In Toscana crescono le aziende agricole under 40

Le aziende under 40 attive sono 2.780, con un’incidenza percentuale del 7,1% sul totale delle imprese agricole. Registrato un +0,5% rispetto all’anno precedente, percentuale in controtendenza rispetto a tutto il comparto agricolo.

Nonostante la pandemia da Covid-19 degli ultimi due anni, crescono, seppur in modo lieve, le imprese giovanili under 40, agricole, in Toscana. I dati della Camera di commercio di Firenze per il 2020 sono stati diffusi all’evento degli Oscar Green di Coldiretti, a Palazzo Vecchio.

“Oggi lanciamo un messaggio positivo, il dato di crescita di aziende giovanili è un dato positivo – ha spiegato il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi -. Dobbiamo poi monitorare e seguire questi ragazzi, l’obiettivo è creare nuove opportunità in modo che le nuove aziende siano sul mercato in modo sostenibile. Dal mondo giovanile c’è una attenzione diversa verso l’agricoltura, tanti ragazzi si approcciano a questo mondo per il patrimonio di valori che la ruralità ha sempre espresso”.

“Veniamo da due anni complicatissimi tra pandemia, guerra, speculazioni, prezzi alti – ha commentato il presidente di Coldiretti Firenze-Prato Francesco Nocentini -. Ora è il momento di andare avanti, Coldiretti sostiene concretamente le aziende del nostro Paese così come i giovani, che rappresentano il futuro. L’agricoltura può dare risposte importanti, anche in un momento difficile come questo a causa della guerra”.

Siccità, Firenze senza pioggia da un mese

Firenze, un mese si siccità, nel territorio della Città metropolitana, dove le ultime precipitazioni risalgono allo scorso 26 febbraio. La sala di Protezione civile della Città metropolitana avverte che la vegetazione e gli arbusti hanno indici di secchezza già elevati favorendo lo sviluppo degli incendi boschivi.

Le mappe della ”siccità”, spiega una nota, mostrano valori nella norma se si considera la pioggia caduta nell’ultimo periodo (tre mesi) ma mostrano anche valori di siccità elevata se si prendono in considerazione le piogge cadute nell’ultimo anno (fonte Cnr Ibe Climateservices).

È importante che tutti adottino comportamenti ed iniziative per un uso consapevole dell’acqua perché con semplici scelte possiamo portare il nostro contributo”, sottolinea Massimo Fratini, consigliere della Metrocittà delegato alla Protezione civile. In questo periodo ad esempio, iniziano le attività nei giardini e negli orti e, con la scelta corretta delle tipologie di piante da mettere a dimora e del sistema di irrigazione, si possono ridurre gli sprechi d’acqua.

E arriva l’allarme di Coldiretti Toscana: “L’agricoltura toscana sull’orlo della siccità, con a rischio il 30% di produzione agricola senza pioggia”. Registrate il 60% di precipitazioni in meno rispetto alla media del periodo nei primi tre mesi del 2022, spiega una nota, situazione aggravata da un inverno con precipitazioni sotto la media.

L’associazione sottolinea che sul fronte delle portate di fiumi e corsi d’acqua si registrano livelli sotto la minima storica mensile per Era a Capannoli (Pisa), Elsa a Castelfiorentino (Firenze), Ombrone a Grosseto, Arno ad Empoli (Firenze) sulla base dei dati della Regione Toscana.

“La primavera anticipata rischia di fare rima con siccità – osserva Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – se l’attuale deficit idrico non sarà recuperato nelle prossime settimane. A rischio c’è il 30% delle produzioni agricole considerando che questo è periodo di semina per ortaggi, grano, girasoli, ulivi ma anche il pascolo per gli allevamenti, e per crescere le coltivazioni hanno bisogno di acqua. Monitoriamo la situazione con molta attenzione”.

