Al cinema La Compagnia “Beautiful Things” – Alla presenza dei registi

Le vite di quattro uomini che, inconsapevolmente, sono alla base della sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. Martedì 21 maggio alle ore 21.00 alla Compagnia di Firenze. Ascolta l’intervista al regista Giorgio Ferrero a cura di Giustina Terenzi

Le vite di quattro uomini che, inconsapevolmente, sono alla base della sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro viaggio all’interno di luoghi industriali e scientifici isolati e spettrali. Questi uomini sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono ogni giorno nel silenzio e nella solitudine la stessa liturgia meccanica, convivendo con i propri fantasmi.

Questo film è un modo per sfuggire il nostro stile di vita da cui non riusciamo ad uscire in alcun modo. I brevi quadri della quotidianità di una coppia che si intersecano all’impianto narrativo principale del racconto sono le vite degli autori del film stesso. La generazione dei robottini, delle prime chat porno, dei peluche dell’Ikea. Abbiamo cercato attraverso la nostra malinconia di raccontare l’urgenza di un ritorno al silenzio, la ricerca di un respiro libero dalla compressione della vita immolata al rumore.

La proiezione di martedì 21 maggio (ore 21.00) sarà alla presenza del regista Giorgio Ferrero.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CURA DI GIUSTINA TERENZI

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Gli Innocenti di Firenze (The Innocents of Florence). L’anteprima venerdì 17 al cinema La Compagnia

Gli Innocenti di Firenze (The Innocents of Florence). Il documentario di Davide Battistella sul restauro del dipinto “La Madonna degli Innocenti”,  di epoca rinascimentale, che svela una pagina di storia legata alla cura dei bambini abbandonati. L’anteprima venerdì 17 al cinema La Compagnia, alla presenza del regista e  in programmazione fino al 26 maggio

Il documentario d’arte, firmato da Davide Battistella, Gli Innocenti di Firenze, rivela al pubblico una pagina di storia cittadina, di epoca rinascimentale, poco conosciuta, legata alla storia dell’Istituzione che da sempre si è presa cura dei bambini abbandonati. La proiezione, in anteprima, si terrà a La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r), venerdì 17 maggio (ore 21.00, in inglese, sottotitolato in italiano), alla presenza del regista, dove resterà in programmazione fino al 26 maggio (in italiano, sottotitolato in inglese).

Nel film, una pittura realizzata 600 anni fa, porta due restauratrici d’arte a Firenze, in un viaggio che mette in luce la storia delle centinaia di migliaia di bambini abbandonati e delle donne che li hanno salvati. Il restauro del dipinto La Madonna degli Innocenti di Firenze è stato seguito da due restauratrici: Nicoletta Fontani ed Elizabeth Wicks e promosso dalla Dott.ssa Jane Fortune, conosciuta a Firenze anche con il soprannome di “Indiana Jane”, per aver fondato l’organizzazione Advancing Women Artists (AWA).

Il dipinto fu realizzato nel 1446 come stendardo dell’Istituto degli “Innocenti”: il suo restauro ha consentito numerose scoperte. Il documentario, in 90 minuti va ad esplorare le tecniche e i contenuti dell’opera, che raffigura la maternità, l’umanità fiorentina e la creazione di uno dei primi ospedali per bambini al mondo.

“Già nel 1421  l’Istituto degl’Innocenti prendeva in anonimato i bambini abbandonati, in maggior numero di sesso femminile. Alcuni di questi erano nati fuori dal matrimonio, oppure erano il risultato di uomini facoltosi che fecondavano le serve in modo che potessero diventare balie per i propri figli. Un bambino, dopo essere stato abbandonato, veniva portato nell’Istituto dove gli veniva dato un nome, prendeva la cittadinanza fiorentina e veniva battezzato – spiega Battistella – poiché, anche se non riuscivano a sopravvivere, questo avrebbe salvato le loro anime. Secondo il pensiero del Rinascimento, infatti i bambini morti prematuramente e non battezzati finivano nel Limbo. In altre città italiane, i bambini abbandonati erano soprannominati “Trovatelli” o peggio, “Bastardini” (piccoli bastardi); a Firenze, venivano invece chiamati “Innocenti” e gli veniva data un’altra possibilità di vita”.

