Omicidio Ciatti: Ferri, da governo risposte vaghe

“La risposta del Governo alla interrogazione che ho presentato insieme ai colleghi Luca Lotti e Rosa Maria Di Giorgi sul caso di Niccolò Ciatti è stata purtroppo insoddisfacente. Chiediamo al Governo più convinzione e determinazione visto che si tratta della tragica morte di un giovane di 22 anni, Niccolò, ucciso a calci e pugni in una discoteca di Lloret de Mar”.

Lo afferma in una nota il deputato del Pd Cosimo Ferri. “Il Governo italiano non si può accontentare di inviare lettere alle autorità spagnole, è necessario pretendere risposte chiare, al momento non arrivate”, aggiunge Lotti. “Non bastano le rassicurazioni del Ministero degli Affari Esteri e quelle passate del ministro della giustizia – prosegue Ferri -. Al momento solo uno dei tre presunti colpevoli è sottoposto a misura di custodia cautelare. Ora occorrono i fatti e sollecitare la magistratura spagnola a concludere le indagini rapidamente, assicurando alla giustizia i colpevoli. I nostri giovani devono poter viaggiare e divertirsi nella completa sicurezza”.

Corridoio Vasariano: Daverio, giusto 45 euro, ma con sconti

“I prezzi non sono mai troppo alti, la gente spende delle cifre per andare a vedere una partita di football, vorrei che la cifra spesa per andare a vedere il Corridoio Vasariano fosse equiparabile a quella per la partita di calcio”.

Lo ha detto lo storico dell’arte Philippe Daverio, a margine dell’inaugurazione del salone Tourisma a Firenze, commentando con i giornalisti il dibattito sul prezzo di 45 euro (in alta stagione) per visitare il Corridoio Vasariano.
Per Daverio “il museo deve essere molto costoso con degli sconti per certe categorie”.
Il costo annunciato nei giorni scorsi, pari a 45 euro, per lo storico dell’arte “è giusto, dovrebbe essere 50 euro, 60 euro, ma poi devo fare lo sconto agli studenti, ai vecchietti, ai nuclei familiari perché la cosa di cui non si tiene mai conto è che se uno ci va con la moglie e tre bambini spende 300 euro, con 300 euro va al ristorante e se ne frega della cosa, oppure va alla partita di calcio che per lui è più importante”.
Secondo Daverio “la cultura va inserita attraverso un meccanismo di mercato. Non capire che debba essere necessaria una progettualità di tipo commerciale è un errore, ma il prezzo alto legittima la qualità e la riduzione al singolo del prezzo alto genera una simpatia che vale milioni di euro spesi in inutile comunicazione”.
I 45 euro fissati per visitare il Corridoio Vasariano in alta stagione “penso che sia troppo poco per uno spettacolo come quello, un foglio da 50 euro non è veramente nulla e lo dice uno che il Corridoio lo conosce bene e sa che emozione e stupore si prova ad attraversarlo”. Lo ha detto Antonio Paolucci, ex ministro per i Beni culturali e ex soprintendente per il polo museale fiorentino, presente all’inaugurazione di Tourisma al Palazzo dei Congressi di Firenze.
L’idea di riaprire il Vasariano, che “è stata anche un’idea mia quando ero ministro e che poi per tante ragioni non ha potuto concretizzarsi” ha detto Paolucci, “è un’idea bella, è giusta”.
Nel dibattito sul prezzo del biglietto è entrato anche il direttore delle Galleria degli Uffizi, Eike Schmidt, che, sempre a margine dell’apertura dei lavori di Tourisma, ha detto che il prezzo “sarà molto più basso di quello che abbiamo visto negli ultimi anni quando entravano i gruppi speciali, inoltre ci sarà la gratuità per le scolaresche, un fatto fondamentale e ci saranno anche giornate di gratuità per tutti quanti” come il 4 agosto che ricorda le distruzioni naziste del 1944 e il 27 maggio, data della strage di via dei Georgofili. “In queste giornate – ha detto Schmidt – come agli Uffizi, anche l’ingresso al Corridoio vasariano sarà gratuito per tutti. Dunque ci sarà un’esperienza non superficiale, non turistica, ma un momento di riflessione comune. Dunque – ha concluso il direttore – la nuova politica dei prezzi che verrà applicata consentirà non solo un prezzo più basso rispetto al passato, anche per i turisti, ma anche di avere gratuità per il Vasariano come mai prima era successo”.

