Ven 29 Mar 2024

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Prato: sfruttava 21 lavoratori, arrestato imprenditore

Un imprenditore di 38 anni, titolare di un laboratorio di confezioni di abiti a Prato, è stato arrestato dai carabinieri, mentre per la convivente è scattato il divieto di dimora nel comune toscano, con l’accusa di aver sfruttato 21 lavoratori, tutti di orgine cinese, di cui molti senza permesso di soggiorno.

Entrambi i provvedimenti sono scattati in esecuzione di misure cautelari disposte dal gip che ha contestato il 603 bis del cp, ‘intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro’, introdotto nel 2016 nell’ambito della revisione delle norme sul caporalato, e per la prima volta applicato a Prato.

In particolare al 38enne, titolare di una ditta in via Pistoiese, nel cuore della Chinatown pratese, e alla convivente sua coetanea e connazionale, contestato lo sfruttamento di manodopera in condizioni di bisogno”. L’indagine è iniziata tre mesi fa dopo un controllo del dipartimento di prevenzione dell’Asl.

Una donna che vive nei pressi della fabbrica di confezione di abiti ha consentito agli investigatori l’accesso per piazzare telecamere nascoste nella ditta. Per questo la donna sarebbe stata anche minacciata. Dai video risulterebbe che gli operai avrebbe lavorato fino a 16 ore al giorno con tre sole pause di dieci minuti a turno per il ristoro. Inoltre gli operai, secondo quanto spiegato dai carabinieri, avrebbero lavorato in “situazioni di sicurezza precarie e in condizioni alloggiative degradanti.

 “Un’operazione importante che ha permesso, forse per la prima volta in Italia, di applicare l’articolo 603 bis del codice penale che estende al datore di lavoro le norme sul caporalato”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in merito all’operazione che oggi a Prato  ha portato all’arresto dei titolari cinesi di una ditta di confezioni, accusati del reiterato sfruttamento di 21 connazionali.

Rossi ringrazia, in una nota, “la procura della Repubblica di Prato i carabinieri e quanti hanno lavorato alle indagini. Ma un ringraziamento speciale va agli operatori della Regione Toscana da anni impegnati nel progetto ‘Prato lavoro sicuro’ perché l’operazione di oggi è scaturita anche dagli accertamenti che quotidianamente svolgono sul territorio. Ed è per noi grande motivo di orgoglio”.

“La Regione Toscana mantiene il suo impegno nel contrastare lavoro nero, dormitori e caporalato – conclude Rossi -, proprio per questo il piano straordinario andrà a avanti fino al 2020 e diventerà strutturale”. Nell’ambito del progetto ‘Prato lavoro sicuro’, che prevede controlli nelle aziende cinesi dopo il rogo di Teresa Moda in cui morirono sette operai cinesi, dal settembre del 2014 al 31 dicembre 2018 sono state ispezionate 11.583 imprese, dando luogo a 5.484 comunicazioni di reato, a 464 sequestri e all’eliminazione di 1.723 impianti elettrici fatiscenti, 1.303 dormitori e 369 cucine abusive.

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