41ma edizione Festival Internazionale di Cinema e Donne

?Firenze, presentato all’Istituto francese di Firenze, la conferenza stampa di presentazione della 41esima edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo.

In questa edizione di ‘Cinema e Donne’, 38 anteprime nazionali provenienti da 11 Paesi e Due retrospettive dedicate a due artiste femministe e innovatrici, questo comprende il programma del festival in programmazione dal 20 al 24 Novembre, al Cinema La Compagnia e al Institut François Firenze.

Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo

Gimmy Tranquillo ha intervistato Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/11/191115_03_CINEMA-DONNE_PAOLI-DARCANGELO.mp3?_=1

Opening
L’apertura del festival, Mercoledì 20 Novembre, (ore 15.00) è affidata al corto Con o senza te, di Angela Prudenzi, testimonianza immaginaria di un uomo senza volto, colpevole di violenza nei confronti della propria donna. Il corto ha vinto lo scorso anno il concorso “Cuori al buio”, realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma, nell’ambito del progetto promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri volto alla prevenzione e al contrasto alla violenza sulle Donne. Un brevissimo film di 3 minuti, molto efficace nel trasmettere allo spettatore la percezione della minaccia, la disfunzione affettiva, il dolore per le vittime indifese e l’irreversibilità del male. Il film sarà presentato dalla regista Angela Prudenzi.

Dopo la proiezione di Quello che conta (19.50′) di Sofia Vettori e Alex Class, E ti aspetto, della regista fiorentina Sandra Somigli (5.51′), poetico omaggio ad uno scultore e disegnatore, Jean-Michel Folon e Follia come poesia, di Lina Mangiacapre, girato nel 1979 insieme alle donne internate dell’ex Ospedale Psichiatrico Frullone di Napoli, sarà la volta di Becoming Astrid, di Pernille Fischer Christensen. Il racconto della vita dell’autrice di “Pippi Calzelunghe”, Astrid Lindgren, dall’infanzia vissuta molto serenamente fino ai primi problemi in giovane età, quando ha dovuto ribellarsi alla sua educazione religiosa per poter vivere in piena libertà, il suo spirito creativo. Il film ha ricevuto in Svezia 7 candidature ai Guldbagge Awards (gli Oscar del cinema svedese), tra cui miglior film e miglior attrice. Alla presenza della regista.

In prima serata (ore 21.00) un film rarissimo del cinema argentino, ritrovato fortunosamente, di Maria Luisa Bemberg: Yo la peor de todas, dedicato a Juana Inés de la Cruz, monaca e poetessa che, nel Messico del 1600, per amore della conoscenza, si chiuse in un convento e proprio da lì osò sfidare la Chiesa e la sua Inquisizione. Il film è ispirato ad un libro di Octavio Paz sulla vita della suora sudamericana che veniva chiamata la Decima Musa delle Americhe.


Le retrospettive
Una retrospettiva sarà dedicata ai film ribelli di Agnés Varda: i movimenti di contestazione documentati con empatia e senso critico dalla grande regista di cui presentiamo il capolavoro degli anni 70 L’une chante l’autre pas (Istituto Francese alle ore 18:00 di giovedi 21) e – sempre all’Istituto – i film preziosi e poco conosciuti (Black Panthers, Plaisir d’amour en Iran, Réponses de femme).

L’altra retrospettiva è invece dedicata al gruppo napoletano delle Nemesiache e alla regista di tutti i loro film, Lina Mangiacapre. Un unicum tra molte mostre, eventi e rassegne che si sono occupate del femminismo degli anni 70. La multiforme attività del gruppo napoletano legata ad un territorio ‘’vulcanico’’ in tutti i sensi in un percorso di avvicinamento tra film, libri e testimonianze. Sabato 23, Sala MyMovies, ore 19.00 presentazione del libro di Silvana Campese LA NEMESI DI MEDEA (L’inedito Edizioni) a cura di Cristina Jandelli. Domenica 24 all’Istituto Tedesco (via Ognissanti 9 ore 11.00) aperitivo e proiezione del film di Nadia Pizzuti, Lina Mangiacapre artista del femminismo (Italia, 2015, 40′) con le musiche di Lina Mangiacapre, Stefania Tarantino e delle Flayng Lesbians.