Rete Dafne: a Firenze convegno per giornata vittime di reato

Le vittime di reati che si sono rivolte a Rete Dafne Italia, rete nazionale dei servizi per l’assistenza alle vittime di reato, nel 49% dei casi avevano un rapporto di matrimonio o convivenza con l’autore del reato. E’ quanto emerge dall’analisi presentata oggi in un convegno a Firenze da Rete Dafne, in occasione della Giornata europea delle vittime di reato. Secondo l’analisi, nel 25% dei casi il rapporto è definito “occasionale”, nel 16% esiste una relazione sentimentale, mentre nel 5% dei casi il reato avviene sul posto di lavoro.

In Italia è ancora insufficiente l’offerta di servizi sul territorio in grado di offrire assistenza e protezione adeguata a tutte le vittime di qualsiasi tipologia di reato. È quanto emerge dall’analisi realizzata da Rete Dafne Italia – Rete nazionale dei servizi per l’assistenza alle vittime di reato, l’associazione nata per promuovere i diritti delle vittime in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, che ha sede anche a Firenze.

Di questo e dell’attività in città della Rete Dafne si è discusso nel convegno dal titolo ‘Due anni di Rete a Firenze’, che si è tenuto oggi, Giornata europea delle vittime di reato, nella Sala blu del Fuligno (via Faenza, 48).

I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali dei partner di Rete Dafne Firenze. Nella prima parte, moderata dal presidente della Rete Dafne Italia Marco Bouchard, sono intervenuti l’assessora a Welfare e Pari opportunità Sara Funaro, la presidentessa del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo, il procuratore Giuseppe Creazzo, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze Sergio Paparo, il direttore sanitario dell’azienda Toscana Centro Emanuele Gori, il presidente di Aleteia Simone Stefani e il direttore della Fondazione CR Firenze Gabriele Gori.

Nella seconda parte, moderata da Simone Stefani, si è parlato dei due anni di attività della Rete Dafne a Firenze con la vicepresidentessa di Aleteia Laura Basilio e lo psichiatra della Rete Niccolò Trevisan; degli invii con il maggiore Angelo Murgia del Nucleo investigativo dei Carabinieri del Comando provinciale di Firenze; della vittima nelle indagini con la dottoressa Ornella Galeotti della procura della Repubblica di Firenze; della vittima nel processo con la dottoressa Silvia Cipriani del Tribunale di Firenze.

Si sono anche affrontati i temi ‘Tra sicurezza e cura’ con Pierangela Guasconi della Polizia municipale e ‘Dall’accompagnamento alla riparazione’ con il direttore generale della Rete Dafne Italia Giovanni Mierolo. Nel corso della mattinata si è tenuta anche la lectio magistralis ‘Una giustizia penale in bilico, tra vittima e autore’.

“Firenze è schierata in prima linea per la tutela delle vittime di reato – ha detto l’assessora Funaro – insieme a varie associazioni cittadine e alla Rete Dafne, esperienza molto positiva che in due anni ha conseguito risultati importanti grazie al prezioso lavoro svolto dall’associazione Aleteia e da professionisti di diritto, di sostegno psicologico, di trattamento integrato psicologico e psichiatrico e di mediazione, che a titolo gratuito stanno vicino, insieme ai nostri Servizi sociali, alle persone che subiscono reati e hanno il coraggio di denunciare gli atti subiti. Persone che trovano nella rete Dafne tutta l’assistenza di cui hanno bisogno”.

