Carrara: figlio e madre muoiono a poche ore di distanza

Carrara – E’ morto a 45 anni e poche ore dopo la madre dell’uomo, 78 anni, è deceduta a sua volta per un malore. E’ accaduto nella notte tra giovedì e ieri a Villafranca in Lunigiana, in provincia di Massa Carrara.

La notizia è riportata dalla stampa locale. Per un improvviso malore poco prima della mezzanotte, Matteo, camionista con la passione dei cavalli, molto conosciuto e stimato in paese, si è sentito male mentre stava rincasando: era sulle scale di casa e ha fatto in tempo a chiamare la madre Franca, che lo stava aspettando. Allertati dall’anziana, sono arrivati i sanitari del 118 ma inutilmente. Poco più tardi è morta anche la donna.

Gli operatori del 118, intervenuti in un primo momento su richiesta della madre dell’uomo, hanno tentato di rianimarlo ma lui non ce l’ha fatta. Poche ore dopo, lo stesso 118 è dovuto tornare nella stessa casa, chiamato da alcuni familiari della 78enne: la donna, che aveva anche altri due figli, si era spenta nel sonno.
Commosso il sindaco di Villafranca Filippo Bellesi: “E’ un lutto per tutta la comunità – ha spiegato -. Si tratta di una famiglia che annoverata tra quelle storiche villafranchesi, persone per bene, anche la madre Franca era moto conosciuta. La notizia ha destato cordoglio e molta partecipazione emotiva. E’ un fatto davvero raro, una doppia perdita molto importante per Villafranca.
La comunità – ha tenuto a sottolineare Bellesi – abbraccia la famiglia, condividendo il dolore per questa tragedia. Il padre di Matteo era imprenditore e ci ha lasciato già diversi anni fa”. Domani i funerali nella chiesa di San Giovanni a Villafranca.

Coronavirus: caso a Carrara, sindaco invita alla calma

“Invito tutti i miei concittadini alla calma e a condurre normalmente le loro attività, tenendo conto delle misure di autotutela indicate dal ministero della Sanità e che sono pubblicate sul sito del Comune di Carrara, della Regione Toscana e dell’Azienda sanitaria”.

Così il sindaco di Carrara (Massa Carrara) Francesco De Pasquale in merito al caso della 65enne di Codogno (Lodi) risultata positiva al test per il coronavirus – si attende la validazione dell’Iss -, e che si trova in isolamento nella sua abitazione di Carrara. Il sindaco, in una nota, spiega che stamani l’Asl gli ha notificato una proposta di ordinanza a carico della donna, che, afferma, “è in buone condizioni di salute e si trovava già in isolamento volontario, insieme al marito, anche lui sottoposto a quarantena obbligatoria, nella loro abitazione situata nel comune di Carrara. La coppia, che ripeto è in buone condizioni
di salute, è originaria di Codogno e ha dichiarato di essere rimasta sempre in isolamento, dopo l’arrivo nella nostra città. L’Asl, dopo aver attentamente analizzato la vicenda, ha ritenuto di ricorrere alla sola misura della quarantena per i due coniugi e di non attivare ulteriori prescrizioni. La situazione è sotto il costante monitoraggio delle autorità competenti e il nostro comune sta provvedendo a rifornire di generi di prima necessità i coniugi. Io stesso ho telefonato alla coppia che è serena e che mi ha confermato di essere in buone condizioni di salute”.

Cade in cava in Alta Versilia, ferito grave ex sindaco Carrara 

E’ l’ex sindaco di Carrara Angelo Zubbani il 67enne rimasto ferito dopo esser caduto in un cava ad Arni, nel comune di Stazzema in Alta Versilia (Lucca), da altezza di circa due metri.

Secondo quanto appreso, l’ex sindaco, durante il trasporto in ospedale, è sempre rimasto cosciente. Nella caduta avrebbe riportato un trauma cranico ed escoriazioni varie. Zubbani, sempre secondo quanto appreso, era andato ad Arni per una passeggiata assieme a un amico ed è caduto dopo essere scivolato a causa di una lastra di ghiaccio.
Sul posto allertati e intervenuti, oltre all’elisoccorso Pegaso, l’automedica nord Versilia, la Misericordia di Forte dei Marmi, la Croce verde di Arni e il Soccorso alpino.

Massa: trovate scritta ‘no trans’ su palazzo e in strada

‘No trans in questo condominio’, questa è la scritta apparsa su un cartello qualche giorni fa accanto all’ingresso di una palazzina a Marina di Massa (Massa Carrara). Secondo il racconto di una donna che abita nello stabile, nello stesso giorno le auto nel parcheggio del condominio sarebbero state tappezzate di bigliettini recanti la stessa scritta. Il caso è stato segnalato oggi ad Alessandro Bandoni, rappresentante locale della comunità Glbt ed ex consigliere alle pari opportunità del Comune di Carrara.

Questo episodio è stato seguito da un’altra scritta a caratteri cubitali, accompagnata da un disegno osceno, ‘No trans qui’, apparsa oggi su un muro alla periferia di Massa. “Non è sicuramente un caso che nel giorno in cui la comunità Glbt di tutto il mondo celebra il ricordo delle persone transgender uccise e morte per mano dell’ignoranza e della mostruosità umana, nel territorio di Massa appaiono scritte e cartelli contro le persone transessuali”. “E’ inaccettabile che nel 2019 ancora possano accadere queste cose. Davanti a questi fatti non c’è da scherzare, c’è da prendere delle contromisure culturali forti”, ha scritto su Facebook Bandoni. “Persone che esprimono liberamente e tranquillamente il loro odio verso ‘il diverso’ senza capire che le diversità arricchiscono la società e alzano il livello culturale di essa”, conclude.

