La canapa e la sua coltivazione in Toscana

Quella della canapa è una delle coltivazioni più in crescita in Toscana e richiede un adeguamento normativo che consenta di sfruttarla al massimo, sostiene Coldiretti.

La superficie di suolo adibito alla coltivazione di canapa legale in Toscana supera i 1000 ettari stando ai dati dell’Istat per il 2019. La crescita delle coltivazioni e degli impieghi della canapa non è finora stata accompagnata da un rapido aggiornamento delle norme che ne regolano la coltivazione e il commercio e che fino a qualche anno fa ne limitavano il trattamento.

In occasione della riunione di insediamento del Tavolo di Filiera della Canapa Industriale, previsto per giovedì 4 febbraio, si affronterà l’argomento. Il Tavolo è stato creato lo scorso dicembre presso il Ministero delle Politiche Agricolo grazie a un lavoro portato avanti dal Sottosegretario Giuseppe L’Abbate.

A conferma dell’unità di intenti del settore si è pronunciato anche il Presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi: “Considerata l’importanza economica del settore, occorre formare le aziende agricole per favorire la qualità della produzione nazionale e supportarle nella trasformazione del prodotto, scongiurando l’alterazione della legge italiana di riferimento anche attraverso un sistema di controllo nei confronti degli operatori delle filiere per favorire la legalità e prevenire truffe e comportamenti illeciti”.

La crescita esponenziale della coltivazione della canapa in Toscana è stato contraddistinto dal moltiplicarsi di terreni e produzione oltre alle numerose applicazioni della canapa e dei suoi derivati in altre aree commerciali. Alcune dei prodotti della canapa sono l’olio antinfiammatorio, le bioplastiche, alimenti, cosmetici e anche vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per una combustione pulita.

Coldiretti sta inoltre lavorando con la Federazione nazionale dei tabaccai per costruire una filiera di produzione certificata per garantire la tutela della salute e la conformità alla disciplina prevista per le rivendite di generi di monopolio, essendo i prodotti da fumo assimilati al tabacco.

Confesercenti: in Toscana consumi giù di 7 mld 2020, male avvio 2021

Per effetto della pandemia da Covid-19il solo settore della  ristorazione in Toscana  ha perso nel 2020 più di 3 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019.

Per il 2020 il calo dei consumi è stimato in circa 7 miliardi di euro, e per il primo trimestre 2021 questo significa una ulteriore contrazione stimata in 1,2-1,5 mld: lo afferma Confesercenti Toscana, secondo cui “i prossimi mesi rischiano di vedere aumentare
drammaticamente il numero di cessazioni delle attività anche nella nostra regione”.

Secondo il presidente dell’associazione, Nico Gronchi, è “indispensabile” che “la Regione Toscana si attivi, superando l’inerzia governativa, su tre direttive specifiche. Con un piano di sviluppo specifico per commercio, artigianato e servizi da inserire nei progetti del Recovery fund e nuovi interventi sulle garanzie attraverso i confidi. Poi con un grande piano di co-finanziamento a fondo perduto di almeno il 50%, sul modello del bando investimenti del 2020, specifico per negozi, alberghi, bar, ristoranti, artigiani, ambulanti. Ultimo, ma solo in ordine casuale, un intervento con progetti specifici per la rinascita delle città d’arte della nostra regione, realtà completamente trasformate dalla mancanza di turismo, sul modello del ‘Piano per la rinascita delle città'”.

Secondo Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana inoltre, per effetto della pandemia da Covid-19 la ristorazione toscana ha perso nel 2020 più di 3 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019. Lo affermano secondo cui “peggio di noi solo la Lombardia che ha registrato quasi 7 miliardi di euro in meno, poi Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna, tutte intorno a quota -3,5 miliardi”.

“Solo per il mancato pranzo di Natale – sostengono le associazioni – e il cenone di San Silvestro i ristoranti e gli agriturismi toscani hanno visto sfumare oltre 40 milioni di euro
di incassi. E le aziende della filiera agroalimentare hanno perso moltissime vendite di olio, vino, carne, verdura e altri prodotti che nei consumi fuori casa hanno un importante canale
di commercializzazione, se non il principale”.

Nel 2019, ricordano Confcommercio e Coldiretti, erano stati almeno 360mila i toscani che avevano scelto di consumare il pranzo di Natale al ristorante o in agriturismo, spendendo una cifra media di 45 euro; per l’ultimo dell’anno erano stati invece circa 400mila, per una spesa media di 75 euro.

Giornata mondiale dell’ulivo, in Toscana patrimonio di 15 mln piante

“In Toscana è da tutelare un patrimonio di 15 milioni di ulivi, a rischio per la crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate e le fitopatie sono in agguato”.

Lo afferma la Coldiretti Toscana in occasione della giornata mondiale degli ulivi proclamata dall’Unesco. “In Toscana ci sono oltre 15 milioni di ulivi, una coltura diffusa su 100mila ettari di superficie coltivata, per il 90% in zone collinari o di bassa montagna – spiega in una nota Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – e distribuiti prevalentemente nelle province di Firenze, Grosseto, Siena e Arezzo, di cui si occupano oltre 70mila aziende olivicole” .

“A fronte di una situazione produttiva preoccupante in Italia – aggiunge – dove si stima il crollo del 30% della nuova produzione nazionale che dovrebbe attestarsi attorno a 255 milioni di chili, in Toscana si conferma un aumento già stimato del 31% rispetto al 2019, con 14mila tonnellate di olio prodotto e qualità eccellente. Punta di diamante è la Igp Olio Toscano per cui si stima una produzione di quasi 3mila tonnellate”.

