Mer 24 Apr 2024

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Pasqua: Betori, Firenze non scada in folklore e ricordi valori

“Pasqua a Firenze è Scoppio del  carro, festa di fochi e di botti che ci tiene tutti con lo sguardo all’insù. Ma se fosse tutto qui, si dovrebbe dire che Firenze è il paese dei balocchi e i fiorentini gente festaiola. Un po’ poco per una città che si vuole di cultura e di arte, di umanità consapevole”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nella omelia della messa pasquale.

“Insomma, fochi e botti sì, ma prima ancora una città che ha cura delle sue famiglie – ha aggiunto Betori -; e, all’origine di tutto, Cristo risorto, riconosciuto come fuoco e luce del
mondo. Senza questi passaggi lo Scoppio del carro scade a folklore”. E il folklore, ha osservato, “sarà buono per altri luoghi, ma non può esserlo per una città come la nostra che, quale culla della lingua, deve saper coltivare con cura tanto le
parole quanto i significati. E il significato dello Scoppio del carro sta tutto nella sua radice, cioè Cristo, e nella presenza di lui nelle nostre case”. Per Betori, “la radice identitaria dello Scoppio del Carro interroga anche la città nella sua cultura, nella mentalità condivisa, nel suo progetto. Quanto tutto ciò è ancora illuminato dal Vangelo di Gesù? Non dico
questo dal punto di vista della fede, ma da quello del dinamismo di una visione dell’umano che si lascia vivificare dalla sua parola. Quanto siamo oggi consapevoli che la difesa dell’immagine della città è intimamente legata alla coerenza dei valori che la animano e non semplicemente a un’estetica del decoro?”.

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