
La Procura di Firenze ha revocato la richiesta interdittiva per la Rdb, produttrice del fabbricato e della trave che con la loro implosione causarono la strage al cantiere Esselunga di via Mariti. Potrà ricominciare a produrre, ma con un manager esterno.
Il 16 febbraio 2024 cinque operai morirono ed altri rimasero feriti nel crollo del cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze. Quattordici mesi dopo la società costruttrice della trave che ha provocato la strage può tornare operativa. La Procura di Firenze ha revocato infatti la richiesta interdittiva che ha riguardato la Rdb rimettendola così in condizione di tornare a lavorare. La Rdb tornerà presto a produrre sotto la guida dell’amministratore giudiziario, dunque con un manager esterno ed altre condizioni restrittive. La Rdb resta indagata per le irregolarità amministrative commesse dai propri dirigenti. La decisione è stata presa in occasione dell’udienza davanti alla Gip Antonella Zatini. Le società coinvolte nell’inchiesta hanno nel frattempo tutte le cambiate la propria governance. Nell’inchiesta sono infatti indagati a vario titolo l’ex Amministratore unico, il responsabile tecnico di produzione e l’autore del progetto del prefabbricati ed il direttore dei lavori finalizzati alla costruzione di un centro commerciale Esselunga al posto dell’ex Panificio militare. Sulle misure cautelari per gli indagati la decisione del giudice arriverà dopo gli interrogatori. Continua nel frattempo la battaglia del comitato di via Mariti per ridare presto vivibilità al quartiere e negoziare con Esselunga per destinare una parte di quello spazio ad uso pubblico. Un giardino, uno spazio di socializzazione e di memoria che ricordi una delle peggiori stragi sul lavoro vissute in città.