Coldiretti sottolinea che in Toscana “il 35% dell’olio extravergine è a denominazione di origine, in una regione che vanta cinque riconoscimenti comunitari ‘Toscano Igp’, ‘Chianti Classico Dop’, ‘Lucca Dop’, ‘Seggiano Dop’ e ‘Terre di Siena Dop’.

A fare la parte da leone è il ‘Toscano Igp’, con la leadership regionale per i quantitativi certificati”. “L’olio Toscano Igp da solo – conclude Filippi – rappresenta oltre il 30% della produzione di olio extravergine italiano che viene messo in commercio con la certificazione di origine”.

Covid, Coldiretti: per agriturismi in Toscana buco di 200 mln

E’ previsto un buco economico di oltre 200 milioni di euro per gli agriturismi toscani a causa delle restrizioni previste per la zona arancione ma anche per il crollo del turismo che rischia di compromettere il Natale.

E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Toscana e Terranostra Campagna Amica Toscana sugli effetti dell’ultimo Dpcm per il contrasto dell’emergenza Coronavirus.

La regione Toscana, spiega una nota di Coldiretti, conta 4.500 agriturismi con un totale di 31mila camere e 700 piazzole.

Fabrizio Filippi, il presidente di Coldiretti Toscana, afferma: “Il passaggio della regione in fascia arancione è un duro colpo inferto ai nostri agriturismi e alle imprese agricole collegate, che nel periodo del lungo lockdown da marzo a maggio sono stati al collasso per la chiusura della strutture. Il primo lockdown ha azzerato le presenze in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate ha pesato l’assenza praticamente totale degli stranieri”.

Per questo, aggiunge Filippi, “le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità lungo tutta la filiera e interventi a fondo perduto per salvare gli agriturismi, un esempio straordinario del turismo rurale ed enogastronomico”.

Coldiretti Toscana, allarme piccioni selvatici in campagna

Firenze, con l’emergenza Coronavirus si moltiplica la minaccia in campagna della fauna selvatica, per cui Coldiretti Toscana ha inviato una lettera al Prefetto di Firenze, in qualità di coordinatore dei Prefetti della Toscana, affinché attivi interventi tempestivi contro i raid dei piccioni selvatici che stanno letteralmente devastando le oleaginose, in particolare i girasoli.

“Oltre alla presenza endemica di ungulati, la pressante minaccia rappresentata dal piccione selvatico, soprattutto in considerazione del fatto che siamo ormai a ridosso delle semine primaverili di oleaginose, in particolare di girasole, e senza una tempestiva ed efficace azione di controllo si rischia di mettere in forte crisi la coltura”, ha denunciato il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi al Prefetto Laura Lega.

“In questo momento di emergenza nazionale a causa del Covid-19 che sta causando numerosi e incalcolabili danni economici a carico delle aziende agricole, riceviamo continue e pressanti segnalazioni dai nostri associati relativamente alla presenza sempre più incontrollata della fauna selvatica che indisturbata, anche e soprattutto a seguito della  sospensione dell’attività di controllo e delle limitazioni agli spostamenti, arreca ingenti danni alle colture agricole, oltre a problematiche di pubblica incolumità nei pressi dei centri abitati”, ha insistito il presidente Filippi.

In Toscana sono quasi 20.000 gli ettari coltivati a girasole – aggiunge Coldiretti Toscana – in aumento rispetto agli anni passati e con una produzione di oltre 460.000 quintali nel 2019. Le province più a rischio sono quelle di Arezzo (4.800 ha coltivati), Pisa (3850) e Siena (2400), ma anche Firenze, Livorno e Grosseto con migliaia di ettari dedicati a questa coltivazione.

“Pur comprendendo le difficoltà della Polizia Provinciale, chiamata in questo periodo anche a ben altri e delicati compiti, l’azione di controllo è un intervento vitale e una prassi consolidata negli anni passati che aveva dato ottimi risultati”, ha concluso il presidente Filippi.

Per questo Coldiretti Toscana ha chiesto l’autorevole intervento del Prefetto Lega perché possano essere garantiti, sotto il coordinamento della Polizia Provinciale, azioni di controllo affidate agli agenti volontari ai sensi dell’art. 51 della l.r.3/94, coadiuvati dal personale autorizzato ai sensi dell’art. 37 della l.r.3/94.

Coronavirus: Coldiretti Toscana, un fiore tricolore contro la paura

Parte da Viareggio la campagna promossa da Coldiretti per sostenere il settore del florovivaismo dopo lo stop delle vendite in seguito all’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus che ha colpito il Nord Italia.

#LaToscananonsiferma: il mercato di Campagna Amica di via Fratti a Viareggio (Lucca) sarà il primo, in Toscana, ad ospitare domani, martedì 3 marzo, dalle 10 alle 13, l’iniziativa. Nel corso della mattinata i produttori della Versilia doneranno ai consumatori fiori e consigli.

“Riprendiamoci la nostra vita – esorta Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca -. Un fiore vince la paura e porta felicità nelle case e nelle nostre vite. Adorniamo i nostri balconi, le nostre finestre e diamo un segnale positivo al mondo”.

L’iniziativa, prosegue la nota, parte all’indomani del preoccupante bilancio stilato proprio da Coldiretti secondo cui l’emergenza sanitaria ha bloccato intere commesse di fiori destinati al Nord nelle serre e nelle aziende.

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