Sentiero 103 il progetto-evento #INPIEDIPERTUTTE al Cinema La Compagnia

Un progetto musicale, una canzone, per contribuire alla lotta contro la violenza sulle donne: è Sentiero 103 il progetto-evento #INPIEDIPERTUTTE che unisce la forza della musica e del teatro per dare forma a uno spettacolo unico giovedì 6 giugno, al cinema La Compagnia di Firenze (in via Cavour, 50 ingresso 15 euro).

Lo spettacolo nasce per sensibilizzare il tema “della violenza sulle donne” infatti il ricavato della serata sarà donato a varie associazioni che si occupano di aiutare e sostenere le donne vittime di violenza tra cui l’associazione ”Casa della donna” di Pisa; “The Bridge for Hope Onlus”  e l’associazione “Io Rido Ancora” di Carla Caiazzo, la donna che nel 2016 venne data alle fiamme dal compagno all’ottavo mese di gravidanza, ma che fortunatamente si salvò così come la sua bambina.

Sul palco si alterneranno le voci degli attori Gaia Nanni e Lorenzo Degl’Innocenti con importanti brani del panorama musicale, riarrangiati ed eseguiti dal vivo da Claudia D’Agnone, cantautrice; Ilaria Rastrelli, concorrente del talent XFactor 2014 e Alessio Forlani (produttore, compositore, chitarrista).

L’evento è organizzato da Sentiero 103, l’associazione internazionale Feminin Pluriel Italia, fondata da Diana Palomba, attualmente presidente, in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana e Cuoio di Toscana patrocinato dai comuni di Firenze e Signa.

 

Ascolta l’intervista al presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, realizzata da Chiara Brilli 

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/06/190603_00_GIANI-SU-INPIEDIPERTUTTE.mp3?_=1

“Lo scorso gennaio Cuoio di Toscana ha creato #INPIEDIPERTUTTE, un progetto a sostegno di attività legate alla difesa della donna, partendo dal nostro territorio – afferma Antonio Quirici, presidente del consorzio che riunisce le aziende del distretto della lavorazione del cuoio da suola delle provincie di Pisa e Firenze – e la collaborazione con Sentiero 103 rappresenta una della prime realizzazioni. Il Consorzio ha sposato con entusiasmo questa ed altre iniziative con l’intento di offrire un aiuto concreto a tutte le donne vittime di violenza in Toscana, filosofia che anima il nostro progetto fin dall’inizio e che sarà al centro di tutte le nostre attività. Nei prossimi mesi #INPIEDIPERTUTTE proseguirà infatti con altre iniziative a supporto di associazioni e realtà attive sul territorio nella difesa della donna”.

“Feminin Pluriel – ha detto Diana Palomba, presidente dell’associazione in Italia – si pone come promotore di un dialogo costruttivo e concreto per un percorso di promozione e diffusione del rispetto di genere a partire dai banchi di scuola, dalle famiglie, dagli ambienti di lavoro. Ogni anno organizziamo iniziative charity che seguono tutto l’anno un viaggio per Italia: da Napoli a Firenze fino a Milano dove organizzeremo una serata di beneficenza proprio l’11 ottobre”.

Feminin Pluriel, associazione internazionale femminile nata nel 1992 e oggi presente in più di 18 paesi nel mondo, ha come scopo primario creare un network internazionale di donne per facilitare le relazioni e il business, e per dare loro la possibilità di condividere esperienze e progetti. Il Chapter italiano, fondato dall’Avv. Diana Palomba che ne è anche Presidente, è un’Associazione no profit: parte del ricavato delle quote e degli eventi viene infatti destinato ad attività finalizzate all’educazione, formazione e protezione delle donne e bambini o a progetti culturali.

