Ven 26 Apr 2024

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Prato, hanno trasferito 170 milioni con ditte fantasma verso la Cina. Scoperta banda

Prato – In tutto quantificato in oltre 170 i milioni di euro il flusso di denaro verso la Cina.

Scoperta dalla Guardia di finanza una presunta organizzazione illecita composta da appartenenti a una famiglia di origine cinese residente a Prato, che, avvalendosi di prestanome prezzolati, dal 2013 avrebbe costituito 24 imprese individuali ‘fantasma’ al solo scopo di rastrellare, da loro connazionali operanti in tutto Italia, provviste di denaro frutto di evasione fiscale ed altre azioni illecite per trasferirle all’estero.

Secondo quanto riferito in una nota dalla Guardia di finanza le ditte ‘fantasma’ ricevevano capitali ‘sotto forma di corrispettivi di fatture per operazioni inesistenti emesse’ che i componenti del nucleo familiare “provvedevano poi a trasferire in estremo oriente, dopo aver trattenuto una percentuale per la prestazione di servizio resa”. Le indagini, effettuate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Prato, hanno permesso di ricostruire che il denaro sarebbe stato trasferito in Cina tramite bonifici operati da conti correnti intestati alle società ‘fantasma’ ma gestiti dagli stessi componenti del sodalizio.

“Operazioni finanziarie non supportate da alcuna giustificazione”, aggiungono le Fiamme gialle. Le ditte investigate sono risultate avere sede in piccoli posti inutilizzati, non disporre né di dipendenti né di strutture e attrezzature, oltre che non avere mai operato importazioni di merci. I formali titolari delle imprese, anch’essi cinesi e quasi tutti irreperibili, erano reclutati da una loro connazionale: dietro “un compenso in contanti di circa 14 mila euro, mettevano a disposizione i propri documenti di riconoscimento per avviare le false attività imprenditoriali e aprire le posizioni bancarie”. Le indagini, frutto anche di approfondimenti di “numerose segnalazioni di operazioni sospette ai fini antiriciclaggio pervenute dalla Banca d’Italia”, hanno portato anche a una misura di sequestro per equivalente di beni per oltre 17 milioni di euro. Emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa e/o infedele presentazione della dichiarazione annuale e omesso versamento dell’Iva i reati al momento contestati. Denunziato anche un italiano per esercizio abusivo della professione di intermediario immobiliare. Le indagini vanno avanti per raccogliere ulteriori elementi per “circostanziare e confermare l’origine illecita dei proventi trasferiti in Cina e suffragare così l’ipotesi del reato di riciclaggio”.

Nell’ambito delle indagini una misura di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Prato nei confronti di un cittadino cinese, ritenuto il presunto capo dell’organizzazione: l’uomo non è stato al momento rintracciato, si troverebbe fuori dall’Italia. L’operazione, denominata Pluto, è stato condanna dalle Fiamme gialle pratesi e coordinata dalla procura di Prato.

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