Corti italiani
Prolifica la produzione delle registe italiane: in programma Clara e le vite immaginarie, di Giulia Casagrande. Di formazione italo francese (DAMS a Roma 3 e La fémis a Parigi) la regista concentra l’attenzione sulla sua Senigallia. Protagonista, con la città, la nonna, la bella Clara, che assomigliava ad Alida Valli; Quello che conta (19.50′), di Sofia Vettori e Alex Class trait d’union tra un territorio e la sua storia. Continuità e differenze tra le generazioni e necessità della trasmissione della memoria, che da locale diventa globale; Da lassù (13′) di Teresa Paoli, mini film di fantascienza, tutto girato dal punto di vista dei bambini che ne sono protagonisti. Siamo in un favoloso ambiente naturale di alberi e vigneti secolari;  i citati E ti aspetto, di Sandra Somigli (5’) e Con te o senza te, di Angela Prudenzi; Alfonsina Storni (12′) di Cleo Camaioni, ispirato a una performance della stessa Camaioni, realizzata per il Giardino dei Ciliegi di Firenze nel febbraio 2019; Tre in treno per l’Europa e un pollo (15′), di Emanuela Piovano, inno all’Europa Unita  – che ancora non c’è – e che ha importanti madri fondatrici come Nilde Iotti e Ursula Hirschman. Le loro parole accompagnano il viaggio di tre donne di tre generazioni. Fuori dai finestrini scorre un secolo d’Italia che cambia. Prodotto dalla mitica Kitchen Film di Emanuela Piovano e da lei diretto è stato presentato come intervento al convegno L’Europa delle donne organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti nella Sala Carla Lonzi della Casa Internazionale delle Donne a Roma. Tutto girato al Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, i filmati storici sono dell’Archivio Nazionale del Cinema e dell’Archivio Ferrovie dello Stato.

Biglietti: pomeridiano: euro 5 intero/ euro 3 ridotto
serale: euro 7 intero, euro 5 ridotto
giornaliero: euro 10 intero/ euro 6 ridotto
abbonamento: euro 30 intero/euro 20 ridotto   
INFO

“Seeyousound”: Musica da vedere, film da ascoltare

“Seeyousound”: dall’11 al 13 ottobre debutta a Firenze il festival di cinema a tematica musicale. Anteprime, proiezioni di lungometraggi e corti sonorizzati dal vivo. Al cinema La Compagnia (via Cavour, 50/r)

Musica da vedere, film da ascoltare: è questo il leit motiv di Seeyousound  – International Music Film Festival, l’unico in Italia dedicato al cinema a tematica musicale, che approda per la prima volta a Firenze dall’11 al 13 ottobre, presso il cinema La Compagnia (via Cavour, 50/r).

La manifestazione, nata a Torino nel 2015, si è sviluppata fino a diventare un network di 6 festival (Torino, Bologna, Milano, Lecce, Palermo e Firenze) e propone nel capoluogo toscano una tre giorni con circa 20 appuntamenti tra proiezioni di lungometraggi, cortometraggi, videoclip, tutti in prima regionale, alcuni in prima nazionale, spesso sonorizzati dal vivo, e momenti musicali.

Il festival nel capoluogo toscano si aprirà venerdì 11 ottobre alle ore 21 presso il cinema La Compagnia con la proiezione in collaborazione con il Festival dei Popoli di Chang, di Merian Cooper e Ernest Schoedsack, già autori di King Kong e girato cinque anni prima del mitico blockbuster. Un documentario che diventa film di avventura, accompagnato dalla sonorizzazione dal vivo ad opera di Projec-To, collettivo sospeso tra elettronica e visual, nato nel 2015 dalla mente del compositore Riccardo Mazza e dalla videomaker Laura Pol.  “Chang”, del 1927 è uno dei primi documentari sulla vita nella giungla nel Sud est asiatico; gli autori Cooper e Schoedsack impiegarono una settimana per raggiungere il villaggio e vi restano per diciotto mesi, girando dal “vero” le situazioni più pericolose, con una camera nascosta a focus fisso (e in parte ricostruendo alcune scene, inevitabilmente, in secondi e terzi momenti). Con questo lavoro gli ex avventurieri e futuri padri di King Kong da etnografi approdano al “fiction-making”.