 INFO BIGLIETTO UNICO: 15€

“Il vino di Leonardo” alla Compagnia di Firenze

Il documentario di Marco Carosi che ci rivela l’amore di Leonardo da Vinci per la natura e per il nettare degli Dei. Martedì 4 giugno Cinema La Compagnia. Ingresso libero, degustazione gratuita al termine della proiezione alla presenza dell’enologo di fama internazionale Luca Maroni

Pittore, architetto, inventore, ingegnere, scienziato ma anche amante della terra ed esperto agronomo. Nel documentario, Il vino di Leonardo di Marco Carosi prodotto da Giovanni Storaro e Mirko Conte, che sarà proiettato martedì 4 giugno (ore 20.00) al cinema La Compagnia di Firenze, scopriamo il lato più intimo di Leonardo, la sua anima agricola e la sua passione profonda per il vino.

Attraverso i racconti di studiosi e appassionati del genio toscano, Marco Carosi, ci conduce in un viaggio nelle terre e nei luoghi abitati da Leonardo, nel suo modo di pensare e di consumare vino. (Il vin sia temperato, poco e spesso, no fuor di pasto, né a stomaco vuoto”)

Il documentario di Marco Carosi è un tributo al genio nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario della sua morte, impreziosito anche dalla collaborazione con Vittorio Storaro, tre volte premio Oscar per la fotografia, che ha curato le luci della scena del Cenacolo ricreando il capolavoro a grandezza naturale e illuminandolo come nella visione di Leonardo. Il rapporto fra Leonardo da Vinci e la vigna nasce in tenera età, dopo che il padre aveva lasciato in eredità, a lui e ai fratelli, dei poderi che producevano 128 barili di vino all’anno e dopo che lo zio Francesco gli aveva donato altre terre. Una passione che era aumentata dopo aver ricevuto, come ricompensa per il Cenacolo, una vigna da Ludovico il Moro e dopo aver rinvenuto, alla biblioteca Malatestiana, un codice trecentesco sulla viticoltura a cui si ispirò per concepire nuovi metodi per la vinificazione.

Ingresso libero. Degustazione gratuita al termine della proiezione alla presenza di Luca Maroni.

INFO

 

Omaggio a Franco Piavoli. Tra Masterclass e proiezioni, una giornata dedicata al regista de Il pianeta azzurro

Omaggio a Franco Piavoli. Tra Masterclass e proiezioni, una giornata dedicata al regista de Il pianeta azzurro. Venerdì 31 maggio, cinema La Compagnia e Mediateca Toscana. Alla presenza del regista

Il suo nome, per il grande pubblico, è legato al suo film-capolavoro, Il pianeta azzurro, del 1982,che al momento della sua uscita fece molto parlare di sé per il linguaggio innovativo e sperimentale e che ancora oggi rimane una lezione insuperata per i giovani cineasti. Franco Piavoli, regista tra i più innovatori del cinema italiano, sarà ospite a Firenze venerdì 31 maggio, ad una giornata a lui dedicata, con eventi che si svolgeranno in Mediateca Toscana (via San Gallo, 25) e al cinema La Compagnia (via Cavour 50/r). Piavoli, regista bresciano, è infatti particolarmente legato alla città di Firenze, essendo stato membro della giuria internazionale del Festival dei Popoli nel 2002 e avendo firmato la regia teatrale, insieme a Ermanno Olmi e Mario Monicelli, del Trittico Pucciniano al Maggio Musicale Fiorentino nel 1983. L’evento è organizzato dalla rivistafiorentina Quaderno del Cinemareale – che al regista ha dedicato un numero monografico dal titolo “Il paradiso terrestre” – in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana.

PROGRAMMA:

Masterclass – ore 16.00 Mediateca Toscana – ingresso libero

La giornata dedicata al cinema di Franco Piavoli, venerdì 31 maggio, inizia alle ore 16.00, con una Masterclass del regista alla Mediateca Toscana (via San Gallo, 25, ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti). Il regista parlerà del suo cinema insieme ai curatori della rivista Quaderno del Cinemareale, che a lui ha dedicato un numero monografico dal titolo “Il paradiso terrestre”, che contiene, oltre ai contributi critici, un ‘trattamento’ cinematografico inedito e alcuni estratti di sceneggiature originali firmati da Franco Piavoli. Durante l’incontro saranno proiettati e commentati anche alcuni estratti dei film dell’autore, tra cui brani di Festa, l’ultimo  mediometraggio di Piavoli, presentato al Festival di Locarno nel 2016. Intervengono all’incontro i curatori della rivista, Francesco Andreotti, Livia Giunti e Pinangelo Marino.