“Siamo contenti del successo dell’attività della Rete – ha spiegato l’assessora -, che ha assistito numerose vittime di reato, aiutandole a superare quanto accaduto loro e rafforzando le loro capacità reattive. Con i vari soggetti coinvolti siamo a lavoro perché la Rete possa crescere ed essere sempre più vicina a chi ha bisogno. Una comunità coesa e solidale è una comunità come la nostra, che tutela i propri cittadini soprattutto se vittime di un reato”.

“Sono orgogliosa che l’associazione Rete Dafne Italia sia nata anche dall’esperienza della Rete Dafne di Firenze – ha dichiarato la presidentessa del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo -, che già dall’aprile 2016 vede partners del progetto il Tribunale di Firenze, la Procura della Repubblica di Firenze, il Comune di Firenze, la USL Toscana Centro e l’associazione Aleteia. Dare attenzione alle vittime e trovare risposte non solo alla loro domanda di giustizia ma ai loro bisogni, non limitando l’esame del problema al solo ambito strettamente giudiziario, è un obiettivo che una società civile deve perseguire con tutte le sue energie e che, nel territorio fiorentino, abbiamo cominciato a fare”.

A Firenze la Rete Dafne è nata aprile 2016 e ha iniziato la sua attività operativa il 23 gennaio 2017, nella sede messa a disposizione dal Comune e resa maggiormente accogliente grazie all’intervento di restyling realizzato con il contributo della Fondazione CR Firenze.

Alla base della nascita della Rete vi è la sottoscrizione del protocollo di intesa da parte del Tribunale di Firenze, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, del Comune di Firenze, della USL Toscana Centro e dell’Associazione Aleteia, grazie al sostegno e al finanziamento della Fondazione CR Firenze.

“Fondazione CR Firenze – ha dichiarato il direttore Gabriele Gori – ha creduto fin dall’inizio a questo progetto e i dati appena resi noti ne confermano la bontà e quanto sia utile al territorio. È  significativo che Firenze, dopo Torino, sia stata la seconda città a recepire questa esperienza. È una città che, da secoli, ha nei suoi cromosomi i temi dell’accoglienza e dell’ascolto che l’hanno resa un punto di riferimento e la nuova struttura aggiunge una perla importante ad una collana già ricchissima. La Rete Dafne segna, ancora una volta, la positiva sinergia tra soggetti pubblici e privati con l’unica finalità di dare un sostegno pratico e tangibile a persone che hanno vissuto momenti di grande sofferenza e disagio. All’associazione Aleteia un particolare ringraziamento per la passione con cui sta operando”.

La  Rete si occupa dell’accoglienza, dell’ascolto, della riparazione del danno e della prevenzione del rischio di vittimizzazione secondaria, offrendo un servizio gratuito che si articola, a seconda delle specifiche esigenze, in una prima informativa sui diritti, nel sostegno psicologico/psichiatrico, nell’orientamento verso i servizi pubblici o privati del territorio, nell’accompagnamento al percorso giudiziario e nella mediazione penale. Il progetto è gestito da una cabina di regia interistituzionale, composta da due rappresentanti per ciascun partner firmatario, che si riunisce periodicamente.

Nei primi due anni di attività, si sono rivolte a Rete Dafne Firenze oltre 100 persone vittime di reati, di cui quasi tre quarti donne e un quarto uomini; il 79% di questi è di nazionalità italiana e tra gli stranieri risultano 37% di cittadinanza romena e il 16% albanese, mentre il restante è suddiviso, senza differenze sostanziali, tra le altre diverse nazionalità.

Per quanto riguarda l’età, quasi la metà dei soggetti che si sono rivolti alla Rete ha tra i 35 e i 54 anni quasi un quarto tra i 35 e i 44 e quasi un quarto tra i 45 e i 54 anni, a seguire troviamo la fascia di età tra i 55 e i 64 anni (20%), a seguire quella over 65 anni (13%); per concludere ci sono i giovani tra i 18 e i 34 anni con un 7% e i minori di 18 anni con un 2%.