Ingresso a pagamento: intero 6 euro, ridotto 5 euro, abbonamento 20 euro. I biglietti sono acquistabili sia in cassa che online sul sito www.seeyousound.org

 

Cinema La Compagnia, al via la nuova stagione di film

Tornano le anteprime dei migliori documentari,  in attesa dei festival internazionali. Sarà il documentario Fuga per la libertà, di Emanuela Gasbarroni, ad inaugurare, sabato 5 ottobre, la nuova stagione di film al cinema La Compagnia. Scopri il programma!

Sarà il documentario Fuga per la libertà, di Emanuela Gasbarroni, ad inaugurare, sabato 5 ottobre, la nuova stagione di film al cinema La Compagnia. Il film sarà in programmazione nei giorni 5,6 e 7 ottobre, nell’ambito de “L’eredità delle donne”, evento ideato e diretto da Serena Dandini. Ad essere narrata è la storia del Campo profughi “Rossi Longhi” di Latina, che ha ospitato dal 1957 (dopo l’invasione dell’Ungheria), fino al 1989 (caduta del muro di Berlino), circa 100.000 rifugiati che scappavano dai paesi dell’Est. Sabato 5 ottobre (ore 21.00) a presentare il film sarà Massimo Tria, slavista, professore associato dell’Università di Cagliari. Domenica 6 ottobre, dopo la proiezione delle 15.00,incontro sul tema delle migrazioni con Sorinel Vasile Ghetau, direttore dei Programmi Internazionali Oxfam Italia, Anna Meli (Cospe), Valentina Pagliai (Robert Kennedy Foundation for human rights), Silvia Lelli (Antropologiche), Letizia Materassi, ricercatrice Università di Firenze, Comunità di Sant’Egidio, moderato da Simona Poli (La Repubblica-Firenze)Lunedi 7 (ore 17) il film sarà alla “Settimana tedesca” dell’Istituto tedesco di Firenze. La riflessione verterà sul trentennale dalla caduta del muro di Berlino, alla presenza di Heiner Roland direttore dell’Istituto tedesco,Raffaella Nardi, Istituto tedesco di Firenze, Giusy Salis di Fa.R.M. Fabbrica dei Racconti e della Memoria e l’assessore comunale alla Politiche sociali Andrea Vannucci.

Da domenica 6 ottobre, torna in sala il documentario di Tala Dorki, Of Fathers and Sons – I bambini del Califfato, candidato ai Premi Oscar come miglior documentario, vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2018 e presentato lo stesso anno dal Middle East Now, il festival sul Medio Oriente contemporaneo che collabora alla nuova presentazione a La Compagnia. Il film è il racconto in presa diretta del regista che, fingendosi, filo-jihadista, vive per qualche tempo in una comunità che si batte per l’ascesa del Califfato.  Il risultato è un ritratto crudo e senza filtri del generale Abu Osama – leader islamista radicale di Al-Nusra, braccio siriano di Al-Qaeda – e del gruppo di bambini e ragazzi che lo idolatra. (Domenica 6, ore 19.00 e 21.00, lunedì  7, ore 15.00 e 19.00, giovedì 10, ore 15.00 e 17.00, Ingresso : 6€ int/5€ rid/ IOinCOMPAGNIA 3€, )v.o. sot ita

Lunedì 7 ottobre, in anteprima per la Toscana, il documentario Radici. Viaggio alle sorgenti della musica popolare italiana, di Luigi Monardo Faccini. La proiezione (ore 21.00), si terrà alla presenza del regista e dell’ideatrice del progetto Marina Piperno. Il film è un omaggio a due giganti dell’etnomusicologia: Alan Lomax, che con le sue registrazioni sul campo ha salvato e dato al mondo la possibilità di conoscere il blues dei discendenti degli schiavi afroamericani; e Diego Carpitella, il principale etnomusicologo italiano. Biglietto: 5€ intero/ 4€ ridotto / gratuito con tessera IOinCOMPAGNIA