L’ora di carta: incontro letterario al cinema La Compagnia, ore 19.00 – ingresso libero

La rivista Quaderno del Cinemareale sarà al centro di un incontro, al cinema La Compagnia (ore 19.00), per L’Ora di carta,  ciclo di appuntamenti dedicati a riviste letterarie e cinematografiche, presentate nel foyer della sala I curatori della rivista, Francesco Andreotti, Livia Giunti e Pinangelo Marino, faranno un excursus dei contenuti del numero monografico dedicato a Franco Piavoli,    nel quale figurano contributi di registi accreditati, tra i quali Marco Bellocchio e Silvano Agosti, insieme quello della pianista e attrice Alessandra Agosti e a quelli di numerosi studiosi e docenti universitari

La proiezione

L’evento conclusivo della giornata, al cinema La Compagnia, sarà la proiezione (ore 21.00) del film-capolavoro di Franco Piavoli, Il Pianeta azzurro, definito da Andrej Tarkovskij “un poema, un viaggio, un concerto sulla natura, l’universo, la vita.”. Girato in 35 mm, quasi quarant’anni fa, l’opera è ancora oggi innovativa, nelle tecniche e nei contenuti, e torna sul grande schermo, per il pubblico fiorentino, in versione ridigitalizzata. Il film segue il susseguirsi delle stagioni, il rifiorire della natura dopo le gelate invernali,  mettendo in rilievo il rapporto dell’uomo con la natura. Il film, prodotto da Silvano Agosti, si avvale delle musiche originali di  Josquin Desprez e racconta un anno di vita sul pianeta terra. Le quattro stagioni si susseguono e si fondono: un anno è condensato in una sola giornata. Il risultato è una sinfonia sonora e visiva che incanta lo spettatore, un inno alla vita e alla potere vitale e rigenerativo della natura.

Biglietto 5 € intero / 4 € con riduzione

La rivista

Il Quaderno del Cinemareale è una rivista cinematografica cartacea diretta da Pinangelo Marino e realizzata nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema. Fondata a Firenze nel 2014, la rivista ha coinvolto negli anni autori, critici e accademici, nella riflessione sui processi creativi del Cinema del Reale, pubblicando focus su e con autrici e autori del cinema italiano. Il numero monografico dedicato a Vittorio De Seta ha ispirato omaggi ed eventi in tutta Italia, oltre che un film d’animazione realizzato da Simone Massi, prodotto da Bo Film e presentato nell’ambito della 73esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il volume è stato adottato anche come testo d’esame al corso di Cinematografia documentaria dell’Università Roma Tre. Info: www.cinemareale.it


