Coldiretti, +564 euro carrello spesa famiglie Toscana

Coldiretti stima che a causa dell’inflazione ci sarà un nuovo balzo del ‘carrello della spesa’ delle famiglie in Toscana pari a un costo di +564 euro nel 2022. Le famiglie toscane intotale spenderanno 900 milioni di euro in più per fare la spesa nel 2022, inoltre l’inflazione in Toscana è superiore a quella nazionale.

“Il nuovo balzo dell’inflazione spinto dalle quotazioni record del gas – spiega Coldiretti – costerà alle famiglie toscane 564 euro in più solo per la tavola per acquistare pane, pasta, carne e verdure, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza
dall’estero e alimenta i rincari”.

In base all’indice Nic dell’Istat cui l’inflazione generale in regione ha raggiunto l’8%, superiore al dato nazionale (7,9%) mentre l’indice che fa riferimento ai prezzi medi dei generi alimentari è arrivato al 10,2%, 1,2 punti percentuali in più rispetto al mese di giugno ed anche in questo caso maggiore di quello nazionale.

E’ Firenze la città dove l’incremento progressivo del livello medio generale dei prezzi è maggiore (8,6%) seguita da Arezzo e Grosseto (8,3%). L’inflazione più bassa, al di sotto del dato nazionale e regionale, si registra in provincia di Massa Carrara (7,2%), Livorno (7,4%) e Lucca (7,5%).

“Ci aspetta un autunno caldo. Per molti toscani, soprattutto per coloro che vivono in una condizione economica già precaria, riempire il carrello sarà sempre più complicato con molte persone che saranno costrette a fare ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il trend dei prezzi anche nella nostra regione non tende a decelerare con l’inflazione generale che ha raggiunto il livello record dell’8%, 0,2 punti percentuali in più rispetto a giugno mentre i prezzi dei generi alimentari ha toccato quota 10%, dato che sale
fino al 10,2% se consideriamo i soli prodotti alimentari. Parliamo di un incremento di 10 punti percentuali in un anno…”.

La categoria per la quale le famiglie spenderanno complessivamente di più è il pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro – sottolinea Coldiretti Toscana -, e precede carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi.

Alberi monumentali in Toscana, sono 78, 19 dei quali a Firenze, ma Prato con 21, è la provincia che ne ha di più

Firenze, sono 78 gli alberi monumentali censiti in Toscana dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

L’esemplare più alto, con i suoi 54 metri ed una circonferenza del fusto di 840 centimetri è una sequoia sempreverde che si trova in località Castello di Sammezzano nel Comune di Reggello mentre l’esemplare che si trova più in alto sul livello del mare, a 1.280 metri, è un abete bianco nel Comune dell’Abetone. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione dell’approvazione del 5° aggiornamento dell’Elenco degli alberi Monumentali d’Italia.

“Gli alberi monumentali inducono al rispetto e ci conducono per mano nella storia tra suggestioni, miti e leggende. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Sono straordinari elementi di promozione dei territori ed insieme di biodiversità da tutelare con saggezza e da proteggere poiché sono il filo conduttore con la nostra storia”.

Sostanzialmente invariato il numero di piante inserite nel catalogo che si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, habitat per alcune specie animali), per l’importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali, per il loro stretto rapporto con emergenze di tipo architettonico, per la capacità di significare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.

La provincia con il maggior numero di “giganti vincolati” è Prato con 21 alberi censiti seguita da Firenze con 19. Distanti ci sono poi Arezzo (8), Siena (8), Pistoia (7), Pisa (7), Lucca (5), Grosseto (3). Tra le specie tutelate c’è il cipresso comune, la quercia, il gelso nero e bianco, il leccio ma anche l’olivo, il tasso, il faggio, l’ippocastano, il castagno, il platano, il pino domestico, il tiglio selvatico e la tuia occidentale. Non manca l’acero, il cedro azzurro dell’Atlante e la sughera.

L’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia, integrato dal recente aggiornamento, è pubblicato sul sito istituzionale www.politicheagricole.it, all’interno della sezione: “politiche nazionali/alberi monumentali/elenco nazionale alberi monumentali”. Si tratta di una iniziativa importante per far crescere la cultura del verde, del bello e della memoria storica nel nostro Paese.

Incendi, Coldiretti Toscana: giugno da dimenticare

Firenze, con la siccità estrema bruciano i boschi, i pascoli ed i terreni coltivati della Toscana. È un giugno da dimenticare con 195 ettari andati in fumo e più del doppio degli incendi (+126%) rispetto a giugno 2021.

La situazione di siccità grave che interessa il 90% del territorio regionale secondo l’Anbi Nazionale unita all’assenza di piogge, alle temperature record e al vento hanno favorito il divampare degli incendi in Toscana dove si sono contati 68 incendi nel mese di giugno ed il maggior numero di ettari bruciati dal 2010.