Martedì 8 ottobre, in programma l’evento Mamma Roma. Il film e il libro, dedicato al grande regista e poeta, Pier Paolo Pasolini. Alle 17.00, al Gabinetto G.P. Vieusseux (piazza Strozzi), presentazione del libro “Mamma Roma, un film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini”, di  Franco Zabagli, introdotto dallo stesso autore,  Sandro Bernardi, Cristina Jandelli e Roberto Chiesi (Cineteca Bologna). Nel libro si va ad indagare sulla genesi, la lavorazione e le vicissitudini di  Mamma Roma, attraverso i documenti originali, inediti, gli scritti dell’autore, il trattamento, la sceneggiatura, gli articoli e le interviste, le testimonianze dei protagonisti.Alle ore 21.00 l’evento prosegue al cinema La Compagnia (via Cavour 50/r) con la proiezione del film Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (Italia, 1962, 105 min),versione in 35 mm proiettata grazie alla Cineteca Nazionale. Il film cult della storia del cinema italiano vede una delle migliori interpretazioni di Anna Magnani a fianco di Franco Citti (il protagonista di Accattone), in un racconto autentico e al tempo stesso poetico e mitopoietico della Roma delle borgate, dei ladri e delle prostitute, in una capitale in piena espansione edilizia, dove le nuove periferie si aggiungono alle vecchie, allargando la cerchia degli ‘ultimi’. La proiezione è ad ingresso libero, fino ad esaurimento posti.

Dal 9 ottobre, ancora un’anteprima, La scomparsa di mia madre, di Beniamino Barrese. Al centro del documentario, la vita di Benedetta Barzini, iconica modella, musa negli anni ’60 di fotografi e artisti, trai i quali Andy Warhol e Salvador Dalì, Richard Avedon e Irving Penn, donna anticonformista e poliedrica, giornalista, attivista politica, docente, che all’età di 75 anni decide di ritirarsi dalla vita pubblica. Benedetta Barzini decide di lasciare tutto, per scomparire in un luogo lontano in cui nessuno potrà più trovarla. Turbato da questa risoluzione, suo figlio comincia a filmarla, con l’intenzione di realizzare un film su di lei che possa tramandarne la memoria e insieme trattenerla a sé il più a lungo possibile. La scomparsa di mia madre, realizzato grazie al supporto di Filmitalia, Rai Teche, Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, Toscana Film Commission e il Mibact, sarà presentato in anteprima toscana di mercoledì 9 ottobre (ore 21.00) alla presenza del regista e della protagonista. Intervengono Carla Fronteddu (Docente Studi di Genere alla Syracuse University in Florence e CEA. Presidente Associazione Fiesolana 2b – Biblioteca Femminista) e Isabella Bruni (esperta di media education e contrasto agli stereotipi di genere, presidente Associazione Corrente Alternativa, attivista NUDM Firenze). (In replica lunedì 14, ore 17.00, lunedì 21 ore 21.00, martedì 22 ore 17, lunedì 20, ore 21.00) Ingresso : 6€ int/5€ rid/ IOinCOMPAGNIA 3€, )v.o. sot ita

Giovedì 10 ottobre (ore 21.00), ancora un’anteprima, con il film Searching Eva, di Pia Hellenthall, che traspone sul grande schermo il diario intimo di Eva Collè, giovane donna  cresciuta nell’era di internet, figlia di una generazione che si racconta attraverso i social. Nel documentario la protagonista, simbolo di trasgressione e emancipazione, riflette sulla sua identità e sul confine labile tra l’essere e la sua rappresentazione online, e lo fa filmando il proprio corpo, secondo schemi che non sono quelli proposti solitamente dai media. La presentazione di giovedì 10 ottobre si terrà alla presenza della regista, Pia Hellenthal insieme a Roberta Vannucci (Florence Queer Festival). (In replica lunedì 21 orrobew oew 19.00, martedì 22 ore 15.00 e lunedì 28 ottobre ore 19.00) Ingresso : 6€ int/5€ rid/ IOinCOMPAGNIA 3€, )v.o. sot ita

Tutta la programmazione sul sito www.cinemalacompagnia.it

Al cinema il prossimo 22 agosto il film del regista fiorentino Duccio Chiarini ‘L’Ospite. Un viaggio sui divani degli altri’

Il 22 agosto il film “L’Ospite. Un viaggio sui divani degli altri” arriva nelle sale italiane, e a settembre il film sarà presentato dallo stesso regista, nel corso di un evento speciale al cinema La Compagnia di Firenze.