Franco Piavoli

Franco Piavoli nasce il 21 giugno del 1933 a Pozzolengo, in provincia di Brescia. I suoi primi film risalgono agli anni ’60,  in Super 8 tra cui, Le stagioni (1961), Domenica sera (1962), Emigranti (1963), Evasi (1964) tutti premiati al festival di Montecatini. Il pianeta azzurro (1982), prodotto dal regista Silvano Agosti, è il suo primo lungometraggio. Il film vince il premio BCV per un nuovo autore e il Premio UNESCO alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’anno seguente il Nastro d’Argento per il miglior regista esordiente e altri premi. Il film seguenti sono Lucidi inganni (1986) e Nostos – Il ritorno (1989), personale rivisitazione del mito di Ulisse, presentato al Festival di Locarno, al Mill Valley Film Festival di San Francisco e al Festival di Mosca. Il film vince il premio O.P.L. al Festival di Djerba. Nel 1996 Voci nel tempo vince il Premio FEDIC alla Mostra del Cinema di Venezia e nel 1998 al Filmtage di Gottingen ottiene il premio del pubblico. Nel 2002 Piavoli partecipa al Festival di Locarno con Al primo soffio di vento e nel 2003 è invitato al Sundance Film Festival. Il Quirinale gli assegna il Premio Vittorio De Sica nel 2004. L’anno successivo partecipa al Festivaletteratura di Mantova con Affettuosa presenza. Nel 2009 realizza L’orto di Flora, parte del film documentario Terra Madre diretto da Ermanno Olmi. L’anno seguente gli viene conferita la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana nell’ambito del Premio Solinas. Sempre nel 2010 perde la moglie Neria Poli, figura di fondamentale importanza tanto nella vita privata quanto in quella artistica e professionale. Nel 2012 tiene un corso di regia cinematografica nell’ambito del laboratorio “Fare cinema”, diretto da Marco Bellocchio e realizza, insieme agli allievi, il cortometraggio Frammenti, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nel 2013 il regista è omaggiato da Claudio Casazza e Luca Ferri, che presentano al Torino Film Festival il film Habitat [Piavoli]. Nel 2016 il festival Cinéma du Réel di Parigi, uno dei più importanti festival internazionali, gli dedica una retrospettiva completa. Sempre nel 2016 Piavoli presenta il suo nuovo mediometraggio Festa al Festival di Locarno. 

 

Torna sul grande schermo, in versione restaurata “Il conformista”

“Il Conformista”. Il capolavoro di Bernardo Bertolucci, con Jean-Louis Trintignant e Stefania Sandrelli. Domenica 26 maggio (ore 21.00), Cinema La Compagnia. Prima della proiezione, l’analisi del film, in saletta MyMovies, a cura del prof. Alessandro Marini

Il Conformista, di Bernardo Bertolucci, del 1970, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, film-capolavoro nel quale il regista parmense traccia le linee estetiche e poetiche essenziali del suo cinema, che ritroveremo nelle opere successive, torna sul grande schermo, in versione restaurata, domenica 26 maggio (ore 21.00), al cinema La Compagnia di Firenze.

Un omaggio a uno dei più grandi maestri del cinema italiano, a pochi mesi dalla scomparsa, avvenuta il 26 novembre 2018. La proiezione sarà preceduta da un incontro di approfondimento sul film, cura prof. Alessandro Marini, che si terrà alle ore 20.00 in saletta MyMovies.

Ambientato nel 1938, il film racconta la storia di Marcello Clerici (Jean-Louis Trintignant), docente di filosofia e spia dell’Ovra (la polizia segreta fascista), uomo complesso e profondamente segnato da un ricordo che lo tormenta: aver ucciso Lino Seminara, l’autista che aveva tentato di abusare di lui quando era adolescente. Per volontà del partito Marcello si reca a Parigi: ufficialmente in viaggio di nozze, con l’inconsapevole e spensierata Giulia (Stefania Sandrelli), in realtà per uccidere il professor Quadri, suo vecchio insegnante e militante antifascista, rifugiato in Francia. Ma la fede nel regime di Marcello vacilla, preso com’è dalla nuova passione per la moglie del professore (Dominique Sanda). L’intreccio erotico-politico, ricorrente nel cinema di Bertolucci, trova in questo film la sua realizzazione e completezza.

Biglietti: 5€ / 4€ ridotto / Gratuito con tessera IoinCOMPAGNIA

Critico per un giorno presenta: “Beautiful Things”

?Firenze, il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare “Critico per un giorno” andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film per poi recensirlo, i commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social!

Martedì 21 maggio alle ore 21 con Beautiful Things, il documentario di Giorgio Ferrero e Federico Biasin che vuole riflettere sul consumismo contemporaneo e su quella bulimia che ci porta ad accumulare cose, spesso inutili e superflue.

Attraverso le vite di quattro uomini (Van, Danilo, Andrea e Vito), inconsapevoli protagonisti della catena di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione di tutti quegli oggetti di cui sono colme le nostre vite, il film ci porta a riflettere sul nostro stile di vita, fatto di accumulo compulsivo di oggetti.