Ogni progetto di restauro è un viaggio di scoperta. È come scavare i vari strati della storia. – spiega Elizabeth Wicks – Quando abbiamo iniziato a lavorare sul dipinto “Madonna degli Innocenti”, non avevamo idea di quanto mistero avremmo trovato e quante scoperte avremmo fatto durante il restauro. I dipinti non sono sempre ciò che sembrano in superficie. Solo il processo di restauro, con le sue ricerche e studi tecnici, può fornirci gli indizi per capire veramente l’immagine, anche se a volte solleva più domande che risposte”.

Margarethe von Trotta presenta a Firenze “Searching for Ingmar Bergman”

Margarethe von Trotta presenta a Firenze Searching for Ingmar Bergman. Documentario-omaggio della regista tedesca all’autore del Settimo Sigillo, instancabile difensore delle Donne, raccontato dal punto di vista di una Donna. Lunedì 13 maggio, cinema La Compagnia, ore 21.00

Dopo la presentazione al festival di Cannes e alla rassegna estiva della Cineteca di Bologna, Il cinema ritrovato, arriva per la prima volta in sala il documentario di Margarethe von Trotta e Felix Moeller, Searching for Ingmar Bergman, che sarà presentato dalla nota regista tedesca al cinema La Compagnia di Firenze, lunedì 13 maggio (ore 21.00). L’evento è proposto dal Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo.

Margarethe von Trotta ha voluto dedicare un film a Ingmar Bergman in occasione del decennale della sua scomparsa, avvenuta nel 2017, vista l’importanza che quest’ultimo ha rappresentato per il suo cinema, come fonte di ispirazione e modello indiscusso. “A Parigi ho visto per la prima volta “Il settimo sigillo” – ha dichiarato la regista – e ho capito che quello che desideravo fare, nella vita, era “quel cinema” ad ogni costo”.  Nel film, ad essere messo in risalto, è il punto di vista di una donna. E’ Margarethe von Trotta stessa che diventa narratrice e racconta la visione del cinema e del mondo di un grande maestro, che è sempre stato uno strenuo difensore delle donne: “in me ci sono molte donne”, aveva dichiarato il regista svedese. Nel film Searching for Ingmar Bergman, Margareghe von Trotta e Felix Moeller, per rispondere alla domanda su quale sia stata – e sia tutt’ora – l’importanza di Ingmar Bergman per le nuove generazioni di cineasti, incontra registi affermati, di varie parti del mondo, intervistandoli.

Tra le testimonianze del film, quelle di Olivier Assays e Mia Ansen Løve, Liv Ulmann e Gunnel Lindblom, insieme a quella del figlio, Daniel Bergman, regista anche lui, che fa un racconto intimo della figura del padre. E intorno alla figura di Ingmar Bergman anche  nipoti, figli, mogli, immortalati in filmati familiari, che si contrappongono alla solitudine – agognata – dell’amata isola di Farö, dove ha vissuto fino alla fine della sua esistenza.

La giornata-evento dedicata al cinema di Margarethe von Trotta, lunedì 13 maggio, al cinema La Compagnia, inizia alle ore 15.00, con il documentario di Barbara Barni, Il respiro dello sguardo. Il film documenta un inedito incontro della regista, alla fine degli anni ’90, con un gruppo di studentesse dell’università La Sapienza di Roma. Partecipa alla proiezione la critica e docente di Cinema, Ester Carla de Miro.