Era andata peggio nel 2017, altra annata di siccità straordinaria, con 88 eventi ma con 177 ettari coinvolti. A dirlo è Coldiretti Toscana in riferimento ai nuovi incendi che si sono sviluppati in maremma che aggravano un già molto difficile quadro per tutta l’agricoltura.

“A bruciare, insieme ai boschi, sono ettari di terreni coltivati a cereali pronti da raccogliere ed i preziosi pascoli degli allevatori già alle prese con i rincari record di materie prime e mezzi tecnici e con l’emergenza dei predatori che falcidiano i greggi contribuendo a far chiudere le stalle. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – L’impossibilità di poter portare al pascolo i greggi per un lungo periodo, in seguito ai divieti conseguenti agli incendi, significa aggiungere altri pesanti costi sui bilanci delle imprese zootecniche costrette a ripiegare sui foraggi che oggi pagano più del doppio rispetto ad un anno fa”.

“E come se non bastasse, soprattutto nella Toscana Sud, i foraggi sono stati scarsi a causa dell’assenza di piogge per molti mesi. I pascoli bruciati ed i predatori alle porte sono un boia sulla libertà di pascolo all’aperto dei greggi che rappresenta una straordinaria caratteristica del nostro sistema di allevamento estensivo preso a modello anche dal Commissario Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale in occasione della sua visita in Toscana lo scorso ottobre”.

Mentre il caldo torrido stringe d’assedio le città facendo registrare temperature da “bollino rosso” dove la colonnina di mercurio è salita fino a 40 gradi, nelle campagne e nei boschi le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni con aree sempre più esposte alla propagazione delle fiamme con gran parte della regione classificato in stato di allerta massimo (rischio molto alto) secondo il Consorzio Lamma. Una situazione drammatica – spiega Coldiretti Toscana – spinta dal cambiamento climatico che favorisce roghi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu. Ogni rogo – sottolinea Coldiretti Toscana – costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni. Una situazione che aggrava il conto dei danni causati dalla siccità con la mancanza di precipitazioni che in regione – evidenzia Coldiretti Toscana – sono risultate in media addirittura dimezzate rispetto allo scorso anno.

In Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, – ricorda Coldiretti Toscana – la tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – continua la Coldiretti Regionale – sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa, con la siccità che taglia rese e raccolti. Un esempio degli sconvolgimenti climatici lo abbiamo avuto la scorsa settimana sulla costa apuana con l’arrivo di una violenta bufera che ha scoperchiato serre, danneggiato coltivazioni e provocato danni alle strutture. Dalla siccità alla tempesta tropicale in pochi minuti.

Nel frattempo, Coldiretti Toscana ricorda alle aziende di segnalare sul sito di Artea eventuali danni alle coltivazioni causate dalla siccità ed attende una presa di posizione del governo regionale per evitare un ulteriore peggioramento della crisi idrica con conseguenze sulle imprese e sulle famiglie. “Gli effetti dei cambiamenti climatici impongono una forte accelerazione sulla realizzazione di queste strutture e da parte delle aziende nel mettere in atto tutte le misure per un’agricoltura sempre più intelligente nel consumo mirato delle risorse idriche. Serve una legge speciale sul modello del Ponte Morandi di Genova per accelerare gli iter e dotare la regione ed il paese delle infrastrutture necessarie per affrontare i cambiamenti climatici. – conclude Filippi – E’ necessario inoltre prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti e definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui il paese ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale”.

🎧 Coldiretti Toscana: insegnare ai bambini un’alimentazione sana, in aula e in fattoria

Il progetto di Coldiretti Toscana, con il patrocinio della Regione, vuole far conoscere ai bambini tutto il processo produttivo dei prodotti alimentari che si ritrovano sulla tavola.

Dal cuore della campagna ai banchi di scuola. In classe arrivano i contadini per promuovere la sana alimentazione, il consumo consapevole, l’economia circolare, la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e l’importanza di salvaguardare la biodiversità. Si tratta del progetto di Coldiretti Toscana, ‘Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare’.

Il progetto consiste nel condurre per mano gli alunni della scuola primaria e secondaria alla scoperta del mondo dei prodotti agricoli. L’idea, per i bambini, è quella di mostrare attraverso quattro cartoon dedicati, come vengono prodotti il latte, l’olio extravergine, il miele e i cereali. I bambini conosceranno il mondo agroalimentare e le sue qualità con la mucca Mu, Oliva l’oliva, l’Ape chiacchierona e la Spiga Amica. Il tutto corredato dall’opuscolo ‘Curiosi per natura’ edito da Campagna Amica, schede tematiche, libricini da leggere e colorare per favorire la conoscenza e valutare il grado di attenzione fino ai compiti in campo con le ricette da preparare anche a casa in famiglia e le degustazioni per sviluppare i cinque sensi.