Giorgio Ferrero, intervistato da Giustina Terenzi di Controradio, ha definito il film “un viaggio nella mente di questi uomini che lavorano soli, in silenzio, con una vita che, paradossalmente, è l’esatto contrario, della nostra, che beneficiamo del loro lavoro”. Riascolta l’intervista: https://www.cinemalacompagnia.it/wp-content/uploads/beautiful-things-sinfonia-del-consumo-intervista-al-regista-giorgio-ferrero.html

Queste le recensioni:
Un documentario musicale che celebra figure estreme ed assurde di 
lavoratori eremiti indispensabili nel sistema economico contemporaneo. 
Musica ed immagini strepitose e fin troppo coinvolgenti. Si rischia di 
sballare e di confondere l’assurda realta’ mostrata sullo schermo con 
effetti speciali di videoclips fantascientifici. I personaggi rischiano di 
diventare degli autistici eroi felici, invece che le vittime di un sistema 
che dovremmo cercare di cambiare. (Ernesto)

Un film particolarissimo. Presentato come documentario mi aspettavo qualcosa cui siamo stati abituati da vari documentari sociali che indagano su aspetti contraddittori e problematici della nostra contemporaneità. Mi sono immediatamente ricreduto. L’opera che ho visto è una vera è propria opera d’arte. Non a caso è stata prodotta con i fondi della Biennale di Venezia in quanto vincitrice del concorso Biennale College Cinema edizione 2016. Film pieno di ritmo e poesia. Inquadrature magiche, musiche per me fantastiche, vicende incredibili in cui il quotidiano dei 4 personaggi portati sullo schermo, assume tinte stranianti agli occhi di noi spettatori. Discorso a parte merita la presentazione che il regista ha fatto del film e le risposte che ha dato alle varie domande in sala. Si tratta di un viaggio nel viaggio e come sempre rappresenta veramente un valore aggiunto al film stesso nella descrizione di tutta la vita che esiste nel backstage di un’opera così complessa, dal reperimento dei fondi alla biografia del regista che entra per alcuni aspetti nella vicenda rappresentata sullo schermo, passando attraverso i tanti aneddoti accaduti durante le riprese. Una serata e una visione assolutamente consigliate. (Stefano)

Prima della proiezione, il presentatore ha usato la parola “documentario” per definire quello che di lì a poco sarebbe stato proiettato; dalla espressione del regista mi pareva evidente che tale definizione non coglieva nel segno, considerata quanto meno riduttiva.
Ed in effetti malgrado sia da ritenersi – tecnicamente- un documentario, le belle immagini, la musica -che dava ulteriore spessore alle immagini, e non solo alle immagini- quello che hanno tirato fuori i “personaggi” , ne fanno qualcosa di decisamente diverso da un documentario; mi verrebbe da dire – con un termine che più attiene al linguaggio giuridico – un tertium genus. Merita di essere visto. (Filippo)

Parlare di questo lavoro che è un po’ un film, un documentario, un opera musicale etc è molto difficile in quanto le chiavi di lettura sono tante e le suggestioni sono continue.  Subito si percepisce la qualità, la bravura e la passione dei professionisti che sinergicamente hanno lavorato a questo impresa. Sin dal primo momento si viene rapiti visivamente e musicalmente… il trip (come lo ha definito Giorgio Ferriero) è totale e sublime. Aver avuto la possibilità di vedere prima il film seguito dalla “chiacchierata” con il regista è stata un esperienza unica. (Martina)