Duccio Chiarini, fiorentino, si è formato alla London Film School. Insieme a Babak Jalali ha fondato la casa di produzione La Régle du Jeu, con la quale ha realizzato numerosi cortometraggi, che hanno ricevuto importanti riconoscimenti, come Fine stagione, scritto con Hanif Kureishi, Alone Together, selezionato a Clermont Ferrand e Lo Zio, girato in Toscana e interpretato da Marco Messeri.
Nel 2011 ha realizzato il documentario autobiografico Hit the road nonna, presentato nell’ambito dei Venice Days, al festival del cinema di Venezia, vincitore del premio del pubblico al 52esimo Festival dei Popoli, oltre ad aver ottenuto una menzione speciale ai Nastri d’Argento.
Il suo primo lungometraggio è Short Skin. I dolori del giovane Edo, realizzato nel  2014. Nel 2015 firma il documentario Settembre e nel 2018 il lungometraggio L’Ospite. Un viaggio sui divani degli altri.

Dopo la première mondiale ad agosto 2018 al Locarno Film Festival, nella sezione Piazza Grande, L’Ospite è stato presentato in Nord America, al Chicago International Film Festival,  nella sezione Spotlight Comedy a cui è seguita anche la partecipazione al Seattle International Film Festival nella sezione Cinema Italian Style. Parallelamente il film ha partecipato a molti concorsi e rassegne di cinema italiano all’estero tra cui Annecy Cinéma Italien, Festival du Film Italien de Villerupt, Festival du Film Italien a Aiacciu, Quinzaine du Cinéma Italien a Chambérly, Mittle Cinema Fest di Budapest e Bratislava, Semana de Cine Italiano Buenos Aires, Cinema Made in Italy a Londra. Con la selezione nella sezione Festa Mobile / TorinoFilmLab al Torino Film Festival il film ha debuttato anche in Italia nel novembre 2018.

INFO

Il cinema italiano oggi, tra realtà e finzione

Il cinema italiano oggi, tra realtà e finzione. 13 film rappresentativi del miglior cinema del reale italiano dell’ultimo decennio. La rassegna si tiene in collaborazione con la Cinemathèque Suisse di Losanna e l’Istituto Luce Cinecittà. Dal 1 al  19 Luglio, cinema La Compagnia

Grazie alla collaborazione con la Cinemathèque Suisse di Losanna e Istituto Luce Cinecittà, La Compagnia propone una serie di titoli che hanno cambiato e rinnovato il cinema del reale italiano nell’ultimo decennio – tra documentari e opere nelle quali i linguaggi della fiction e del documentario si integrano  – in un periodo di grande sviluppo di questo genere.

La rassegna si apre lunedì primo luglio alle ore 15.00, con Non è ancora domani (La pivellina) di Tizza e Rainer Frimmel (in replica martedì 2 luglio alle 17.00),

La storia è quella della piccola Asia che, abbandonata dalla madre in un parco giochi di Roma, viene ritrovata da Patty, una signora cinquantenne che vive in una roulotte all’interno di un campo abitato da artisti circensi. Patty, aiutata dal marito e da Tairo, un tredicenne che vive nel camper di fianco, deciderà di prendersi cura di lei all’interno di quella comunità di periferia abbandonata e precaria, ma colma di amore e solidarietà.

A seguire, lunedì 1° luglio alle 17.00 (e in replica martedì 2 luglio alle 19.30), L’Intervallo  di Leonardo Costanzo. I due adolescenti Veronica e Salvatore, si trovano rinchiusi dentro un ex edificio abbandonato in cui, per alcune ore, il ragazzo dovrà eseguire gli ordini di un capoclan di quartiere e fare da “carceriere” a Veronica, rea di aver compiuto uno sgarbo al boss. L’iniziale diffidenza dei due si trasformerà presto in complicità e amicizia, grazie a cui, i due ragazzi, potranno riaccendere i sogni e le speranze di un’adolescenza troppo presto scomparsa.

L’ultimo appuntamento del 1° luglio (alle ore 19.30 e, in replica, martedì 2 luglio, alle ore 15 e giovedì 4 luglio, alle ore 17) è con La strada dei Samouni, il film di Stefano Savona – vincitore del  Premio della Giuria Oeil d’Or come miglior film documentario a Cannes 2018 – che, attraverso immagini live action e d’animazione, racconta la storia della famiglia Samouni, decimata dopo un violento attacco da parte dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza nel 2009, in quella che fu chiamata l’operazione “Piombo fuso”.

Si prosegue, nei giorni successivi, con altri film in cui l’Italia (e non solo) viene ripresa nei suoi angoli più nascosti, in quelle realtà che, a volte, la grande Storia sembra non vedere.