Per Filippi “è evidente che siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che hanno cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura, per le quantità e per la qualità dei raccolti”. Secondo Coldiretti la costa, la zona dell’Ombrone, dell’Arno Inferiore, e del Serchio se prendiamo a riferimento il periodo tra il 1992 ed il 2022, sono le aree più in sofferenza insieme a parte dell’Isola d’Elba dove le piogge nel mese di febbraio sono state quasi assenti e dove lo spettro siccità è al momento più elevato. Ma a preoccupare sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni.

Latte, intesa ‘salva stalle’, Coldiretti-Confcommercio Toscana

Firenze, un accordo di filiera ‘salva stalle’ in Toscana per il consumo di latte a chilometro zero in bar, pasticcerie e gelaterie del territorio toscano. Lo hanno siglato Coldiretti e Confcommercio della Toscana per garantire la giusta remunerazione del latte alla stalla agli allevatori, di fronte all’aumento dei costi di produzione.

Si tratta del primo risultato tangibile, spiega una nota, dopo la mobilitazione che ha portato centinaia di allevatori in piazza a Firenze e Grosseto. Un litro di latte sugli scaffali della grande distribuzione costa mediamente 1,72 euro al litro con punte fino a 1,85, secondo la rilevazione dei prezzi effettuata da Coldiretti Toscana, mentre un litro di latte alla stalla viene pagato agli allevatori solo 37 centesimi.

“La crisi energetica si affronta solo con la corresponsabilità dell’intera filiera – spiegano il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi e di Confcommercio Toscana, Aldo Cursano -, con il primo accordo che assume un valore strategico in un momento di crisi per l’agricoltura e il commercio, causata dal calo dei consumi per il caro bollette e le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina, ed un effetto a valanga sul sistema agroalimentare e degli acquisti. L’obiettivo condiviso è promuovere la qualità delle produzioni toscane, assicurando la giusta distribuzione del valore all’interno di tutta la filiera”.

Per Coldiretti “a rischio c’è il futuro delle stalle, poco più di 200 quelle sopravvissute in Toscana dopo che una su quattro su quattro ha chiuso negli ultimi dieci anni e dopo che la produzione di latte è andata drasticamente riducendosi con la produzione che si attesta intorno alle 60mila tonnellate nel 2020-2021, contro le oltre 80mila nel 2003-2004”.

Vini, olio, formaggi, e salumi Made in Tuscany: “Valgono come l’oro”

Firenze, secondo quanto comunicato da Coldiretti Toscana, Vini, olio, formaggi, salumi ed extravergine DOP e IGP Made in Tuscany valgono come l’oro (e forse anche di più).

Il comunicato di Coldiretti Toscana arriva in seguito all’inserimento del comparto olivicolo-oleario nel portale informatico del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali dove sarà possibile registrare telematicamente le operazioni. Il pegno rotativo è stato introdotto con un emendamento al Decreto Cura Italia e attuato dal Decreto ministeriale del 23 luglio 2020 ed è operativo dal febbraio 2021.

“L’agroalimentare di qualità della nostra regione è un pegno molto gradito alle banche interessate ad investire nella qualità e nel valore del Made in Tuscany. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il valore complessivo delle filiere certificate nella nostra regione prosegue il suo percorso di crescita nonostante le molte difficoltà del periodo come conferma anche lo straordinario aumento delle esportazioni nel terzo trimestre. Nel mirino c’è un risultato storico: i 3 miliardi di euro di export. Un dato mai raggiunto prima. Le banche scommettono sul paniere di qualità della nostra regione sapendo benissimo che non correranno alcun rischio mentre le aziende ricevono liquidità anticipata che possono reimpiegare subito sul ciclo produttivo. L’estensione di questo strumento, già impiegato per formaggi e salumi a lunga stagionatura, a tutto il parterre di denominazioni di origine, sta rappresentando un interessante ed ulteriore strumento di finanziamento”.