Il materiale didattico potrà essere scaricato e fruibile in autonomia dalle scuole che decideranno di aderire mediante l’accesso ad un’area dedicata del sito di Coldiretti Toscana. Non solo lezioni e didattica, il progetto introduce anche la novità della sperimentazione per il monitoraggio della qualità dell’aria in alcune aule-pilota, dopo l’introduzione negli ambienti di alcune specie arboree mangia smog dando sostanza al protocollo siglato da Coldiretti Toscana e IBE-Cnr, lo scorso novembre.

In podcast l’intervista alla vicepresidente toscana Stefania Saccardi e al presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi, a cura di Lorenzo Braccini. 

“Questo progetto raccoglie una sfida centrale del nostro tempo – ha affermato l’assessora all’istruzione della Regione Toscana, Alessandra Nardini – perché l’educazione alla sostenibilità delle studentesse e degli studenti rappresenta un contributo fondamentale per dare forza alla transizione verso nuovo modelli di sviluppo che siano rispettosi del nostro pianeta. Sono state proprio le ragazze e i ragazzi a ricordarci che non abbiamo un pianeta di riserva. Questo progetto coglie questo impulso, mettendo insieme il rispetto per l’ambiente con l’educazione a corretti stili di vita, promuovendo una alimentazione sana, e all’attenzione verso i nostri territori, la loro ricchezza e biodiversità.”

A presentare il progetto anche l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini, il Direttore dell’Istituto di BioEconomia del CNR Giorgio Matteucci, la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Toscana, Elena Bertini ed il Direttore di Coldirettri Toscana , Angelo Corsetti.

Firenze, sotto Ponte Vecchio scritta floreale: ‘Pace’

Firenze – La scritta floreale è stata realizzata con fiori bianchi su sfondo giallo e blu (come i colori dell’Ucraina).

Una scritta floreale sulla sponda del fiume Arno, a Firenze, con la parola ‘Pace”. È il messaggio di Firenze, sotto il Ponte Vecchio e la Galleria degli Uffizi. L’installazione floreale è stata ideata dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e realizzata da aziende agricole del territorio pistoiese in collaborazione con Coldiretti e installata sulle sponde dell’Arno sotto il Ponte Vecchio grazie alla disponibilità della Società Canottieri Firenze: è lunga più di 5 metri.

“Abbiamo scelto l’Arno, il nostro fiume che ci accomuna, per lanciare insieme un grande messaggio di pace – ha commentato il presidente del Consorzio di Bonifica Marco Bottino – grazie alla maestria dei vivaisti pistoiesi di Coldiretti e alla bellezza di questo luogo così simbolico della città ben curato dalla Società Canottieri Firenze vogliamo raggiungere l’Ucraina e tutto il mondo con un messaggio universale: sboccino i fiori e si fermino i cannoni, trionfi la bellezza e la fratellanza tra i popoli”. “I fiori che compongono il collage di colori e profumi con cui i nostri straordinari florovivaisti hanno realizzato la mega scritta rappresentano una delle più importanti e riconosciute qualità a livello mondiale della nostra agricoltura”, ha aggiunto il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti. Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato anche Michele Nannelli, presidente della Società Canottieri Firenze, che si è detto “orgoglioso” di ospitare questa iniziativa.

Toscana: 500 vivai sono a rischio chiusura per aumento costo materie prime

Il 15% delle imprese florovivaistiche toscane (circa 500 vivai) rischiano di non sopravvivere alla crisi creata dall’invasione russa in Ucraina sull’economia, che ha fatto esplodere i costi di produzione aumentati del 67%.

500 vivai toscani rischiano di chiudere: la crisi emerge da un’analisi di Coldiretti Toscana secondo cui l’emergenza energetica, dovuta al conflitto in Ucraina, si riversa non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per i macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartone. Secondo l’elaborazione di Coldiretti sulla base dell’indagine Crea più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% su base regionale si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo con un impatto non solo sul fronte produttivo, ma anche su quello occupazionale, ambientale, della biodiversità e della gestione dei territori.

Il rincaro dell’energia – continua la principale organizzazione degli agricoltori – colpisce pure sementi e piantine (+134%), fertilizzanti con aumenti che vanno da un +150 ad oltre + 200% (l’urea è passata da 350 euro a 1.150 euro a tonnellata, +228%), torbe con un +20% mentre per gli imballaggi gli incrementi colpiscono dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati.

“Con il caro benzina – sottolinea Coldiretti Toscana – crescono poi le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma”. Da difendere c’è un settore cardine per l’economia che vale un terzo del Pil regionale, circa 3.300 imprese dislocate principalmente tra il distretto vivaistico ornamentale di Pistoia e il distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia; per un fatturato stimato intorno ai 900 milioni di euro che garantiscono migliaia di posti di lavoro.

La crisi dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 7% in valore per arrivare a sfiorare i 580 milioni di euro, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento, come nel caso delle rose dal Kenya con lavoro sottopagato e senza diritti, e i fiori dalla Colombia dove ad essere penalizzate sono le donne.

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