Esistono documentari che decidono di dare un’ampia impostazione estetica al tema da essi affrontato, per esempio quelli dedicati ad argomenti di tipo naturalistico, oppure altri che usano un taglio umoristico o comunque leggero, per gettare luce su temi controversi ed impegnativi, senza sacrificarne la serietà; si potrebbe sostenere che Beautiful Things possieda entrambe queste caratteristiche, e anche molte altre, che lo rendono un lavoro complesso che si svincola, infine, dalla categoria di film documentario, per affermarsi come prodotto artistico a tutti gli effetti.
Attraverso una scansione in capitoli (Petrolio, Cargo, Metro, Cenere) il film delinea la vita, lavorativa ma anche umana, di quattro uomini impegnati in mansioni fondamentali per il corretto funzionamento della macchina del consumo globale.
Le scelte formali utilizzate per trainare la narrazione, come i tagli di fotografia e gli accompagnamenti musicali specifici per ogni capitolo, diventano, per la loro acutezza e precisione, parte integrante e fondamentale della stessa materia narrata.
Mediante un sapiente montaggio di immagini e di suoni, potente e magnetico, che progressivamente aumenta di ritmo ed intensità, lo spettatore è trascinato in un viaggio psichedelico e pregno di simbologia, che, ad ogni tappa, abbandona gradualmente il realismo di ambienti e atmosfere, per giungere, sul finale, ad uno spazio rarefatto ed indefinito, nel quale il monologo del personaggio protagonista cede il passo a pensieri astratti e surreali, che sostituiscono le riflessioni prevalentemente autobiografiche dei passaggi precedenti.
Da segnalare, infine, le sequenze che scandiscono il passaggio da un capitolo all’altro, simboli delle tappe fondamentali di una vita umana, ognuna delle quali calata in spazi soffocati dalle onnipresenti “cose belle”, che asfissiano le vite di chiunque , e per tale motivo permettono allo spettatore di creare un aggangio emotivo e biografico con il film. (Elena e Jacopo)

Per iscriversi a #criticoperungiorno tutte le info sul sito https://www.controradio.it/

Per “Il Maggio al cinema. Potere e Virtù” il documentario La Trota al Cinema La Compagnia

“La Trota” Il documentario di Christopher Nupen sull’opera di Schubert viene riproposto a cinquant’anni dalla prima esecuzione. Alla presenza di Zubin Mehta, Cristiano Chiarot e Giorgio van Straten. Mercoledì 22 maggio, alle ore 18.00, cinema La Compagnia

Era il 30 agosto del 1969 quando cinque giovani musicisti eseguirono il quintetto op.114 D 667 La Trota, di Franz Schubert, alla New Queen Elizabeth Hall di Londra. Questi i loro nomi: Daniel Barenboim, al piano, Jacqueline Du Pré, al violoncello, Itzhak Perlman, al violino, Pinchas Zuckerman, alla viola e Zubin Metha al contrabbasso.

Un’esecuzione memorabile che, dopo cinquant’anni, possiamo continuare ad apprezzare, grazie al film La Trota, realizzato dal regista Christopher Nupen, che verrà proiettato al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r) il 22 maggio (ore 18.00), per la rassegna “Il Maggio al cinema. Potere e Virtù”, alla presenza del direttore d’orchestra Zubin Mehta, del presidente A.N.Fo.L.S. (Fondazioni Lirico Sinfoniche Italiane) e sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Cristiano Chiarot e dello scrittore Giorgio van Straten (Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino dal 2002 al 2005).

Christopher Nupen, specializzato in riprese cinematografiche sulle biografie dei compositori, non si lasciò sfuggire l’opportunità e realizzò questo documentario che, ancora oggi, rimane un punto di riferimento nel campo della documentazione audiovisiva della musica classica.

Il quintetto La Trota è un’opera realizzata da Franz Schubert nel 1819, pubblicata però solo, nel 1829, un anno dopo la sua morte. Una composizione nata in maniera casuale, grazie all’incontro di Schubert con Sylvester Paumgartner, ricco mecenate di Steyr, con la passione per la musica, che decise di commissionargli un quintetto che riprendesse un famoso lied schubertiano (composizione per voce solista e pianoforte), Die Forelle (La trota) che il musicista tedesco aveva scritto due anni prima.

L’esecuzione del 1969, indimenticabile, contribuì a far conoscere al grande pubblico cinque giovani musicisti, affermati nel panorama degli addetti ai lavori: Daniel Barenboim, Jacqueline Du Pré, Itzhak Perlman, Pinchas Zuckerman e Zubin Metha.

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