Alle ore 17.00, si prosegue con la proiezione del film L’Africana, di Margarethe von Trotta (Germania, Italia, 1990). Ad essere riproposto dal Festival Internazionale di Cinema e Donne è quello che viene considerato un film bergmaniano, specie nella geometria dei personaggi, che compongono e scompongono una tela di relazioni non sempre prevedibili. Un titolo che fa parte dei cosiddetti film “italiani” della von Trotta, per produzione e gran parte delle maestranze. Stefania Sandrelli è Anna, la cooperante italiana che arriva dal Mali a casa di Martha (Barbara Sukova), dottoressa tedesca che vive a Parigi con Victor suo marito (Sami Frey). Tra le due donne e Victor i rapporti variano nel corso della vicenda. Amori e tradimenti mettono in crisi l’amicizia, in un destabilizzante continuo scambio di ruoli. In questo contesto l’Africa entra in gioco come elemento magico, di influenza non razionale, al tempo stesso indiscutibilmente potente.

Biglietti:

INGRESSO singolo film: 5€ intero/ 4€ ridotto
INGRESSO 2 film: 8€ intero/ 7€ ridotto

 

“L’alfabeto di Peter Greenaway” da giovedì 9 maggio, Cinema La Compagnia Firenze

L’alfabeto di Peter Greenaway. L’artista gallese raccontato in un documentario sperimentale, attraverso gli occhi della regista e compagna di vita, Saskia Boddeke. Da giovedì 9 maggio, Cinema La Compagnia (via Cavour 50/rosso, Firenze)

Peter Greenaway è fra gli artisti più poliedrici e visionari del cinema contemporaneo. Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, Il ventre dell’architetto, I misteri del giardino di Compton House, sono solo alcune fra le sue migliori opere in cui bellezza estetica e ricerca stilistica si incontrano.

Nel documentario, L’alfabeto di Peter Greenaway, che sarà proiettato da giovedì 9 maggio alle ore 15.00, al cinema La Compagnia di Firenze (dove rimarrà in programmazione fino al 25 maggio), non ci viene mostrato solo il Greenaway artista ma soprattutto il Greenaway uomo, nei suoi lati più nascosti e profondi.

Il film porta la firma di Saskia Bodekke, artista, sceneggiatrice e regista olandese nonché moglie di Greenaway. Saskia Bodekke ha lavorato alla Netherlands Opera su molte opere con artisti come Dario Fo, Peter Stein e Pierre Audi e ha realizzato diverse produzioni multimediali insieme a Peter Greenaway. Le sue opere utilizzano strumenti innovativi e sperimentali, come schermi multipli e sofisticate interconnessioni fra avatar animati e attori dal vivo. L’alfabeto di Peter Greenaway è il suo secondo film dopo Rosa, a Horse drama, diretto nel 1996 insieme al marito.

Attraverso il confronto con sua figlia Zoe (detta Pip) e attraverso l’utilizzo dell’alfabeto, vengono svelate le passioni, le paure, le curiosità e le ossessioni di Peter Greenaway. Pensieri profondi e intimi che si mescoleranno a partire dalla A di Amsterdam (ma anche di Autismo, come lo incalza la figlia Zoe) alla Z, per fermarsi alla D di Death (morte) e la L di Love (amore). E poi la sua passione per l’ornitologia, la pittura e l’arte, l’ossessione per la catalogazione degli oggetti e il rapporto difficile con il padre.

La regista segue Greenaway e sua figlia nei loro dialoghi, nelle loro visite ai musei e nelle loro sessioni artistiche, alternando queste immagini a tocchi cinematografici e narrativi che sembrano essere usciti da uno dei film o delle opere pittoriche del marito.

