Sab 27 Lug 2024

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Prato: traffico rifiuti tessili in sacchi neri, blitz Cc Forestali

Rifiuti tessili contenuti in sacchi neri per l’immondizia abbandonati in capannoni industriali all’insaputa dei proprietari. Funzionava così, secondo le indagini dei carabinieri forestali di Modena, un traffico illecito di rifiuti speciali, molto costosi da smaltire e provenienti dal comparto di Prato.

Le indagini, con intercettazioni e videosorveglianza, hanno ricostruito lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili, cascami e ritagli, che venivano classificati illecitamente, per eludere i controlli, come materia prima secondaria o sottoprodotto. Erano poi trasportati nei capannoni, con danno per i proprietari, sia per l’indisponibilità dell’immobile che per le spese di smaltimento-recupero.

I militari hanno eseguito due misure cautelari di arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Bologna a carico di due italiani considerati a capo dell’organizzazione criminale che aveva avviato una sorta di attività imprenditoriale.

Diciotto gli indagati nell’inchiesta della Dda (Pm Stefano Orsi), che ha portato anche alla perquisizione e al sequestro di 24 siti. Tutto è partito da un controllo del luglio 2018 a Pavullo (Modena): i Forestali trovarono in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili. Il successivo approfondimento investigativo ha consentito di accertare che questi erano smaltiti anche in altre numerose località del centro-nord Italia, principalmente del Veneto.

I due arrestati, 53 anni e 40 anni, sono accusati di aver pianificavano e gestito il tutto, attraverso società di cui avevano l’utilizzo e il controllo senza ricoprire in esse alcuna carica o ruolo: la disponibilità delle aziende è costituita dal fatto che i reali rappresentati legali o titolari firmatari risultano essere in realtà semplici ‘prestanome’. L’organizzazione si componeva poi di autotrasportatori e altre persone impiegate come manovalanza nei capannoni, di solito dipendenti delle aziende. Le società erano utilizzate non sol per emettere documenti sulla movimentazione dei rifiuti, ma anche per le autorizzazioni sulla gestione. Sono stati sequestrati 9.000 metri cubi di rifiuti speciali, ma si ritiene che il quantitativo smaltito sia di molto superiore.

“L’operazione che abbiamo condotto sullo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili e provenienti da Prato, è stata molto importante soprattutto perché ha visto il coinvolgimento di cinque regioni: Emilia, Toscana, Umbria, Veneto e Lombardia. Ha riguardato una tipologia di rifiuti speciali che diventa pericolosa soprattutto, come abbiamo visto in altre occasioni, per quel che riguarda gli incendi che spesso in accumuli del genere poi si sviluppano”. Così il maggiore Laura Guerrini, comandante del Nipaf di Modena (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale).

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