisoccorso Pegaso, chiamato dalla centrale fiorentina a cui è arrivata la prima segnalazione. Intervenuti i carabinieri e gli ispettori della Asl.

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO

Siena: scoperto oltre 1milione di euro nascosto al fisco da badanti e colf

Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, i finanzieri del Comando Provinciale di Siena questa volta hanno setacciato l’intera Valdelsa a caccia di badanti e colf totalmente sconosciuti al fisco italiano.

Nello specifico, sono state individuate 20 persone, tutte originarie dell’est-Europa che, pur avendo percepito compensi annui superiori alla soglia, oltre la quale la legge impone l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, non hanno adempiuto a tale onere evadendo le relative imposte e dunque il fisco: si tratta di persone che mediamente percepivano circa 20.000 euro annui per i quali non avevano mai versato un euro allo Stato italiano, usufruendo tuttavia di tutti i servizi che lo stesso offre alle persone senza reddito.

Le persone sottoposte a controllo assistevano e tuttora assistono anziani e persone bisognose di cure fisiche e domestiche nella Valdelsa ed erano regolarmente assunte con contratto di lavoro per le quali il datore di lavoro aveva versato i contributi di spettanza.

L’attività è stata possibile attraverso l’incrocio dei dati presenti in varie banche dati a disposizione della Guardia di Finanza e alla collaborazione dell’INPS; in questo modo sono state censite centinaia di posizioni fiscali dalle quali sono state selezionate quelle che presentavano un maggior debito d’imposta. Così facendoi finanzieri della Tenenza di Poggibonsi hanno intercettato, nel corso dei primi cinque mesi dell’anno, redditi per oltre 1 milione di euro del tutto sconosciuti al fisco italiano accertando imposte evase per circa 100.000 euro.

Le Fiamme Gialle senesi continueranno ad eseguire ulteriori controlli della specie estendendoli anche alle altre aree della provincia. Contrastare l’evasione fiscale vuol dire garantire un fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità di ognuno e in tale contesto la Guardia di Finanza opera ogni giorno per ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini.

Siena, coppia ordina attacco con acido contro futuro genero

Hanno ordinato l’aggressione con l’acido del futuro genero perchè contrari al matrimonio della figlia con questo uomo, più grande di lei di oltre 20 anni: incastrata una coppia di origini calabresi che, secondo l’inchiesta, sarebbero i mandanti. 

E’ quanto ricostruito dai carabinieri di Poggibonsi (Siena) che hanno arrestato la coppia, di 54 e 45 anni, per le lesioni subite al volto dal 48enne. Le indagini sono ancora in corso per identificare gli autori materiali delle aggressioni, avvenute il 23 febbraio scorso a San Gimignano e il 19 aprile a Torino.

La persecuzione ai danni del genero sarebbe andata avanti da tre anni, da quando la
figlia aveva sposato quell’uomo più grande di lei di 27 anni. La coppia era arrivata infine a ordinare aggressioni con acido ai danni dell’uomo. E proprio per il pericolo di reiterazione del reato è stato disposto l’arresto per il 54enne di origine calabrese, alle spalle una condanna per omicidio in parte scontata in un carcere del Senese, e della moglie, separata, 45 anni, nata in Sicilia. E’ quanto emerso dall’inchiesta sulle due aggressioni subite dal 48enne, residente nel Senese così come i suoceri. A coordinare le indagini la procura di Torino, città dove è avvenuta l’aggressione più grave, il 19 aprile scorso,
dopo una prima risalente al 23 febbraio a San Gimignano quando l’uomo riuscì a proteggersi alzando un braccio. Alla coppia, a vario titolo, vengono contestati i reati di maltrattamenti in famiglia, anche nei confronti della figlia, ingiurie e minacce
di morte, atti persecutori, comprese scritte come ‘pedofilo’ sull’auto del genero e lesioni gravi.