Nei casi in cui, in seguito al colloquio di accoglienza, è stata riscontrata la sussistenza di un reato, si è trattato per il 90% dei casi di un reato contro la persona. In particolare rilevano i maltrattamenti (25%), lo stalking (14%), le minacce (12%) e l’abuso su minore (6%).

I servizi maggiormente richiesti (anche congiuntamente 45%) sono il sostegno psicologico (nel 20% dei casi), che prevede un ciclo di 10 incontri, e l’informazione sui diritti (nel 15% dei casi), servizio rivolto anche ad un eventuale accompagnamento alla denuncia considerato che le vittime di reato si possono rivolgere a Rete Dafne anche senza aver preventivamente presentato formale denuncia all’autorità competente.

A livello nazionale se da un lato risultano una buona diffusione dei servizi dedicati alle vittime di genere (62,6%) e una discreta presenza di servizi rivolti ad altre specifiche tipologie di vittime, per discriminazione (25,6%), bullismo (23,1%) e tratta (21%), dall’altro è ancora largamente insufficiente la diffusione di servizi ‘generalisti’ in grado di offrire assistenza e protezione adeguata a tutte le vittime di qualsiasi tipologia di reati, come invece prescrive la normativa europea.

Dalla rilevazione delle tipologie di vittime che, per ora, si rivolgono ai servizi che fanno capo alla Rete Dafne Italia emerge come nel 49% dei casi le vittime abbiano un rapporto di matrimonio o convivenza con l’autore del reato. Nel 25% dei casi, invece, il rapporto è definito ‘occasionale’, nel 16% dei casi registrati, invece, esiste una relazione sentimentale, nel 5% dei casi il reato avviene sul posto di lavoro, mentre nel 5% dei casi non è stato specificato.

Rispetto, invece, agli interventi richiesti dalle vittime che si rivolgono a Rete Dafne, l’aspetto più ricorrente riguarda il sostegno psicologico (36%), seguito dalla necessità di avere informazioni sui diritti delle vittime (35%), di essere accompagnati nel percorso dei servizi disponibili (12%), di essere sottoposti a un trattamento medico-psichiatrico (7%), di potersi avvalere di servizi di mediazione (7%), di avere informazioni generiche (3%).

“Rete Dafne Italia è nata per connettere presidi e istituzioni territoriali pubbliche e private – ha ricordato il presidente di Rete Dafne Italia Marco Bouchard -, per proporre percorsi di sensibilizzazione e formazione a favore degli operatori che entrano in contatto con le vittime, per offrire alle vittime di reato informazione, assistenza e protezioni adeguate”. “Per questo ci auguriamo che il lavoro del ‘Tavolo di coordinamento per la costituzione di una rete integrata di servizi di assistenza alle vittime di reato’ – ha continuato -, istituito presso il Ministero della giustizia, oggi guidato dal ministro Alfonso Bonafede, con la partecipazione di Rete Dafne Italia quale associazione con specifiche professionalità, possa diventare un vero riferimento a livello nazionale. Noi, di sicuro, continueremo a contribuire ai lavori, portando la nostra concreta esperienza, maturata negli anni sul territorio”.

Evade domiciliari per litigare con amico, arrestato

I carabinieri del nucleo radiomobile di Firenze hanno arrestato un 44enne che, ieri sera, è evaso dalla detenzione domiciliare per recarsi da un amico in albergo con cui ha poi avuto un grave litigio.

Verso le 21.15 di ieri sera, a seguito di una richiesta pervenuta sul numero di emergenza 112, un equipaggio dell’Arma è stato inviato presso un hotel di via Santa Reparata, dove era stata segnalata una violenta lite.

Il richiedente, l’addetto alla reception dell’albergo, ha riferito che poco prima aveva consentito ad un loro cliente di poter ricevere, per poche ore, un conoscente in camera, che appena giunto aveva lasciato la carta di identità per permettere le operazioni di registrazione.

Dopo alcuni minuti, il portiere ha udito una forte discussione provenire dalla camera, da dove, pochi istanti più tardi, è uscito il cliente, con una vistosa ferita sulla testa: ha lanciato le chiavi sul bancone della reception e, inseguito dal suo ospite ha lasciato in albergo il documento d’identità.