Nei primi nove mesi del 2021 il pegno rotativo è stato utilizzato da 64 aziende a livello nazionale per i vini a denominazione d’origine, la metà delle aziende beneficiarie appartiene alla Regione Toscana. Il pegno rotativo è una forma di accesso al credito, nata in periodo di pandemia per aiutare il settore primario, che prevede che le specialità alimentari a denominazione di origine – spiega Coldiretti – possono essere date in pegno, a decorrere dal giorno in cui sono collocate nei locali di produzione e/o stagionatura e/o immagazzinamento in cambio di prestiti che vengono incassati mantenendo la proprietà del prodotto, e che può essere sostituito senza ulteriori stipulazioni. Si tratta – spiega Coldiretti – di una forma di finanziamento innovativa particolarmente adatta per alimenti che chiedono tempo per completare il ciclo produttivo come ad esempio l’invecchiamento dei vini, la stagionatura dei formaggi o l’affinamento dei salumi. Le aziende agricole ricevono quindi una liquidità anticipata rispetto ai tempi standard di completamento del ciclo produttivo.

Coldiretti Toscana: agricoltura travolta da aumento costi energia

L’aumento dei costi dell’energia sta travolgendo l’agricoltura toscana con rincari dei prezzi anche a tripla cifra. Più che raddoppiati i concimi, più 50% per le spese colturali. Questo è quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Toscana secondo cui il caro bollette colpisce sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti.

“L’aumento dei costi di produzione è tutto sulle spalle delle imprese agricole e sui cittadini – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana -. L’effetto è duplice, ma è sempre negativo: esplodono i costi delle imprese e si riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie. In queste settimane abbiamo tutti visto i prezzi al consumo lievitare, ma questi incrementi non sono certo imputabili alle imprese agricole”.

Secondo le stime di Coldiretti Toscana per le operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre, aggiunge Coldiretti, l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%.

Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi, ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando anche ritardi nelle consegne.

🎧 Cinghiali, Coldiretti: “basta estremismi, Regione faccia sintesi”

Dopo l’ultima tragedia che ha avuto come vittima un giovane scooterista finito contro una macchina dopo che il proprio veicolo era  stato colpito da un cinghiale, il presidente toscano di Coldiretti, Fabrizio Filippi, ai nostri microfoni lancia un appello: troviamo una soluzione, ora basta!

L’ultima tragedia appena due giorni fa: nella notte tra sabato e domenica sulla via Livornese in direzione di Ponsacco, un 30enne di Cenaia, Luciano Carbonaro, 30 anni, è morto dopo aver urtato con il proprio scooter un cinghiale che all’improvviso gli ha tagliato la strada: l’impatto e stato violento e Carbonaro è finito a terra per poi essere stato travolto da un’auto condotta da una donna che viaggiava nella sua stessa direzione. L’automobilista non ha potuto evitare l’impatto. “Ora basta bisogna intervenire” dice ai nostri microfoni il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi. Secondo Fillippi la regione deve superare i diversi estremismi degli ambientalisti e dei cacciatori e operare una sintesi.

Due mesi fa Coldiretti aveva organizzato un presidio davanti alla sede della presidenza della giunta Regionale toscana in piazza Sacrati Strozzi, proprio per chiedere che si intervenisse .

“Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano i cinghiali che hanno invaso città e campagne in Toscana con un aumento del 15%” avevano denunciato i contadini in quella occasione,  “I branchi – sottolineava la Coldiretti regionale – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone”.

Secondo le stime, dopo il lockdown causato dall’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di oltre 300 mila esemplari –  con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute.
“La Giunta della Regione Toscana ha già deliberato, in linea con le legittime istanze degli agricoltori rappresentate in maniera pressante in tutte le sedi da Coldiretti Toscana, dando la possibilità agli agricoltori – in applicazione dell’articolo 37 della norma regionale – di intervenire direttamente, con il coordinamento della Polizia Provinciale. Un atto importante e unico che, però, necessita di atti procedurali utili – aggiunge Coldiretti Toscana – alla efficacia effettiva del provvedimento regionale, anche attraverso un confronto serrato con le Polizie provinciali” dice Filippi.
Che specifica “la Coldiretti Toscana chiede che le Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per:
• una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie;
• un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio.
• gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
• il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;
• che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente
• per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.”
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