Le minacce riguardavano anche messaggi come:
“Preparati il vestito nero” e un minuto dopo, con altro sms: “Ho detto a tua figlia di prepararsi il vestito nero oggi lo battezzano il pedofilo”.
Il primo di questi due sms, che alludeva a un lutto, fu inviato dal calabrese alla figlia 21enne. Il secondo sms venne inviato dallo stesso 53enne alla moglie 45enne, da cui risulta separato. Entrambi i messaggi partirono dal suo cellulare pochi minuti dopo l”attacco’ con l’acido.
Non sono gli unici messaggi minatori o frasi contro la figlia e il genero. La stessa madre già nel giugno 2017 in vari modi avrebbe offeso e minacciato la figlia così: “Ti ammazzo, ti levo dal mondo”. O scrivendo sulla carrozzeria dell’auto del genero: “Te e tua moglie morite sotto un camion”.
Il genero veniva definito “pedofilo” negli sms della madre alla figlia: “Digli al pedofilo che è solo l’inizio”, “la prossima volta tocca al viso”, scrive la 45enne alla figlia dopo il primo ‘attacco’ con l’acido.
Poi, l’11 marzo scorso, sempre la madre scrive alla figlia via sms: “Non mi rispondi dove sei ti veniamo a prendere non avere paura del vecchio a lui pensano i miei amici lo bruciano vivo vienitene a casa”.
In altro sms il calabrese arrestato scriveva alla moglie 45enne: “Hai fatto bene a buttargli l’acido addosso al pedofilo, lo dovevi ammazzare”.

 

Mps: Profumo e Viola rinviati a giudizio per tranche derivati

Gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, assieme allo stesso istituto di credito e a Paolo Salvadori, ex presidente del, collegio sindacale, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano. Il processo inizierà il 17 luglio. La Procura invece aveva chiesto per tutti gli imputati il proscioglimento. Le accuse sono di aggiotaggio (caduto per Salvadori) e falso in bilancio nella tranche sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria.

Il gup Alessandra Del Corvo, non accogliendo le richieste dei pm e delle difese, ha mandato a processo, come chiesto dalle parti civili (circa 200 azionisti rappresentati da numerosi legali, tra cui l’avvocato Matteo Picotti), Profumo e Viola (anche ex ad della Banca popolare di Vicenza), ex presidente ed ex ad del Monte dei Paschi, per aggiotaggio e falso in bilancio, Salvadori solo per falso in bilancio (per aggiotaggio “non doversi procedere”) e la stessa banca, imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

I pm Baggio, Civardi e Clerici già nel settembre 2016 avevano chiesto l”archiviazione delle accuse a carico degli imputati (la tranche d’indagine era stata trasmessa per competenza da Siena a Milano) ma nell’aprile 2017 si erano visti respingere l”istanza dal gip Livio Cristofano che aveva ordinato l’imputazione coatta. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare nella quale il pm Civardi nella scorsa udienza aveva chiesto il proscioglimento con argomentazioni simili a quelle dell’istanza di archiviazione.

I pm avevano sostenuto che Viola e Profumo, visti il ”restatement” del bilancio di Mps da loro effettuato e la scoperta dei vari trucchi che sarebbero stati adottati da coloro che li avevano preceduti per nascondere i ”buchi”, avrebbero agito senza alcuna intenzione di falsificare i conti (tra il 2011 e il 2014) né di occultare le perdite. Il pm Civardi davanti al gup aveva ribadito che è vero sì che i derivati avrebbero dovuto essere contabilizzati ”a saldi chiusi” e non ”a saldi aperti”, come è stato fatto, ma gli ex manager avevano fornito negli allegati ai bilanci tutte le indicazioni su quali sarebbero stati gli effetti della contabilizzazione ”a saldi chiusi”, senza intenzione di ingannare il mercato.

Per il pm, gli ex manager, che avevano ereditato la gestione della banca dopo quella di Giuseppe Mussari e degli altri vertici (che sono a processo a Milano), non solo avevano reso consapevole il mercato dei problemi sui bilanci ma si erano anche attenuti alle disposizioni di Consob e Banca d’Italia. Diversa la lettura del gip dell’imputazione coatta (agli atti anche una nuova consulenza disposta dalla Procura generale) che ravvisò nelle condotte dei manager presunti profili ingannevoli nei confronti del mercato perché quella contabilizzazione non aveva dissipato le ambiguità sui derivati.

“Sono sorpreso ma confermo con determinazione di essere sereno per le scelte fatte in Mps”. Fonti vicine ad Alessandro Profumo fanno sapere così il pensiero dell’ex banchiere, oggi ad di Leonardo. “Dimostreremo di aver sempre operato correttamente nell’interesse dell’istituto e dei suoi azionisti, peraltro in stretta collaborazione con Banca d’Italia e Consob, e riconfermo la mia totale fiducia nella magistratura”.

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