I militari hanno eseguito gli accertamenti nella banca dati mediante i dati registrati e quelli riportati sulle carte d’identità, verificando che il presunto aggressore in realtà doveva trovarsi presso la sua abitazione, poichè sottoposto alla detenzione domiciliare in esecuzione di una pena di due anni per reati in materia di sostanze stupefacenti.

Un altro equipaggio, che si era recato presso il domicilio del 44enne, lo ha trovato regolarmente in casa: è stato tuttavia riconosciuto come l’uomo che poco prima aveva avuto il violento alterco con il cliente dell’albergo.

L’uomo è stato dichiarato in stato di arresto per il reato di evasione e sarà giudicato con rito direttissimo nella mattinata di oggi.

Chiuso centro massaggi a Novoli (FI)

Impiegava giovane prostitute pagate pochi euro l’ora. Chiuso un centro massaggi e arrestata la titolare, una 43enne, residente a Empoli (Firenze).

Si è conclusa così un’operazione dei finanzieri del comando provinciale di Firenze che hanno fermato, in flagranza di reato, la titolare per i reati di gestione di una casa di prostituzione e sfruttamento della prostituzione. La donna cinese è stata condotta nel carcere di Firenze Sollicciano.

Dietro la gestione di un centro massaggi, in realtà la 43enne cinese conduceva una vera e propria casa di appuntamenti a sfondo sessuale, che aveva allestito in un appartamento nella zona di Firenze Novoli.

All’interno dei locali alcune ragazze cinesi offrivano prestazioni sessuali con un ben preciso tariffario, venendo a loro volta retribuite per ogni ora di attività svolta solo per pochi euro.

I finanzieri sono riusciti ad individuare il falso centro massaggi partendo dal monitoraggio di alcuni siti internet che pubblicizzavano massaggi definiti “sensitivi ed avvolgenti” accompagnati da foto di ragazze con indosso abiti intimi molto succinti.

I successivi appostamenti ed i riscontri diretti delle persone che usufruivano della struttura di ‘beauty farm’ hanno confermato le illecite attività svolte che sono state poi avvalorate a seguito dell’accesso diretto dei militari.

I locali del centro massaggi sono stati posti sotto sequestro insieme a 3.000 euro in contanti e 4 telefoni cellulari, rinvenuti a seguito della perquisizione dei locali.

Le attività delle Fiamme Gialle – informa una nota – proseguiranno al fine di ricostruire il reale volume d’affari del centro massaggi, proponendo così all’Amministrazione finanziaria la tassazione dei proventi derivanti dall’attività illecita.

Metrocittà: Alberti, già arrivati 67 carabinieri

“Finalmente possiamo dirlo: sono già arrivati 67 carabinieri in più per Firenze e la Città Metropolitana ed è solo la prima trance dei rinforzi. Me lo ha confermato il prefetto di Firenze Laura Lega, che ringrazio per l’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi proprio su temi scottanti, come sicurezza e immigrati”. Lo ha detto, in una nota, il consigliere regionale Iacopo Alberti, portavoce dell’opposizione.

“I rapporti con le istituzioni, come il prefetto, vanno mantenuti e coltivati, non si può pensare di ricorrere a certe autorità solo quando ci fa comodo”, ha continuato. “Come aveva promesso il ministro dell’Interno Matteo Salvini, e aveva ribadito anche questa settimana, i rinforzi arrivano – ha concluso Alberti -. E nonostante Nardella e Gianassi si spertichino nel tentativo di negare anche le parole del ministero, i fatti li smentiscono. Adesso attendiamo l’arrivo a giorni anche dei poliziotti. E dei fondi del ministero degli Interni, 1,5 milioni in tre anni, che saranno erogati al Comune di Firenze su progetti condivisi per la sicurezza. Anche se per vedere gli effetti dei rinforzi ci vorrà del tempo, abbiamo la certezza che, grazie al Governo, Firenze sarà più sicura”.
Exit mobile version