Vicende al limite dell’orrore come Draquila – L’Italia che trema (giovedì 4, alle ore 15 e venerdì 5 , alle ore 17.00), il documentario in cui Sabina Guzzanti mette in luce tutti gli scandali, le speculazioni e le polemiche che seguirono al terrificante terremoto che colpì l’Abruzzo il 6 aprile 2009 e 87 ore di Costanza Quatriglio (martedì 9, ore 19.30 e giovedì 11 alle ore 15.00), il racconto che, attraverso le riprese di nove videocamere di sorveglianza poste all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, ci mostra gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni, l’ex insegnante della provincia di Salerno che, dopo essere stato prelevato di forza in un campeggio di San Mauro Cilento, fu costretto ad un TSO e fu lasciato morire, in maniera disumana, nel proprio letto.

Racconti su territori spesso sconosciuti come L’ultima spiaggia (venerdì 5 alle ore 19.30 e lunedì 8 alle ore 15.00), il documentario di di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan su uno stabilimento balneare di Trieste, detto il Pedocìn, dove un muro, alto tre metri, separa, ancora oggi, i bagnanti uomini dalle bagnanti donne e Materia oscura (giovedì 11 luglio ore 19.30, venerdì 12 luglio ore 17 e giovedì 18 luglio ore 15), l’indagine di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti sul Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, situato tra Cagliari e Nuoro, dove, per anni, i governi di tutto il mondo hanno testato nuovi tipi di armi ed esplosivi,  mentre quello italiano ha fatto brillare i vecchi arsenali militari, devastando la fauna e la flora del luogo.

Film che ci riportano ad un’Italia del passato come Napoli ’44 (giovedì 4 alle ore 19.30 e venerdì 5 alle ore 15), il film di Francesco Patierno tratto dall’omonimo libro di Norman Lewis, l’ufficiale inglese che, nel 1943, con la Quinta Armata Americana, entrò in una Napoli distrutta dalla guerra e che ci racconta gli scorci di vita di una città che, anche se sommersa dalle macerie e dalla povertà, provava, in qualsiasi modo, a resistere e sopravvivere; Oggi insieme domani anche (venerdì 12 alle ore 15, lunedì 15 alle ore 17, e martedì 16 alle ore 19.30), il mosaico di storie che Antonietta De Lillo ha realizzato mettendo insieme i frammenti di materiali diversi che ci raccontano, a quarant’anni del referendum sul divorzio,  i cambiamenti dell’Italia, dalla crisi della famiglia tradizionale alla disoccupazione, dall’immigrazione e alla difficoltà di confrontarsi con culture diverse, dal cambiamento dei costumi sessuali alla rivoluzione tecnologica; e Il treno va a Mosca (lunedì 15 alle ore 15, giovedì 18 alle ore 19.30 e venerdì 19 alle ore 17.30) di Federico Ferrone e Michele Manzolini che ci riporta al 1957, nel paesino di Alfonsine, nella Romagna “rossa”, distrutta dalla guerra, dove vivono Sauro e i suoi amici. Il loro mito è l’Unione sovietica e il loro sogno è un mondo di pace e uguaglianza. Armati di cinepresa, riescono a realizzare il sogno di visitare Mosca in occasione del Festival mondiale della gioventù socialista e, una volta giunti qui, si accorgeranno come le utopie si sgretolano velocemente di fronte alla realtà.

Fra le opere in rassegna anche l’Orso d’oro a Berlino 2012, Cesare deve morire (martedì 9 alle ore 15, giovedì 11.00 alle ore 17.00 e venerdì 12 alle ore 19.30) di Paolo e Vittorio Taviani, una docu-fiction in cui i protagonisti sono i detenuti del carcere di Rebibbia, impegnati nella rappresentazione di Giulio Cesare di William Shakespeare. Attraverso un work in progress, i fratelli Taviani seguono gli attori-detenuti che, poco alla volta, ritroveranno sé stessi e tutte quelle passioni, ansie e sentimenti, nei versi scritti in un’opera di centinaia di anni fa.

E, per concludere, due film che ci conducono fuori dall’Italia, in Texas, con Stop the Pounding Heart (lunedì 15 alle ore 19.30, martedì 16 alle ore 17.00, venerdì 19 alle ore 15.00), di Roberto Minervini e, in viaggio verso Stoccolma, con Io sto con la sposa (martedì 16 alle ore 15.00, giovedì 18 alle ore 17.00 e venerdì 19 alle ore 19.30) di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Kahled Soliman.

