Gli agenti avrebbero ispezionato anche gli uffici dell’ex senatore in via Senato a Milano, sequestrando elementi utili alle indagini. Per l’indagato è stato fissato un interrogatorio a Firenze il prossimo 18 luglio.
Parte dalla procura di Firenze l’ultimo (in ordine di tempo) atto che riaccende i riflettori sulla stagione delle stragi ‘mafiose’ con autobombe del ’92 e ’93. Gli investigatori della Dia di Firenze e di Milano hanno infatti perquisito mercoledì l’abitazione di Marcello Dell’Utri su disposizione della procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti di quelle stragi
A riportarlo il quotidiano la Repubblica che ita fonti della procura che confermerebbero l’attività in perquisizioni, ispezioni e sequestri. Secondo la procura di Firenze Dell’Utri, riporta il quotidiano, avrebbe istigato e sollecitato il boss Graviano “ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri, nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi”.
il tutto, sostengono le fonti della procura di Firenze “a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994”.
Le stragi del 1993, secondo gli inquirenti della procura di Firenze, puntavano a “indebolire il governo Ciampi”, allora alla guida del Paese, e a “diffondere il panico e la paura tra i cittadini in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri”.