Biglietti: 10€ / 7€ ridotto v.o. con sott. ita

Info: www.cinemalacompagnia.it

Normal il documentario di Adele Tulli sugli “stereotipi di genere” nella società italiana

Normal. Il documentario di Adele Tulli sugli “stereotipi di genere” ancora radicati nella società italiana.  Giovedì 2 maggio (ore 18.30), Cinema La Compagnia (via Cavour 50/rosso, Firenze). Alla presenza della regista. Introduce il film Bruno Casini

Gli “stereotipi di genere” esistono, fanno parte della vita quotidiana e sono molto radicati nei modelli educativi, contribuendo a creare steccati e separazioni tra l’universo femminile e quello maschile, fin dalla più tenera età. E’ su questo tema che va ad indagare il nuovo documentario di Adele Tulli, Normal, che dopo il Festival di Berlino, dove è stato presentato nella sezione Panorama, e dopo aver vinto il 34esimo ‘Lovers Film Festival’ (concorso internazionale documentari) di Torino, sarà in programmazione giovedì 2 maggio alle ore 18.30, al cinema La Compagnia di Firenze, alla presenza della regista. Ad introdurre il film sarà il direttore del Florence Queer Festival, Bruno Casini.

Mentre le bambine si fanno i buchi alle orecchie dal gioielliere per somigliare alla mamma, i bambini vengono portati dai padri a fare calcio, gare di motocross e, in sala giochi, a divertirsi con prove da “duri”. Un contrasto che continua anche durante l’adolescenza, periodo in cui le ragazzine cercano di migliorare il proprio aspetto fisico per attirare gli sguardi maschili, mentre i ragazzini si atteggiano a “maschi alfa” nei giochi pericolosi dei Luna park o nei motoraduni.

La storia non cambia anche nei rituali del corteggiamento, in cui è opinione diffusa che sia l’uomo a dover condurre il gioco, o nelle consuetudini delle giovani coppie, che ripropongono comportamenti vecchi decenni, riguardo la separazione dei ruoli tra marito e moglie. Una serie di atteggiamenti stereotipati che vengono considerati “normali”, come indica il titolo al film.

Dopo essersi laureata alla South Asian Studies, presso la Cambridge University e in Screen Documentary, presso la Goldsmiths University of London, Adele Tulli lavora oggi come regista e insegnante di cinema documentario. Nei suoi due precedenti lavori, girati all’estero, 365 Without 377 (2011) e Rebel menopause (2014), si era già dedicata agli  stereotipi di genere, al femminismo e alla cultura LGBT. Con Normal la  regista torna in Italia per mostrare come, anche nel Belpaese, siano ancora radicati clichés fortemente legati all’identità di genere.

Biglietti  € 7

Si fa di sabato! Ultima puntata a La Compagnia

Il 27 aprile al Cinema La Compagnia di Firenze la decima ed ultima puntata di “Si fa di sabato!”. La trasmissione live di Controradio condotta da Paolo Hendel, Daniela Morozzi, Gaia Nanni e Raffaele Palumbo anche in questo appuntamento vedrà sul palco importanti ospiti per confrontarsi sul tema “generazioni”. Sponsor Publiacqua.

Fabio Viola, game designer e scrittore, docente alla Scuola Internazionale di Comics a Firenze e fondatore di gameifications.com, è tra i Top 10 dei migliori “Gamification designer” del mondo. Classe 1998, Bernard Dika è studente alla Facoltà di Giurisprudenza. Ex presidente del Parlamento Regionale degli Studenti, nell’aprile 2016 è stato riconosciuto Alfiere della Repubblica Italiana da Sergio Mattarella. Saranno inoltre presenti Annalisa Savino, dirigente scolastica dell’Istituto Ghiberti di Firenze e Margherita Michelini, per ventidue anni direttrice del carcere “Solliccianino” e attualmente vice-direttrice di Sollicciano. Andrea Satta è invece il protagonista dell’intervista di Paolo Hendel. Poeta, scrittore e voce dei Têtes de Bois, intreccia la sua attività artistica a quella di pediatra nel suo colorato studio alla periferia di Roma.

L’appuntamento è per sabato 27 aprile al Cinema La Compagnia, Via Cavour, 50 Rosso, Firenze. L’ingresso è libero e dalle 11:30 in diretta su Controradio (93.6, 98.9) e sulla pagina Facebook “Controradio Firenze”.

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