Stop the Pounding Heart è la storia della diciassettenne Sara che vive, insieme ai genitori, allevatori e ferventi religiosi, e i fratelli, in una fattoria del Texas. La sua vita è scandita dai quotidiani doveri di casa e dalle letture della Bibbia, fino a quando, l’incontro con il coetaneo Colby Trichell, metterà in dubbio le certezze che la ragazza ha nei ruoli familiari, nei valori sociali e nei ruoli di genere, portandola a ripensare sul proprio futuro.

Io sto con la sposa è il viaggio, da Milano passando per la Francia, il Lussemburgo, la Germania e la Danimarca, per aiutare un gruppo di palestinesi e siriani a fuggire dalla guerra in un viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare l’arresto insceneranno un finto matrimonio, coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, con la speranza che nessuno abbia l’intenzione di fermare un corteo nuziale.

Ingresso: 5€ intero/ 4€ ridotto

Info: www.cinemalacompagnia.it

Critico per un giorno presenta: “Dicktatorship”

?Firenze, il socio del Controradio Club ha l’occasione di diventare “Critico per un giorno” andando a vedere gratuitamente al Cinema La Compagnia, un film per poi recensirlo, i commenti e le recensioni verranno poi postate Controradio.it e sui social!

Dicktatorship – Fallo e Basta! Di e con Gustav Hofer, Luca Ragazzi.
Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni. Un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia: possibile che Gustav non si sia mai reso conto che Luca è un maschilista? E come mai anche un uomo progressista come Luca è capace di atteggiamenti sessisti senza neanche accorgersene? La discussione è il pretesto per iniziare un’analisi puntuale del loro – e nostro – Paese. Un viaggio alla scoperta delle storie di ordinario sessismo dell’Italia di oggi, tra integralisti cattolici, improbabili raduni per “uomini veri”, esperimenti scientifici rivelatori…

Queste le recensioni dei soci del Controradio Club:

Un film che ci ricorda ancora una volta che i diritti acquisiti vanno difesi nel tempo altrimenti svaniscono e che siamo un po’ tutti maschilisti perché la cultura che ci nutre dalla nascita lo è e, sin quando non ne prendiamo consapevolezza, agiamo in modo “inconsapevolmente” maschilista, reiterando stereotipi di generazione in generazione, anche attraverso il linguaggio che usiamo; il cammino da fare insieme, uomini e donne, è ancora molto lungo, ma è importante farlo insieme; ringrazio gli autori del film anche per avermi fatto scoprire la storia di una donna, Elena Lucrezia Corner, prima donna laureata al mondo nel ‘600, che sicuramente merita di entrare nella toponomastica delle strade e spazi pubblici a differenza di altri personaggi che non meritano affatto di essere ricordati (ne è un esempio il personaggio citato alla fine nel film…di cui non ricordo il nome). (Lucia)

Dicktatorship: documentario il cui maggior pregio secondo me, è quello di sollevare nuovamente (visto che ce n’è bisogno) temi sui quali dibattere, relativi alla mancata emancipazione della donna nelle nostre società, al permanente maschilismo (nonostante tutto presente a tutti i livelli) al pensiero macista strisciante che inquina le menti di qualsiasi generazione – dai ragazzi intervistati davanti alla scuola fino agli attempati partecipanti alla sagra del “fallo” presente nel film. Come ammesso dagli autori/interpreti del film, molti sono gli aspetti ed argomenti che sono rimasti fuori, ma come giustamente hanno ammesso, non è stato possibile, per questioni di tempo, includere tutto quanto. Notevoli le ricerche di archivio che hanno portato alla “riscoperta” di vere figure di merda di Berlusconi, ignobile nella sua abiezione.Toccante la considerazione di Stefano Ciccone che con le sue riflessioni sul pensiero “maschile plurale” rivendica e riconosce al maschio il suo diritto/dovere di cedere spazi di potere per concedersi la possibilità di vivere le proprie emozioni, dolore, paura, tristezza, al di fuori degli schemi a cui il macismo lo vincola e che si riducono al desiderio ed alla rabbia. Ho trovato un pò artificioso, una specie di teatrino la costruzione dei ruoli che tiene insieme le varie interviste del docu/film, ma per ammissione degli stessi Luca e Gustav, si è trattato di una scelta funzionale. Francamente consigliato.(Stefano).