Lapideo, il 5/7 sciopero lavoratori . Manifestazione Cgil-Cisl-Uil a Carrara

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno indetto per venerdì 5 luglio uno sciopero generale (intera giornata) dei lavoratori toscani del settore lapideo-industria con manifestazione regionale toscana a Carrara. Il motivo della protesta è lo stallo nelle trattative con le controparti (Confindustria Marmo Macchine e Anepla ) per il rinnovo del Contratto nazionale (scaduto lo scorso 31 marzo) e alcune proposte delle stesse controparti che i sindacati giudicano “inaccettabili”.

Quello del 5 luglio a Carrara è il primo passo di una mobilitazione nazionale sulla vertenza: inoltre, i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana (Giulia Bartoli, Simona Riccio ed Ernesto D’Anna) giudicano “gravissima l’assenza fisica e politica degli industriali del territorio di Carrara al tavolo delle trattative nazionali. Non si capisce se sia una strategia degli industriali nazionali o una propria volontà di lasciare ad altri territori la decisione di determinare scelte importanti per il settore del marmo. Inoltre, l’unica data proposta per il prossimo incontro dagli industriali è il 18 luglio, quattro mesi dopo l’ultimo incontro svolto in ristretta, evidenziando un atteggiamento dilatorio rispetto ai tempi per il rinnovo contrattuale che produce un evidente ed inaccettabile danno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e troppo a ridosso del periodo feriale, non utile a determinare un rinnovo del Contratti in tempi adeguati”.

Come si evince dal comunicato stampa “in Toscana il rinnovo di questo contratto interessa circa 3000 lavoratori. All’interno della trattativa ci sono state alcune posizioni datoriali assai preoccupanti secondo i sindacati:

–  intanto, ad esempio, il fatto che il contratto a tempo indeterminato non sia più la forma contrattuale prevalente, aprendo di fatto la strada ad una deregolamentazione sui tempi determinati e in somministrazione, oltre alla richiesta di deroghe ai limiti percentuali di numero di contratti precari per azienda (tra cui la stagionalità), fino al 30%;

– un aumento salariale sbagliato nella forma e nella quantità. Nella forma perché i datori di lavoro non vogliono assolutamente confermare il modello con cui si era chiusa la scorsa tornata di rinnovo (senza verifiche). Nella sostanza, perché propongono soli 53 euro nel triennio con verifiche “ex post”, che determinerebbe un aumento incerto oltre che scarso, inaccettabile anche dopo il rinnovo del Cemento che riconferma salario certo per tutti i lavoratori;

– scarse risorse anche sul salario differito, sanità integrativa e Previdenza complementare

– nell’agenda di Marmomacchine e Anepla mancano completamente i capitoli Ambiente e Sicurezza, sistema di classificazione ad aree, armonizzazione operai/impiegati, legalità e appalti, riduzione e flessibilità orario, disagio e turni”.

“La sicurezza è un tema centrale, in questo settore si muore di lavoro più che in altri e questo dovrebbe essere di interesse comune e non relegato ad un tema superfluo e trattato meramente sul costo: chiediamo più formazione. Inoltre, sugli appalti, servono una regolamentazione, un impegno chiaro e un’assunzione di responsabilità: sempre di più fasi di lavorazione vengono appaltate a ditte esterne e cooperative che non applicano il contratto del lapideo ma contratti meno costosi e con meno tutele per i lavoratori anche in Toscana. Negli ultimi mesi abbiamo difeso il lavoro, un lavoro regolare, dove si rispettano le norme, un lavoro che deve continuare dalle cave al piano e anche questa iniziativa vuole tutelarlo”, dicono i sindacati, aggiungendo: “Ripartiamo da Carrara, chiediamo una convocazione urgente del tavolo nazionale o proseguiremo con le iniziative. Il marmo è una ricchezza, il cui valore va redistribuito al territorio e a chi lo produce”.

Il programma della manifestazione di venerdì 5 luglio prevede un concentramento allo Stadio dei Marmi alle 10:30; partenza della manifestazione verso la sede di Confindustria di via XX settembre; presidio con interventi di lavoratori, delegati e sindacalisti; conclusione dei segretari nazionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil (Gianni Fiorucci, Federico Salvatore e Fabrizio Pascucci).

Carrara: sequestrata merce contraffatta e insicura in negozio

Un blitz della guardia di finanza di Massa, effettuato dopo che i militari avevano notato alcuni articoli esposti nella vetrina del negozio e avevano richiesto la documentazione sulla provenienza della merce, ha portato al sequestro di oltre 5.000 articoli contraffatti in un negozio del centro di Carrara (Massa Carrara).

Il titolare, spiega la guardia di finanza in una nota, non ha esibito fatture o altri dati utili e così il controllo è stato esteso a tutta la merce esposta in vendita e presente nel magazzino del negozio. A seguito delle verifiche sono stati catalogati 84 accessori di telefonia con marchio contraffatto e circa 500 articoli recanti irregolare e ingannevole marcatura CE riferibile alla dicitura ‘China Export’, utilizzata in luogo di quella prevista per gli standard di sicurezza dell’Unione Europea.
Ulteriori 5.200 articoli sono risultati privi della indicazione minima di sicurezza relativi al fabbricante, all’importatore e delle prescrizioni d’uso rivolte ai consumatori. La merce contraffatta è stata sequestrata mentre gli articoli non sicuri sottoposti a sequestro amministrativo per violazioni al codice del consumo che prevedono sanzioni fino a 25mila euro in vista della prevista confisca.
Il titolare del negozio e un addetto alla vendita sono stati segnalati all’autorità giudiziaria e alla camera di commercio.
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