Probabilmente poiché la mia generazione ha fatto passi da gigante rispetto ai rapporti uomo/donna, cittadino/autorità… (come evidenziava uno spettatore intervenuto negli interventi post proiezione a proposito della mamma ex sessantottina) già molti anni fa, non posso dire -con tutta franchezza- di essere rimasto particolarmente colpito dal film.
In casa cucino, stiro senza che mi sembri di fare cose straordinarie (amici più giovani, ma anche coetanei, mi guardavano come un marziano); vero è che quando arrivai a Firenze per fare l’università avevo un retaggio di provincialismo tanto che delle ragazze svizzere rimasero sorprese da alcuni comportamenti e mi fecero notare, candidamente, che da loro non si faceva così da molto tempo (sto parlando di quasi 50 anni fa!).
La poca naturalezza degli attori -quasi cercassero di accattivarsi le simpatie con una non convincente (pseudo) nonchalance- non ha aiutato. Nel dopo film e una volta fuori della sala, mi sono fermato ad ascoltali e mi sono sembrati invece molto più naturali.
Il maschilismo – anche quello da parte di ragazze- ritengo sia frutto di uno spaventoso analfabetismo di ritorno che si può cogliere semplicemente camminando per strada. (Filippo)

E’ un documentario che affronta in maniera elegante e delicata un grande problema della nostra società umana, in particolare italiana, quello del maschilismo dei comportamenti, dei ragionamenti, del linguaggio.
Ho apprezzato la scelta del metodo usato per porre la problematica al centro dell’attenzione, quello del confronto all’interno di una coppia che si vuole bene. Nessuno è al riparo dal sessismo, spesso lo si sottovaluta o addirittura si pensa di non essere coinvolti in prima persona. Invece tutti siamo coinvolti, nell’interrogarci sui nostri comportamenti, nel favorire il dialogo, nel non tirarsi indietro sottolineando sempre le circostanze in cui si manifesta il sessismo.
Un documentario utile a tutti, ai “maschi” in primis, ma anche alle “femmine”, che troppo spesso tradiscono il loro genere ragionando secondo gli schemi del sistema patriarcale. (Lucia)
Il film è stato intenso e coinvolgente. L’apparente leggerezza dei personaggi, unita alla drammaticità della tematica trattata, mi hanno permesso di non staccare gli occhi e l’attenzione dallo schermo per tutta la durata del lungometraggio, ed è una cosa che non mi capita più molto spesso. Un film che ho consigliato non solo ai miei amici ma anche ai miei colleghi! (Lorenzo)

È sempre difficile per noi “critici per un giorno” scegliere se commentare e dare un nostro giudizio sul film, oppure esaminare le reazioni e successive riflessioni sulle tematiche affrontate dal film stesso. Cercherò di esaminare entrambi gli aspetti. Innanzitutto il film mi è piaciuto, principalmente per il “trucco” narrativo di aver creato una specie di contraddittorio tra i due protagonisti/registi nel quale uno faceva la parte del maschilista (seppure molto blandamente) e l’altro lo invitava a riflettere sulle sue affermazioni, nemmeno molto coscienti ma piuttosto frutto dell’educazione che riceviamo, anche in maniera subliminale, dalla nascita. Per portare argomenti a favore della tesi che noi uomini, ma anche in certi casi le donne, ragioniamo secondo stereotipi maschilisti, se non anche machisti, Gustav si prende la parte di una specie di Virgilio che guida Dante/Luca alla scoperta di cosa pensino alcuni giovani e quanto hanno studiato, psicologi, studiosi di neuroscienze e sociologi in merito al tema, giungendo alla fine ad aver mutato la visione di Luca, e si spera anche degli spettatori, sulle problematiche di genere nel nostro paese, ma non solo. Riguardo al tema del film invece rilevo che la tensione sull’argomento genere in questi ultimi anni sia calata, salvo qualche ripresa in occasione di manifestazioni neo-femministe e del movimento “me too”. In questo periodo dove domina la superficialità e si tende a giustificare anche atteggiamenti che a prima vista possono apparire poco importanti, si sono date per scontate alcune conquiste, femminili e non solo, che invece scontate non lo sono mai, ma devono essere tenute vive senza abbandonarsi all’adagio “cosa vuoi che sia?”. (Fabrizio)

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